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Ruggero Arenella
Mentre in Italia ci si affida agli eroi di cartone creati dai riflettori del mainstream, in quel di Rotterdam i cittadini rispondono a dovere alla tecnodittatura sanitaria globale. La polizia spara, e c’è chi perde un dito. Le macchie di sangue sulla strada e le auto della polizia incendiate sono uno spettacolo truce, che nella sua crudezza lascia un filo di speranza per la lotta dei popoli che non si arrendono al Nuovo Ordine Mondiale. Il potere non cede di un passo e procede sicuro verso l’obbiettivo, anche se questo significa uccidere capi di Stato, rovesciare governi con rivoluzioni colorate, avvelenare milioni di esseri umani con sieri genici sperimentali e ricattare padri di famiglia con la minaccia della sospensione dal lavoro. Di fronte ad un potere tanto brutale, in Italia si fanno cortei passivi, con percorsi concordati con la DIGOS e ci si affida a improvvisati capipopolo che invece di invitare le persone in piazza gli dicono di “restare a casa” e a paladine della libertà che celebrano “l’energia di Venere” ad un pubblico di pacifiche donne in museruola che sorreggono candele bianche.
“La politica è la continuazione della guerra con altri mezzi”, dicevano in tempi in cui era prassi che la polizia sparasse sui manifestanti. Vista la morte della politica nelle istituzioni, forse la vera politica oggi si può fare solo nelle nelle strade. Quali mezzi restano oggi agli oppressi per opporsi ad un potere tanto subdolo quanto pervasivo? La violenza è l’extrema ratio, tutto ciò che rimane quando le altre strade si rivelano impercorribili. Forse questo è già stato previsto da Loro, e ogni possibile variabile pensata dalle loro infallibili intelligenze artificiali.