Il 18 marzo dovrebbe passare alla storia come il “giorno della vergogna” nella politica estera dell’imperialismo spagnolo. Quel giorno, il regime marocchino ha reso pubblica la lettera indirizzata da Pedro Sánchez a Mohamed VI, datata 14 marzo, in cui il presidente spagnolo cede alle pressioni alawite:
Riconosco l’importanza della questione del Sahara occidentale per il Marocco e gli sforzi seri e credibili, nel quadro delle Nazioni Unite, per trovare una soluzione reciprocamente accettabile. A questo proposito, la Spagna considera la proposta marocchina d’autonomia presentata nel 2007 come la base più seria, credibile e realistica per la risoluzione di questa controversia
Un nuovo episodio della costante fellonia dello stato spagnolo nei confronti del popolo saharawi, nascondendo la verità al popolo. Giorni dopo, abbiamo appreso le argomentazioni del PSOE per bocca del ministro degli Esteri, José Manuel Albares, già ambasciatore spagnolo presso la Repubblica francese (guarda caso), e nella conferenza stampa del presidente del governo durante il suo viaggio lampo a Ceuta. In breve, l’argomento si basa su tre assi: la Spagna adotta la stessa posizione di altre potenze europee come la Francia e la Germania; cerca una soluzione realistica al conflitto, nella misura in cui l’autodeterminazione del popolo saharawi non è praticabile; e l’integrità territoriale della Spagna è garantita, con riferimento alle enclavi di Ceuta e Melilla.
Il primo di questi assi, usato come argomento di autorità, si basa sulla premessa che la posizione francese e tedesca sia quella corretta. Ovviamente, senza analizzare questa posizione, la sua ingiustizia nei confronti del popolo saharawi o le sue possibili contraddizioni con gli interessi del popolo spagnolo. Il secondo asse contiene una manipolazione evidente. Dopo la tregua firmata nel settembre 1991 tra il Marocco e il Fronte Polisario, il piano di pace dell’ONU prevedeva un referendum sull’autodeterminazione da tenersi nel 1992. In effetti, non è stato possibile. Ma non è stato possibile a causa del boicottaggio del regime marocchino, che è stato direttamente responsabile del mancato rispetto delle risoluzioni dell’ONU dal 1970, prima con la complicità del regime di Franco e poi con la complicità di tutti i governi spagnoli fino ad oggi.
Soffermiamoci sul terzo argomento: preservare l’integrità territoriale della Spagna, perché qui, in realtà, si trovano le chiavi della capitolazione del governo spagnolo. La crisi diplomatica con il regime marocchino, in seguito all’arrivo in Spagna del cittadino spagnolo e presidente della Repubblica Democratica Araba Sahrawi, Brahim Gali, nel 2021, per essere curato per i suoi problemi di salute, è stata usata come pretesto per la crisi. La monarchia alawita ha usato migliaia di cittadini migranti come arma per aumentare la pressione su Ceuta e Melilla, ha chiuso le frontiere con il pretesto della pandemia e ha richiamato il suo ambasciatore a Madrid. Il conflitto è stato servito come parte delle contraddizioni tra le oligarchie dei due paesi.
Il Marocco non ha mai rinunciato e mai rinuncerà alla sovranità su Ceuta, Melilla e il resto delle enclavi spagnole in quello che considera il suo territorio. A sua volta, nella sua aspirazione a risalire la piramide imperialista, il Marocco ha da tempo intensificato la sua politica espansionistica facendo affidamento sulla sua alleanza con gli Stati Uniti.
Gli accordi militari con gli Stati Uniti e le esercitazioni Leone d’Africa 2021, a cui hanno partecipato altri cinque paesi, realizzate nel mezzo di una crisi diplomatica tra la Spagna e il Marocco, hanno causato le vertigini nel governo spagnolo. Bisogna ricordare che gli accordi di adesione della Spagna alla NATO non fanno riferimento a Ceuta e Melilla, che gli Stati Uniti hanno basi nel sud della Spagna a Rota e Morón, e che la colonia britannica di Gibilterra è di grande importanza militare.
A sua volta, dal 2020, il Marocco ha intensificato la sua pressione sulle isole Canarie, approvando due leggi con le quali estende unilateralmente le sue acque territoriali appropriandosi dello spazio marittimo del Sahara occidentale (e delle sue zone di pesca) e minacciando le acque delle isole Canarie. E questa non è una semplice minaccia. Infatti, nella sua nuova alleanza con il regime sionista d’Israele, il Marocco ha annunciato un accordo bilaterale per esplorare le riserve di petrolio e di gas che esistono proprio in queste acque.
In questo contesto, completato dalla crisi energetica e dallo scoppio della guerra in Ucraina, ciò che il governo spagnolo ha fatto è semplicemente cedere. Ha consegnato definitivamente il popolo saharawi al suo destino, trattandolo come una semplice pedina in una complicata partita a scacchi in cui la Spagna gioca sulla difensiva da più di quattro decenni, sottomessa agli interessi imprenditoriali di coloro che da decenni saccheggiano le risorse saharawi e traggono enormi profitti dai loro affari con il Marocco, compresa la Casa Reale e l’industria spagnola delle armi.
Finché le relazioni tra Spagna e Marocco saranno basate su una logica imperialista, non ci sarà una soluzione pacifica e duratura del conflitto. Sostenere che la rinuncia completa della Spagna al suo ruolo legittimo nel processo di decolonizzazione del Sahara occidentale, sacrificando il fraterno popolo saharawi, in “accordi segreti” che dovrebbero garantire l’integrità territoriale è puerile, un crimine contro l’umanità e, se posso dirlo, contro la patria.
L’attuale governo spagnolo, presentato al nostro popolo come il più progressista della storia, non è altro che un governo di burattini dei monopoli e delle potenze straniere. Nella lotta del popolo Saharawi, che continuerà, si esprime il futuro di quell’altra Spagna che solo i lavoratori possono costruire.
Di Raúl Martínez, nuevo-rumbo.es
15/04/2022
link fonte: https://www.nuevo-rumbo.es/2022/04/15/el-gobierno-espanol-entrega-el-sahara-occidental-al-regimen-marroqui/
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
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Pubblicato da Jacopo Brogi per ComeDonChisciotte.org