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di Trecentosessantagradi
Zuckerberg, creatore di Facebook (e proprietario dei vari Instagram e WhatsApp), ha dato vita a Meta Platforms, una nuova società in cui confluiscono – appunto – Facebook, Instagram e WhatsApp. Obiettivo? Un passo in avanti verso la realtà virtuale. E questo passo si chiama ‘Metaverso’.
Il Metaverso, secondo quel che ci racconta il successfull imprenditore statunitense, è un universo virtuale intrecciato con la realtà, ossia una realtà virtuale condivisa via web dove si potrà essere rappresentati in tre dimensioni diverse grazie alla presenza di un proprio avatar. Questo Metaverso, dunque, come in uno dei tanti episodi di Black Mirror, deve andare ‘oltre internet’, deve realizzare un futuro interconnesso e accessibile a tutti, fatto di ‘realtà virtuale (VR)’ – che è un ossimoro in sé – e di ‘realtà aumentata (AR)’ – anche questa è una contraddizione in termini.
In poche parole: oltre alla nostra vita, fatta di ciccia e in presenza, avremo ‘un’altra vita da vivere’, ossia un avatar con le nostre fattezze e in 3D che vivrà in un mondo parallelo ma del tutto artificiale.
Esempi, dai: non vuoi uscire a bere una birra con gli amici perché ti pesa il culo pure per andare al bagno? Ti connetti al Metaverso, dove si connettono anche quei 3 sfigati dei tuoi amici, e i vostri avatar si bevono una birra.
Hai sempre desiderato un cane ma non tolleri di svegliarti la mattina per portarlo fuori? Beh, che problema c’è, te lo prendi nel Metaverso e quello – magari – esce di casa da solo o magari il tuo avatar lo porta pure a fare il bagno al mare.
Insomma, avremo un alter ego virtuale in una realtà parallela che sembrerà soddisfare i nostri bisogni – non certo primari – al posto nostro. Cioè, in realtà ‘saremo proprio noi’, così afferma Zuckerberg, ma nella nostra versione virtuale. E il meccanismo, il gioco è fatto, ragazzi: ecco una vita parallela, molto più facile, felice e colorata, contro quella vita triste e dura che molte persone oggi vivono. Così, potrai definitivamente sotterrare la tua esistenza in una sopravvivenza stanca e con le piaghe da decubito al culo sul divano sfondato di casa, mentre il tuo avatar sarà chiamato a essere vincente, di successo, positivo e realizzato nel mondo virtuale. Potrai finalmente disinteressarti della tua vita vera, perché avrai quella finta, quella posticcia e artefatta in cui rilanciarti e ricominciare da capo, dove creare un ‘nuovo te stesso’ senza dover fare i conti col tuo ‘vero te stesso’. Facile, comodo e costa solo… la dignità.
E verrà il giorno in cui, lo sai, perderai il contatto con la realtà e quel tuo avatar sarà sganciato da te e – sicuramente – si vergognerà di quel nulla annoiato e fiacco rappresentato dal suo ‘umano’ corrispondente. Cioè te.
Ma, guarda bene, se questi futuro ti spaventa, ti fa schifo, ‘no, io mai, io no’, se pensi che non ci cascherai, se pensi che non succederà, se sei contrario, guarda bene i tuoi profili social e fai attenzione: il Metaverso è già presente e il tuo avatar è ormai già grandicello…
Non sei infatti tu quello che quando muore un parente gli dedichi un post su Facebook, con la sua foto e il tuo post di saluto? Non sei tu quello che esprime, racconta e diffonde il suo dolore sulla bacheca di Facebook? Non sei tu quello che ha dimenticato – o non ha mai saputo – che è nella preghiera e nel ricordo che si onorano i defunti? Non sei tu quello che pensa che un post su Facebook arrivi più in alto e più forte a chi è morto? Non sei tu quello che ha scambiato – o ‘eletto’ – Facebook quale luogo di interconnessione coi defunti?
Non sei tu quello che quando nasce un figlio gli fai una foto e la posti su Facebook, scrivendo quanto gli vuoi bene, quanto papà e mamma gli saranno sempre vicini? Non sei tu quello che appena fa qualcosa di buffo, piuttosto che scrivertelo nel cuore, lo batti veloce sulla tastiera del telefono e lo annunci a Facebook? Non sei tu quello che ha svilito l’intimità e la purezza dell’essere padre, madre, famiglia per raccontarlo su Facebook? Non sei tu quello che ha scambiato Facebook per un sistema di connessione con la mente del neonato, che si ricorderà solo di un corpo che tiene in mano un telefono per dirgli che gli vuole bene?
Non sei tu quello nel momento di bellezza della vita, di fronte a un paesaggio, a una bella tavola, a un bel cielo, a un bello scorcio, anziché prendere per mano te stesso o la persona che hai accanto per sorriderle, tira fuori il telefono e apre la sua intimità su Facebook? Non sei tu quello che ha scambiato Facebook per una mente dove archiviare i bei ricordi e i bei momenti?
Ecco, quindi: non ti scandalizzare per il Metaverso. In fondo lo hai sempre voluto. In fondo lo hai creato te.
Fonte: https://leggifuoco.it/2021/11/10/il-metaverso-di-zuckerberg-lo-avete-creato-voi/
Pubblicato il 10.12.2021