DI MICKEY Z
Se vi parlassi di un raduno nativista nel quale un carismatico uomo bianco attrae folle di seguaci appassionati, usando parole di odio per mandarli tutti in delirio prima di impegnarsi a ripulire l’America da una minaccia esterna, e tutto sotto l’occhio indisturbato di 1300 funzionari della polizia locale che erano di guardia all’ esterno dell’edificio?
Probabilmente starete pensando a Trump.
Invece questo particolare evento al quale mi riferisco ebbe luogo il 20 febbraio 1939 al Madison Square Garden (link). Quel giorno 22.000 membri ferventi dell’associazione tedesco-americana acclamarono Fritz Kuhn, mentre posava di fianco a un ritratto di George Washington alto 30 piedi, adornato di svastiche nere. Tutti insieme intonarono il canto “Free Amerika” (America libera!).
Cittadino statunitense che aveva servito l’esercito tedesco durante la seconda guerra mondiale, Kuhn si assicurò un gran numero di fedeli seguaci “spiegando” come sia Lenin che J.P. Morgan fossero ebrei e che il vero nome di Franklin Delano Roosevelt fosse in realtà “Rosenfeld.”
(Altre voci divulgate da Kuhn riguardavano la first lady. Si vociferava, per esempio, che Eleanor passò al presidente la gonorrea “contratta da un negro” e che visitò Mosca per imparare “innominabili pratiche sessuali.”)
Il proselitismo di Kuhn non passò inosservato al Terzo Reich. Egli partecipò ai Giochi olimpici del 1936 come ospite d’onore e incontrò Adolf Hitler sotto invito speciale.
Come potete notare la Terra delle Libertà ha una lunga storia di approvazione e collaborazione con l’ideologia fascista. Questa tendenza che spesso sfocia in sofisticazione, viene derisa o ignorata a nostro rischio e pericolo.
“Il più potente commentatore radiofonico d’America”
Donald J. Trump non è certo il primo esempio di dittatore con le palle ad usare e ad attaccare i media per divulgare la sua visione xenofoba. Durante la Depressione, per esempio, Padre Charles Coughlin pregava tutti i giorni per le paure degli americani. Il prete cattolico di origine canadese passò alla ribalta come commentatore radiofonico con 40 milioni di ascoltatori in 47 stazioni radio.
“Coughlin era convinto che il professore Felix Frankfurter e il leader del partito laburista David Dubinsky esercitassero un’influenza eccessiva su FDR, infatti li chiamava comunisti” afferma lo storico Robert Herzstein.
Quando un giornalista del Boston Globe chiese a Coughlin di provare questa accusa, venne preso a cinghiate in faccia.
Anche se i suoi attacchi xenofobi gli fecero perdere parte dei suoi sostenitori, Coughlin rimase popolare e continuò ad inveire indisturbato contro gli “assassini e gli oppositori di Cristo”. Nel 1938 ristampò sul suo giornale Social Justice il noto trattato antisemita “I protocolli dei savi anziani di Zion.”
Per i suoi sforzi la stampa nazista nominò Coughlin “il commentatore radiofonico più potente d’America.”
Trump con ali ?
Mentre Coughlin stava preparando terreno fertile, Charles A. Lindbergh, Jr. portò il fascismo all’apice. Quando godeva ancora del prestigio internazionale grazie al suo Spirit of St. Louis, Lucky Lindy venne invitato a visitare la Germania nel 1936 “a nome del Generale Goering e del ministro dell’aviazione tedesca.”
Dopo aver ampiamente pubblicizzato la potenza aerea tedesca, l’aquila solitaria Lindbergh fu onorata da Goering e invitata a partecipare alla cerimonia di apertura dei Giochi olimpici di Berlino dove egli definì Hitler “un uomo di indubbia grandezza” che “aveva fatto molto per i tedeschi” e che rese “la Germania la nazione più interessante del mondo”. Lindbergh ritornò in madrepatria anche l’anno successivo, nel 1937, dove visitò Monaco con la moglie, per partecipare ad eventi dell’ aviazione militare.
Lo storico Kenneth C. Davis afferma che “Lindbergh ritornò in America dove divenne un esplicito leader del movimento isolazionista ‘America First’, finanziato da Ford, il cui intento era quello di tenere gli Stati Uniti fuori dal conflitto mondiale. In uno dei suoi discorsi Lindbergh disse agli ebrei americani di “chiudere il becco” e accusò “la stampa in mano agli ebrei” di spingere gli Stati Uniti verso la guerra.
Nei suoi diari, il propagandista nazista Goebbels elogiava le gesta di Lindbergh, es.:
-19 aprile 1941: “l’opinione pubblica negli USA inizia a vacillare. Gli isolazionisti sono molto attivi. Il colonnello Lindbergh rimane fedele ai suoi ideali con tenacia e coraggio. Un uomo d’onore!”
-30 aprile 1941: “Lindbergh ha scritto a Roosevelt una lettera molto animata. E’ indubbiamente il più tenace oppositore del presidente. Ha chiesto di non dargli troppo rilievo perché questo potrebbe nuocergli. Stiamo procedendo di comune accordo.”
-8 giugno 1941: “Questi ebrei americani vogliono la guerra. E quando arriverà il tempo, essi ci si strozzeranno con la guerra. Ho letto una brillante lettera di Lindbergh a tutti gli americani. Spiega agli intervenzionisti come se la caveranno. Stilisticamente magnificente. Quell’uomo ha qualcosa.”
Dopo che l’America entrò nella seconda guerra mondiale, Lindbergh cominciò a venire deriso perché si era schierato con i nemici dell’America e l’opinione pubblica gli si rivoltò contro. L’insegna pubblicitaria luminosa di Lindbergh in cima a un grattacielo di Chicago, venne presto rinominata l’ “insegna Palmolive” e la montagna rocciosa del Colorado soprannominata “Picco Lindbergh” venne immediatamente ribattezzata “Picco dell’aquila solitaria”.
Tuttavia il danno recato alla sua immagine fu contenuto grazie alle sue innumerevoli missioni come pilota nella guerra nel Pacifico. Alla fine la sua reputazione rimase intatta.
“Parte della mia bellezza sta nel fatto che sono molto ricco”
Questa citazione è di Trump ovviamente, ma la sua vorace ricerca del profitto trascende la lealtà e i confini nazionali da molto tempo ormai. I “ricconi” mandavano avanti i loro loschi affari fascisti molto prima che Donald ricevesse il suo primo “piccolo prestito.”
Nei decenni precedenti la seconda guerra mondiale, fare affari con la Germania di Hitler o l’Italia di Mussolini (o, per delega, con la Spagna di Franco) non creava scalpore ai dirigenti dell’industria così come al giorno d’oggi non stupisce la vendita di hardware militare all’Arabia Saudita.
Il giornalista investigativo Christopher Simpson afferma che “Dagli anni Venti svariati leader di Wall Street e dell’establishment della politica estera USA mantennero stretti legami con la loro controparte tedesca, attraverso matrimoni combinati o condividendo gli investimenti. Gli investimenti americani in Germania aumentarono rapidamente dopo l’ascesa al potere di Hitler.” Essi incrementarono “del 48.5 % tra il 1929 e il 1940.”
Alcune delle corporazioni statunitensi che investirono in Germania durante gli anni Venti furono la Ford, la General Motors, la General Electric, la Standard Oil, la Texaco, la ITT e la IBM e tutte miravano al crollo della manodopera e del partito della classe operaia. Numerose di queste aziende continuarono le loro operazioni in Germania durante la guerra, usando a volte la forza lavoro degli schiavi dei campi di concentramento, con pieno appoggio del governo americano.
“Ai piloti veniva dato l’ordine di non colpire in Germania le fabbriche di proprietà americana”, scrive Michael Parenti, “così Colonia venne quasi completamente rasa al suolo dai bombardamenti degli alleati ma lo stabilimento della Ford, che forniva equipaggiamento militare all’armata nazista, rimase indenne, così i civili tedeschi cominciarono ad usare lo stabilimento come riparo antiaereo.”
Wall Street occupata
Sullivan e Cromwell, due tra le più potenti imprese legali di Wall Street dagli anni Trenta, sostennero il fascismo globale. Allen e John Foster Dulles, i due fratelli che erano a capo dell’azienda, boicottarono nel 1932 il matrimonio della sorella perché lo sposo era ebreo, mentre essi fungevano da contatto alla I.G. Farben, la ditta che forniva il gas letale usato nelle camere a gas naziste.
Durante gli anni antecedenti alla guerra, il fratello maggiore John Foster mandava telegrammi ai suoi clienti tedeschi che cominciavano con il saluto “Heil Hitler” e, nel 1935, negò con superficialità l’idea di una minaccia nazista in un articolo scritto per l’ Atlantic Monthly. Nel 1939 disse al Economic Club di New York che “Dobbiamo accogliere e coltivare il desiderio della Nuova Germania di trovare nuove possibilità per le sue iniziative.”
Il fratello minore Allen, che nel frattempo aveva incontrato il dittatore tedesco, promosse il concetto post-bellico che le multinazionali erano uno strumento della politica estera americana e, che per questo, dovevano essere immuni dalle legislazioni dei singoli stati. Questo concetto venne poi applicato a istituzioni quali la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, l’ Organizzazione Mondiale del Commercio ecc.
Il biografo dei fratelli Dullen, Leonard Mosley, difende il fratello più giovane evocando l’alibi sempre valido dell’ anti comunismo. Mosley afferma che Allen “incominciò a disprezzare apertamente i nazisti anni prima dell’inizio della seconda guerra mondiale…(furono) i Russi ad attribuire il suo nome a quello dei banchieri che finanziarono Hitler.” Eppure nel 1946 entrambi i fratelli ebbero un ruolo di spicco nella fondazione dell’intelligence americana e nel conseguente reclutamento dei criminali di guerra nazisti.
“Importare truppe d’assalto per aiutarlo a diventare presidente”
Il sostenitore del Terzo Reich più simile a Trump fu Henry Ford, il magnate autocratico che disprezzava i sindacati, schiavizzava i suoi lavoratori e licenziava i dipendenti beccati a guidare macchine di altre case automobilistiche. L’antisemita dichiarato Ford era convinto che gli ebrei corrompessero i Gentili con “sifilide, Hollywood, gioco d’azzardo e jazz.” Nel 1918 comprò e diresse la testata The Dearborn Independent che diventò presto un forum antisemita.
James e Suzanne Pool affermano nel loro libro Chi finanziò Hitler che “ Nel 1922 il New York Times sostenne che a Berlino vi erano voci ampiamente diffuse circa il finanziamento da parte di Henry Ford al movimento nazionalista antisemita di Adolf Hitler a Monaco.”Upton Sinclair nel suo romanzo su Ford Il re macinino afferma che i nazisti ricevettero 40.000$ dal magnate per ristampare volantini antisemiti tradotti in tedesco e che altri 300.000$ vennero successivamente inviati a Hitler attraverso un nipote del Kaiser che funse da intermediario.
Adolf Hitler gli fu sempre grato, tanto da tenere una foto di grandi dimensioni del pioniere dell’automobile sulla sua scrivania. Il Kaiser sosteneva che “Consideriamo Heinrich (sic) Ford il leader del crescente movimento fascista in America.” Hitler sperava un giorno di “importare truppe d’assalto negli Stati Uniti per aiutarlo a diventare presidente.”
Nel 1938, il giorno del suo settantacinquesimo compleanno, a Henry Ford venne conferita la Grande Croce dell’ordine supremo dell’ Aquila Tedesca dal Fuehrer in persona. Fu il primo americano (secondo fu James Mooney della GM) e la quarta persona al mondo a ricevere il più grande riconoscimento concesso a cittadini non tedeschi. Un’ onorificenza precoce venne conferita allo spirito affine di Benito Mussolini, colui che equiparò il fascismo con il corporativismo.
Trump 2016
Potrei anche andare avanti parlando per esempio del supporto americano a Mussolini, ma spero non ci sia bisogno di dimostrare ulteriormente che il fascismo, la xenofobia e la demagogia sono americani quanto una torta di mele geneticamente modificata.
Ciò che contraddistingue Trump e lo rende diverso dai suoi predecessori è il fatto che egli non si schiera con i suoi nemici ufficiali ma demonizza chi è già stato demonizzato. Egli denigrò prima i messicani, poi gli attivisti del movimento Black Lives Matter. Quando aumentarono i suoi voti, anche la sua retorica venne portata a un altro livello.
Quando gli americani entrarono nella buona (sic) guerra, i sostenitori dei nazisti decisero di rendere la cosa più nascosta e meno evidente al pubblico. Gli anni Quaranta in America furono caratterizzati da un generico disprezzo dei tedeschi (e dei giapponesi), pertanto celebrare le virtù del nazismo non faceva guadagnare voti.
Oggi invece ogni volta che l’ ISIS (o qualche gruppo affine) ammazza un americano o qualcuno di uno stato alleato, la fama di Trump aumenta con i suoi seguaci che affermano cose del tipo: “Anche se la gente non vuole ascoltarlo perché spesso ciò che dice è provocatorio, egli dice la verità e tiene d’occhio quei musulmani.”
Per tutti coloro che temono ed odiano con intensità e consapevolezza i musulmani ( e la maggior parte delle persone non bianche) Trump può sembrare una persona sensibile. Egli si batte contro l’uomo nero e permette agli americani di dormire sogni tranquilli. Decenni di inarrestabile ed efficace propaganda militare hanno seminato i frutti maturi che Trump sta raccogliendo.
Nel 2016 scopriremo quante mele marce riuscirà a scovare.
Mickey Z
Fonte: http://news.infoshop.org
Link: http://news.infoshop.org/fascism/secret-behind-donald-trump-s-popularity-mickey-z
13.12.2015
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MAYA D’AMICO