DI AMBROSE EVANS -PRITCHARD
blogs.telegraph.co.uk
Per restituire i prestiti, l’Irlanda dovrà pagare più della Grecia.
Prendendo delle misure preventive, Dublino ha giocato secondo le
regole, cercando di compiacere i mercati e l’Unione Europea. Ha fatto
il lavoro del Fondo Monetario Internazionale senza il bisogno del suo
intervento. Anzi: ha fatto più di quanto il FMI avrebbe osato chiedere.
Ha imposto misure di austerità draconiane. Il senso di solidarietà del
paese è stato notevole: niente rivolte o minacce terroristiche.
Eppure, a partire da oggi pagherà il 5,48% su dieci anni di prestiti,
circa l’8% reale, fattorizzata la deflazione. Una situazione
paralizzante, capace di gettare il paese sulla via di un debito
insostenibile, qualora dovesse durare a lungo. La Grecia sta beneficiando di prestiti al 5% dall’UE e dal FMI, ad un
tasso sfalsato molto al di sotto di questo (comunque troppo alto ai
fini di un’effettiva efficacia della misura adottata, ma questo è un
altro paio di maniche). Questi erano gli accordi sulla restituzione
dei 110 miliardi di euro.
Oltre il danno, la beffa: l’Irlanda dovrà SOVVENZIONARE la Grecia per
aiutarla a corrispondere la sua quota del pacchetto aiuti.
Capirete bene quanto ciò sia assurdo. È un chiaro esempio di azzardo
morale, e mostra cosa succede quando un sistema che non funziona più
comincia ad impelagarsi in miriadi di sotterfugi invece di affrontare
il problema principale.
Sì, so bene quanto le scadenze greca e irlandese siano diverse, ma il
fatto è che la Grecia ha ottenuto condizioni migliori lasciando che la
situazione sfuggisse di mano.
Il Pasok di George Papandreou ha beneficiato dell’esitazione relativa
al primo piano di misure di austerità, e – giusto per non avere peli
sulla lingua – insultato i tedeschi richiedendo riparazioni di guerra.
Per condire il tutto, qualche testa calda ha messo a ferro e fuoco
Atene e Salonicco.
Se fossi irlandese, – (e in qualche modo lo sono: Sir John Parnell
era il mio trisavolo) – sarei un tantino infastidito.
Ambrose Evans-Pritchard
Fonte: http://blogs.telegraph.co.uk
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25.08.2010
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ALESSANDRO SARDONE (www.asardone.it)