DI H.S.
Comedonchisciotte
Per buona parte della tarda primavera e degli inizi di quest’estate ha nuovamente tenuto banco e catturato l’attenzione di noi , povero popolo di spettatori e “voyeuristi”, il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi , la ragazza quindicenne e cittadina vaticana che scomparve agli inizi del giugno di venticinque anni presumibilmente all’uscita della scuola di musica del piccolo ma potente stato nel cuore dell’urbe che ella frequentava con assiduità. Già da un paio di anni le cronache della capitale sono state scosse anno per la rivelazione “anonima” del coinvolgimento nel rapimento della ragazza di Renatino De Pedis , il potente boss della ormai leggendaria banda della Magliana , i cui resti sono stati sepolti nella cripta della Basilica di Sant’Apollinare attigua , peraltro , al palazzo in cui risiedeva la succitata scuola di musica , con la complicità di importanti personaggi riconducibili al Vaticano e porporati. A Renatino , noto alle tristi cronache , sarebbe stato concesso l’onore di essere sepolto in compagnia di santi e papi con il benestare del Cardinale Poletti , “Vicario Generale di Sua Santità”. Più recentemente l’antica amante di De Pedis e già moglie dell’ex calciatore della Lazio Bruno Giordano Sabrina Minardi ha ampiamente confermato questo scenario tirando in ballo l’ormai defunto (e discusso) Monsignor Marcinkus , il “padrone” dello IOR , la banca vaticana. Dietro questo crimine il presunto scenario di ricatti legati alla vicenda del Banco Ambrosiano , della morte di Calvi e dei legami fra la P2 e importanti pezzi grossi del Vaticano. A questo proposito mi sento quasi in obbligo di consigliare un’interessante ed ottima lettura a riguardo di un giornalista che si è occupato in maniera approfondita del caso della scomparsa della povera ragazza senza concedere nulla all’onda vergognosamente conformista seminando dubbi e presentando un diverso scenario degli eventi e , quasi , rovesciando i fatti per come sono stati presentati al pubblico italiano nelle svariate versioni. Il libro in questione è “Emanuela Orlandi – la verità” scritto da Pino Nicotri , già firma della Repubblica e dell’Espresso , e pubblicato da Baldini Castaldi Dalai. Non mi spenderò a trattare diffusamente di questo notevole saggio per non sottrarre al lettore il piacere di sfogliarlo , ma mi soffermerò unicamente sui punti principali e utili.
Innanzitutto l’intenzione di Nicotri è quella di sfatare un mito che costituisce l’autentico mistero di tutta la vicenda , ovverosia il rapimento della ragazza che è stato assunto come un indiscutibile postulato nonostante le evidenti falle che si prospettano dinnanzi ad una logica serrata e stringente… ma anche molto meno ! Come è noto il “rapimento” della Orlandi è stato corredato da comunicati deliranti ed ipotesi fantasiose che hanno investito KGB , STASI , Lupi Grigi – l’organizzazione terroristica turca di estrema destra cui apparteneva l’attentatore del Papa Agca – , la P2 con la complicità della CIA e degli americani fino alle recenti rivelazioni sulla banda della Magliana. La penna di Nicotri è pungente e caustica con scorci di ironia irresistibile quando mostra l’insensatezza o l’”ingenuità” di certe dichiarazioni in merito. In effetti il caso Orlandi , se lo si assume dal punto di vista del “rapimento” , fa acqua da tutte le parti , innanzitutto perché , caso più unico che raro in un Italia sconvolta da decine di sequestri nel corso degli anni Settanta e Ottanta , i “rapitori” non si premurarono mai di fornire la benché minima prova diretta di avere l’ostaggio nelle mani. A lungo è stata concentrata l’attenzione sul sequestro “politico” da parte di un fantomatico gruppo legato ai Lupi Grigi , con la complicità dei servizi segreti del blocco sovietico , per ottenere la liberazione di Agca il quale avrebbe potuto rivelare i retroscena della cosiddetta “pista bulgara” dell’attentato al Papa. Ma perché mai dei servizi segreti dovrebbero impelagarsi in un’operazione che , nell’economia dell’azione di tali organismi , è chiaramente assurda. Tanto vale , come è successo , montare una campagna di “guerra psicologica” con falsi comunicati costruiti per stornare l’attenzione dalla “pista bulgara” come , in effetti , ha fatto la STASI. Altro è il discorso di coinvolgere un servizio segreto – e non importa il colore – nel sequestro politico a scopo di manipolazione o ricatto di una ragazza che , ricordiamolo , non era che la figlia di un modesto messo del Vaticano. Tanto valeva , quindi , rapire un Cardinale ! La questione non cambia se , ad essere coinvolto , è unicamente un gruppo terroristico o armato come quello dei Lupi Grigi , perché non esiste una casistica su azioni di questo tipo con l’intento di esercitare una pressione , nella fattispecie , facendo leva sul presunto “umanitarismo” papale. Diversi membri dei Lupi Grigi , a partire proprio dal farneticante Agca , hanno rilasciato varie dichiarazioni in merito alla paternità del sequestro , ma senza mai fornire la benché minima prova.
Un’altra leggenda è quella che vuole Emanuela Orlandi in Turchia , viva e vegeta , ma , se così fosse , scrive giustamente Nicotri , “perché non le vanno a parlare ?”. Il rapimento a fini di lucro ed esclusivamente delinquenziali è da escludersi , data la condizione economica non florida della famiglia Orlandi , ma anche la pista del ricatto esercitato nei confronti del Vaticano e legato alla questione IOR – Banco Ambrosiano rimane deboluccia. A dirla tutta la Minardi non pare una teste attendibile e confonde date ed episodi. Che poi Renatino abbia prelevato la ragazza a pochi metri dal Senato sotto gli occhi di agenti e vigili urbani pare , onestamente , incredibile. Se possiamo credere – e crediamo di fatto ! . che Renatino De Pedis godesse di ampie protezioni e amicizie a Roma e in Vaticano , perché dobbiamo invece credere anche che il boss si sia scomodato a rapire la ragazza sotto gli occhi di miriadi di occhi e di telecamere ? Nicotri è estremamente convincente quando liquida l’ipotesi del “rapimento” aggiungendo – perché questa è l’intenzione del saggio – che essa è stata imposta per nascondere e manipolare la verità sul caso Orlandi , verità che per il giornalista – e non possiamo non trovarci d’accordo su questo punto – ruota intorno alle mura leonine. Il fatto da cui non si può prescindere è che il Vaticano , soprattutto nella persona del Papa , ha presto avvalorato la tesi del “rapimento” , quando questo non aveva alcun fondamento o riscontro. Solo dopo una sortita di Papa Wojytila si moltiplicheranno comunicati , manipolazioni e depistagli… Alla famiglia Orlandi verrà detto che Emanuela “è vittima del terrorismo internazionale” , espressione quanto mai fumosa. Ma varie circostanze indirizzano verso la pista vaticana per un’ipotesi diversa e , forse , più sconvolgente di quella del rapimento : innanzitutto la mancanza di collaborazione con la magistratura italiana. Anzi i porporati provvederanno a erigere un muro di omertà e silenzio e , a parere degli stessi inquirenti , la verità è conosciuta in Vaticano , ma la si vuole nascondere ed insabbiare. C’è poi da aggiungere che i presunti “rapitori riferiranno circostanze che solo chi era vicino alla ragazza o in Vaticano era in grado di riferire e forniranno “prove” che riconducono alla scuola di musica frequentata dalla ragazza. Così per venticinque anni si stende una cappa , una coltre che cela una realtà diversa dal “rapimento”… Una mistura di menzogne , manipolazioni , falsi scoop a volte talmente grossolani da far bere al grande pubblico che , in buona parte , crede ancora e và a Messa. Un “rapimento” di cui cambia la firma d’autore , ma non l’inconsistenza.
Al contrario se lo scopo principale di Nicotri è smontare l’assurda – a pensarci bene – “realtà” del “sequestro” – perché come tale viene servito dai mass media – illustrando un’ipotesi alternativa sconvolgente , tutta interna al Vaticano. In questo senso , fidandosi delle dichiarazioni di alcuni agenti del SISDE , il servizio segreto civile italiano , Nicotri ritiene che , come Wilma Montesi , la ragazza sia morta nel corso di un incontro conviviale , di un festino. A differenza della Montesi , il cui corpo emerse dalla spiaggia , suscitando lo scandalo e una faida di potere interna al partito di maggioranza , la DC , il corpo di Emanuela venne fatto sparire. Qualcuno deve essersi ricordato dei fatti di trent’anni prima provvedendo a far sparire il cadavere. Secondo Nicotri monsignor Marcinkus e la pista vaticana “economica” basata sul ricatto criminale per le vicende dello IOR – Banco Ambrosiano – P2 non c’entrano nulla , mentre il tutto è da ricondurre alla torbida sessualità di taluni ambienti vaticani puntando il dito sulla pedofilia del monsignore polacco addetto all’anticamera del Papa. La questione , insomma , investirebbe l’entourage di Papa Wojytila e il Papa stesso e non i suoi nemici interni od esterni. La responsabilità papale risalterebbe nei tentativi di costruire un castello di manipolazioni , a partire dal “sequestro” preso per buono rapidamente , per difendere il segreto pontificio che vige sugli atti di abuso sessuale perpetrati dai religiosi. Nicotri documenta come da tempo e ancor prima del Papa , che quasi all’unanimità si vorrebbe santificare , il Vaticano mantenesse e mantenga il più rigido silenzio sulla pedofilia e sui casi di abuso sessuale perpetrati da preti e porporati. Può Emanuela , essere rimasta vittima dei vizi e delle perversioni di un potente porporato del Vaticano ? Ovviamente non v’è certezza su questi fatti , ma rimane il fatto che la pista dell’incidente nel corso di un festino con tanto di eccessi sessuali rimane ed è , nei fatti , molto più credibile del “sequestro”. Di fatto molti minori spariscono senza lasciare traccia e spesso non di propria volontà. Di fatto Emanuela Orlandi non si è più fatta viva e bisognerebbe chiedersi perché , se è stata lasciata libera dai “rapitori” o anche se ha “simpatizzato” con qualcuno di loro , perché non dà la benché minima notizia di sé , adesso che avrebbe una quarantina d’anni. E’ molto più logico pensare che sia morta e , anzi , è forse morta proprio in quei primi giorni del giugno del 1983 , e che il suo cadavere sia stato occultato da qualche parte in Vaticano , i cui palazzi peraltro godono dell’extraterritorialità. Ed è stato proprio il Vaticano , nei suoi vertici ad avallare le numerose bugie e macchinazioni e a impedire nei fatti l’accertamento della verità. Una pista “sessuale” interna al Vaticano su cui , poi si possono essere ineriti i tentativi di sciacallaggio e di ricatto della STASI , della banda della Magliana e di altri soggetti anche singoli che possono aver sfruttato la vicenda per fini che , comunque , prescindevano dal fatto in sé.
Tutta la verità non la sapremo mai , mentre l’unica certezza possibile che possiamo accogliere riguarda il coinvolgimento di personaggi dei Vaticano e che il tutto si concentra nel piccolo Stato.
Per il resto le pagine che il sottoscritto ha letto con maggior piacere sono stata comunque quelle dedicate al ruolo che i mass media hanno svolto nell’intera vicenda. Qui , tra il serio e il faceto , il vetriolo fa forse maggior presa. Secondo Nicotri il giornalismo soprattutto televisivo di casa nostra o pseudo tale ha sostanzialmente assecondato le versioni che il Vaticano ha fornito , ma , soprattutto , emerge un panorama sconcertante e sconfortante caratterizzato da conformismo , scarsa professionalità , poca onestà e dalla maledetta legge dell’audience con la rincorsa di scoop fasulli , il tutto , poi , viene servito con il contorno di dibattiti televisivi tarocchi , con ospiti che nulla sanno dei fatti in questione e con la neanche tanto celata volontà di costruire degli spettacoli o delle fiction più che di cercare la verità. Nel mirino del giornalista finiscono il vecchio “Telefono Giallo” condotto venti anni or sono dal collega Augias , “Novecento” di Pippo Baudo , il cantore dello show televisivo nazionalpopolare e , soprattutto , “Chi l’ha visto ?” da qualche anno nelle mani della giornalista televisiva di RAITRE Federica Sciarelli che viene ironicamente definita da Nicotri “la bocca della verità sul caso Orlandi”. Sorprendentemente la famiglia Orlandi si presterà a quelli che , con buona evidenza , vengono allestiti come altrettanti show , tuttavia il ritrattino più pungente e velenoso viene riservato all’ex magistrato Ferdinando Imposimato che da anni si è quasi imposto come l’”esperto” e portatore del Verbo su vari misteri d’Italia come il caso Moro , l’attentato al Papa e lo stesso mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi. Forse non è un caso che la sua fama si sia imposta nel periodo di quella Commissione Mithrokin presieduta dal senatore forzitaliota Guzzanti , già giornalista di Repubblica , poi socialista craxiano e ufficioso portavoce dell’allora Presidente della Repubblica ed ineffabile “gladiatore” Cossiga con l’intento neanche tanto nascosto di ricondurre i principali misteri d’Italia alla mano del KGB con la complicità dell’allora PCI e , quindi , di colpire il centrosinistra e Prodi. Una squisita operazione che ha prodotto parecchie bufale con i soldi dei contribuenti e che si è giovata di improbabili consulenti come l’ormai arcinoto Scaramella.
Pare che Imposimato abbia sfruttato bene questa lunga onda , scrivendo numerosi libri sui misteri d’Italia e anche sulla scomparsa di Emanuela Orlandi calcando la mano sul presunto ruolo del KGB e degli altri servizi segreti del blocco sovietico. Tra l’altro è diventato molto popolare come “giudice” del programma di Mediaset “Forum” ! Qualche tempo fa Nicotri avrebbe dovuto scrivere il suo primo libro sul caso Orlandi proprio in coppia con Imposimato , ma poi saltò tutto… Non anticipo nulla , ma posso solo aggiungere che la testimonianza portata sul metodo investigativo dell’ex giudice Imposimato non dovrebbe essere molto gradita da quest’ultimo. Per quel che mi riguarda ricordo ancora la partecipazione dell’ex giudice – a cui , nel corso della sua attività di magistrato , è stato ucciso il fratello dalla camorra – ad una trasmissione condotta da Gad Lerner su RAITRE sul caso Moro più di dieci anni fa. Allora Imposimato era senatore eletto come indipendente nelle file del PDS , l’erede del vecchio PCI. Non si capiva di che cosa si dovesse discutere : gli ospiti , fra cui mi pare ci fossero i giornalisti Bocca e la Rossanda , facevano a gara per ribadire che “sul caso Moro non ‘era più niente da scoprire e non c’era alcun mistero !”. Imposimato , che in qualità di giudice istruttore si è occupato molto del terrorismo brigatista e di estrema sinistra compreso il caso Moro e , quindi , doveva saperne un pochino di più degli altri , non faceva eccezione. Qualche anno dopo avrebbe evidentemente cambiato idea tirando in ballo il ruolo del KGB.
In definitiva “Emanuela Orlandi – la verità” è soprattutto l’invito a praticare un serio e professionale giornalismo investigativo senza la malaugurata intenzione di scrivere delle fiction , di prestarsi ad azioni depistatorie o di ricercare per forza lo scoop incorrendo in incidenti o bufale colossali.
E’ soprattutto per questa ragione che rinnovo l’invito a leggere il notevole saggio di Nicotri e , nello stesso tempo , l’augurio di un buona e piacevole lettura.
HS
Fonte: www.comedonchisciotte.org
16.12.08