IL NUOVO ORDINE MONDIALE DI SOROS: A BRETTON WOODS PER CREARE UNA NUOVA ECONOMIA

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FONTE: REDALERT-WND.COM

Il magnate miliardario George Soros ha intensificato i suoi sforzi finanziari per cercare di riorganizzare l’economia mondiale, riducendo l’importanza dell’economia degli Stati Uniti nel mondo.

Per l’8 aprile, secondo un rapporto del Media Center Research, o MRC, Soros ha preannunciato il finanziamento che avverrà durante una conferenza internazionale volta a ricalcare la famosa conferenza di Bretton Woods del 1944, alla fine della seconda guerra mondiale, che contribuì a creare la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale.

Questa volta, Soros spenderà 50 milioni di dollari per formare un gruppo di oltre 200 accademici, leader economici e politici che avranno come scopo quello di “stabilire nuove regole internazionali” e “riformare il sistema monetario”.

Nella foto: Joseph Stiglitz e George SorosL’Istituto per il Nuovo Pensiero Economico, o INET, è un gruppo con base a New York, finanziato interamente da Soros. Esso ospiterà la conferenza annuale che si terrà dall’ 08 all’11 aprile 2011, presso il Mount Washington Hotel di Bretton Woods, NH, dove si tenne nel ’44 l’incontro che impostò la struttura finanziaria globale dalla fine della seconda guerra mondiale fino ad oggi. L’ MRC ha rilevato che i nomi dei relatori in programma alla manifestazione dell’INET non lasciano alcun dubbio sullo scopo di Soros.

Uno di questi è Paul Volker.

Paul Volker è l’attuale presidente del comitato consultivo dell’ Economic Recovery Advisory Board della presidenza Obama.

MRC fa notare che Volker ha scritto la prefazione del libro più noto di Soros, “L’alchimia della Finanza”.

L’economista statunitense inoltre ha definito Soros come “un uomo d’affari di enorme successo” che si occupa dei problemi della globalizzazione “con acume e passione”.

Jeffrey Sachs, direttore dell’Earth Institute, è finanziato da lunga data proprio da Soros.

Secondo l’MRC, Sachs ha ricevuto oltre 50 milioni di dollari per il Progetto Millennium delle Nazioni Unite, che ha anche diretto.

Nel 2009, Sachs, noto uomo di sinistra, si lamentava che le tasse in America fossero troppo basse, e affermò che “Gli Stati Uniti dovrebbero aumentare le tasse per pagare le spese per nuove iniziative, in particolare nei settori dell’energia sostenibile, il cambiamento climatico, l’istruzione, e nei progetti per combattere la povertà”.
Uno dei migliori amici di Soros è Joseph E. Stiglitz, ex vice presidente della Banca mondiale e premio Nobel per l’economia.

MRC ricorda che gran parte del pensiero di Stiglitz è simile a quello di Soros e ha criticato gli economisti del libero mercato, definendoli “fondamentalisti del libero mercato.”

Il direttore esecutivo dell’INET, Rob Johnson, è un ex amministratore delegato della Soros Fund Management, e fa parte del consiglio di amministrazione della Soros-funded Economic Policy.

L’MRC ricorda che Johnson fu il primo a dire che non era sufficiente l’intervento pubblico per combattere la crisi finanziaria, ma si doveva “ristrutturare”, e chiese a viva voce “le dimissioni dei top manager di tutte le grandi banche”.

“Non abbiate dubbi: questo è un avvenimento voluto da Soros da cima a fondo” ha sentenziato l’MRC.

“L’Impero Soros per ora tace su questa nuova conferenza a Bretton Woods, anche perché all’ordine del giorno non c’era soltanto il cambiamento globale delle regole economiche” continua l’MRC. “La conferenza serve anche per porre l’America al suo posto in un mondo multilaterale secondo il pensiero di Soros”.

Soros, globalista post-americano.

Nei suoi molti libri, il miliardario George Soros afferma chiaramente che la globalizzazione economica è un dato di fatto.

I mercati finanziari sono diventati “veramente globali nei primi anni ‘90 dopo il crollo dell’Unione Sovietica”, scrive Soros nel suo libro sulla globalizzazione.

Eppure, Soros mette in guardia: “Mentre i mercati sono diventati globali, la politica resta saldamente radicata alla sovranità dello Stato”.

È assurdo che le governance delle istituzioni internazionali siano rimaste indietro rispetto allo sviluppo dei mercati globali.

“Lo sviluppo delle istituzioni internazionali non ha tenuto il passo con la crescita dei mercati finanziari globali. I movimenti di capitali privati superano di gran lunga le strutture del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale”.

Soros ha lanciato molte proposte per rinnovare il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e l’Organizzazione Mondiale del Commercio.

Eppure, la sua conclusione è sempre la stessa: i mercati finanziari globali richiedono una regolamentazione internazionale di nuova generazione, di organizzazioni di governance mondiale in grado di imporre un controllo politico globale sull’economia.

Il ragionamento dal punto di vista del globalismo di Soros è indiscutibile. “La globalizzazione ha reso il mondo sempre più interdipendente”, insiste. E ancora: “Anche se sarebbe utopistico sostituire la sovranità del popolo con qualcosa d’altro, questo principio da solo, è insufficiente per l’attuale mondo sempre più interdipendente”.

Soros parla come uno “statista senza Stato”. Gran parte del pensiero di Soros si basa sulla sua formazione presso la London School of Economics, dove è stato profondamente influenzato da filosofi come Karl Popper e dalla sua idea di “società aperta”.

Mentre Popper non ha mai dato una definizione precisa di questa “società aperta”, egli stesso però ha inveito contro le ideologie che sostengono che una persona può essere veramente libera solo diventando un vero credente.

Popper identificò Hitler, il nazismo e il comunismo di Stalin come nemici della società aperta.

Quel che Soros vuole fare è seguire la “Globalist Agenda” e cioè sostituire il dollaro statunitense come valuta di riferimento nel mondo, per diminuire la capacità degli USA di stabilire le regole del gioco all’interno dell’economia globale.

La società aperta è meglio intesa come una sorta di libertà intellettuale e politica in cui tutte le idee possono essere costantemente messe in discussione, sulla base del presupposto che non esiste una “verità politica” in quanto tale, solo un relativismo di valori in cui tutte le idee devono essere oggetto di sfida costante.

In un passo rivelatore, Soros dichiara apertamente la sua antipatia per George W. Bush usando i termini filosofici della società aperta di Popper: “Quando ho sentito il presidente Bush dire, ‘O state con noi o siete dei terroristi’, mi ha ricordato la propaganda nazista”.

Sostanzialmente, Soros ha definito l’Agenda di Bush come “nazionalista”, troppo concentrata a perseguire precisi interessi degli USA come stato-nazione.

Soros è stato particolarmente brutale verso il Vice Presidente Cheney definendolo come “il potere dietro il trono”, e sottolineando come con l’aiuto del segretario alla difesa Rumsfeld sia riuscito ad “imporre la sua volontà influenzando la stessa politica di Bush”.

Quando viene chiesto a Soros come sia arrivato ad avere una così forte influenza sugli affari mondiali, lo stesso ha ammesso onestamente: “Ho un sacco di soldi”.

Fonte: www.iraqwar.mirror-world.r
Link: http://www.iraqwar.mirror-world.ru/article/245531
29.03.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di LUIGI FABOZZI

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