Il tentativo di colpo di stato in Kirghizistan sarà legato al referendum dell’11 aprile per la bozza della nuova Costituzione

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La pressione degli Stati Uniti è senza precedenti
di Vladimir Prokhvatilov

Il politologo kirghiso Mars Sariev in un’intervista a “StanRadar.com” preavvisa l’intenzione di Washington e Londra di portare i loro favoriti al potere nella Repubblica. Sariev osserva che se nell’autunno dell’anno scorso il ruolo principale nel destabilizzare la situazione è stato giocato dall’ambasciata degli Stati Uniti e in particolare dall’ambasciatore Donald Lu, ora è l’ambasciatore britannico Charles Edmund Garrett ad esse impegnato nella pianificazione operativa del prossimo colpo di stato in Kirghizistan. Garrett è in costante contatto con un’ampia cerchia di giornalisti, attivisti e rappresentanti di ONG.

Di Charles Garrett si sa poco, anche la sua età è sconosciuta. Si ritiene che ciò serva allo scopo di nascondere i suoi legami con l’intelligence britannica. Sin dai tempi del maestro della diplomazia segreta, Sir Edward Gray, che dirigeva il Ministero degli Esteri britannico prima della Prima Guerra Mondiale, essere un diplomatico britannico significava sempre essere un ufficiale dell’intelligence.

Nel 2012, Garrett aiutò l’allora vice capo dell’MI6 (Military Intelligence Sez. 6 ndr.) Alex Younger a garantire la sicurezza alle Olimpiadi di Londra. Durante il suo mandato di ambasciatore in Macedonia del Nord (2014-2018), Garrett intervenendo come “leader dell’opinione pubblica”, ottenne l’allontanamento dal potere di Nikola Gruevskij e garantì la vittoria alle elezioni del burattino occidentale Zoran Zaev.

L’anno scorso Londra ha nominato Garrett ambasciatore in Kirghizistan. Nel luglio 2020, Garrett, col supporto dell’ambasciatore statunitense Donald Lu, nella base della rappresentanza diplomatica americana a Bishkek ha organizzato consultazioni online riservate per gli attivisti delle ONG locali con dipendenti di USAID, NED (National Endowment for Democracy ndr.) e del Foreign Press Center (Dipartimento di Stato). Alle consultazioni hanno partecipato anche la struttura americana di rete “Internews”, il portale “Caravan-Saraj” finanziato dal Pentagono e la filiale locale di Radio Liberty – “Azattyk”.

Col pretesto degli aiuti umanitari, lo scorso autunno Garrett ha organizzato finanziamenti per le proteste in Kirghizistan. Leader e attivisti dei partiti d’opposizione: “Bir-Bol” (A. Sulajmanov), “Ata-Meken” (Zh. Akaev), “Respublika” (M. Zheenchoroev), “Socialdemocratici del Kirghizistan” (S. Atambaev), “Riforma” (K. Sooronkulova) hanno prestato il loro aiuto a Garrett nell’organizzare manifestazioni antigovernative a Bishkek.

Igor Shestakov, co-presidente del Club degli esperti regionali del Kirghizistan “Pikir”, sostiene che di solito gli ambasciatori britannici cercano di svolgere lavori di intelligence passando inosservati, pertanto il fatto che all’inizio del 2021 Garrett sia entrato nello spazio pubblico significa che si stanno avvicinando eventi decisivi.

Il 10 gennaio 2021 il giorno delle elezioni presidenziali in Kirghizistan, Garrett ha ispezionato i seggi elettorali. “Una giornata molto interessante e un processo importante per qualsiasi democrazia. Comincio da Karakol, sarò a Ken Suu, Tyup e Cholpon Ata”, ha scritto in quel momento su Twitter. Ora, per lui, l’obiettivo numero uno è il prossimo referendum dell’11 aprile.
Il portale kirghiso “Media Policy Institute”, finanziato da una ventina di organizzazioni occidentali, informa i residenti della Repubblica sul malcontento del “mondo libero” nei riguardi di ciò che sta accadendo nella loro patria e coordina azioni di protesta:
4 marzo – La Freedom House[1] ha incluso il Kirghizistan nella categoria dei paesi “non liberi” a causa del forte deterioramento del livello di libertà nell’ultimo anno.
6 marzo – l’organizzazione internazionale per i diritti umani Human Rights Watch ha proposto di revocare la bozza della Costituzione, in quanto “mina le norme sui diritti umani e indebolisce l’equilibrio tra pesi e contrappesi necessario per prevenire l’abuso di potere”.
9 marzo – gli oppositori alla bozza della nuova Costituzione sono usciti con un’azione di protesta. Esigono lo scioglimento del parlamento, secondo loro illegittimo, e il ritiro del disegno di Legge Fondamentale.
21 marzo – la Commissione di Venezia[2] ha richiesto una revisione della bozza di Costituzione e la designazione di un referendum: il potere finirà nelle mani di una sola persona.
31 marzo – il Dipartimento di Stato USA ha pubblicato un rapporto sui diritti umani in Kirghizistan per il 2020. Il rapporto nelle sue conclusioni sostiene che c’è stata “una marcia in dietro nella difesa dei diritti umani”. Donald Lu ha espresso la speranza che il nuovo governo della Repubblica possa adottare misure per invertire questa tendenza: “Ci auguriamo che il nuovo governo riunisca la società civile, le forze dell’ordine, le organizzazioni per i diritti umani e gli organi giudiziari per raddoppiare gli sforzi alla salvaguardia dei diritti umani e per mettere davanti alle loro responsabilità i trasgressori dei diritti umani”.

“Ora la pressione degli Stati Uniti sul Kirghizistan è diventata senza precedenti. Dichiarazioni così dure dell’ambasciata verso la leadership del Kirghizistan non sono mai state udite fino ad ora… C’è stata una fusione tra le strutture del Regno Unito e degli Stati Uniti che operano in Kirghizistan e cercano d’influenzare i processi nel Paese” – sostiene Igor Shestakov.

Alla pressione sulle autorità di Bishkek si è aggiunta anche l’Unione Europea. La Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa e l’Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani (ODIHR – Office for Democratic Institutions and Human Rights) dell’OSCE, non si sono fermati di fronte all’interferenza diretta negli affari interni della Repubblica, hanno emesso una “conclusione congiunta” sulla bozza della nuova Costituzione del Kirghizistan. “Alcune disposizioni della bozza della nuova Costituzione minacciano il necessario equilibrio dei rami del governo, così come la difesa delle libertà personali… La bozza della nuova Costituzione dovrebbe prendere in considerazione la conclusione congiunta della Commissione di Venezia e dell’OSCE/ODIHR” – afferma il documento.
Il ministro britannico per la Cooperazione con i Paesi dell’Asia Centrale Wendy Morton ha esortato le autorità kirghise ad “attuare le raccomandazioni” dell’Unione Europea.

La pressione occidentale sta costringendo Sadyr Japarov (attuale presidente del Kirghizistan ndr.) a fare concessioni che, a prima vista, potrebbero sembrare insignificanti. Così, il 27 marzo, Japarov ha preso parte a una cerimonia di messa a dimora di alberi sul “Viale delle pari opportunità e dei diritti per le donne”, insieme a Charles Garrett, agli ambasciatori di Giappone, Germania, Svizzera e al rappresentante speciale delle Nazioni Unite per l’Asia Centrale. Il 3 febbraio Japarov ha nominato come suo consulente l’anglofilo Aslan Kojchiev, laureato alla School of Oriental and African Studies dell’Università di Londra e produttore per la redazione kirghisa della BBC. Koichiev è noto come l’autore del libro russofobo “Mismildirik”, una descrizione tendenziosa della rivolta d’ispirazione britannica del 1916 in Turkestan.
Se si tratta di un flirt con l’Occidente, questo aiuterà dunque il presidente del Kirghizistan?

NOTE:
[1] ONG con sede a Washington D.C. che conduce attività di ricerca e sensibilizzazione su democrazia, libertà politiche e diritti umani.
[2] Nota come Commissione di Venezia, dal nome della città in cui si riunisce, è un organo consultivo del Consiglio d’Europa. Istituita nel 1990, la Commissione ha svolto un ruolo chiave nell’adozione di costituzioni conformi agli standard del patrimonio costituzionale europeo.

FONTE: https://www.fondsk.ru/news/2021/04/03/popytka-perevorota-v-kirgizii-budet-privjazana-k-referendumu-po-proektu-novoj-konstitucii-11-aprelja-53300.html

Traduzione e note di Eliseo Bertolasi
Pubblicato da Tommesh per Comedonchisciotte.org

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