INGOZZARSI DI PROPRIETÀ ESTERE
DI WOLF RICHTER
testosteronepit
Il “sogno cinese” è il sogno dell’intera nazione e anche di ogni singolo cinese, ha spiegato Fu Ying, la presidente del Comitato per gli Affari Esteri dell’Assemblea Nazionale del Popolo. Lo slogan è stato coniato dal presidente Xi Jinping dopo che è salito al trono del Partito Comunista. Beneficerebbe il mondo, lei dice. Ma per i cinesi più ricchi è già diventato realtà.
Quindi il magnate dei beni immobili Zhang Xin ha comprato una grande quantità di azioni del pittoresco palazzo in marmo di 50 piani della General Motors a Manhattan. Qualche giorno fa, la Shuanghui International Holding, la maggiore azienda di carni della Cina, si è offerta di acquisire Smithfield Foods, il più grande produttore di carne di maiale degli USA, qualche mese dopo che 16 mila maiali morti scorrevano lungo il fiume Huangpu a Shangai. Forse Shuanghui vuole ottenere la competenza della Smithfield riguardo la sicurezza del cibo; o magari vuole solo trovare un posto fuori dalla Cina per parcheggiare qualche miliardo.
Altre industrie hanno visto acquisti analoghi, in particolare il settore dei componenti per l’automobile. O ciò che ne è rimasto negli Stati Uniti, dato che molti produttori di componenti hanno già spostato la loro produzione e in alcuni casi addirittura i loro centri di progettazione in Cina alla ricerca di lavoro a basso costo. Si vede: nei primi quattro mesi del 2013, le importazioni dalla Cina di componenti per auto sono cresciute di oltre 5 miliardi e saranno presto al secondo posto, dietro al Messico ma davanti al Giappone e al Canada. Delphi, la ex divisione componenti della GM e Visteon, la ex divisione componenti della Ford, non hanno che delle squadre di scheletri rimaste negli USA (per questi aspetti oscuri della deindustrializzazione leggete il mio articolo…. The Currency Wars: Now US Automakers Are Squealing)
I cinesi sono anche andati a fare shopping compulsivo in Germania, dove sono interessati al Mittelstand — compagnie a gestione familiare con tecnologie innovative e manifattura di alta qualità nei mercati mondiali di nicchia. Il più prominente fu l’acquisto di Putzmeister, di gran lunga il leader mondiale in pompe di calcestruzzo (qui c’è il mio articolo).
I cinesi hanno comprato in ogni nazione in base alla loro percezione di ciò per cui quella nazione è famosa, e di quello che è disponibile per i compratori cinesi senza troppe seccature politiche.
Quindi in Francia, i cinesi hanno una lista della spesa diversa – a fine maggio, per esempio, Fosun International, uno dei conglomerati privati più grandi di proprietà dei cinesi, si è associato alla Axa Private Equity per fare un’offerta pubblica di acquisto all’operatore di resort turistici Club Med, del quale entrambi sono già i maggiori azionisti. Ci sono stati altri accordi per ciò di cui la Francia è conosciuta in Cina: i castelli con i loro vigneti.
È appena emerso che Goldin Financial, basata a Hong Kong, ha comprato tre castelli e i loro prestigiosi vigneti a Bordelais, una regione del vino di marca nel sudovest della Francia: Château Le Bon Pasteur a Pomerol, Château Rolland Maillet a Saint-Émilion, e Château Bertineau Saint-Vincent a Lalande de Pomerol. Poche settimane prima, un architetto cinese aveva comprato il castello La Fleur nella regione Graves.
Nel 2008, i cinesi fecero le loro prime acquisizioni a Bordelais, ognuna meno di 5 milioni di euro. Nel corso degli anni, il passo è aumentato. Entro il 2011, avevano preso 21 vigneti, alcuni dei quali erano stati sul mercato per molto tempo. Nel 2012, ne hanno aggiunti altri 9 – incluso Grand Cru Saint- Émilion. E finora nel 2013 se ne sono accaparrati altri 6.
I cinesi sono ora al secondo posto di proprietari stranieri nella regione, dietro i belgi con 45 vigneti. La Cina è già il primo importatore di Bordeaux, con 538.000 ettolitri, o il 10% della produzione, più del doppio dei inseguitori Germania, Belgio e Regno Unito. Sono anche andati a fare spesa in altre regioni del vino, incluso Burgundy, dove l’estate scorsa un investitore cinese ha comprato il Château de Gevrey-Chambertin.
È la stessa storia in tutto il mondo. il “sogno cinese” si avvera. Per alcuni. Quel concetto “appena in tempo” di cui parlava Fu Ying rivolgendosi alla tavola rotonda dell’Asia-Pacifico a Kuala Lumpur, in Malesia. “Riflette la realtà della Cina e le aspettative del popolo, e serve al bisogno di unire la gente per raggiungere un obiettivo più elevato” ha detto.
Un obiettivo più elevato? I capi delle aziende degli Stati Uniti, dell’Europa, del Giappone e di altri paesi hanno investito non si sa quanti miliardi in Cina nel corso degli anni per produzione fuori dalle loro nazioni d’origine. Di conseguenza, gli Stati Uniti, la maggior parte delle nazioni occidentali e di recente anche il Giappone, si sono imbattuti in enormi deficit commerciali con la Cina. E flussi di capitali convogliati verso la Cina, addirittura mentre il governo cinese ha creato un’enorme bolla finanziaria che potrebbe finanziare senza sforzo qualsiasi opera, dalla più grande e costosa rete alta velocità del mondo fino a intere città fantasma, non importa quanto impossibile sarebbe successivamente risanare questo debito.
Quella bolla è lì visibile a tutti, più appariscente che mai, tale da spaventare addirittura il governo, e i ricchi. Quelli che possono, mentre ancora possono, provano a prendere almeno un po’ dei loro soldi [per metterli] al sicuro oltreoceano, nel caso ci fosse instabilità politica e finanziaria a casa (in Cina, ndt).
Ma le bolle sono ovunque. Un rallentamento economico minaccia l’economia globale, anche se nessuno sembra curarsene, dato che i mercati di vendita continuano a raggiungere nuovi record di crescita – dando agli investitori false speranze di crescita economica. Ma per quanto tempo potrà realmente durare questo miraggio? leggi….A mirage called the stock market (Il miraggio dei mercati azionari).
Wolf Richter
Fonte: www.testosteronepit.com
Link: http://www.testosteronepit.com/home/2013/6/4/the-chinese-dream-come-true-gobbling-up-assets-overseas.html
4.06.2013
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ILARIA GROPPI