Di Paolo Borgognone
Lo scorso 3 maggio era la giornata internazionale della libertà di stampa. Ossia, si è festeggiato un fantasma, uno spettro, un simulacro.
In Italia non esiste alcuna libertà di stampa, dal gossip alla politica internazionale esiste un’unica libertà: quella delle classi dominanti di celebrare se stesse e la propria narrazione tramite l’ausilio di un gruppo sociale cooptato, dominato e compiacente: gli influencer.
La società odierna è infatti rigidamente tripartita: oligarchi, influencer, moltitudini. I primi, tra l’altro, dominano e selezionano i secondi. I secondi conferiscono significato al sistema. Le terze fanno largo uso della prassi, così ben descritta da Étienne de la Boétie sin dal XVI secolo, della “servitù volontaria”.
Sono le moltitudini, infatti, che coi loro comportamenti servili, alimentano gli influencer con like e visualizzazioni, e incoronano de facto gli oligarchi, permettendo di dominarle a piacimento.
Il servilismo e il masochismo dei dominati, influencer e moltitudini, sono spesso all’origine dell’assenza di libertà e della tirannia dell’ingiustizia (in ogni ambito).
04.05.2024
Paolo Borgognone. Storico e saggista, collabora dal 2012 con il “Centro Iniziative per la Verità e la Giustizia” di Torino. È inoltre autore dei seguenti volumi: “Il fallimento della sinistra «radicale»” (Zambon, 2013); “La disinformazione e la formazione del consenso attraverso i media” (3 voll., Zambon, 2013); “Capire la Russia. Correnti politiche e dinamiche sociali nella Russia e nell’Ucraina postsovietiche” (Zambon, 2015); “Covid 19. A cosa serve, come ce lo raccontano, a chi giova” (Iniziative Editoriali Il Cerchio, 2020).