DI GIANLUCA BIFOLCHI
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Joseph Campbell è un celebre studioso del mito greco che, prendendo a prestito da C. G. Jung la nozione di archetipo, ha esaminato le vecchie storie di Ercole, Giasone, Medea, Teseo eccetera alla ricerca di elementi comuni.
La sua conclusione è che dietro la variabilità delle forme vi sono dei temi costanti, e questi si identificano con i ruoli svolti nel racconto dai diversi personaggi. Questi ruoli sono appunto gli archetipi, e a essi Campbell assegna nomi suggestivi: l’Eroe, l’Ombra, il Guardiano della Soglia, il Mutaforme, e così via.
Ogni narrazione passa poi per fasi anch’esse ricorrenti: Richiamo dell’Avventura, la Prova Centrale, la Via del Ritorno, Ritorno con l’Elisir, eccetera. Una sequenza che si ripete.
Ogni storia risulta dall’interazione dei diversi archetipi tra di loro nelle coordinate spaziotemporali date dalle varie fasi narrative.
Io non ho letto niente di Joseph Campbell ma conosco il suo lavoro indirettamente dalla rielaborazione che ne fa Chris Vogler in un libro pubblicato anche in Italia “Il viaggio dell’eroe” (Dino Audino Editore, € 16,50).
Chris Vogler è un personaggio interessante. Di professione fa lo story analyst per Hollywood. Questo significa che grandi major come la Warner Bros o la 20th Century Fox gli danno in lettura le proprie sceneggiature per sapere se vale la pena farci un film. Vogler analizza i punti di forze e di debolezza delle storie e dà il suo parere. E’ una persona che di storie se ne intende, perché ne ha analizzate a migliaia.
Nel libro che ho citato Vogler fa suoi i concetti di Campbell (dando pieno credito al maestro) per spiegare cos’è che fa andare un romanzo nella lista dei bestseller del New York Times, o cosa fa di un film di Hollywood un blockbuster.
La tesi di Vogler è che gli sceneggiatori e i romanzieri che vogliono avere successo devono raccontare le loro storie come gli antichi greci raccontavano i miti, almeno secondo la spiegazione che ne dà Campbell.
Raccomando il libro, e forse lo dovrei recensire su Amazon.
La ragione per cui lo cito ora, comunque, mescolando miti e archetipi con i fatti dell’Iran, è che sfogliando il libro ho avuto un’illuminazione sulle derive mentali del complottismo.
Da una lunga esperienza so che è inutile cercare di smuovere un cervello complottista dalla ubris eurocentrica di credere che se milioni di iraniani stanno mettendo in discussione il clerico-fascismo del loro paese è perché stanno reagendo pavlovianamente agli stimoli della CIA e del Mossad. Non c’è argomento che indurrà il complottista ad abbandonare questa sciocchezza.
Ma questo lo sapevo già.
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Adesso, grazie al libro che ho citato, capisco un po’ meglio il perché.
La logica complottista non è una logica affine a quella del discorso storiografico (o anche solo cronistico), dove è il peso empirico di un dato, valutato spassionatamente, a spingere le conclusioni in una direzione o nella direzione opposta.
La logica complottista è una logica di coerenza narrativa. Se esaminassimo molte teorie del complotto con gli strumenti che Vogler applica a film come Guerre Stellari, Il Mago di Oz, Il silenzio degli innocenti, Via col vento, eccetera, probabilmente potremmo trovare strutture analoghe, sotto forma di archetipi e di sequenze narrative.
Un dato nuovo che viene a inserirsi in una narrativa complottista viene soppesato non per il suo valore di verità, ma solo per verificare se conferma un precedente archetipo o se è in sincronia con una data fase dell’intreccio. Se il test è positivo il dato viene accettato, altrimenti viene ignorato o deformato fino al grottesco.
Ribadisco, il complottista non è in cerca di descrizioni di eventi, ma solo di forme narrative coerenti che sovrappongono un significato agli eventi. Una probabile eredità del mito antico.
PS. Nel mito e nel folklore compare spesso un oggetto magico attorno a cui si distende una ricerca. Credo che il più celebre di tutti sia il Santo Graal. Per mio divertimento cercherò di capire qual è il Santo Graal dei complottisti. Se arrivo a qualche conclusione amena ne riparleremo qui per farci due risate. Intanto sono graditi altri contributi, purché non troppo seri.
Gianluca Bifolchi
Fonte: http://subecumene.wordpress.com/
Link: http://subecumene.wordpress.com/2009/07/01/il-graal-la-cia-il-mossad-e-lelisir-complottista/
1.07.2009