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"IL MALE MINORE"

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A cura di Davide
Il 22 Agosto 2005
73 Views

blankIl comico si è trasferito su Internet dove riesce ad avere un contatto diretto con la gente

«Consiglio di votare a sinistra perché è il male minore. Lo dirò anche nel mio prossimo spettacolo, che si intitolerà proprio così, “Il male minore”».
Beppe Grillo è in vacanza in Toscana, a Bibbona, e da lì continua a tener d’occhio il mondo. «Rispetto alla Casa delle libertà provvisorie, per i cittadini è meglio la sinistra. Probabilmente per me no, ma per i cittadini di questa Repubblica degli zombie sì».

Repubblica degli zombie?

«Certo, la nostra classe politica è in agonia, il Paese è una Terra dei morti viventi: in realtà bisognerebbe candidare Romero abituato ai cadaveri che si muovono lentamente e prendono sempre accettate sulla testa»

Grillo, non crede nelle primarie?

«Non so che cosa vogliano dire, a che cosa servano. Vedo una persona come Bertinotti fare fogliettini con scritto “dimmi quello che vuoi”. Come sarebbe? Uno che si dichiara pronto a coordinare un Paese deve chiedere al Paese che cosa deve fare? Ma questo è proprio il contrario della politica. Poi c’è Prodi che crolla sul blog perché non lo capisce, dopo 15 giorni lo chiude perché non ce la fa a rispondere. D’Alema è fiero di essere un uomo dell’800, è contento di essere antipatico. E Rutelli nacque già pettinato, ma non voglio parlarne, non lo conosco. Sono tutti sempre in ritardo con la storia, non sanno nemmeno l’inglese, vanno ancora da Vespa».

Però…

«Però dico che la sinistra è il male minore perché almeno metterà fine alla privatizzazione a tutti i costi, alla miriade di finanziarie in Lussemburgo che provocano solo scompenso. Altro che Adam Smith tanto citato: se fosse vivo oggi fucilerebbe tutti questi finti capitalisti».

Finti?

«Non c’è capitalismo senza simmetria: se chi compra non ha le stesse informazioni di chi vende, allora è fregato. Sono trent’anni che viviamo in un regime di capitalismo fasullo. Produciamo zucchero sovvenzionato in Europa e mandiamo a puttane il Brasile, il Vietnam compra il riso dagli Stati Uniti e coltiva il caffè. L’economia è in rovina, il sogno è naufragato».

Ma che cos’è un capitalismo finto?

«Il sistema in cui uno con lo 0,33% di una finanziaria detiene la maggioranza di un’altra che a sua volta possiede magari la Telecom con 40 miliardi di debiti. Il sistema che si è mangiato i sogni, le speranze, il futuro di centinaia di migliaia di famiglie italiane» risponde Grillo.
«Faccio un altro esempio. Perché se io e te chiediamo un mutuo, magari per la casa, le banche ce lo hanno al 3% di interesse e se lo chiede la Fiat glielo fanno pagare il 6?».

Berlusconi è il male peggiore?

«Ma no, ha solo fatto credere a persone mediocri di essere un leader piuttosto che un signore basso che perde i capelli e ha grossi problemi familiari. Perché, se deve lavorare 14 ore al giorno – dice Grillo -, vuol dire che odia la famiglia. Che esempio può dare? E’ un perdente. Ci ho parlato una volta e mi è sembrato davvero una persona con pochi riflessi. Mi ha offerto 3 miliardi e mezzo, voleva comprare format americani di qui e di là. Allora gli ho chiesto: ma io devo spostarmi da Genova a Milano, chi mi paga le spese di viaggio? Mi ha risposto: “vediamo di fare un conto a parte”. Non si è accorto che era una battuta! Un uomo senza il senso dell’ironia non è molto intelligente».

Lo sa che qualcuno avanza la candidatura di don Andrea Gallo per le primarie?

«Don Gallo è un grande combattente, deve rimanere a fare la sua politica nelle strade. Come può pensare di entrare a far parte di un sistema dove c’è il genero di Caltagirone, Casini, che magari gli dice di star zitto? Il suo vivere da sacerdote in mezzo alla gente è la più alta espressione di politica e di cristianesimo». Anche il Papa è andato in mezzo ai giovani, a Colonia.
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«Ci sono rimasto malissimo – dice Grillo -. Mi ha ricordato Reagan quando scendeva dall’aereo e salutava guardando dritto nella telecamera. Ma quello che mi ha sconcertato davvero è stato lo sponsor del viaggio a Colonia: la Banca di Roma, del gruppo Capitalia ovvero Geronzi, la prima banca nel commercio delle armi. Che messaggio di pace può portare il Vaticano con uno sponsor così? Dovrebbe essere un esempio, anche come Stato: dovrebbe proporre le auto non inquinanti, acquistare solo caffè del commercio equo e solidale, stampare libri con carta riciclata, costruire chiese a basso impatto ambientale e consumi energetici limitati. Invece si fanno sponsorizzare dalla banca delle armi. Poi dicono che le chiese sono vuote. Sono vuote perché il messaggio di Gesù lo vediamo nelle azioni di don Gallo e don Ciotti».

Grillo, lei si candiderebbe?

«Solo se ci fosse una dittatura a termine, un paio d’anni per prendere tutti per gli orecchi. Ma altro che candidatura, noi siamo già oltre».
«Noi» sono gli «aggrillati», gli assidui frequentatori del suo sito che, secondo un sondaggio «vanta già un blog all’ottantottesimo posto nella classifica mondiale». «Siamo come un virus che sta dilagando. Noi partiamo dal basso perché la comunicazione è ormai questa: la notizia immediata con i telefonini e le foto in rete, i commenti dei blogger. L’intermediazione non ha più senso. La democrazia vera è diritto di conoscenza, altro che diritto di cittadinanza».
«E’ libertà di accesso gratuito alle informazioni, ed è questa la mia battaglia, anche contro Berlusconi che con un decreto legge proibisce la comunicazione digitale per vendere una tecnologia morta e sepolta, anche contro Maurizio Costanzo che fa lo spot per il decoder prodotto da Paolo Berlusconi e finanziato con i soldi pubblici».
«Io mi collego in rete grazie a un foglio elettronico che porto in tasca – spiega Grillo -. Lo sfioro con un dito e non ho bisogno neanche del mio computer. Trovo tutto quello che mi interessa. La rete è la memoria universale e la conoscenza non può essere sbarrata dai diritti d’autore. L’etere è di tutti, il cielo è di tutti».

Come spiega il successo del suo sito?

«Con la mia reputazione. Costruita in 30 anni di comunicazione. Reputazione, una parola che non usa più nessuno».

Fonte:www.lastampa.it
21.08.05

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