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La Redazione

 

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IL LINGUAGGIO DELLE PIPELINE

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A cura di Davide
Il 14 Settembre 2010
199 Views
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DI LARS SCHALL
chaostheorien.de

Nella seguente intervista lo storico Dr. Daniel Ganser dell’Università di Basilea, in Svizzera, risponde a domande connesse al “National Energy Policy Development Group” del 2001, al picco del petrolio (Oil Peak) e al collegamento con le pipeline dell’Asia centrale. Secondo il Dr. Ganser è molto dubbio che la NATO abbia successo in Afghanistan per poter costruire la proposta pipeline dal Turkmenistan al Pakistan/India.

Il Dr. Daniele Ganser, nato nel 1972, è uno storico e ricercatore sulla pace all’Università di Basilea, in Svizzera, ed è stato un ricercatore senior al Centre for Security Studies presso lo Swiss Federal Institute of Technology (ETH) di Zurigo. La sua ricerca si concentra sulla questione del picco del petrolio, guerre delle risorse, la cosiddetta “guerra al terrore”, e geostrategia. Egli è inoltre autore dell’originale libro “NATO’s Secret Armies: Operation GLADIO and Terrorism in Western UErope” (Le armate segrete della NATO: operazione GLADIO e terrorismo in UEropa occidentale) (Routledge, February 2005).

Dr. Ganser, nella primavera del 2001 si riunì alla Casa Bianca il “National Energy Policy Development Group“, NEPDG. I documenti e gli appunti della “Energy Task Force” sono inaccessibili. C’è ragione di credere che questi documenti contengano informazioni specifiche e dettagliate riguardo le riserve globali di petrolio e gas ? E se è così, non sarebbe necessario e urgente pubblicare questi documenti, dato che in particolare le informazioni ufficiali sulle riserve di energia, con le quali per esempio opera la IEA (International Energy Agency), non sembrano essere attendibili ?

Infatti, sarebbe molto interessante se i documenti del NEPDG fossero disponibili a scopo di ricerca. Ritengo che il NEPDG discusse approfonditamente il problema del picco del petrolio – la questione su quando sarà raggiunto il massimo della produzione globale di petrolio. Il vice presidente Dick Cheney in qualità di passato CEO della Halliburton ha una visione molto chiara del problema del picco del petrolio. Lui sa che in molte regioni e nazioni in tutto il mondo la produzione di petrolio è in declino. Inoltre, sappiamo che il NEPDG ha esaminato attentamente e discusso la questione dei campi petroliferi in Iraq, la quale – secondo la mia opinione – ha influenzato direttamente lo scoppio della guerra in Iraq a marzo 2003.

Le cifre della IEA fornite nel World Energy Outlook (WEO) – avete proprio ragione su ciò – hanno portato enorme incertezza fra gli esperti. Primo, la IEA dichiarò che sarebbe possibile incrementare la produzione petrolifera fino al 2030 a 120 milioni di barili al giorno (mbd), partendo dagli 85 bpm odierni. Quindi: nessun picco in vista nel prossimo futuro. Tuttavia, appena poco tempo dopo queste cifre furono aggiustate verso il basso, nel WEO 2009 a 105 bpm. Ora un membro della IEA dichiara che anche questa cifra non è corretta e che il mondo non sarà mai capace di produrre più di 90/95 bpm. Quindi, c’è una considerevole confusione sulle cifre della IEA e il picco sembra essere più vicino di quanto molta gente pensa e il NEPDG ha probabilmente anticipato questa evoluzione.

A parte il dibattito corrente sulla reale esistenza del picco del petrolio: possiamo credere che gente come Dick Cheney e Matthew Simmons pensavano che lo fosse quando si è riunito il NEPDG? E potrebbe essere possibile – benché mai ammesso ufficialmente – che questo sia stato il motivo principale del meeting in modo da discutere su come affrontare questo problema in avvenire ?

Sì, credo sia possibile. Il picco è certamente reale, il petrolio è limitato, almeno per gli spazi temporali ai quali possiamo pensare. Se avessimo tempo per milioni di anni il petrolio sarebbe rinnovabile. Ma non è così. Ora, è solo una questione della tempistica di come affrontare il cambiamento. Al momento appare che le energie rinnovabili non siano in grado di colmare il vuoto che creerà il picco del petrolio. Naturalmente, ho letto della teoria abiotica [teoria secondo la quale il petrolio no è di origine fossile ma si crea continuamente da origine minerale per la temperatura e la pressione a grandissime profondità e tracima da lì nei giacimenti conosciuti a livelli più alti in continuazione. ndt], che, tuttavia, non mi convince.

Ma se ora la prendiamo sul serio…

… allora il punto principale è: se il petrolio non può fluire nei vecchi giacimenti abbastanza velocemente la loro produzione crolla. Questo è visibile.

Nella primavera del 2001 i militari USA fecero i piani dell’invasione dell’Afganistan, questo significa per primo: durante il convegno della cosiddetta Energy Task Force; secondo: molti mesi prima dell’attacco dell’11 settembre. Quale ruolo giocò il progetto della doppia pipeline che era pianificato dal mar Caspio alla costa Pakistana?

Il progetto per la costruzione della pipeline dal Turkmenistan attraverso Afghanistan e Pakistan fino all’Oceano Indiano (TAPI) fu firmato dal governo Karzai nel 2002. Per quanto si voglia costruire la pipeline, tuttavia, ciò al momento non è reso possibile a causa della guerra che destabilizza il Paese.
Dal punto di vista di Usa e UE la pipeline è importante in quanto essa permette il trasporto di petrolio e gas dal Mar Caspio senza attraversare la Russia al nord o l’Iran al sud. Incidentalmente, questa fu anche il motivo per la costruzione della Pipeline Baku-Tiblisi-Cheyhan (BTC), che fu aperta nel 2006 e che conduce dall’Azerbaigian verso ovest fino alla Turchia e al Mar Mediterraneo. È molto importante osservare da una prospettiva globale la costruzione delle pipeline. Questo “linguaggio delle pipeline” è di gran lunga più chiaro della propaganda bellica che cerca di produrre confusione.

I progetti di pipeline e l’abbondanza di energia e altre risorse minerarie che possono essere trovate in quella regione hanno un ruolo nel fatto che la guerra in Afganistan è ancora in corso? Per dirla in altre parole: gli USA e gli altri membri della NATO possono permettersi di vincere la guerra con un trattato di pace che li costringa ad abbandonare le loro posizioni ?

In Germania, quasi nessuno parla di queste pipeline. Ma secondo me sono un motivo importante per la guerra che USA e NATO stanno conducendo in Afghanistan. Non penso sia molto probabile che la NATO vincerà la guerra; il popolo afgano non accetta un’occupazione; questo fu sperimentato anche da britannici e russi. Inoltre gli afgani coltivano la vendetta e tengono conto con gran cura delle loro perdite. Per ogni morto afgano di uno dei loro clan essi vogliono ammazzare un soldato NATO.

Se a dispetto di questi problemi di sicurezza sia ciononostante possibile costruire una pipeline e se un governo fantoccio sarà in grado di tutelarla rimane da vedere. È anche possibile che la pipeline non venga mai costruita e che USA e Germania, così come gli altri Paesi della Nato perdano in Afganistan. Oppure è possibile che il Turkmenistan venda il suo gas alla Cina e costruisca un’altra pipeline assieme ai cinesi. C’è da vedere quale sarà il risultato di questa lotta per l’energia.

Sarebbe comunque importante che il nuovo governo tedesco si pronunci a proposito dei piani delle pipeline e sul loro impatto sulla guerra. Non ho ancora visto niente a riguardo. In Germania è quasi un tabù parlare delle pipeline, perché ciò contraddice la retorica ufficiale della guerra. Solo dopo aver lasciato i loro incarichi pubblici anche i politici tedeschi s’impegnano nel “global pipeline game” come Gerhard Schröder per la North Stream Pipeline dei russi e Joschka Fischer per la pipeline Nabucco della UE. Questo è certo.

Lars Schall
Fonte: www.chaostheorien.de
Link: http://www.chaostheorien.de/dossier/-/asset_publisher/Udr2/content/the-language-of-pipelines?redirect=%2Fdossier
11.09.2010

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ETTORE MARIO BERNI

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