FONTE: Washington’s Blog
L’influente think tank
neo-con Project for a New American Century (PNAC) ha illustrato nel
2000 che gli USA avrebbero dovuto usare la forza militare per assicurarsi
della propria egemonia militare globale. Le guerre di Bush-Cheney in
Iraq e altrove erano basate in larga parte sugli argomenti del PNAC.
E Obama ha promosso
le stesse considerazioni
e in pratica non ha cambiato niente.
Rivalità economica: una base per un conflitto?
Il Segretario della Difesa (ed ex direttore della CIA) Leon Panetta potrebbe aver suggerito la scorsa settimana che Brasile, Russia, India e Cina (i paesi BRIC) siano una minaccia per gli Stati Uniti perché vanno bene economicamente, mentre gli USA non stanno facendo altrettanto:
Anche se il terrorismo rimane una minaccia alla sicurezza nazionale, è rafforzato dagli attacchi informatici, dalle forniture di armi nucleari e dal numero maggiore di potenze presenti nel mondo, ha riferito il Segretario della Difesa Leon E. Panetta in un’intervista trasmessa
la scorsa notte.
[…]
“Stiamo vivendo in
un mondo in cui ci sono potenze in crescita, paesi come Cina, Brasile
e India, per non menzionare ovviamente la Russia e anche altri, che
bisogna affrontare non solo cooperando tra loro, ma rendendoci sicuro
che non andranno a minare la stabilità
del mondo”, ha aggiunto.
Panetta ha detto che
il suo ruolo nel gestire queste minacce
è quello di guidare il Dipartimento della Difesa in una protezione
nazionale efficace.
“Riguarda solo il
compito di svolgere il proprio servizio, come i nostri uomini e le nostre
donne che devono poi spostarsi e compiere la propria missione”, ha
detto il segretario.
Le affermazioni di Panetta potrebbero
implicare che gli Stati Uniti vogliano usare la forza – ad esempio,
“uomini e donne in uniforme […] per spostarsi e compiere la propria
missione” – per poter fornire una “protezione nazionale efficace”
contro la minaccia che i paesi BRIC portano alla “stabilità del mondo”,
ad esempio il dominio economico USA.
Speriamo di non aver ben compreso i
suoi commenti.
Ma la guerra in Iraq è stata
combattuta per il petrolio, secondo Alan
Greenspan, John McCain, George
W. Bush, Sarah Palin, a un
alto funzionario del National Security Council
e altri.
L’ex direttore della CIA George Tenet
ha riferito che la Casa Bianca voleva
invadere l’Iraq molto prima dell’11 settembre e ha aggiunto
“stronzate” nelle sue giustificazioni per invaderlo, mentre l’ex Segretario del Tesoro Paul
O’Neill ha
detto che Bush aveva pianificato
la guerra in Iraq prima dell’11 settembre. (Sembra proprio che il
governo abbia progettato la guerra in Afghanistan e gran parte delle
nostre attuali politiche militari e di intelligence prima dell’11
settembre. Vedi questo, questo e questo).
Quindi le ragioni pronunciate dal governo
per la guerra fanno acqua da tutte le parti.
Ed ecco come Ellen Brown ha parlato su Asia Times delle guerre dell’Occidente
in Iraq, in Libia e in qualunque altro luogo dove i dirigenti hanno
sfidato la supremazia del dollaro e delle banche occidentali:
Più
tardi, lo stesso generale ha detto che avevano pianificato di rovesciare
sette paesi in cinque anni: Iraq, Siria, Libano, Libia, Somalia, Sudan
e Iran.
Cosa hanno in comune
questi sette Paesi? Nel contesto del settore bancario, la cosa che salta
agli occhi è che nessuno di loro è
tra le 56 banche membri della Banca per i Regolamenti Internazionali
(BIS). Tutto ciò le porta fuori dalla portata del braccio regolatore
della banca centrale delle banche centrali presente in Svizzera.
I peggiori del lotto
potrebbero essere Libia e Iraq, i due che sono stati davvero attaccati.
Kenneth Schortgen Jr, che scrive su Examiner.com, ha evidenziato che
“sei mesi prima che gli USA si muovessero in Iraq per abbattere Saddam
Hussein, questa nazione petrolifera aveva preso l’iniziativa di accettare
gli euro invece dei dollari per il petrolio, e questo era diventato
una minaccia per il predominio globale del dollaro come moneta di riserva,
e il suo potere come petrodollaro.”
Come riportato in un
articolo russo intitolato “Il bombardamento della Libia: una punizione
di Gheddafi per il suo tentativo di rifiutare il dollaro”, Gheddafi
made ha fatto una mossa altrettanto audace: ha avviato un movimento
per rifiutare il dollaro e l’euro e ha fatto appello alle nazioni
arabe e africane per utilizzare una nuova divisa, il dinaro d’oro.
Gheddafi aveva suggerito di istituire un continente africano unito,
con i suoi 200 milioni di abitanti che usano una sola moneta.
[…]
E questo ci riporta
al guazzabuglio della banca centrale libica. In un articolo postato
su Market Oracle, Eric Encina ha osservato:
Un fatto quasi mai menzionato
dai politici occidentali e dagli esperti dei media: la Banca Centrale
Libica è al 100% di proprietà
dello stato […] Al momento, il governo libico emette la sua moneta,
il dinaro libico, dagli impianti della sua banca centrale. Pochi hanno
affermato che la Libia è una nazione sovrana con grandi risorse, capace
di sostenere il proprio destino economico. Uno dei maggiori problemi
dei cartelli bancari globalisti è
che, per poter fare affari in Libia, devono aver a che fare con la Banca
Centrale Libica e la sua divisa nazionale, un luogo in cui hanno potere
o influenza uguale a zero. Per questo, il chiudere la Banca Centrale
della Libia non comparirà nei discorsi di Obama, Cameron e Sarkozy
ma è sicuramente in cima al programma globalista per assorbire la Libia
nell’alveare delle nazioni accondiscendenti.
John Perkins si dice davvero d’accordo.
Fonte: Does the American Government Consider Economic Rivalry to Be A Justification For War?
13.09.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE