DI PAOLO FRANCESCHETTI
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Dopo i demenziali provvedimenti dell’IMU e del decreto salva-Italia (meglio detto “sfascia-Italia”), di recente il governo ne ha inventata una nuova, e ha varato un maxi concorso per il reclutamento di nuovi insegnanti nella scuola.
La maggior parte dei giornali ha salutato con favore questo provvedimento (che bravo il governo Monti, vedi come creano nuovi posti di lavoro, uh vedi come si interessano alla scuola). La maggior parte del personale docente invece è contraria a questo concorso, ritenendolo dannoso, inutile, ingiusto e incostituzionale, tant’è vero che circa 15.000 docenti giunti da tutta Italia qualche giorno fa hanno protestato a Roma (ovviamente la notizia è passata quasi sotto silenzio dai principali media, che spesso si sono limitati a riportare la notizia in posizioni secondarie e poco evidenti).
Il provvedimento del governo Monti è, come tutti i suoi provvedimenti del resto, semplicemente mostruoso dal punto di vista giuridico. E qui uso la parola mostruoso nel suo significato originale, quello di monstrum (in latino significa segno divino, prodigio, nel senso che un provvedimento così mal fatto è veramente un prodigio), perché vi sono più illegittimità ed errori giuridici in questo provvedimento di quelli che avrebbe potuto fare uno studente di giurisprudenza al primo anno con ritardo mentale, se fosse stato incaricato di preparare il testo del decreto.
Vediamo quali sono le assurdità giuridiche di questo provvedimento, per poi cercare di capire il fine che si propone il governo Monti con questa nuova trovata del concorso.
1) Iniziamo dal limite di età: il bando fissa in 40 anni l’età massima dei partecipanti, ma tale limite è stato abrogato per tutti i concorsi pubblici ormai dal 1997. Un errore non di poco conto, per il quale sorge una domanda fondamentale: è possibile che i giuristi del governo abbiano potuto fare un errore così lapalissiano, idoneo ad invalidare tutta la procedura concorsuale ancora prima che inizi? No, non è possibile, infatti; ma prima continuiamo l’analisi delle idiozie di questo provvedimento.
2) Il bando prevede l’esclusione dal concorso di alcune categorie: a) laureati post 2002-2003; b) insegnanti già di ruolo, che avrebbero i titoli per partecipare ad altre classi di concorso.
3) La chicca più gustosa di questo maxi concorso però sta nella prova preselettiva: si tratta di una prova uguale per tutte le materie. Sì, avete capito bene: chi si presenta per insegnare italiano dovrà superare le stesse prove di chi vuole insegnare matematica o inglese o altro.
La prova preselettiva consiste in domande di logica (tipo giochi enigmistici), estratti da una banca dati di 3500 domande. Ci si domanda se un giorno Monti non voglia trasformare l’esame da avvocato con una serie di quiz di cultura generale, su geografia, storia, matematica. In fondo pure gli avvocati devono fare i calcoli, no?
4) La scuola non ha bisogno di nuovi concorsi. Sono migliaia infatti gli insegnanti in (in alcuni casi dal 1990) abilitati che aspettano ancora il ruolo, e aspettano solo che venga il loro turno per avere una cattedra fissa (per entrare, come si dice in gergo, di ruolo). Questo concorso quindi servirà solo a far sì che chi vince il concorso possa passare avanti di posto a persone che aspettano da anni il loro turno.
5) Inoltre possono partecipare a questo concorso anche insegnanti già abilitati grazie alle cosiddette SIS (scuole di specializzazione); come dire che anche chi ha già vinto un concorso ad hoc, può rifarlo daccapo, come se tutti i sacrifici fatti fino ad oggi (sia economici sia di tempo) per frequentare queste SIS non valessero nulla.
6) Aggiungiamo che i programmi sono un perfetto copia e incolla di quelli del concorso precedente, di ben 13 anni fa.
Veniamo allora al perché di questo concorso.
La situazione che è destinata a crearsi sarà la seguente: il concorso si farà, ma sarà inevitabile la bocciatura di esso da parte della Corte Costituzionale. Se la bocciatura della Corte Costituzionale arriverà prima che il concorso venga effettivamente espletato andrà tutto bene; ma, considerando che il governo farà di tutto per ritardare la decisione della Corte (che del resto è uno strumento dei poteri forti, e non va mai contro il potere costituito, salvo nei casi più eclatanti e macroscopici), è possibile che la decisione arrivi dopo che le procedure concorsuali saranno terminate, creando malcontento, rabbia, e ulteriori ricorsi e procedure giudiziarie, in coloro che hanno partecipato alle prove e le avranno – con fatica, spesa, e perdita di tempo – superate.
Tutti contro tutti, insomma, precari contro professori di ruolo, professori di ruolo contro altri professori di ruolo, in un caos che a tutti gioverà, tranne che a professori e studenti.
Monti, e con lui la squadra tecnica che ha preparato questo concorso, non può ignorare tutto ciò, e non può ignorarlo a maggior ragione ora che da tutta Italia sono state fatte notare a chi di competenza le assurdità di questo concorso. Perché dunque insistere in un concorso che non servirà ad altro che provocare un gran caos, con un quasi sicuro annullamento da parte della Corte Costituzionale?
E’ un caso? Non se ne sono accorti?
No.
Se ne sono invece accorti benissimo, ed era esattamente lo scopo che si prefiggeva Monti.
Prima di spiegare in dettaglio il fine reale del concorso, però, dobbiamo fare due premesse per chi non conosce la massoneria e il suo modo di comunicare ed agire.
Il linguaggio mediatico-massonico
La massoneria ha, tra i suoi principi, la tolleranza, il dubbio, la paziente ricerca della perfezione tramite la levigatura della pietra grezza. Per questo motivo, quando un massone dice una cosa con enfasi e con molta sicurezza, in realtà, simbolicamente, sta comunicando il contrario.
Ciò del resto è non solo una regola massonica, ma anche un regola psicologica per cui affermare una cosa con troppa sicurezza in genere è indice di insicurezza.
Quando il massone quindi afferma con enfasi qualche cosa, sta negando. Sta dicendo (consapevolmente) il contrario, lanciando un preciso messaggio in codice a chi lo ascolta.
Alcuni esempi.
Molti politici sotto inchiesta affermano spesso enfaticamente “ho fiducia nella giustizia”; questo nonostante le evidenze di una giustizia allo sfascio e completamente impotente a risolvere qualsiasi problema del paese, da quelli minimi a quelli massimi. In questi casi il politico non è scemo, come si potrebbe pensare; sta semplicemente affermando il contrario: “Col cazzo che ho fiducia nella giustizia, risolverò la cosa in altro modo”.
Ricordo quando Fassino, nel periodo in cui era ministro della giustizia, ad un evento commemorativo riguardo alla strage di Ustica, disse: “Prenderemo i colpevoli della strage”. Detto con questa sicurezza faceva un po’ ridere, visto che in Italia abbiamo avuto decine di stragi e mai nessun colpevole. Infatti, poco tempo dopo la frase demenziale di Fassino, hanno cambiato la legge sull’abuso di ufficio (art. 323 cp) e quei pochi generali dell’esercito che erano sotto inchiesta sono stati tutti assolti. Nessun colpevole per Ustica, quindi, e Fassino non poteva certo non prevederlo, dato che pure mia nonna novantenne disse: “Sì, col cazzo che li prenderanno”. E se ci arrivava mia nonna, forse poteva arrivarci pure Fassino.
Mitico fu anche il PM Vigna quando disse: “Non lasceremo nulla di intentato per prendere il Mostro di Firenze”. Detto da lui – che, come ho spiegato ampiamente in tempi non sospetti, cioè due anni fa, era uno degli assassini delle coppiette – la cosa assume un valore decisamente particolare.
Abbiamo poi le frasi storiche dei vari politici presi con le mani nella marmellata, del tipo: “Dobbiamo fare pulizia. Fuori i corrotti dalla politica”. Quando a dirlo sono Fini, D’Alema, ecc., i quali sanno perfettamente che il sistema è troppo corrotto per essere cambiato in poco tempo, viene solo da ridere. Ma in realtà loro stanno dicendo il contrario, e sanno benissimo il significato di quello che dicono.
Ricordo quando, prima del ritrovamento del cadavere di Yara Gambirasio, un’autorità disse: “Per noi Yara è viva”; quel giorno una persona che ascoltava la TV mi disse: “Allora vuole dire che è morta… che tristezza”.
Ci vuole poco, allora, a capire il motivo per cui i demenziali provvedimenti montiani sono stati denominati “salva-Italia”, nonostante tutti sappiano che la situazione finanziaria è troppo drammatica e che non si possa salvare alcunché, a meno di non voler uscire dall’Euro e riformare il sistema della moneta (cosa che, ovviamente, Monti si guarderà bene dal fare): perché quello è il documento fondamentale con cui si è accellerato lo sfascio dell’Italia.
Il fine di Monti
Il fine di Monti, lo abbiamo detto spesso, è sfasciare definitivamente il paese e preparare probabilmente una dittatura futura, che sarà invocata a gran voce dagli stessi cittadini stanchi di questo caos.
Detto in altre parole, Monti deve gettare l’Italia nel caos, il che non deve stupire tenendo conto che uno dei motti della massoneria è Ordo ab chao, ordine dal caos.
Del resto il premier l’ha dichiarato espressamente: l’Europa ha bisogno di crisi per far sì che si possa migliorare e andare avanti col progetto europeo.
E lo dichiara espressamente anche quando – conoscendo il linguaggio massonico – dichiara: “La crisi terminerà nel 2013; nel 2013 ci sarà la ripresa”; in tal caso sta dicendo: “Affosserò l’Italia definitivamente nel 2013”.
A questo punto è chiaro che il provvedimento riguardo il concorso nella scuola non è affatto una svista, una cialtronata, o un evento dovuto a ignoranza.
E’ in realtà un progetto sofisticato con cui il governo attuale riceve diversi vantaggi:
1) fa bella figura con la gente, che non capendo nulla di scuole e meccanismi concorsuali pensa che questo sia un provvedimento per creare lavoro;
2) crea il caos nella scuola, malcontento in tutti, precari, personale di ruolo, studenti, ecc.
Il fine generale di Monti è quindi aumentare il malcontento nella classe sociale dei professori – unitamente al malcontento di imprenditori, lavoratori, disoccupati e categorie varie – affinché l’Italia precipiti nel caos.
Il concorso è solo uno dei tanti tasselli del piano dei poteri forti per l’Italia e l’Europa in generale. Per poi, un giorno, riportare l’ordine.
Ordo Ab Chao, appunto.
Questo il testo del provvedimento di minchia di Monti: