DI STUART LITTLEWOOD
L’Arcivescovo di Canterbury Justin Welby, capo della Chiesa d’Inghilterra e della Comunione Anglicana in tutto il mondo, lo scorso fine settimana ha detto che, dopo aver parlato con Dio, ha messo in dubbio la sua esistenza.
Welby stava parlando della follia omicida del terrorismo a Parigi, dove circa 130 persone sono state assassinate. Intervenendo nel programma della BBC ‘Songs of Praise’ egli ha detto che: ““Sabato mattina ero fuori casa e, mentre camminavo, pregavo e dicevo: ‘Dio, perché, perché sta succedendo tutto questo? Dove stavi quando tutto questo accadeva?’. E, dopo aver coinvolto e parlato con Dio … sì, io dubito [della sua esistenza]””.
In una precedente occasione, egli aveva detto che: ““L’altro giorno, mentre correvo e pregavo, ho finito con il dire a Dio: ‘guarda, qui va tutto bene, ma non è forse giunto il momento che tu faccia qualcosa, se davvero ci sei?’””
Quando gli è stato chiesto se avesse dei momenti di dubbio, Welby ha risposto: “”Sì. Io dubito, ed in molti modi diversi. Ci sono dei momenti in cui, se pensate che c’è un Dio, vi chiedete: allora dov’è?””. Ed ha aggiunto che: “”probabilmente non è quello che l’Arcivescovo di Canterbury dovrebbe dire””.
Durante il fine settimana Welby si è anche inserito in una discussione sul divieto di proiettare uno spot pubblicitario sul ‘Pater Noster [Lord’s Prayer]’, che la Chiesa d’Inghilterra avrebbe voluto fosse proiettato nelle sale cinematografiche prima di Natale [http://www.telegraph.co.uk/news/religion/12010305/church-of-england-banning-lords-prayer-adverts-chilling-effect-free-speech.html].
L’Agenzia DCM [Digital Cinema Media], che gestisce la pubblicità cinematografica britannica per le grandi ‘catene di cinema’, pensa che lo spot avrebbe potuto ‘offendere’ il pubblico e sostiene che la sua politica gestionale è quella di non accettare pubblicità politica o religiosa nelle sue sale cinematografiche, perché alcune pubblicità – involontariamente, ma a volte anche no – potrebbero offendere coloro che hanno fedi diverse o diverse convinzioni politiche: “”A questo proposito, la DCM tratta le convinzioni politiche o religiose tutte allo stesso modo””.
Si dice che Welby abbia reagito come una ‘furia’, dichiarando al ‘Mail on Sunday’ che: “”Trovo straordinario che i cinema decidano che la proiezione di uno spot pubblicitario sul ‘Pater Noster’ sia inopportuno la settimana prima di Natale, giorno in cui si celebra la nascita di Gesù Cristo. Miliardi di persone, in tutto il mondo, recitano questa preghiera quotidianamente. Penso che tutti loro saranno stupiti e profondamente addolorati per questa decisione, soprattutto alla luce dell’attacco terroristico a Parigi, quando molte persone hanno trovato conforto e sollievo nella preghiera””.
Ma la pubblicità religiosa è una questione che è sempre stata su un terreno molto instabile. Lo spot di Welby avrebbe potuto costituire una violazione delle linee-guida della ‘Advertising Standards Authority’, secondo cui la pubblicità, per essere legale, deve essere decente, onesta e sincera. Le affermazioni basate su credenze soprannaturali sono poco veritiere e avrebbero potuto far impantanare la Chiesa in un litigio inopportuno.
Inoltre, il ‘Code of Broadcast Advertising’ afferma che “”gli annunci pubblicitari non devono sfruttare le speranze o le paure delle persone vulnerabili”” e che “”le emittenti devono avere prove documentali per dimostrare che le affermazioni che il pubblico potrebbe considerare obiettive siano oggettivamente fondate””.
Molti trovarono piuttosto strana la scelta di Welby ad Arcivescovo di Canterbury [2013], anche perché è di nonno ebreo. Considerato un esperto nella risoluzione dei conflitti, non è nota la sua preoccupazione per la lotta sanguinosa e senza fine che ha luogo in Terra Santa.
Lo ‘Jewish Chronicle’ ha riferito che, prima della sua nomina, aveva contribuito ad organizzare un ‘Holocaust Memorial Day’ nella Cattedrale di Liverpool e che si era astenuto nella votazione del Sinodo per l’approvazione dello EAPPI [Ecumenic Accompainement Programme in Palestine and Israel, https://www.oikoumene.org/en/what-we-do/eappi].
Questo è un segno nero che egli deve ancora cancellare. L’EAPPI è stato istituito dal ‘Consiglio Mondiale delle Chiese’ in risposta ad un invito delle chiese di Gerusalemme. Porta gente da tutto il mondo in Terra Santa, perché possa sperimentare la terribile vita sotto l’occupazione militare israeliana.
Inoltre, gli ‘Accompagnatori Ecumenici’ [EA] forniscono una presenza protettiva alle vulnerabili comunità locali, monitorano e segnalano violazioni dei diritti umani e sostengono i palestinesi e gli israeliani che lavorano insieme per la pace.
Quando tornano a casa gli EA fanno campagna [di convinzione] in favore di una soluzione giusta e pacifica del conflitto, attraverso la fine dell’occupazione, il rispetto del diritto e l’attuazione delle risoluzioni internazionali dell’ONU.
Molti potrebbero sostenere che chi non se la sente di dare sostegno incondizionato ad un degno progetto umanitario, come lo EAPPI, non dovrebbe essere messo a capo di una grande Chiesa Cristiana.
Nel 2013, prima di partire per la Terra Santa per effettuare la sua prima visita da ‘Arcivescovo di Canterbury’, telefonai all’ufficio di Welby per conoscere il suo itinerario, ma mi fu detto che non era disponibile alcuna anticipazione. Ed allora gli inviai una serie di domande:
. Visiterà Gaza e, in caso affermativo, chi è che incontrerà?
. Chi incontrerà nella West Bank [Cisgiordania]?
. Spenderà la stessa quantità di tempo con i leaders islamici e con quelli ebrei?
. Visiterà il muro dell’apartheid che imprigiona Betlemme?
. Parlerà con i sopravvissuti dell’assedio portato per 40 giorni alla Chiesa della Natività?
. Chiederà informazioni sulla situazione del Patriarca Latino, Kairos, e di quella delle altre Chiese Cristiane?
Non ebbi alcuna risposta. Quando fu evidente che l’Arcivescovo non aveva intenzione di andare a Gaza, nonostante la disperata situazione della sua comunità cristiana, inviai una seconda e-mail: “”E’ stato impedito dagli israeliani l’inserimento di Gaza nel suo itinerario?””.
Ancora una volta nessuna risposta. Alla fine sembrava che, semplicemente, avesse deciso d’ignorare le sofferenti comunità di Gaza e di Betlemme.
E’ senz’altro giusto che l’Arcivescovo abbia chiesto a Dio: “”non è il momento che tu faccia qualcosa?””. Ma non mi sorprenderebbe se Dio avesse pensato: “”Se i capi della cristianità occidentale, con la loro grande influenza, non si preoccupano affatto di muoversi dalle loro confortevoli città e di fare qualcosa, perché dovrei farlo io?””.
Stuart Littlewood
Fonte: www.veteranstoday.com
Link: http://www.veteranstoday.com/2015/11/25/isis-terror-causes-church-leader-to-question-gods-existence/
25.11.2015
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da FRANCO