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DI HS
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Provate per un attimo a guardare una foto della fanciulla sorridente e poi chiudete gli occhi, dimenticate per qualche lungo secondo tutto il resto e riapriteli come per un senso di liberazione. Prendete poi una foto del nostro premier – o sovrano, fate vobis ! – e ponetela accanto all’altra immagine. Non trovate ci sia qualcosa che accomuna l’anziano premier e l’intraprendente fanciulla ? Semplice aria di famiglia o somiglianza fisico antropologica derivante forse dal fatto questi giovani di oggi appartengono in gran parte alla “grande famiglia berlusconiano ? Osservate il contorno del viso, il taglio degli occhi, la linea del sorriso… Che sia veramente…

Naturalmente solo Lui può sciogliere quell’enigma che a torto, molto a torto ci ha compresi e ingabbiati e, a scanso di equivoci, vorrei proprio che l’ipotesi qui prospettata fosse quella giusta per sgombrare il campo dai pensieri più cupi e sordidi. Almeno buona parte del nostro vociare troverebbe meno ragioni ed elementi per continuare a spandersi nell’aria, sulla carta e sul video. Questa mia integra e completa la serie di riflessioni molto “pasoliniane” di “Freaks”
che sulla base delle dichiarazioni della signora Lario hanno affrontato gli argomenti in realtà piuttosto scottanti e scabrosi della clamorosa “deculturazione” dell’Italia e degli italiani a cui la “berlusconizzazione” ha certamente dato un contributo significativo e decisivo. Dunque grande rispetto per le parole della signora Lario in Berlusconi che avrebbero meritato un approfondimento a tutto campo al di là dei risvolti privati. Tuttavia incombe l’ombra del Palazzo o dei Palazzi del Potere nostrano. Ne approfitto per dimettere i panni del “sociologo” o dell’”intellettuale” per indossare quelli altrettanto sgradevoli del “dietologo” anche per porre all’attenzione una serie di interrogativi che chiudono definitivamente – almeno per me – la questione.

L’affaire “Vallettopoli” o “Mignottopoli” con tanto di sviluppi piccanti e boccacceschi prende forse il via dalla clamorosa esibizione della comica Sabina Guzzanti in cui si fece esplicito riferimento a prestazioni sessuali del neo Ministro Carfagna a beneficio del Grande Capo sulla presumibile base delle intercettazioni che ogni tanto giungono nelle redazioni dei giornali per fare felici giornalisti, editori ed azionisti. Dall’inchiesta del giudice angloamericano Woodcock abbiamo appreso quel che forse sapevamo tutti più o meno consciamente e cioè che, toni volgari, sgradevoli e “teppistici” degli interlocutori a parte, nell’ambiente dello spettacolo o ad esso più o meno contiguo si pratica una buona dose di “puttanismo” che, beninteso, coinvolge donne ma anche uomini. Cosa non si fa per la fama e un posto al sole, specie quando gli altri talenti sono scarsi o addirittura nulli. Fin qui niente di nuovo sotto il sole ! Se però quella stessa pratica conduce dritte dritte verso le stanze ministeriali la faccenda cambia un pochino, un pochino tanto per la verità. Qualche tempo prima l’esibizione di Sabina il Cavaliere ormai senza più maschere si era esibito in “lodi” sperticate nei confronti del futuro Ministro che hanno irritato la consorte. Pace apparentemente fatta, in seguito, ma chissà cosa i due si son detti in privato. Conoscendo il Cavaliere come lo conosciamo tutti può pure aver designato Ministro la Carfagna per ripicca verso la reazione della moglie – quella “sinistrorsa” ! -. A noi non interessa stabilire cosa è avvenuto fra l’aitante Silvio e la bella neo Ministra – tutto sommato in politica e in ambito governativo passa pure di peggio – quanto registrare come ai durissimi attacchi da parte di esponenti del centrodestra per la lesa maestà consumata da Sabina Guizzanti, umorista piuttosto “di pietrina”, “grillina” e “travaglina”, già recidiva con lo spettacolo televisivo Raiot, ha risposto il papà, Paolo Guzzanti, che nel giro di un paio di mesi ha lasciato il partito di Berlusconi, Forza Italia. Ufficialmente la decisione è maturata a causa dell’amicizia fra Berlusconi e il Presidente russo Putin, una spina nel fianco per i “democratici” vicini al Cavaliere e non solo, ma qualche rilevanza deve averla pure avuta l’ansia paterna e protettiva. Aria di famiglia, per carità… Nulla di così tragico nel clima familista del nostro paese… Lo stesso Guzzanti padre dichiarò solennemente che si sarebbe battuto per la “deputtanizzazione” della politica depurandola da quel disdicevole costume diffuso soprattutto nel mondo dello spettacolo, attaccando sostanzialmente il Cavaliere e aderendo alla posizione della figlia. Chi non ha visto recentemente l’esibizione del duo Sgarbi – Guzzanti (padre) nel programma del giornalista e scrittore Luca Telese sulla 7, Tetris ? Non uno spettacolo per signorine, certo, ma forse l’insultante e provocatorio esperto d’arte qualche ragione da vendere ce l’aveva.

Non sembra che la frequentazione di Putin da parte del Cavaliere abbia recato eccessivo disturbo a Paolo Guzzanti in tutti questi anni. Già giornalista di Repubblica, vicino alle posizioni craxiane e poi celebre biografo del Presidente della Repubblica e “gladiatore” atlantista Cossiga, Guzzanti si è imposto come modesto regista di quella Commissione Mithrokin che con la scusa di fare piazza pulita di tutti quei politici e giornalisti che trescavano con il KGB si prefiggeva in realtà di screditare Romano Prodi. Chi si ricorda di un personaggio come Scaramella promosso al rango di consulente della Commissione, un figuro che faceva il paio con Igor Marini, quello di Telekom/Serbia. Naturalmente l’operazione non poteva non essere avallata dal Cavaliere e dal suo stato maggiore ? Evidentemente qualcosa si è rotto in quel rapporto politico in seguito agli attacchi rivolti a Sabina Guzzanti, invasione della Georgia a parte !

Con lo scorrere dei mesi la posizione di Paolo Guzzanti sulla nuova questione “morale” pare ritagliarsi un qualche spazio nel panorama politico, informativo e giornalistico. Ma è veramente solo “morale” la questione ? Si può ridurre tutto alla “puttanizzazione” e al “veliname” che circondano il Cavaliere ? La questione esclusiva resta realmente solo questa discutibile selezione politica che fa incetta di donnette provenienti dal mondo dello spettacolo, della televisione e dei reality ? Progressivamente, con il procedere degli anni, il “berlusconismo” – e qui intendo quello esclusivamente politico più che quello culturale e “spettacolare” – ha abbracciato in maniera sempre più netta e forte linguaggi, stili e comportamenti della destra anche più radicale. E’ recente la dichiarazione di Berlusconi in sostegno delle politiche anti immigrazione e contro la società multiculturale. Posizioni che non possono non mettere in qualche imbarazzo coloro che all’interno dello schieramento di centrodestra hanno conservato qualcosa della loro estrazione culturale, politica e ideologica collocata a sinistra. Che questa evoluzione o involuzione a seconda degli occhi che la guardano sia in atto da tempo, è dimostrato soprattutto dall’uscita dai moderati centristi “cattolici” dell’UDC dalla coalizione. Inoltre nel corso degli anni la compagine “berlusconiano” ha perso pezzi a “sinistra” fra intellettuali e giornalisti. Si pensi a personalità come il professor Colletti o Saverio Vertone, entrambi provenienti dal PCI e dalla sinistra più radicale degli anni Settanta… Si pensi ancora ai radicali e ai pannelliani… Si pensi ancora più recentemente, oltre all’uscita di Paolo Guzzanti anche al licenziamento da Mediaset del telegiornalista ex craxiano di punta Enrico Mentana… Fra pulsioni sempre più autoritarie, securitarie e xenofobe, Berlusconi sta trovando la sua collocazione politico ideologica.
Sono molte le ragioni di fastidio rispetto al Cavaliere che tormentano tanto uomini del centrosinistra che del centrodestra. Innanzitutto, nonostante questi mesi che non si sono certo svolti all’insegna del sano “buongoverno”, Berlusconi mantiene la sua popolarità intatta. Sicuramente esagera quando si attribuisce consensi fino al 70 – 75 %, ma così come il popolo italiano è immerso nella temperie “berlusconiana”, è pure un dato di fatto che sotto sotto la maggioranza degli italiani apprezza lo stile politico berlusconiano. Un consenso che và oltre i partiti e le compagini partitiche e ciò suscita preoccupazione per una sorta di regime alimentato dal populismo. Che poi un singolo uomo, per di più danaroso, goda di un vasto seguito non può risultare gradito anche molti uomini della PDL anche se, per ovvie ragioni, questi motivi di preoccupazione non vengono esplicitati.
In ultimo luogo, anche se il Cavaliere non ha mai nascosto di voler occupare Palazzo Chigi in una Repubblica “presidenziale”, l’uomo è ormai in età avanzata e c’è chi sogna di sfilargli la poltrona sovrana. Basterebbe trovare il modo di spingerlo verso il pensionamento ormai non più anticipato…

Il resto è abbastanza noto: la selezione elettorale di “veline”, attricette e concorrenti di reality poi naufragata, le foto della famosa festa, la reazione di Veronica Lario, ecc…
Una trappola tesa al Cavaliere ? Mah ! Piuttosto direi che il Cavaliere ci si ficca nelle trappole… Più che come dittatorello populista, è portato a fare lo showman, esibizionista che ama concedersi al suo pubblico con un dubbio senso dello spettacolo, dubbio almeno per i miei parametri. E tutto ciò mentre si moltiplicano i cellulari e i telefonini che riprendono vite, morti e miracoli, mentre la “rete” entra nelle nostre case e ci sommerge di spam e spyware, ecc… Questo enorme funerale della privacy non viene celebrato solo dall’invadenza dei cosiddetti servizi segreti e le recenti norme per ridurre la risorsa investigativa delle intercettazioni a disposizione della magistratura inquirente, oltre che tradire il palese carattere interessato, fa semplicemente sorridere per le giustificazioni addotte.
Almeno la Magistratura dovrebbe disporre le intercettazioni sulla base dei poteri concessi dalle leggi vigenti.
Insomma, basta munirsi di un buon pass sfruttando le amicizie giuste per entrare nei salotti chiacchierati o nei saloni per le feste a cui partecipano i personaggi che contano e il gioco è fatto !
Per il resto ci pensa il Silvio a mettersi in piazza… Magari poi se ne pente pure ed è costretto a correre ai ripari esibendosi in un altro one man show – altro che Fiorello ! – nel salotto amichevole di Bruno Vespa, l’uomo che non conosce stagioni.

L’affaire Berlusconi – Lario – Letizia è veramente frutto di un complotto “di sinistra”, delle manovre dei perfidi avversari del Cavaliere. Piuttosto parlerei di uomini, personaggi ed ambienti che ci marciano. Non di complotto si tratta ma della convergenza fra gruppi ed associazioni che trasversalmente vanno da destra a sinistra, ognuno con il suo movente più o meno valido o confessabile. Non siamo alla presenza di cospiratori magari incappucciati che tramano nell’ombra, ma semplicemente di gente che ha colto l’opportunità e a proposito di incappucciati non potrebbe pure darsi che la carica “eversiva” di questo giullaresco ed irritante imperatore che ci sgoverna non abbia cominciato pure ad infastidire la premiata ditta Gelli & Fratelli spa tutta tesa, nel suo “fascismo pragmatico”, alla “stabilizzazione” bipolare del paese ? Chissà…

Buone ragioni ha da vendere Giuseppe D’Avanzo su “Repubblica”- il foglio antiberlusconiano per eccellenza dai tempi della battaglia editoriale per la conquista della Mondadori fra Berlusconi e De Benedetti con l’andreottiano Ciarrapico a far da pacere – quando ha scritto sull’ormai famoso articolo contenente le domande al premier che proprio a destra sono cominciate a piovere critiche e perplessità circa l’uso elettorale del corpo femminile e sui tentativi di candidare ragazzotte impreparate e incompetenti. In effetti “Il Giornale” è già di proprietà della famiglia di Berlusconi e di “Libero” diretto da Vittorio Feltri si potrà dire di tutto ma certo non si potrà negare che la sua collocazione è decisamente a destra. Il suo più celebre collaboratore Renato Farina, il noto agente “Betulla”, si è quasi vantato per il contributo prestato ai servizi segreti in nome della solita e comoda “guerra di civiltà”. La realtà ha aspetti molto più prosaici…
Porobabilmente le prime contestazioni di un certo rilievo sono state mosse all’interno della fondazione Farefuturo, think tank vicino al Presidente della Camera Gianfranco Fini, il postfascista che studia per diventare un postmoderno leader di una destra postmoderna, neocon e pragmatica.
L’ex delfino di Almirante e ora scalpitante – nel suo stile misurato e contenuto – delfino di Berlusconi sotto sotto preme per rosicchiare qualche porzioncina di potere al Grande Capo. Il quale, paradossalmente, quasi si incarica di recuperare alla destra il vituperato Mussolini grazie anche all’apporto e alla cultura del “picciotto” Dell’Utri
Certamente a destra, ma altrove ? “Repubblica”, da buon quotidiano antiberlusconiano, non può rimanere impreparato e paralizzato dagli eventi come dimostra l’articolo di D’Avanzo, ma forse l’intervento più significativo porta la firma di Adriano Sofri, intellettuale trasversale per eccellenza segnalatosi per i contributi dati sia a fogli attestati su posizioni di centrosinistra che su quelle di centrodestra. Le sue parole in difesa della consorte di Berlusconi sono di fuoco e fanno fiamme e scintille contro un Cavaliere dipinto, probabilmente non a torto, come senile e pazzo quasi a rincarare la dose delle dichiarazioni della signora Lario. Tornando a quest’ultima si ricorderà che si era raccomandata a personaggi vicini al marito perché gli stessero vicini come si fa coi malati.
Il pessimo rapporto fra i coniugi Berlusconi è noto e risaputo da tempo e non solo in quei ristrettissimi ambienti: il profumo di divorzio era nell’aria. Quel che interessa è la tempistica…

Si dimentica che la signora Lario, che sta mostrando buone unghie e ottimi denti, è l’editrice del “Foglio” di Giuliano Ferrara, il cardine del “berlusconismo da sinistra”. Nonostante la sua mole Ferrara è un altro che ha saputo destreggiarsi nei suoi notevoli giri di valzer: da militante del PCI esperto in questioni sindacali a craxiano convinto; da berlusconiano acquisito a teocon di scarso successo passando per l’esperienza da spione – o spietta ? – dell’americana CIA. Il Ferrarone nazionale è grande amicone di Sofri e la sua creatura di carta stampata raccoglie un buon numero di ex provenienti dall’estrema sinistra, ex di Lotta Continua come lo stesso Sofri, ex di Potere Operaio, ex sessantottini in genere parecchi dei quali poi in fregola craxiana. Insomma il piccolo quotidiano degli “ex” che non è che un altro modo per dire “post”. Il “Foglio” pare essersi defilato in questa circostanza, ma nulla vieta di pensare che l’entourage di Ferrara possa essersi a più riprese incontrato con la signora Lario discutendo il tutto e consigliandola. Forse lo stesso ruolo di “prestanome” attribuito alla signora Lario per quel che attiene la proprietà del “Foglio” è piuttosto riduttivo e il suo attivismo è maggiore di quel che si poteva supporre. Affidare le proprie parole all’antiberlusconiana “Repubblica” – e vale anche per Sofri – può essere l’esito di una riflessione che ha ben tenuto conto del fatto che certi giudizi non si sarebbero potuti esternare in un giornale “berlusconiano” come il Foglio. Può esserci una convergenza fra le due linee editoriali o lo stesso “Foglio” può essersi spaccato circa la necessità di attaccare Padron De Berlusconi. Sicuramente la figura di Ferrara odora anch’essa di forte trasversalità e si caratterizza per il suo “spondismo”. Dopo le penultime elezioni fu proprio Ferrara a sponsorizzare per qualche tempo la candidatura di D’Alema come Presidente della Repubblica e da più parti è stato fatto osservare come le linee “politiche” del “Foglio” e del giornale dalemiano “Il Riformista” fossero parecchio convergenti e simili. All’epoca, all’interno della compagine di centrodestra la linea “bipartisan” di Ferrara si contrapponeva a quella “dura e pura” incarnata dal berlusconiano “Giornale” allora diretto da Belpietro. Non stupiamoci… La trasversalità è molto praticata nel nostro paese e si pensi solo ai contemporanei tentativi di scalata di Antonveneta, BNL e Corriere della Sera con i famosi “furbetti del quartierino” spalleggiati da esponenti di Forza Italia, della Lega e dell’allora DS.
Allora, a guardare per benino questi fatti, non siamo più al cospetto della consueta frattura fra “berlusconiani” e “antiberlusconiani”, ma fra Berlusconi (e i suoi fedelissimi o alleati più stretti) e gli altri. Un piccolo tentativo di accerchiamento…

Nel paese delle stragi impunite e dello strapotere delle mafie niente di particolarmente drammatico, una piccola guerra fra “bande” in fondo che, però, ha qualche probabile sviluppo poco simpatico.
Giampiero Mughini, altra firma del “Foglio”, altro ex prestato alle trasmissioni sportive televisive targate Mediaset, intellettuale, opinionista e “tuttologo” già “compagno” di Sofri in Lotta Continua, non ha perso occasione, pochi giorni fa, di rinvangare il delitto del commissario Calabresi in occasione dell’ennesimo anniversario sostenendo che il suo ex compagno, già definitivamente condannato, pur non essendo responsabile diretto dell’assassinio del funzionario di polizia, era perfettamente a conoscenza del progetto delittuoso. Solo l’ennesima rievocazione di quel delitto che sconvolse il paese o una “risposta” al già citato articolo di Sofri in difesa della signora Lario ? Chi può dirlo ?

In definitiva, in questa battaglia mediatico informativa dai contorni scandalistici i tentativi di disarcionare questo sgangherato e arrogante Imperatore potrebbero essere pure salutati positivamente se portati con successo. Quanto ancora durerà il “regno” berlusconiano ? Chissà…
Il punto però è un altro: che cosa intendono fare coloro che presumibilmente vogliono disarcionare l’Imperatore o lavorano per l’accelerazione della sua fine politica ? Sono veramente portatori di un progetto o di una visione che risollevi il paese ? Chi ha occhi per guardare osservi: la deculturazione italiana si è svolta in gran parte sotto le insegne del berlusconismo sempre più imperante che ha fatto dell’Italia macerie e carne di porco. Si ha la spiacevole impressione che anche quando il Cavaliere avrà quantomeno terminato la sua carriera “politica” tutto proseguirà nel segno della totale continuità. Il “berlusconismo acefalo”, il berlusconismo senza Berlusconi come abbiamo scoperto il piduismo senza la P2. Che il cittadino italiano – non più tale ma consumatore in disgrazia e pessimo spettatore – sia smarrito, disorientato, solo e lobotomizzato, fa realmente comodo a molti in una Repubblica che non è più parlamentare. La Repubblica “De”: deparlamentarizzata, deprivata, delocalizzata, deculturata, ecc… La fragilità democratica della Repubblica ha dato il massimo di sé guardando alla qualità dei suoi uomini politici colmi di conflitti di interessi, delle sue classi dirigenti e dei suoi cittadini, ma in questo deserto istituzionale qualcosa dovrà pure essere edificato. Quali possono essere i frutti partoriti da cotali semi e da questo desolato terreno. Bisognerebbe non osare neanche di pensare… Oppure bisognerebbe cogliere appieno il senso delle parole della signora Lario e trarne le debite e perentorie conseguenze…

Un coro intona :
“Il re è nudo
viva, viva il Re.”

C’è chi spera e tace
rimugina fra sé:
“E speriam che non sia
La sua autentica anima.”

HS
Fonte: www.comedonchisciotte.org
20.05.2009

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