IL PENTAGONO SOTTOMETTE LA CIA E IL DIPARTIMENTO DI STATO

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DI ERNESTO CARMONA
Argenpress

Le ambasciate degli Stati Uniti hanno truppe scelte esperte nell’assalto, la cattura e l’assassinio di “terroristi”

Donald Rumsfeld sta collocando gruppi militari specializzati in “operazioni speciali” in un numero crescente di ambasciate USA “per raccogliere informazioni sui terroristi nei luoghi instabili del mondo”, come ad esempio l’America Latina e altre zone. Le truppe scelte, addestrate per eventuali missioni di assalto, cattura e morte, sono chiamate Elementi militari di collegamento, o Military Liaison Elements (MLE) e sono inserite all’interno del nuovo Comando di Operazioni Speciali, o Special Operations Command (Socom). Così hanno riferito i giornalisti Thom Shanker e Scott Shane, nel New York Times dell’ 8 marzo.

Il servizio spiega che il dipartimento della Difesa militarizza le ambasciate, invade le sfere del dipartimento di Stato, mette sotto il proprio controllo tutte le agenzie di spionaggio, provoca malcontento tra le più vecchie, come la CIA e l’ FBI, e addirittura “scavalca” le prerogative di John D. Negroponte, designato da Bush per dirigere la cosiddetta “comunità” dell’intelligence come uno zar dello spionaggio statunitense globale, interno ed esterno.Gerarchi del Pentagono e alti ufficiali militari hanno riferito ai giornalisti che la presenza di truppe scelte nelle ambasciate è il coronamento di due anni di sforzi del segretario della difesa Donald H. Rumsfeld per assegnare ai militari un ruolo di intelligence più attivo nella guerra al terrorismo. Tuttavia aumenta il malcontento tra alcuni capi delle agenzie di intelligence più vecchie, come la CIA, che non accettano un’intromissione provocatoria nelle loro competenze.

Le fonti consultate da Shanker e Shane, hanno riferito che si sono già installati addirittura due gruppi di truppe MLE-Scoom in ogni ambasciata di una dozzina di Paesi dell’Africa, dell’Asia Sud-Orientale e dell’America Latina. Il Pentagono assicura che in queste regioni sono presenti terroristi che pianificano attacchi, ottengono denaro e rifugio sicuro. Il loro compito consiste nel raccogliere informazioni per appoggiare la pianificazione delle missioni antiterrorismo e collaborare con i militari locali nella conduzione delle loro operazioni, hanno detto i funzionari.

L’affaire Paraguay

I nuovi compiti delle ambasciate danno maggiori responsabilità al Comando delle Operazioni Speciali a “spiegamento rapido” stabilito da George W. Bush a marzo del 2004 per assumere il controllo delle operazioni militari antiterroristiche. Questi nuovi compiti darebbero al Socom un ruolo preponderante nell’organizzazione di tutte le operazioni di intelligence degli USA.

Il Socom fa capo direttamente a Rumsfeld e, perciò, non è sotto il controllo di John D. Negroponte, scelto da Bush per un nuovo incarico da zar globale dell’intelligence nazionale, con poteri di supervisore su tutte le agenzie degli USA. Un episodio verificatosi in Paraguay con una squadra MLE ha sottolineato il pericolo che suppone l’addestramento di soldati per sensibili missioni segrete di combattimento all’esterno, hanno scritto i giornalisti del NYT.

Il giornale ha ricordato che uno di questi gruppi MLE -che peraltro godono di totale impunità nei Paesi nei quali operano- due anni fa ha dovuto essere allontanato dal Paraguay poiché i suoi membri schierati in questo Paese, avevano ucciso un ladro armato di pistola e avevano attaccato un club al quale erano arrivati in taxi. Poiché l’atto di sparare non aveva nulla a che vedere con la loro missione di facciata, l’episodio sconcertò i capi dell’ambasciata statunitense ad Asunción…poiché nessuno li aveva informati che questa squadra stava operando nel Paese, secondo gli informatori del giornale.

Un funzionario coinvolto negli avvenimenti, ma che ha il divieto di parlare, ha detto che i soldati non avevano sede nell’ambasciata, ma fuori, in un hotel. Ora, secondo gli ufficiali del Socom, non può arrivare nessuna squadra senza l’approvazione dell’ambasciatore locale, i gruppi hanno la loro base nelle ambasciate e i soldati vengono addestrati precedentemente per evitare di commettere errori così gravi.

Sfiducia in tale spionaggio

Le norme dettate da Negroponte stabiliscono che sia il capo della sede CIA di ogni Paese ad assegnare alle ambasciate la maggioranza delle coordinate dell’intelligence. In quasi tutte le rappresentanze diplomatiche esistono inoltre addetti della Difesa e personale militare che lavora con le forze armate locali ed informa l’Agenzia di intelligence della Difesa del Pentagono. Il nuovo personale del Socom, però, ha un ruolo militare più diretto: occuparsi delle nuove responsabilità militari antiterrorismo, hanno detto gli informatori del NYT.

Le forze del Socom includono “caschi verdi” e “ranger” dell’Esercito, squadre speciali e fanteria della Marina, gruppi delle Forze Aeree che svolgono missioni militari specializzate o più segrete. Le loro abilità si estendono da colpi rapidi a ricognizioni di ampia portata nel territorio ostile, addestramento militare e assistenza medica.

La Creazione degli MLE e il ruolo bellicoso assegnato al Comando delle Operazioni Speciali, sembrano avere esacerbato la disorganizzazione, e addirittura la sfiducia che i critici del Congresso e del mondo accademico hanno verso lo sforzo antiterroristico del governo Bush.

I funzionari che hanno accettato di commentare questi cambiamenti, hanno detto che la situazione potrebbe richiedere che Bush e i suoi principali consiglieri di sicurezza nazionale e di Difesa agiscano come arbitri, fissando dei limiti e chiarendo le finalità dei militari e delle agenzie dell’intelligence.

Molti funzionari, attivi e ritirati dalla CIA, considerano esagerati i propositi del Socom. Un tale Signor Brennan -citato dai cronisti del NYT-, che ora è presidente di un’impresa contrattista dell’intelligence della Virginia chiamata Analysis Corporation, ha detto che “gli interessi degli USA sarebbero serviti molto meglio se le operazioni del Socom fossero strettamente coordinate con il Paese ospitante e l’ambasciatore.

Però lo stesso Brennan ha aggiunto che: “Certamente i problemi esteri degli USA aumenteranno significativamente se la prevista presenza del Socom presso le ambasciate degli USA è uno sforzo per aprire la strada a operazioni militari statunitensi unilaterali o per permettere che elementi del Pentagono si colleghino con attività di azione in incognita indipendenti dalla CIA”.

Supremazia del Pentagono

Il portavoce della CIA Paul Gimigliano ha dato una risposta misurata al programma, ma ha accentuato l’importanza del capo della sede dell’agenzia di ogni singolo Paese. “C’è un sacco di lavoro attorno”, ha detto. E ha aggiunto: “Una chiave del successo è che le attività di intelligence in un determinato Paese siano coordinate, e che il capo della sede svolga un ruolo cruciale”.

Un funzionario del Dipartimento di Stato martedì ha detto: “Non abbiamo nessun accordo con il DOD riguardo a ciò”, usando le iniziali del Department of Defense (Dipartimento -o ministero- della Difesa). Il funzionario del Dipartimento di Stato ha detto che il programma MLE è stato creato per “preservare l’autorità” dell’ambasciatore o del capo dell’ambasciata.

Il Comando delle Operazioni Speciali non ha reso pubblica la missione degli MLE e ha risposto alle domande riguardanti le sue finalità solo dopo che esse erano state descritte da funzionari di altre istanze del governo che si oppongono al programma.

“L’MLE gioca un ruolo chiave di collegamento militare, coordinamento e pianificazione tra le agenzie del Paese ospitante”, ha detto Kenneth S. McGraw, un portavoce del Comando di Operazioni Speciali con base a Tampa, in Florida. Il personale delle operazioni speciali lavora “con l’ambasciatore degli Stati Uniti e con il consenso delle squadre del Paese per pianificare e coordinare le attività”, ha aggiunto.

I funzionari coinvolti nel programma che hanno parlato con i reporter del NYT hanno detto che i loro obiettivi sono l’intelligence e la pianificazione, e non condurre missioni di combattimento. Un ufficiale militare ha riassunto laconicamente il lavoro, ma ha chiarito che non è autorizzato a discuterne pubblicamente, anche se, ha detto, sono state schierate più di venti squadre e l’obiettivo è di ampliare significativamente lo sforzo.

In un cambiamento importante del centro di gravità dei militari, lo Unified Command Plan (Piano di Comando Unificato) firmato da Bush nel 2004 ha stabilito che adesso il Comando delle Operazioni Speciali “guiderà, pianificherà e dirigerà l’esecuzione di operazioni globali contro reti terroristiche”, oltre alle competenze più tradizionali di addestrare, organizzare e armare le forze di Operazioni Speciali per missioni sotto il comando dei comandanti regionali.

Passione per l’assassinio

Il generale Bryan D. Brown, comandante del Socom, e la sua squadra, hanno messo a punto una strategia antiterrorismo, descritta in più di 600 pagine, che nelle prossime settimane sarà presentata a Rumsfeld per l’approvazione finale.

Secondo funzionari civili e militari che hanno letto il documento o ne conoscono i riassunti, si fissano obiettivi, missioni e tempi specifici per azioni immediate e a lunga scadenza.

Gli obiettivi del documento fissano le condizioni nei luoghi in cui i militari potrebbero voler agire in futuro: creare aree inospitali per i terroristi e procurare il genere di informazioni di cui il Comando di operazioni Speciali potrebbe aver bisogno per funzionare.

Gli MLE sono stati concepiti per operare in Nazioni in cui non vi è una presenza massiccia di militari statunitensi e, in particolare, in cui gli USA non sono in guerra. Così, gli MLE possono non essere necessari in punti notoriamente caldi, come i Paesi del Medio Oriente nei quali vi sono spiegamenti massicci di militari statunitensi.

Durante i suoi recenti viaggi all’estero, il generale Brown ha cercato di spiegare il programma ai funzionari della CIA e dell’ FBI che hanno base nelle ambasciate. Dopo lunghe conversazioni è riuscito a indottrinarli come consiglieri politici assegnati al Dipartimento di Stato a tempo pieno, hanno segnalato i giornalisti del NYT.

La scorsa estate il Socom ha anche organizzato una conferenza a Tampa, Florida, per indottrinare i comandanti di operazioni speciali di altre regioni, seguita da un incontro a ottobre nel quale il personale delle ambasciate straniere a Washington è stato istruito nella linea ideologica dell’antiterrorismo.

Un ex membro della squadra delle Operazioni Speciali che ha conversato con Shanker e Shane ha detto che il trucco per far funzionare il programma consiste nel manovrare le rivalità burocratiche che esistono nelle ambasciate e alle spalle dei capi del comando. “Tutto ciò che lei deve fare è ottenere che tutti, l’ambasciatore, il capo della sede (CIA) e il Socom, pensino che lei stia lavorando proprio per loro”, ha detto protetto dall’anonimato poiché non è autorizzato a discutere questi argomenti in pubblico.

Trovi e uccida

Lee H. Hamilton, che ha avuto la carica di vicepresidente della Commissione Nazionale degli Attacchi Terroristici dell’11 settembre, ha detto che i conflitti tra la CIA e le operazioni paramilitari eccessive del Dipartimento della Difesa, sono avvenuti periodicamente per delle decadi, e che la commissione dell’11 settembre aveva raccomandato che il Dipartimento della Difesa cedesse il primato nella responsabilità di tale attività.

Ha detto anche che il programma aveva esposto il tutto alle ambasciate in un’ottica diversa. “Se lei ha due o tre membri del DOD che girano attorno ad un Paese, certamente potrebbero causare qualche problema”, ha detto Hamilton. “Si pone proprio la questione di chi si deve incaricare della raccolta di informazioni d’intelligence”.

La guerra fredda aveva presentato ai militari bersagli facili da trovare, ma difficili da eliminare, come una divisione armata sovietica. La crociata statunitense antiterrorismo presenta bersagli difficili da trovare, ma facili da uccidere, come un leader di Al Qaeda.

Il generale Brown e il Comando di Operazioni Speciali lavorano seguendo un concetto che è diventato il nuovo motto del Pentagono: “trovi, controlli, uccida e prosegua”, che significa localizzare i leader dei terroristi, seguirli con precisione, catturarli e ucciderli e, dopo, usare le informazioni ottenute per progettare altre operazioni.

“Noi militari siamo grandi nel controllare ed eliminare il nemico, e nello sfruttare tutte le basi operative che occupiamo” ha detto un comandante di Operazioni Speciali a condizione di restare nell’anonimato, perché non è autorizzato a discutere di questi argomenti in pubblico. “Solo “trovare” il pezzo continua ad essere un’arte primitiva. Il Socom non può uccidere né catturare i cattivi a meno che la gente dell’ Intel (intelligence) non li trovi, e questo non sta avvenendo”.

“Il Dipartimento della Difesa è impaziente di intensificare la propria partecipazione alle attività antiterroristiche e ha messo gli occhi su responsabilità operazionali che tradizionalmente erano svolte dalla CIA e dalle autorità”, ha detto Juan O. Brennan, ufficiale con alle spalle 25 anni nella CIA e che ha diretto il Centro Nazionale Antiterrorismo fino al suo ritiro l’anno scorso. Sfortunatamente ed inesorabilmente sta venendo meno l’importante ruolo di guida della CIA in molte di queste aree, e in un futuro molto vicino, la militarizzazione attuale di molte funzioni di intelligence della Nazione saranno viste come un grave errore.

Ernesto Carmona
Fonte : http://www.insurgente.org/
Link: http://www.insurgente.org/modules.php?name=News&file=article&sid=4167

13.03.2006

Traduzione a cura di ARIOM per www.comedonchisciotte.org

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