DI MIKE WHITNEY
counterpunch.org
“Se nel 1929 l’economia fosse stata fondamentalmente sana l’effetto del grande crollo del mercato azionario avrebbe potuto essere piccolo …. Ma nel 1929 gli affari non erano in buona salute; al contrario la situazione era estremamente fragile. Era vulnerabile al tipo di colpo che ricevette da Wall Street. Coloro che hanno sottolineato questa vulnerabilità ora ovviamente sono sicuri di sè. Eppure, quando una serra soccombe a una grandinata, qualcosa di più di un ruolo puramente passivo è normalmente attribuito alla tempesta. Bisognava accordare importanza simile al tifone che soffiava fuori Manhattan nel mese di ottobre 1929. “Estratti da The Great Crash: 1929, John Kenneth Galbraith, pubblicato la prima volta nel 1955, Capitolo 10: “Causa e Conseguenza”, Pagina 204.
Il virus che nel 2008 si diffuse nei mercati azionari di tutto il mondo e quasi distrusse il sistema finanziario globale, è riemerso con virulenza mandando le quotazioni delle azioni in picchiata e spazzando via oltre 5000 miliardi $ di capitalizzazione di mercato in meno di due settimane. Martedì scorso, prima della campana di apertura, i principali indici di mercato dei futures negli USA crollavano per più di 400 punti segnalando un’altra giornata violenta di vendite selvagge. Le preoccupazioni che un rallentamento in Cina inciderà sulla crescita globale hanno spinto i mercati asiatici ed europei in profondità in territorio negativo mentre i futures degli Stati Uniti indicano che il Dow Jones è diretto per il suo nono giorno a chiudere in rosso. Il diluvio di cattive notizie ha martoriato la fiducia nella Fed e “provocato la peggior caduta del valore delle azioni, come non si vedeva da più di tre anni”. Milioni di mamme e papà investitori hanno venduto tutto e sono scappati verso le uscite. Ecco un riassunto da Bloomberg:
“Mamma e papà sono in fuga. Dal mese di luglio, le famiglie americane – che rappresentano quasi tutti gli investitori di fondi comuni – hanno ritirato i soldi sia dai fondi comuni di investimento che investono in azioni che quelli che investono in obbligazioni. E’ la prima volta dal 2008 che le due classi di attività hanno registrato cadute mensili consecutive, secondo un rapporto da parte del Credit Suisse.
Il Credit Suisse stima $ 6,5 miliardi di fondi azionari ritirati nel mese di luglio e $ 8,4 miliardi tolti da fondi obbligazionari, citando i dati settimanali dal Investment Company Institute a partire dal 19 agosto. Tali deflussi sono proseguiti nelle prime tre settimane di agosto, quando gli investitori hanno ritirato $ 1,6 miliardi di azioni e $ 8,1 miliardi dalle obbligazioni, ha detto l’economista Dana Saporta.
“Ogni volta che vedi qualcosa che non è accaduto dall’ultimo trimestre del 2008, vale la pena di notarlo”, ha detto Saporta in un’intervista telefonica. … I ritiri da fondi azionari sono solitamente accompagnati da un afflusso di denaro alle obbligazioni, e un’uscita da entrambi allo stesso tempo suggerisce che gli investitori non sono disposti ad assumere rischi in qualsiasi forma.( “Fed Up Investors Yank Cash From Almost Everything Just Like 2008“, Bloomberg)
Mentre il rallentamento in Cina potrebbe essere la scintilla della recente volatilità, certamente non è la causa. C’è un crescente consenso che il vero problema ha avuto origine nel 2008, quando la Fed ha rifiutato di svalutare i debiti del sistema bancario insolvente, creando così le condizioni per una nuova crisi finanziaria disastrosa in futuro. E mentre i tassi a zero della Fed e dosi titaniche di liquidità potrebbero avere contribuito a alleviare i sintomi inondando il sistema con denaro contante, le questioni di fondo rimangono quelle. Così, appena il farmaco è stato eliminato, il virus è riapparso più forte, svelando l’inefficacia dei rimedi della Fed e il bisogno urgente di terapie alternative.
I listini delle azioni sono incredibilmente over-priced a causa dell’impostazione dei tassi di interesse al di sotto del tasso di inflazione, il che crea uno stimolo per gli speculatori. La politica ha avuto l’effetto preciso che voleva la Fed, ha generato una bolla speculativa di dimensioni mai viste in azioni e obbligazioni, trasferendo migliaia di miliardi di dollari alle banche di Wall Street e alle istituzioni finanziarie. Secondo l’economista Robert Shiller di Yale, gli unici momenti in cui i mercati sono stati così sopravvalutati “sono stati il 1929, il 2000, il 2007 -tutti i momenti antecedenti ad immani crolli del mercato.”
Robert Shiller afferma: “… Obbligazioni e beni immobili sembrano sopravvalutati. Questo è diverso da altri periodi di sopravvalutazione, come 1929, quando il mercato azionario era molto sopravvalutato, ma i mercati obbligazionari e delle abitazioni, per la maggior parte, non lo erano. Si tratta di un fenomeno interessante.”
Allo stesso tempo, i banchieri e gestori di hedge fund stanno incassando profitti record da prodotti finanziari-ingegnerizzati che nulla aggiungono alla produttività complessiva e non migliorano la più vasta economia: i comuni lavoratori hanno visto i loro salari stagnare, i redditi sono fermi e le loro prospettive di una pensione confortevole svaniscono grazie al precariato dilagante. Secondo il guru degli investimenti John Hussman:
“Salari e stipendi americani sono crollati al livello percentuale più basso della storia, mentre il tasso di partecipazione alla forza lavoro civile è sceso a livelli che non si vedevano dal 1970. Eppure, il consumo come percentuale del PIL è in prossimità di un livello record.”
Il problema è che la Fed deve impedire all’economia reale di crescere; in caso contrario, i salari migliorerebbero, i prezzi rimbalzerebbero, l’inflazione salirebbe, e la Fed sarebbe costretta ad alzare i tassi. E, naturalmente, i tassi più elevati sono ciò che teme di Wall Street più, infatti, il mercato toro durato sei anni è stato costruito interamente sull’abbondante liquidità che ha gonfiato bolle storiche delle attività finanziarie in tutti i campi. Anche il minimo incremento nell’adozione dei tassi porterà tutta l’impalcatura a schiantarsi a terra, che è il motivo per cui ogni discorso di “normalizzazione” manda in picchiata le scorte.
È per questo che i politici continueranno a tagliare i deficit di bilancio e attuare altre misure di austerità per tagliare il flusso vitale di sostegno fiscale all’economia reale. Una fiorente economia con basso tasso di disoccupazione, l’aumento dei redditi e dei salari, e l’inflazione positiva è una campana a morto per l’imbroglio dei tassi-zero, come il riacquisto di azioni proprie (stock buyback), in cui una società, riacquistando azioni proprie, spinge in alto i prezzi per aumentare i dividendi degli azionisti e l’indennizzo dei dirigenti. I Riacquisti sono tipi di aggiotaggio che sarebbero vietati, ma sono attualmente usati a manetta. È interessante notare che Barron attribuisce la recente inversione di tendenza del mercato ad un aumento dei riacquisti, il che avrebbe innescato il salasso a Wall Street. Guardate:
“Come il Mago di Oz, che è stato rivelato come niente più che un uomo dietro una cortina, il quale elabora alcuni effetti speciali, i riacquisti di azioni proprie potrebbero non essere la grande e potente forza di mercato di cui si favoleggiava”.
Cosa voglio dire? Due settimane fa, lo Standard & Poor 500 ha cominciato a svendere quel che riguardava Cina, materie prime, mercati emergenti e ha fatto notizia. Ma proprio quando il benchmark sembrava stesse entrando in caduta libera, improvvisamente il verso si è invertito. Chi era il misterioso salvatore entrato a salvare i mercati? Gli articoli pubblicati subito dopo il notevole rimbalzo si sono affrettati a precisare che le sale operative di Goldman Sachs e Morgan Stanley avevano visto il più acquisto aziendale di tutti i tempi, suggerendo che fosse l’ acquisto di azioni proprie che teneva a galla il mercato . Quindi, un aumento del buyback ha distorto totalmente i mercati. (“Pushback on Buybacks,” Barron’s)
Così, un’impennata di riacquisti ha rigirato i mercati ed ha fermato una liquidazione?
Davvero. Questo è il modo in cui i buyback distorcono i prezzi, contrastando normali dinamiche di domanda e offerta con infusioni di capitale che normalmente si indirizzerebbe al miglioramento della produttività. Una regolamentazione debole e denaro a buon mercato hanno modificato la struttura degli incentivi, in modo che il modo più semplice per arricchire le parti interessate è di accumulare più debito, rastrellando via arricchendosi, e lasciando il “relitto” a qualcun altro a ripulire. Questa è logica nichilistica che guida il buyback. Tenete a mente: i bassi tassi della Fed sono stati venduti al pubblico come un modo per stimolare gli investimenti nell’economia reale. Ciò che è accaduto è che il tasso di assunzione per lavori a tempo pieno è ancora a livelli dell’era della depressione, mentre gli investimenti delle imprese (Capex) sono crollati. La maggior parte dei guadagni vengono dedicati quasi esclusivamente al “pompaggio” dei prezzi delle azioni per premiare gli amministratori delegati insaziabili e i loro azionisti. Ad esempio:
“La destinazione degli utili aziendali per riacquisto di azioni proprie merita gran parte della colpa. Considerate le 449 società dell’indice S & P 500 che sono state quotate dal 2003 al 2012. Durante questo periodo le società utilizzano il 54% dei loro guadagni, per un totale di $ 2,4 trilioni di dollari, per riacquistare le proprie azioni, quasi tutti attraverso acquisti sul mercato aperto. I dividendi hanno assorbito un ulteriore 37% dei loro guadagni. Ciò ha lasciato ben poco per gli investimenti in capacità produttive o redditi più alti per i dipendenti …
Perché tali ingenti risorse dedicate al buyback? I dirigenti aziendali danno diverse ragioni, di cui parlerò più avanti. Ma la ragione principale è davvero elementare: gli strumenti basati su azioni costituiscono la maggior parte della loro paga, e i buyback a breve termine fanno salire i prezzi delle azioni. Nel 2012 i 500 dirigenti più pagati nominati nel proxy statement di società per azioni USA hanno ricevuto, in media, $ 30.300.000 ciascuno; 42% del loro compenso è venuto da stock option e il 41% da premi di produttività. Aumentando la richiesta di azioni di una società, i buyback fanno salire automaticamente il prezzo delle azioni, anche se solo temporaneamente, e possono consentire alla società di centrare gli utili trimestrali per azione (EPS) posti come obiettivi.
Se l’obiettivo degli USA è quello di raggiungere una crescita del reddito che distribuisca equamente e fornisca occupazione, il governo e le imprese leader devono prendere misure per portare sotto controllo sia i riacquisti di azioni proprie che le paghe degli executive. La salute economica della nazione dipende da questo …. “(“Profits without Prosperity“, William Lazonick, Harvard Business Review)”
Non c’è alcuna possibilità che la Fed possa alzare i tassi nel contesto attuale. Gli utili societari e ricavi stanno diminuendo dal quarto trimestre del 2014, ciò renderà più difficile per gli amministratori delegati giustificare ulteriori montagne di buyback. Mentre l’appetito per i riacquisti diminuisce, le scorte sono destinate a scendere ancora più in basso, mettendo più pressione sui bilanci delle banche e costringendo le aziende a destinare più soldi per servizio del debito. La minaccia della Fed di alzare i tassi è solo un bluff per attirare capitali stranieri per i mercati degli Stati Uniti e per evitare che il dollaro cada in un dirupo.
Mentre è sempre possibile che i mercati potrebbero stabilizzare o che i listini possano rimbalzare bruscamente, è più probabile che abbiamo raggiunto un punto di svolta in cui gli eccessi sono in procinto di essere espunti dal sistema attraverso una crisi straziante seguita da una inevitabile crisi valutaria. Ci aspettiamo che i sei anni di lungo e falso recupero finanziario alla fine terminino come nel 1929, in cui un panico da vendita seguiva l’altro, e dove il fragore dei prezzi delle azioni seminava diffidenza verso la banca centrale, il governo e tutte le principali istituzioni. Ecco un breve riassunto dal capolavoro di Galbraith:
“La caratteristica singolare del grande crollo del 1929 fu che le cose andavano di male in peggio. Ciò che sembrava un giorno come la fine del mondo si rivelava solo come l’inizio della fine. Nulla avrebbe potuto essere più ingegnosamente progettato per massimizzare la sofferenza, e anche per garantire che quasi nessuno scappasse dalla sciagura. Lo speculatore fortunato che era riuscito a scampare alla prima ondata, subito veniva sommerso da quella successiva. Alla fine, tutto il denaro che egli aveva gli veniva tolto ed era perduto. L’uomo accorto, che era al sicuro fuori dal mercato quando avvenne il primo incidente, naturalmente faceva fortuna. Anche l’uomo che aveva scampato le tempeste finanziarie di ottobre e novembre, che ha visto Wall Street diventato nuovamente un luogo placido, e che poi ha acquistato azioni ordinarie, ha visto dimezzarsi il valore delle azioni. La spietatezza di questi tempi è stata, a suo modo, irripetibile e straordinaria” (Estratti da “The Great Crash: 1929″ John Kenneth Galbraith, pubblicato nel 1955, pagina 130)
Mentre scrivo, il Dow è giù di 317 (punti base, nota Cdc), lo S&P 500 in calo di 37, il Nasdaq in calo di 71.
Mike Whitney vive nello stato di Washington ed è l’autore di “Barack Obama: la politica dell’illusione”.
Fonte: www.counterpunch.org
Link: http://www.counterpunch.org/2015/09/01/return-to-crisis-things-keep-getting-worse/
1.09.2015
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura del BUCANIERE
Ottimo articolo ma per dirla con Marx gli economisti che pretendono di spiegare le periodiche contrazioni di industria e commercio con la speculazione assomigliano a quella scuola ormai scomparsa di filosofi della natura che considerava la febbre come la vera causa di tutte le malattie .Le crisi sono sempre soluzioni violente soltanto temporanee delle contraddizioni esistenti ed eruzioni violente che tentano di ristabilire l’equilibrio turbato . Il vero limite del sistema dei capitali è il capitale stesso per il semplice fatto che a un certo punto non riesce più ad autovalorizzarsi nell’economia reale (crisi di sovrapproduzione ) per via della legge della caduta tendenziale del saggio medio del profitto e rifugge nella speculazione ma non ce via di uscita :dalla crisi si esce solo con la guerra come nel 1929 …..
Ci sono molti articolisti, anche preparati, che dissertano da tempo sulle cause del periodo economico finanziario che stiamo vivendo da molti anni. Sembra che ognuno di loro abbia la "verità" in tasca e credo che siano in buona fede. Peccato che poi le previsioni (crolla il dollaro, le economie emergenti prederanno il sopravvento, i Brics sempre più forti, la Russia in default, le borse……) si avverino sempre sbagliate. Comunque a questi studiosi di economia non gliene faccio una colpa se non ne azzeccano mai una perchè il gioco è truccato.
Non credo ci siano molte e complesse spiegazioni del perchè ci sono cicliche crisi nel sistema capitalista. Vorrei che qualcuno mi dicesse cosa pensa che accadrebbe se il sistema capitalista proseguisse in un continuo benessere, senza crisi indotte perchè sono indotte, semplice la gente migliorerebbe continuamente il suo status si arricchierebbe, perchè qualcosa uno spende ma qualcosa mette da parte a lungo andare. E quindi primo il consumatore consumerebbe sempre meno perchè sempre di più avrebbe accumulato materialmente; due chi li farebbe i lavori di fatica cioè quelli veramente essenziali e che nessuno se non obbligato da povertà vuol fare, perchè senza un muratore la casa non la costruisci ma senza un manager l’azienda va avanti ugualmente. Il sistema capitalista induce crisi cicliche per riportare indietro i cittadini in modo da avere consumatori vergini, cioè pronti a ricomprare tutto, e lavoratori poveri cioè disposti a qualsiasi lavoro. E l’invasione migratoria, che non è un evento casuale ma pianificato, ugualmente serve a questo fine.
Guardi, io non so dove l’ha letta questa, ma senza il manager l’azienda si ferma. Sono le strategie definite dal manager che da lavoro agli operai non viceversa. In ogni caso tutti sono indispensabili se mantengono il loro ruolo e non tentanto di fare cose per cui non sono preparati ne predisposti a fare per loro natura.
1929 –>1939 inizio seconda guerra mondiale
2008 –>2018 inizio terza guerra mondiale ??
chi e’ informato sa che gli illuminati ci tengono alle date
Quindi visto il parallelo azzardo persino che Renzi sarà ricordato come il governo Mussolini, La Merkel come il Governo Hitler dopodichè, dopo la fine della guerra ci saranno i nuovi neo ri-costituenti del M5s in Italia e i relativi governi attualmente all’opposizione in Europa. Mi sembra un’ipotesi su cui lavorare.
Mi sembra che possa essere una utile generalizzazione dire che la Donna si emancipa grazie al Capitalismo. Sarebbe più corretto dire che la donna si emancipa in funzione di quello che il Capitalismo le permette di fare. Ma il discorso sarebbe complesso ma volevo soffermarmi sul fatto che gli ideali che passa il modello consumista sono studiati a tavolino per generare interessi. Ad esempio oggi potrebbero essere i gay, infatti chi studia le tendenze e i costumi sa benissimo che molti disadattati sociali omosessuali lo sono perchè la società tendenzialmente conservatrice dei valori della famiglia tradizionale tende ad esluderli da una vita partecipata. Allora ecco che arriva tutta sta campagna mediatica per far si che questi soggetti si tirino in ballo e inizino ad essere disinvolti socialmente, ovviamente il fine è quello di attrarre i loro risparmi che in base a dati certi, nella vita emarginata casa-lavoro erano riusciti a costruirsi.
E’ l’individuo pensante che purtroppo manca e che non riesce veramente a riunirsi in una lotta con il fine comune di riprendersi il proprio tempo. Il vero limite, riprendersi il proprio tempo grazie alla tecnologia come spiegato in questo articolo sotto permetterebbe di ottenere una libertà di pensiero e di azione scollegata dagli interessi del capitale che cambierebbe radicalmente la qualità di vita dell’umanità intera in un processo comune di autoemancipazione e autodeterminazione.
http://contropiano.org/lavoro-conflitto/item/32643-disoccupazione-tecnologica-i-dati-e-la-fede
Le faccio notare che il mio discorso non verteva sui manager e se per caso ho sbagliato l’esempio sui manager, ma non credo io la penso diversamente da lei su questo argomento, il discorso rimane intatto e valido ed è un peccato centrare una risposta su una marginalità come quella dei manager senza considerare il punto fondamentale ovvero che le crisi cicliche sono insite nel modello capitalista che se perdurerà nei secoli sono convinto che ogni tot anni ciclicamente dovrà con una scusa o un’altra fare azioni per: uno. impoverire la massa; due. sostituirla con straccioni ancora più disperati. In sostanza quello che sta succedendo oggi e che per molti è un insieme di coincidenze casuali o inspiegabili complessità politiche mentre per me c’è una regia ed è atta a riportare a pieno regime il sistema capitalista che altrimenti collasserebbe. Il mercato è a tutti gli effetti un’entita vivente si nutre e ha bisogno sempre di nuova carne per crescere altrimenti muore.
Ho letto un pò delle sue risposte mi pare che è un pò fissato con le donne (è libero di esserlo sia chiaro), lei in ogni risposta a prescindere dall’argomento vira su donne e femminismo, io comunque non ne ho parlato. Data la sua risposta le dirò che per me la situazione mondiale ha ben poco a che vedere con un presunto potere femminile dominante nella società odierna anzi per me il potere è stato ed è stabilmente in mano ai maschi. Non vorrei si confondesse l’elite con la massa, conta poco se i pantaloni in casa fra i poveracci del popolino li porta la donna o l’uomo, ma in cima dove si prendono le decisioni di donne non se ne sente nemmeno l’odore. In cima non è al piano renzi, obama o merkel per precisare quello è un gradino molto basso della scala del potere, gradino maggiordomo.
La risposta è che il popolo potrebbe beneficiare quasi senza limite del proprio tempo, dedicarsi ad attività vantaggiose per la cultura e la crescita del sè e degli interessi comuni. Mi rifiuto di pensare che in un mondo dove ciascuno possiede una casa, con molto tempo a disposizione, dove si possa condividere informazione come permette la tecnologia attuale sarebbe un posto dove la gente si scanna.
Il problema è che i governi nazionali e internazionali sono emanazione del bisogno di qualche entità di detenere il potere centralizzato e per farlo adeguatamente ha bisogno di una massa docile e senza pretese.
A questo servono le cosidette democrazie e gli spauracchi delle guerre.
La tecnologia e le infrastrutture che già esistono permetterebbero oggi uno stile di vita a tale che non avrebbe senso lottare per essere degli oligarchi o dei privilegiati, se non esistono i poveri non esistono neanche i ricchi e questa sarebbe la conquista sociale di cui si sente a livello globale maggior necessità e per cui si dovrebbe spingere.
http://contropiano.org/lavoro-conflitto/item/32643-disoccupazione-tecnologica-i-dati-e-la-fede
Guardi che ha sbagliato interlocutore…
Appunto ma ciò non accade, anche perchè per molti ciò che sta accadendo oggi non è colpa di una ben precisa strategia e volontà dei dominanti ma tutt’al più di qualche errore o casualità non prevista.
No se vede bene "l’albero" delle risposte io ho risposto ad andrium per rispondere a lei si sarebbe dovuto formare uno scalino, come potrà vedere che accade con questa risposta.
Vero, come non detto. Mi scusi.
ENOLAGAY
Lanzo se mi permette un opinione in attesa di ricevere risposta da EnolaGay, non mi stupisco di come potrebbe finire dal momento che la nostra Pinotti ci azzecca con l’esercito, come un maschilista con l’effeminato. Ma si sa che in Italia le donne emancipate/moderne giocano a fare gli uomini e se non ottengono un ministero importante a prescindere dalle loro capacità/competenze o fanno i capricci o si mettono a frignare convincendo il loro colleghi effeminati, che se ciò non dovesse avvenire nemmeno in virtù delle quote rosa, allora significa che anche loro sono dei maschilisti.
Non sono tanto sicuro che senza il "manager" l’azienda si fermi.
lanzo, forse visto il contenuto del suo post credo che che fosse indirizzato a me.