DI GIANLUCA FREDA
Blogghete
Tutti noi, da bambini, abbiamo dormito con “Topolino” della Mondadori sotto il cuscino. Giorni lieti e sollazzevoli letture che hanno accompagnato la nostra infanzia, ritemprando le fatiche scolastiche con momenti d’evasione nel magico mondo di Paperopoli e Topolinia. Affascinanti avventure marchiate a fuoco sulla nostra psiche d’acerbi mocciosetti dall’onnipresente svolazzo autografo del padre fondatore dell’immaginario antiumano del Novecento, Walt Disney, in compagnia di simpatiche bestie parlanti: Paperino e Paperone, Eta Beta e Clarabella, Pippo e Gambadilegno. Ma tra i mille simpatici personaggi disneyani ve n’è uno che, nonostante la sua enorme rilevanza nella storia del fumetto mondiale, pochi di noi ricordano: Adolf Hitler, il simpatico dittatore baffuto.
Adolf Hitler fu creato da Walt Disney nel 1942. Le sue prime apparizioni avvennero sul grande schermo, in una divertente serie di cartoni animati. Qui sopra potete vedere uno dei primi cortometraggi che il papà di Topolino dedicò al suo nuovo personaggio, a cui sembrava molto affezionato. Adolf è il timido dittatore del fantastico regno di Germania, teatro di mille incredibili ed esilaranti avventure. E’ profondamente innamorato del suo paese, il quale, di tanto in tanto, assume le sembianze allegoriche di una corpulenta valchiria ubriaca, affettivamente legata ad un boccale di birra di colossali proporzioni. Ma è al di fuori dell’allegoria che la rappresentazione del felice regno di Germania ritrova quell’incanto che riuscì a stregare, negli anni ’40, i bambini di ogni parte del mondo e che ancora oggi è ricordato con affetto da mocciosi di ogni latitudine, soprattutto se storici di professione.
Nel felice regno disneyano di Germania ogni cittadino conosce solo due parole, che sono “Sieg” e “Heil”, e le pronuncia con comprensibile frequenza. I bambini le strillano a braccio teso e a bocca spalancata, in un ameno tormentone che verrà poi ripreso sugli albi a fumetti. Anche gli adulti conoscono queste due sole parole, che sono utilizzate in ogni occasione della vita sociale, dalla richiesta dei certificati di nascita alle visite dall’otorinolaringoiatra. Più tardi alcuni sceneggiatori della Disney inserirono nei dialoghi altre due frasi, “Gott in Himmel!” e “Jawhol, Mein Fuhrer!”, ma questa innovazione non fu gradita dai lettori americani, che la ritennero un’inutile complicazione sofistica.
Nel felice regno di Germania i funzionari pubblici sono enormi figure nere, di cui non si vede mai il viso, giganteggianti sui comuni cittadini che scompaiono al loro cospetto. Più tardi la figura dei funzionari pubblici di Germania ispirerà a Floyd Gottfredson il personaggio di Macchia Nera. Dai cittadini di Germania nasceranno, invece, Qui Quo Qua.
Nel fantastico regno disneyano di Germania i cittadini leggono un unico libro dal fascinoso nome di “Mein Kampf”, mentre i testi di ogni altro tipo vengono pubblicamente dati alle fiamme in allegre salsicciate collettive. Questa caratterizzazione fu giustamente criticata dai lettori americani, che la ritennero una boiata di proporzioni eccessive: non si è infatti mai visto, sostenevano correttamente i lettori americani di Topolino, un individuo in grado di leggere un intero libro dall’inizio alla fine. Va bene la fantasia, ma anche l’immaginazione deve avere i suoi limiti.
Nel meraviglioso regno di Germania tutti i cittadini di sesso maschile esercitano un unico mestiere, che è quello del soldato sgambettante con occhio torvo e mascella quadrangolare. Tutte le amministrazioni pubbliche, le rivendite di alimentari, gli ospedali, le edicole, le fabbriche e le fumerie d’oppio sono gestite unicamente da donne, neonati e – in alcuni casi – da Pippo e Cip&Ciop. Non esistono attività bancarie, né usurai, né speculatori di borsa, poiché rappresentare i gestori di tali attività e la loro categoria d’appartenenza non sarebbe stato possibile. Infatti Zio Paperone e Rockerduck non erano ancora stati inventati.
Nel felice regno di Germania i cittadini-soldati, dopo aver marciato tutta la vita a zampa tesa, si tramutano orribilmente in candide croci con un elmo sopra. Cosa che capita anche nella realtà ad ogni persona, in qualunque parte del mondo, più o meno. Ma la grande immaginazione disneyana seppe introdurre un elemento di straordinaria originalità: solo i soldati nazisti si tramutano – e tramutano i loro simili – in croci biancheggianti, mentre i soldati del resto del mondo, a partire da quelli americani, regalano chewingum ai bambini dei paesi occupati, aiutano le vecchiette di Dresda ad attraversare la strada e sono immortali come Ras-al-Ghul.
Questo grande affresco dell’immaginario collettivo definisce ancora oggi, a quasi 70 anni di distanza, la percezione del nazismo presso i lattanti di ogni latitudine. Non c’è giornalista, editorialista, storiografo, politicante o anchorman televisivo che non racconti ai suoi compagni d’asilo delle fantastiche avventure dell’allegro dittatore disneyano e delle sue moltitudini di mangiacrauti marcianti alla conquista del mondo. Un mirabile classico d’epoca, forse un po’ demodè e abbisognante di continui aggiornamenti immaginifici, ma ormai radicato nella nostra percezione del mondo e mai dimenticato.
Gianluca Freda
Fonte: http://blogghete.blog.dada.net/
Link: http://blogghete.blog.dada.net/archivi/2009-09-25
25.09.2009