DI FREEBOOTER
Al momento di marciare molti non sanno che alla loro testa marcia il nemico.
La voce che li comanda
è la voce del loro nemico.
E chi parla del nemico
è lui stesso il nemico.
(Bertolt Brecht; Sul Muro)
Nei paesi occidentali vi è un consenso oligarchico, ispirato soprattutto dai neocons degli Stati Uniti, ispirato da Samuel Huntington e dagli altri bushisti, sul fatto che senza l’immagine di un nemico (i musulmani) non si può avere una società oligarchica, ed in definitiva è questo il motivo per il quale vi sono terrorismo e guerra infinita. Perché, a chi giova? Il beneficiario è l’attuale sistema. Le classi dominanti avvertono che senza la diversione di una guerra non possono mantenere le relazioni sociali, le relazioni di proprietà nella forma attuale. Sono determinate a farlo. Quindi hanno fabbricato, in una completa isteria, un nemico esterno in larga misura immaginario. Si deve ricordare 1984 di George Orwell. Non è una guerra, ma un imbroglio per tenere la gente sotto controllo. Orwell aveva certamente una ottima comprensione di questi meccanismi psicologici.Per capire chi vi sia realmente dietro l’ondata di spettacolari attentati terroristici, iniziata anche prima dell’11/9/2001, è importante conoscere il nome del Brig. Gen. Sir Frank Kitson. Questi era l’ufficiale alle operazioni britanniche in Kenia nel periodo dei Mau Mau. Kitson comprese quello che era noto da secoli, da millenni ai comandanti: se avete un’organizzazione nazionalista clandestina e volete screditarla, create la vostra parallela organizzazione nazionalista clandestina, con lo stesso nome, con una falsa bandiera, la mandate a commettere delle tremende atrocità delle quali verrà incolpato il gruppo originale, che sarà quindi screditato e demonizzato e così otterrete dei vantaggi politici.
Kitson ha scritto un libro su questo dal titolo “Le operazioni a bassa intensità”; questa tecnica è chiamata la tecnica delle “contro-gang” ovvero della “pseudo-gang”. Proprio come al Qaeda, organizzazione in modo trasparente fasulla, che, in senso più ampio, si può intendere come una pseudo-gang, o contro-gang, creata dai servizi segreti (Al CIA-duh) USA, britannici ed israeliani contro i nazionalisti arabi genuini e chiunque abbia una agenda concreta di riforme, indipendenza o sviluppo ovunque nel mondo arabo e non che ora potrà essere etichettato “al Qaeda”.
Proprio un documento classificato del 2002 redatto per guidare il Pentagono chiede la creazione di un cosiddetto “Gruppo operazioni proattive e preventive” (P2OG), per lanciare operazioni segrete mirate a “stimolare reazioni” tra terroristi e stati che possiedono armi di distruzione di massa, cioè, per esempio, spingere all’azione delle cellule terroriste ed esporle quindi ad attacchi di “risposta rapida” delle forze USA.
La “guerra al terrorismo” è una invenzione. Questa guerra non è intesa a combattere il terrorismo ed il fondamentalismo islamici; essa ha degli obiettivi sia strategici che economici, i quali essenzialmente sono il controllo delle risorse petrolifere, e non soltanto di quelle, del Medio Oriente e dell’Asia Centrale, che attualmente sono approssimativamente il 70% delle risorse petrolifere mondiali. Se osserviamo le dichiarazioni ufficiali comprendiamo che in essenza vi è una “road map” di guerra, dove vengono presi di mira un certo numero di paesi, non soltanto quelli già noti, i cosiddetti “stati canaglia”, e che in questi documenti gli USA prendono di mira automaticamente anche la Cina e la Russia, che naturalmente non stanno a guardare e si stanno a loro volta preparando ad un futuro eventuale confronto che senza dubbio sarà nucleare. In quella che viene chiamata “Nuclear Posture Review”, un documento relativo all’utilizzo delle armi atomiche, base per la dottrina della difesa preventiva degli USA, la difesa del “first strike”, viene chiaramente dichiarato che la Cina e la Russia sono dei potenziali obiettivi di attacchi nucleari da parte degli Stati Uniti. Le guerre in corso, compresa la recente aggressione alla Somalia, sono dunque tutte continuazione della guerra in Jugoslavia, sono delle guerre di globalizzazione che hanno come obiettivo la conquista di risorse, territori e manodopera a basso costo per il capitalismo USA e delle briciole per quelli a questo subalterni.
La nozione di un nemico esterno che viene utilizzato per giustificare la “guerra al terrorismo” deve essere valutata in relazione al fatto che questo nemico esterno è una creatura della Central Intelligence Agency degli USA, è una creatura delle diverse amministrazioni USA. Ne deriva che non vi è nessun nemico esterno, mentre di fatto il fondamentalismo islamico è un’arma geopolitica degli Stati Uniti (v. art. “Amerikan Sharia”). Tutti i leader ed i componenti meno noti che farebbero parte della cosiddetta “al Qaeda” hanno infatti tutti combattuto per conto degli interessi geostrategici degli USA prima in Afghanistan e poi nei Balcani, in Cecenia, in Kashmir, nelle Filippine ed altrove, dove tuttora sono in pieno svolgimento, sotto la protezione della NATO e dell’ONU, operazioni paramilitari e politiche che coinvolgono i guerrieri santi islamici, i cosiddetti mujiahedeen. Tutti gli uomini della cosiddetta “al Qaeda” sono “nascosti in piena vista” come agenti degli apparati di intelligence occidentali.
L’opinione pubblica non viene informata che il sostegno segreto dei militari e dell’apparato di intelligence occidentale e dei paesi satelliti, ma soprattutto della CIA e del MI6 britannico, è stato diretto a varie organizzazioni terroriste islamiche attraverso una complessa rete di intermediari e mandatari dell’intelligence ed una vasta ragnatela finanziaria. A partire dal 1979 e durante gli anni ’80 in Afghanistan e nel corso degli anni ’90 anche in varie parti del mondo, le agenzie del governo USA hanno collaborato con i fondamentalisti islamici in molte operazioni clandestine, innanzitutto nella ex Jugoslavia. Per approfondimenti consultare “How the Jihad Came to Europe” di Jürgen Elsässer, “Devil’s Game: How the United States Helped Unleash Fundamentalist Islam” di Robert Dreyfuss, “The Big Breach” di Richard Tomlinson, l’articolo “La Jihad Amerikana in Europa” e molti altri in questo sito.
Il ruolo di “al Qaeda” come strumento delle operazioni clandestine USA erode l’intero concetto della “guerra al terrorismo”, l’intero panorama che ha reso possibile gli attentati dell’11/9. “Al Qaeda”, una illusione (v. documentario in tre parti della BBC 2 del 2004 “The Power of Nightmares: The making of the terror myth) alimentata dai media corporativi inchiodata fermamente in posizione ed accettata come una realtà politica, è uno strumento di operazioni segrete piuttosto che un nemico dell’occidente. Non vi è nessuna “guerra al terrorismo”, questo è realmente il nocciolo del problema.
Nei media ufficiali non vi è assolutamente nessuna vera cronaca investigativa sui cosiddetti eventi terroristici degli ultimi anni; invece abbiamo molti coraggiosi giornalisti investigativi indipendenti che hanno trovato impossibile vedere pubblicato il loro lavoro sui media ufficiali. Riguardo alla libertà di espressione e di essere informati siamo dunque in una situazione disastrosa. Senza informazioni precise, senza una accurata comprensione del mondo non si può avere una democrazia funzionante. Se la gente non sa cosa stia accadendo, se la gente non sa cosa i leader stiano facendo non vi è alcuna democrazia.
Ormai è documentato, oltre ogni dubbio in base alla documentazione storica, che la CIA, il MI6, squadre di elementi di poteri paralleli estremamente riservati, delle agenzie di intelligence europee hanno orchestrato attacchi terroristici per mobilitare l’opinione pubblica contro i comunisti e la sinistra in generale. Sarebbe veramente traumatizzante per la gente se questa sapesse cosa è accaduto e questo è quello che è accaduto, su ciò non vi è nessun dubbio. Il migliore libro che ne tratta e che è serio materiale accademico è “Gli eserciti segreti della Nato. Operazione Gladio e terrorismo in Europa occidentale” di Daniele Ganser.
Un dato certo è infatti la continuità dei servizi segreti italiani, e non soltanto italiani, dall’epoca della guerra fredda e della “strategia della tensione”, dall’epoca dell’Operazione Gladio seguente alla II Guerra Mondiale, ad oggi, e di conseguenza pare proprio verosimile quanto sostenuto da un parlamentare svizzero che in occidente vi sia un solo servizio segreto impiantato sulla preesistente rete di intelligence nazifascista, anzi, un’agenzia per le operazioni clandestine, la Central Intelligence Agency, con sezioni da essa dipendenti nei vari paesi. Queste strutture parallele operano anche su scala mondiale, come è dimostrato dall’utilizzo di agenti/terroristi nostrani nell’Operazione Condor in America Latina.
Nel febbraio 2003, vi fu il rapimento alla luce del giorno nelle strade di Milano di Abu Omar, da parte di elementi del governo italiano e che ha coinvolto ufficiali della CIA. La conseguenza logica è che dobbiamo ritenere che, non importa che tipo di governo abbia un paese, vi è un altro livello di struttura governativa nei servizi di sicurezza clandestini, che pensa di potere fare qualsiasi cosa come gli pare, compresi rapimenti, traduzioni (rendition flights), tortura, operazioni false flag, attività di agenti provocatori ecc. E’ evidente che in Italia specificamente vi è una continuità di operazioni ed agenti dei servizi segreti con la gente di Gladio, l’esercito segreto sponsorizzato e finanziato dalla CIA.
Vi sono quindi ottime ragioni per ritenere che l’Operazione Gladio sia tuttora in corso, sotto il nome di Operazione Al Qaeda, con la stessa centrale operativa, gli stessi agenti e gli stessi obiettivi. E’ cioè ancora la “strategia della tensione”, una modalità centrale di dominio da parte della classe capitalista, una piccola classe dominante che vuole mantenere il suo potere ad ogni costo, e non è certamente soltanto questione di squadre segrete, non è questione di talpe o di operazioni di “servizi deviati”.
E’ una considerazione spaventosa, perché in realtà essa significa che la democrazia non è che una farsa, e garantisce agli agenti segreti di agire al di là di ogni responsabilità, al di là della legge. Dobbiamo quindi riconoscere che delle strutture segrete esistono. Questi gruppi operano con la stessa strategia, la strategia che viviamo nella paura, paura del prossimo attacco terroristico e perciò ci fidiamo di loro fino a qualsiasi grado necessario per prevenire quell’attacco e sanno anche che storicamente siamo ignoranti e non ricordiamo che quella gente della quale ci fidiamo ha eseguito oppure è stata coinvolta in attacchi terroristici nel passato.
E’ assolutamente chiaro quindi che sono state prese delle decisioni consapevoli dei più alti vertici dei nostri governi per permettere il proliferare di una minaccia terroristica che giustifichi l’assoluta militarizzazione della politica, non solamente in termini di politica estera, ma all’interno, per distruggere i diritti civili, criminalizzare il dissenso ed introdurre una draconiana legislazione antiterrorismo, che solamente permette ai governi che vengano loro dati maggiori poteri contro la libertà di espressione e contro la mobilitazione dell’opinione pubblica.
Pertanto questa è realmente la funzione della commedia di al Qaeda, questa parte è fondamentalmente il suo ruolo di funzionamento in una miriade di modi: alimentare operazioni clandestine, difendere direttamente interessi di petrolio e gas ed indirettamente generare la giustificazione e l’impalcatura ideologica necessarie a legittimare questa intera insana struttura di repressione e di violenza che oggi proviamo, chiamata “guerra al terrorismo”, una menzogna veramente gigantesca. E’ fabbricata a questo scopo, è una guerra di terrore progettata in parte per imporre uno stato di polizia, una guerra al dissenso.
Di regola, quando un paese discende in qualche sorta di disordine economico si verificano delle tensioni sociali. Nella oligarchia al potere vi è seria preoccupazione che il paese possa cadere in mano ad un governo popolare. Le leggi repressive sono un modo per affrontare preventivamente quelle tensioni.
Il vero contesto, il vero significato sottostante all’espediente del terrore come fondamento di una guerra di classe repressiva contro la popolazione, nel nord come nel sud del mondo, dalla quale non ci si aspetta più che tolleri le enormi attuali disparità si comprende anche dalle dichiarazioni per il controllo permanente da parte della classe dominante USA su un mondo in crisi e contro la crescente resistenza da parte della popolazione sia in America che all’estero. Queste sono la vera genesi della minaccia globale e delle sfide globali. La prospettiva del terrore è una copertura per la repressione di classe.
I leader degli USA e degli altri paesi occidentali stanno sistemando una infrastruttura per mezzo della quale saranno in grado di occuparsi di quelle tensioni ed allo stesso tempo di dirigerle verso dei capri espiatori dall’altra parte del mondo. Vi è una possibilità molto elevata che gli USA, ma non soltanto gli USA, diventino una sorta di regime fascista. Se si osservano i segnali all’orizzonte tutto punta in quella direzione, a cominciare dal famigerato “Patriot Act” del 2001 e dall’odioso “Military Commissions Act” del 2006, che attribuisce al presidente USA poteri simili a quelli conferiti a Hitler nel 1933.
In altri paesi anglosassoni, come Canada, Australia e Gran Bretagna, sono state pure emanate legislazioni “antiterrorismo” fortemente repressive che, mentre non costituiscono un problema per eventuali veri terroristi, limitano fortemente i diritti civili e le libertà sindacali. In Italia non siamo ancora arrivati a simili livelli di stato di polizia ma non ci si può certamente aspettare nulla di buono dall’accozzaglia bipartisan che siede in Parlamento, considerato che il cosiddetto “pacchetto antiterrorismo” del 2005 è stato approvato sulla base di minacce provenienti da un gruppo terrorista inesistente, che anche a detta di organi ed esperti ufficiali corrisponderebbe ad una sola persona dietro ad un pc.
Come la “guerra al terrorismo”, anche il concetto di “spirale guerra-terrorismo”, oppure di “guerra che alimenta il terrorismo” sono delle menzogne che costituiscono due facce della stessa medaglia. Coloro che la portano avanti fanno parte della cosiddetta “resistenza regolata”, i “guardiani di sinistra”del sistema, falsi pacifisti, o pacifinti, che hanno la funzione di frustrare l’opposizione sociale al sistema falsificando ed occultando i fatti fondamentali per la comprensione dell’inganno. La realtà è che vi è una linea retta terrorismo-guerra-stato di polizia. (v. art. “Lo Stato del terrore”)
Quando si vedono i governanti occidentali difendere la loro politica riguardo la guerra, si nota che (oltre alle nostrane assurdità quali “guerra umanitaria” o “missioni di pace armate”) non utilizzano argomentazioni appropriate in termini di giutificazioni, quando arrivano al cuore della materia utilizzano argomentazioni relative all’11 settembre ed alle altre operazioni “false flag” attribuite a fantomatici terroristi islamici: “le lezioni dell’11/9” ecc. Con questo tipo di demagogia sono in grado di mantenere un nocciolo duro di sostenitori nell’opinione pubblica con il quale restare al potere e fare la guerra all’infinito, poiché Il rifiuto di considerare che il nemico sia tra di noi è realmente la condizione predefinita nelle persone, viviamo in un continuo assorbimento della propaganda e facciamo uno sforzo deliberato per far uscire la testa sopra lo stato di rifiuto a vedere cosa accade realmente. I governanti sono così in grado di allargare la guerra, possono fabbricare nuovi 11 settembre per riformare quella base. Possono provocare incidenti che portano a nuove guerre. Non vi è nessun limite a questo, nessun vincolo. L’unico modo per iniziare a fare attrito per minacciare di erodere e disgregare quella base è di cominciare a smantellare il mito dell’11 settembre e del falso terrorismo.
Quella in atto è una guerra globale permanente delle classi dominanti anglo-americane ed europee, assieme al loro mastino Israele, contro le classi lavoratrici dei loro paesi e contro quelle del sud del mondo. La guerra è una sola e di conseguenza anche la resistenza deve essere unica, sia nei paesi vittime dell’imperialismo e del neocolonialismo che in quelli imperialisti.
Anche i criminali di guerra vogliono la pace e partecipano alle marce dei “movimenti”. Un coesivo movimento contro la guerra e per la giustizia sociale non può basarsi unicamente sulla mobilitazione del sentimento contro la guerra. Deve in definitiva spodestare i criminali di guerra e mettere in questione il loro diritto a governare e per farlo si deve smascherare la menzogna della “guerra al terrorismo”. Chi parla del nemico è lui stesso il nemico. Il nemico è dentro le mura.
Freebooter
Fonte: http://freebooter.da.ru/
Link: http://freebooter.interfree.it/ndm.htm
12.01.2007