DI JOHN DALY
dissidentvoice.org
Un Pakistan stabile e tranquillo partecipa agli sforzi dell’Occidente per pacificare l’Afghanistan, ma l’ossessione di Islamabad nei confronti del suo vicino orientale potrebbe rendere tale problematica irrilevante.
Dalla divisione del 1947, Pakistan e India hanno combattuto quattro conflitti armati, rispettivamente nel 1947, il 1965, il 1971 (il quale ha portato alla creazione del Bangladesh, ex Pakistan dell’Est) e lo scontro di Kargil nel 1999.
Eccezion fatta per il conflitto del 1971, che riguardava le crescenti tensioni nell’est del Pakistan, tutti gli altri implicavano il problema del controllo sul Kashmir.
Ma ora un nuovo fattore di discordia minaccia l’avanzamento di un ennesimo scontro armato tra le due potenze nucleari dell’Asia meridionale: l’acqua.
La scorsa domenica, il quotidiano The Nation di Lahore ha pubblicato un editoriale dal titolo “Nizami: la guerra con l’India è inevitabile”: Majid Nizami, caporedattore del giornale e presidente della Nazari-i-Pakistan Trust, ha detto ai suoi concittadini di preparasi ad una guerra con l’India per la problematica dell’acqua. Durante la riunione intitolata “Relazioni Pakistan-India: i nuovi desideri dei nostri leader” tenuta presso la Aiwan-e-Karkunan Tehrik-e-Pakistan, Nizami ha detto ai presenti che “le ostilità e le cospirazioni indiane contro il paese non finiranno finché non imparerà la lezione”.
The Nation è un giornale conservatore, parte del gruppo editoriale Nawa-i-Waqt, con una tiratura di circa 20.000 copie, un sito internet e stretti rapporti con i più alti circoli militari pakistani; quindi, i commenti di Nizami non verranno respinti all’istante.
Per di più, il pubblico di Nizami comprende alcuni funzionari pakistani di alto rango, come il vice presidente della Nazari-i-Pakistan Rafique Ahmes; l’ex colonnello Jashmed Ahmed Tareen, presidente del Pakistan Movement Workers-Trust; l’ex segretario agli Esteri Shamshad Ahmed Khan; il segretario generale della Jamiat Ulema-e-Pakistan Qari Zawar Bahadur; l’ex agente di sicurezza in volo Khurished Anwar Mirza; l’ex generale di brigata Hamid Saeed Akhtar; infine, il capo della Jamaat-e-Islami di Lahore Ameer-ul-Azeem.
I punti in discussione sono le preoccupazioni del Pakistan rispetto all’attuale costruzione da parte dell’India di due dighe idroelettriche nella parte superiore del fiume Indo. Islamabad teme che il progetto, che prevede la costruzione della diga di Nimoo-Bazgo di 57 metri di altezza e della centrale idroelettrica da 44 mega watt di Chutak, ridurrà il flusso dell’Indo verso il Pakistan, che può conservare fino a 113 milioni mi metri cubici d’acqua, violando i termini dell’accordo bilaterale del 1960. l’Indo, che inizia nella regione del Kashmir, controllata dall’India, è cruciale per entrambe i paesi, ma al momento sta registrando delle diminuzioni di flusso di quasi il 30% al di sotto del livello normale. L’Indo è la fonte primaria di acqua fresca per il Paksitan, sulla quale dipende il 90% della sua agricoltura. Secondo una serie di esperti agricoli ed idrici pakistani, nei prossimi due anni la nazione andrà incontro ad una massiccia carenza d’acqua a causa delle insufficienti pratiche di gestione idrica del paese e delle capacità di accumulazione, che potrebbero essere aggravate dal doppio progetto idroelettrico indiano, che diminuirà ulteriormente il flusso del fiume.
Quindi, nel peggiore dei casi, chi salverà il Pakistan?
La Cina.
Nel corso del Boao Forum del 2012, tenuto nell’isola di Hanian il 1° aprile, Pakistan e Cina hanno concordato nell’aiutarsi reciprocamente “in ogni circostanza” ed hanno giurato di mantenere la loro integrità territoriale e la loro sovranità a tutti i costi. Il premier pakistano Syed Yousuf Raza Gilani ha detto al vice premier cinese Li Keqiang che “gli amici della Cina sono nostri amici ed i loro nemici sono nostri nemici”, aggiungendo che il Pakistan considera la sicurezza della Cina come la propria e che appoggia la posizione del paese rispetto a Taiwan, Tibet e Xinqiang. Il vice premier Li ha risposto che la Cina sosterrà la sovranità e l’integrità territoriale del Pakistan in ogni situazione, a prescindere dai cambiamenti a livello internazionale.
Da notare che nell’ottobre del 1962, in corrispondenza della crisi missilistica di Cuba, Cina e India hanno combattuto un breve seppur amaro conflitto sul conteso confine himalayano.
Cinquant’anni dopo, Cina e India devono ancora risolvere il loro problema di frontiera sul Kashmir e la Cina continua a rivendicare lo stato indiano di Arunachal Pradesh ai piedi dell’Himalaya in mancanza di un qualsiasi trattato definitivo sul confine. Il Kashmir rimane il luogo della più grande e militarizzata disputa territoriale del mondo, con parti sotto l’amministrazione cinese de facto (Aksai Chin), quella indiana (Jammu e Kashmir) e quella pakistana (Azad Kashmir e le aree settentrionali).
Non ci sono dubbi, quindi, su chi avrà l’appoggio di Pechino se le tensioni tra Pakistan e India dovessero continuare a crescere.
Di conseguenza, per mantenere la pace, si potrebbe parafrasare Ronal Reagan a Berlino: “Premier Singh, demolisca quelle dighe!”.
Ma non ci scommetterei.
John Daly
Fonte: http://dissidentvoice.org
Link: http://dissidentvoice.org/2012/04/is-a-water-war-between-india-and-pakistan-imminent/
13.04.2012
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ROBERTA PAPALEO