DI GILAD ATZMON
gilad.co.uk
Sin dalla rivoluzione studentesca del ’68, la sinistra americana ed europea, insieme ad una fronda progressista ebraica, hanno speso molte energie nel tentativo di frammentare la società in molteplici segmenti di identità.
La sinistra ha adottato tale approccio perché non ha mai saputo affrontare la propria sconfitta nell’unirsi alla classe operaia.
Gli intellettuali ebrei che hanno guidato la campagna hanno capito che nazioni divise e frammentate al loro interno sono molto meno pericolose per gli ebrei. Come ben sappiamo, per gli ebrei, un nazionalismo coeso e patriottico rappresenta una grande minaccia. Dopotutto sono state le vittime per eccellenza di un tale ideologismo.In modo alquanto strano, abbagliata dalla falsa profezia emergente dell’identità politica post-sessantottina, la sinistra ha prontamente abbandonato il proprio ethos universale. Mentre in passato il suo fine era quello di superare le divisioni e di unire la classe lavoratrice, la sinistra postsessantottina ha fatto in modo di dividere e ghettizzare i cittadini occidentali tramite l’identificazione.
Invece di essere e celebrare chi e cosa siamo, abbiamo imparato ad identificarci con citazioni belle e pronte. Invece che essere semplicemente Jill, Joseph, Abe o Youssef, ci identifichiamo come “una donna” , un “gay”, “un ebreo”, “un musulmano, ecc. ecc. In pratica, la nuova sinistra ha eretto un muro intorno ad ognuno di noi nel tentativo di separarci in gruppi infinitamente piccoli con una identità marginale. E’ proprio la sinistra del post ‘68, più che il capitalismo, ad averci portato alla segregazione, all’isolamento ed alla paralisi politica. Dieudonné, comico francese di colore, è riuscito, in modo inaspettato, a riunificare la classe lavoratrice: le comunità di emigranti, i neri, i proletari bianchi e, allo stesso tempo, a trasmettere un messaggio universale.
Dieudonné ci ha ricordato che cosa la sinistra ha da sempre sostenuto, prima che fosse conquistata da Marcuse e dai suoi seguaci dello Yeshiva di Francoforte. Il comico francese porta alla luce la parte più istintiva della Sinistra: siamo in realtà uniti e ci identifichiamo nella disobbedienza ai nostri oppressori, vale a dire “il Sistema”. La “quenelle” (ndt. la polpetta) un gesto di saluto introdotto appunto da Diedonné, ingloba una modesta e garbata apertura di vera resistenza. E’ una semplice reazione, contenuta e poetica, all’approccio osceno anglo-americano del “ben ti sta” (ndt. traduzione dell’espressione volgare “Up yours” forma abbreviata di “Up your ass”, “ficcatelo dove non batte il sole”.)
Il gesto è ovviamente universale e aperto a tutti, inclusi gli ebrei, in opposizione al discorso di identità postsessantottino, determinato dalla biologia e dalla razza. Essendo l’emblema di posizione universalista guidata dall’etica, la “quenelle” simboleggia anche l’opposizione verso la supremazia della sofferenza ebraica e verso la tirannia della correttezza politica.
Dieudonné è l’eroe definitivo del pensiero socialista genuino, nello spirito della comune di Parigi e, come tale, rappresenta un grosso pericolo per i nuovi finti sinistroidi e per i loro tesorieri al CRIF (ndt. Conseil Représentatif des Institutions juives de France, Consiglio Rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia).
L’esperto kosher di Francoforte tiene d’occhio l’impeto delle masse francesi che si uniscono questo impeto di raduno delle masse francesi e marciano nelle vie di Parigi gridando “l’imperatore è nudo”. In realtà ormai c’è ben poco da svelare o da sopprimere. Ancora una volta, la nuda verità si rivela contro tutti gli ostacoli.
Gilad Atzmon
Fonte: www.gilad.co.uk
Link: http://www.gilad.co.uk/writings/the-meaning-of-dieudonne.html
31.01.2014
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di NICOLETTA SECCACCINI