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IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE ‘BENEDICE’ LO YUAN CINESE, MA IL DOLLARO HA ANCORA UN PERICOLOSO PREDOMINIO

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A cura di Davide
Il 1 Dicembre 2015
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DI AMBROSE EVANS-PRITCHARD

telegraph.co.uk

‘Il mondo finanziario dollaro-centrico ha creato delle potenti e sinistre distorsioni’, ha dichiarato la ‘SLJ Macro’. Il mondo sarà più sicuro quando lo yuan cinese sarà diventato maggiorenne.

Lo yuan cinese sarà aggiunto al ‘paniere delle valute elitarie’ del Fondo Monetario Internazionale, aprendo la strada ad un aumento dei flussi d’investimento che potrebbe scuotere il sistema finanziario globale.

Questa svolta segna la fine di un’epoca caratterizzata dal malsano dominio del dollaro, che non è stato in grado di tenere il passo dei drammatici cambiamenti dell’economia mondiale, indebolendo il controllo occidentale sui meccanismi e sulle regole dei mercati globali.

Lo yuan diventerà la quinta moneta facente parte del paniere dei ‘diritti speciali di prelievo” del FMI [DSP – https://it.wikipedia.org/wiki/Diritti_speciali_di_prelievo]”, a fianco del dollaro, dell’euro, della sterlina e dello yen giapponese.

Il Fondo ha ritenuto che lo yuan possa essere usato liberamente, anche se la Cina applica tutt’ora uno stretto controllo sui capitali e ha mal gestito il crollo del mercato azionario di Shanghai, all’inizio di quest’anno. La decisione del FMI è stata chiaramente una mossa politica, volta a cooptare la Cina nel board della governance globale.

David Marsh, del forum monetario OMFIF, ha sostenuto che è la prima volta che un ‘paese in via di sviluppo’ viene legittimato fino a questi livelli e che questo porterà ad un cambiamento epocale nella bilancia del potere globale: “L’acquiescenza degli Stati Uniti al riguardo di questa scelta epocale è il riconoscimento che la marcia della Cina verso il vertice dell’economia mondiale è inarrestabile”.

Christine Lagarde, Direttore Generale del FMI, ha detto a sua volta che l’impulso cinese verso le riforme porterà ad un “sistema monetario e finanziario più robusto”.

Stephen Jen, della ‘SLJ Macro Partners’, ha affermato che il Premier Li Keqiang e i riformatori della Banca Centrale Cinese stanno usando la spinta del Fondo Monetario Internazionale – con il fascino del suo prestigio mondiale – per sconfiggere gli interessi che si sono costituiti all’interno del Partito Comunista e per spingere in favore di politiche di libero mercato che altrimenti sarebbero impossibili.

Egli ha detto che “… questo progetto non è affatto velleitario”. Questa mossa, a suo parere, è stata un atto di furbizia per avere la meglio sugli avversari, indotti ad accettare un impegno che a prima vista appare simbolico e innocuo ma che comporta, nella realtà, una serie di passaggi di vasta portata che servirà ad aprire il sistema finanziario cinese.

In altre parole, è una rivoluzione economica fatta di nascosto ed il mondo sarà un posto molto più sicuro se andrà in porto. Il Sig. Jen ha dichiarato che il sistema monetario globale è diventato terribilmente sbilanciato. E’ un edificio finanziario basato sull’egemonia del dollaro, con un record di prestiti transfrontalieri pari a 9.000 miliardi di dollari, la maggior parte dei quali al di fuori della giurisdizione degli Stati Uniti.

Ed ha concluso sostenendo che il mondo non è mai stato così dollarizzato: “Questo mondo finanziario dollaro-centrico ha creato delle potenti ed inquietanti distorsioni”. E’ stata una delle cause della sovrabbondanza di ‘risparmio globale’ prima della crisi della Lehman, risparmio che ha poi invaso i ‘mercati emergenti’ attraverso l’eccesso di liquidità creato dalla Federal Reserve degli Stati Uniti – processo che attualmente è in fase di regressione.

Questo ‘dollar standard’ globale è incompatibile con un sistema di trading multipolare, dove molti degli stessi ‘mercati emergenti’ sono dipendenti più dall’economia cinese che dalla ‘domanda’ degli Stati Uniti. Finanza e commercio sono palesemente disallineati.

La Cina, tuttavia, dovrà affrontare dei rischi enormi nel tentativo di aprire il suo sistema e liberare lo yuan. Nessuno sa se i capitali usciranno dal paese o, al contrario, vi affluiranno – e se tutto questo creerà dei problemi.

Yang Zhao, della Nomura, ha detto che ci sono 17.300 miliardi di dollari seduti nei ‘conti di deposito’ cinesi e che una grossa fetta è di proprietà dei cinesi ricchi, che saranno autorizzati a possedere fino alla metà dei loro beni in titoli, obbligazioni e immobili esteri – secondo lo schema di liberalizzazione ‘QDII2’ [http://www.kwm.com/en/knowledge/insights/qdii2-china-investors-offshore-funds-ftz-20151026].

I mercati restano comunque diffidenti per il rischio di una fuga dei capitali, dopo lo spavento che si son presi con la svalutazione dello scorso mese di Agosto, che cominciò con un esodo di ‘denaro caldo’ e costrinse le autorità a difendere lo yuan – fra l’altro, la polizia lanciò un attacco contro le ‘banche-ombra’, accusate di contrabbandare denaro all’estero.

Diana Choyleva, della ‘Lombard Street Research’, ha detto che potrebbe esserci un ‘fiume di deflussi’ non appena la Cina alzerà le barriere, scatenando una svalutazione dello yuan che potrebbe portare uno shock deflazionistico nell’economia mondiale: “Sarà quello il momento del massimo pericolo”.

Gli analisti affermano che il denaro in attesa di partire ammonta a circa 2.200 miliardi di dollari – ma potrebbe essere anche di più – e che la situazione potrebbe precipitare verso una nuova crisi.

Le autorità lo sanno assai bene e stanno mantenendo uno stretto controllo sul tasso di cambio, dopo essersi bruciate le dita la scorsa Estate – su base ponderata, lo yuan è stato stabile negli ultimi quattro mesi. Tuttavia, questa stabilizzazione monetaria è insostenibile.

Il Sig. Jen ha detto che la Cina si trova a dover affrontare la ‘Impossible Trinity’: non si può avere allo stesso tempo una politica monetaria indipendente, un certo obbiettivo di cambio e una perfetta mobilità dei capitali [http://www.treccani.it/enciclopedia/modello-di-mundell-fleming_(Dizionario_di_Economia_e_Finanza)/]. Bisogna dargliene atto.

La Banca Centrale ritiene che, fra i tre punti, il più semplice da affrontare sia quello della mobilità dei capitali, ma non sanno ancora come poterlo fare in modo sicuro. Agire contro il deflusso dei capitali, conseguenza della liberalizzazione e della decisione del FMI, significherebbe dover sacrificare un’altra grande quantità di valuta estera in difesa dello yuan.

Ma i Fondi stranieri, d’altro canto, potrebbero volere una quota maggiore del mercato obbligazionario cinese, che è già di 6.500 miliardi di dollari ed è in rapida crescita. Inoltre, una quota del mercato cinese, con un peso del 20pc, sarà inclusa nell’indice MSCI dei mercati emergenti, il che comporterebbe, a livello teorico, acquisti azionari per 340 miliardi di dollari.

In aggiunta, la Nomura si aspetta per l’anno prossimo un surplus delle ‘partite correnti’ cinesi vicino a 800 miliardi di dollari e prevede un flusso costante di denaro che entrerà nel paese [https://it.wikipedia.org/wiki/Conto_delle_partite_correnti].

Per non dire che, conseguenza del ‘peso’ dello yuan nel paniere dei DSP – 10.92pc – le Banche Centrali, nei prossimi anni, potrebbero acquistare fra i 500 e i 1.000 miliardi di dollari in obbligazioni cinesi per mantenere il loro portafoglio bilanciato, a scapito soprattutto di euro, yen e sterlina. Ma se lo faranno per davvero è una questione tutt’altra che chiara.

Mark Williams di ‘Capital Economics’ ha detto che le speranze cinesi per l’acquisizione dello status di ‘valuta di riserva’ si sono ridotte, dopo il pesante intervento che è stato fatto nel mercato azionario: “I gestori delle riserve in valuta estera ci penseranno due volte prima di affidare i loro beni a politici che hanno dimostrato di essere disposti a passare come un rullo compressore sui diritti degli investitori, quando fa loro comodo”.

Alla fine, il piano della Cina per una ‘valuta superpotente’, in grado di competere con il dollaro, dipende interamente dal Partito Comunista – se vorrà o meno dare il via ad uno ‘stato di diritto’, di vigilanza, di coerenza e fiducia globale.

Pechino ha acquisito l’ambita ‘benedizione’ del Fondo Monetario Internazionale e di Washington. Ma ora deve fare la sua parte.

Ambrose Evans-Pritchard

Fonte: www.telegraph.co.uk

Link: http://www.telegraph.co.uk/finance/economics/12025955/IMF-blesses-Chinas-yuan-but-the-dollar-is-still-dangerously-dominant.html

30.11.2015

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da FRANCO

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