DI BARBARA
cloroalclero.com
Antonella, 21 anni, dal suo “fidanzatino” 18enne.
Il 28 dicembre è stata uccisa Stefania, uccisa anch’ella dal fidanzato.
Ragazze straniere che facevano le prostitute sono state aggredite in questi giorni da un gruppo di fascistelli che hanno tentato di ucciderle. Questo avviene in Italia, ma il femminicidio, ovvero la violenza espressa contro le donne in virtu’ del fatto di essere donne, è globalizzata: da Ciudad Juarez a Benin– passando per la penisola- si compie, barbaramente, quotidianamente.
Nella foto: Antonella Riotino, 21 anni, uccisa dal suo fidanzato
Alla base di questi femminicidi vi sono diversi fattori sottoculturali. Intanto, la minorità fisica delle donne, che non potrebbero sostenere una collutazione con un uomo, diviene, nelle significazioni della nostra “pubblicità” un handicap. La competitività che vi è alla base del liberismo economico borghese dice alle donne “non vi ci mettete, che siete perdenti. Piuttosto arricchitevi e sviluppate una rete di difesa perchè oggi, nella legge di questa giungla che chiamiamo capitalismo, è la sola salvezza che avete. Diventate competitive (leggi: ricche) e vincete la competizione”.
In secondo luogo, l’epocale instaurazione dello schiavismo che le decisioni politiche degli economisti vogliono realizzare, si abbatte primariamente sulle donne. Le donne sono la parte piu’ “debole” della società: rappresentate da individue come la Fornero, senza spazi di espressione adeguati nè cariche pubbliche potenti di significazione alternativa, possono solo reagire ad un sistema di oppressione che le vede “target number one“. Se si schiavizzano le donne, allora la schiavizzazione di tutta l’umanità “perdente” sarà possibile: questo è il dogma non detto dell’attuale lotta di classe, inasprita sul versante della borghesia.
Prendiamo la questione dell’aborto: in Italia essa è puramente simbolica perchè, quando anche una donna si scontra con l’impossibilità di vedersi riconoscere il proprio diritto alla scelta, poichè la legge 194 resta disattesa e inapplicata per la presenza di un alto numero (voluto) di obiettori nei reparti, va all’estero e abortisce. Con la RU 486, potendo, chè solo in Italia tale farmaco è proibito (e non puo’ sostituirsi all’intervento, impossibile, quando la presenza degli obiettori lo rende tale, cioè nel 90% dei casi).
Tuttavia questa simbologia è funzionale alla bolla di assassina che i media (e i politici antiabortisti) vogliono che sia marchiata sulla pelle delle donne. Hai abortito? Sei favorevole all’aborto? Sei un’assassina, ovvero una che difende l’assassinio. Cio’ rende la donna socialmente esecrabile e lì la sottocultura ci marcia: le donne sarebbero esseri umani che non valgono molto. Ucciderebbero i bambini senza pietà se i “buoni cristiani” non fossero lì ad impedirlo.
Sminuire la portata umana delle donne -siano esse prostitute, fidanzatine, ex mogli riottose– è l’obiettivo finale di una certa campagna di stampa e sottoculturale sottile e di difficile sradicamento. Si tratta dello stesso discorso ipocrita che leva alle donne piu’ anziane la pensione e che permette che vi siano stipendi piu’ bassi a parità di mansioni con gli uomini. Se “passa” che la donna, alla fine, vale meno, tutto puo’ essere digerito. E’ l’autorità concettuale stessa che dice che le donne -banalmente, fa persino vergogna il doverlo precisare- sono enti umani uguali in tutto e per tutto ai maschi, come dignità, che viene demolita. Un’autorità razionale, storicamente provata, esperienzialmente evidente che si tenta di negare.
E questo messaggio sottoculturale è passato in giudicato, non è meritevole nemmeno di revisione (guarda un po’). Sta in ogni articolo di giornale, in ogni significato condiviso. E’ per questo che si puo’ catalogare facilmente come “atto di nevrosi” ogni violenza privata alle donne, dallo stalking all’omicidio. In fondo che sono le donne? assassine di bambini, individu* che si accoppiano per vantaggio personale, porzione di popolazione che mira a fare festini coi potenti ed ottenerne privilegi. Una parte di persone che “ha da dare” finchè è giovane, dopodichè le donne van fatte lavorare fino alla consunzione e la cui maternità è vista solo come un accidente da inquadrare nei giusti termini dello schiavismo cui la borghesia vuol far tendere tutta la società. Tramite la repressione (e la soppressione)
Bisogna dire NO allo schiavismo. E’ quello l’obiettivo cui l’attuale fase capitalistica tende. E le prime vittime sono le donne, perchè colpendo loro, si colpiscono tutti gli sfigati ad esse ammogliati che credono che una vittoria contro l’ex moglie sia il riscatto della loro vita. E facilmente li si conquista a farsi schiavizzare pure loro, poichè la donna, nemica comune di borghesi e proletari, diventa la nemica pubblica. Il sessismo è una delle molteplici e formidabili armi della lotta di classe, che in questo momento storico ha alzato il il tiro: la borghesia ha deciso di vincere ad ogni costo, fosse anche la perdizione (fisica) della specie.
Barbara
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6.01.2012