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IL GOVERNO USA MINACCIATO DA TUTTI QUELLI CHE FANNO DOMANDE SULLA SUA EGEMONIA

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A cura di supervice
Il 14 Settembre 2011
32 Views

FONTE: Washington’s Blog

L’influente think tank

neo-con Project for a New American Century (PNAC) ha illustrato nel

2000 che gli USA avrebbero dovuto usare la forza militare per assicurarsi

della propria egemonia militare globale. Le guerre di Bush-Cheney in

Iraq e altrove erano basate in larga parte sugli argomenti del PNAC.

E Obama ha promosso

le stesse considerazioni

e in pratica non ha cambiato niente.
Rivalità economica: una base per un conflitto?

Il Segretario della Difesa (ed ex direttore della CIA) Leon Panetta potrebbe aver suggerito la scorsa settimana che Brasile, Russia, India e Cina (i paesi BRIC) siano una minaccia per gli Stati Uniti perché vanno bene economicamente, mentre gli USA non stanno facendo altrettanto:

Anche se il terrorismo rimane una minaccia alla sicurezza nazionale, è rafforzato dagli attacchi informatici, dalle forniture di armi nucleari e dal numero maggiore di potenze presenti nel mondo, ha riferito il Segretario della Difesa Leon E. Panetta in un’intervista trasmessa

la scorsa notte.

[…]

“Stiamo vivendo in

un mondo in cui ci sono potenze in crescita, paesi come Cina, Brasile

e India, per non menzionare ovviamente la Russia e anche altri, che

bisogna affrontare non solo cooperando tra loro, ma rendendoci sicuro

che non andranno a minare la stabilità

del mondo”, ha aggiunto.

Panetta ha detto che

il suo ruolo nel gestire queste minacce

è quello di guidare il Dipartimento della Difesa in una protezione

nazionale efficace.

“Riguarda solo il

compito di svolgere il proprio servizio, come i nostri uomini e le nostre

donne che devono poi spostarsi e compiere la propria missione”, ha

detto il segretario.

Le affermazioni di Panetta potrebbero

implicare che gli Stati Uniti vogliano usare la forza – ad esempio,

“uomini e donne in uniforme […] per spostarsi e compiere la propria

missione” – per poter fornire una “protezione nazionale efficace”

contro la minaccia che i paesi BRIC portano alla “stabilità del mondo”,

ad esempio il dominio economico USA.

Speriamo di non aver ben compreso i

suoi commenti.

Ma la guerra in Iraq è stata

combattuta per il petrolio, secondo Alan

Greenspan, John McCain, George

W. Bush, Sarah Palin, a un

alto funzionario del National Security Council

e altri.

L’ex direttore della CIA George Tenet

ha riferito che la Casa Bianca voleva

invadere l’Iraq molto prima dell’11 settembre e ha aggiunto

“stronzate” nelle sue giustificazioni per invaderlo, mentre l’ex Segretario del Tesoro Paul

O’Neill ha

detto che Bush aveva pianificato

la guerra in Iraq prima dell’11 settembre. (Sembra proprio che il

governo abbia progettato la guerra in Afghanistan e gran parte delle

nostre attuali politiche militari e di intelligence prima dell’11

settembre. Vedi questo, questo e questo).

Quindi le ragioni pronunciate dal governo

per la guerra fanno acqua da tutte le parti.

Ed ecco come Ellen Brown ha parlato su Asia Times delle guerre dell’Occidente

in Iraq, in Libia e in qualunque altro luogo dove i dirigenti hanno

sfidato la supremazia del dollaro e delle banche occidentali:

Più

tardi, lo stesso generale ha detto che avevano pianificato di rovesciare

sette paesi in cinque anni: Iraq, Siria, Libano, Libia, Somalia, Sudan

e Iran.

Cosa hanno in comune

questi sette Paesi? Nel contesto del settore bancario, la cosa che salta

agli occhi è che nessuno di loro è

tra le 56 banche membri della Banca per i Regolamenti Internazionali

(BIS). Tutto ciò le porta fuori dalla portata del braccio regolatore

della banca centrale delle banche centrali presente in Svizzera.

I peggiori del lotto

potrebbero essere Libia e Iraq, i due che sono stati davvero attaccati.

Kenneth Schortgen Jr, che scrive su Examiner.com, ha evidenziato che

“sei mesi prima che gli USA si muovessero in Iraq per abbattere Saddam

Hussein, questa nazione petrolifera aveva preso l’iniziativa di accettare

gli euro invece dei dollari per il petrolio, e questo era diventato

una minaccia per il predominio globale del dollaro come moneta di riserva,

e il suo potere come petrodollaro.”

Come riportato in un

articolo russo intitolato “Il bombardamento della Libia: una punizione

di Gheddafi per il suo tentativo di rifiutare il dollaro”, Gheddafi

made ha fatto una mossa altrettanto audace: ha avviato un movimento

per rifiutare il dollaro e l’euro e ha fatto appello alle nazioni

arabe e africane per utilizzare una nuova divisa, il dinaro d’oro.

Gheddafi aveva suggerito di istituire un continente africano unito,

con i suoi 200 milioni di abitanti che usano una sola moneta.

[…]

E questo ci riporta

al guazzabuglio della banca centrale libica. In un articolo postato

su Market Oracle, Eric Encina ha osservato:

Un fatto quasi mai menzionato

dai politici occidentali e dagli esperti dei media: la Banca Centrale

Libica è al 100% di proprietà

dello stato […] Al momento, il governo libico emette la sua moneta,

il dinaro libico, dagli impianti della sua banca centrale. Pochi hanno

affermato che la Libia è una nazione sovrana con grandi risorse, capace

di sostenere il proprio destino economico. Uno dei maggiori problemi

dei cartelli bancari globalisti è

che, per poter fare affari in Libia, devono aver a che fare con la Banca

Centrale Libica e la sua divisa nazionale, un luogo in cui hanno potere

o influenza uguale a zero. Per questo, il chiudere la Banca Centrale

della Libia non comparirà nei discorsi di Obama, Cameron e Sarkozy

ma è sicuramente in cima al programma globalista per assorbire la Libia

nell’alveare delle nazioni accondiscendenti.

John Perkins si dice davvero d’accordo.

**********************************************

Fonte: Does the American Government Consider Economic Rivalry to Be A Justification For War?

13.09.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

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