DI MARCO TRAVAGLIO
La vedova di FRANCESCO FORTUGNO, assassinato domenica dalla ‘ndrangheta, aspetta ancora una telefonata di cordoglio dal presidente del Consiglio. Tutti i rettori di università acquistano una pagina su Repubblica per chiedere un po’ di attenzione dal presidente del Consiglio. Attori, registi e produttori chiedono al presidente del Consiglio di revocare i tagli allo spettacolo. Non sanno, gli ingenui, che il presidente del Consiglio non può mica badare a tutto. Ha tanto da fare. Nelle ultime ore, per esempio, è stato molto impegnato a definire «razziste» le primarie, soprattutto quelle in cui i candidati non si chiamano Berlusconi. E a insultare i sindacati sulla questione del Tfr: «Non possiamo dare soldi a chi li spenderebbe contro di noi». Meglio darli a Mediolanum, cioè a lui. Del resto, nel 2001 ha comprato i diritti sull’Italia e sugli italiani. E, come ha detto Tremonti, «non abbiamo mai messo le tasche nelle mani degli italiani». Poi, senza perdere un attimo di tempo, il premier ha incontrato in piazza Colonna un gruppo di sue fans giunte appositamente da Cremona le quali, conoscendolo, gli hanno ricordato le loro specialità cittadine: «Le tre “T”: torrazzo, tette e torrone». Berlusconi, che conosce il dossier, ha risposto con la consueta competenza: «Eh già; ma io ne so sempre una in più e anche questa la conosco». Chissà a quale “T” aggiuntiva alludeva. Tremonti? Tangenti? Tribunali? Tortuga? Meglio non approfondire. Ma subito dopo è stato molto occupato a telefonare ad Aida Yespica, la modella venezuelana dell’Isola dei Famosi, per farla parlare col suo presidente Chavez («Caro Hugo, ti passo una tua fan»). Poi ha trovato il tempo per una dichiarazione sul caso Ricucci: «Poveretto, è in difficoltà, anzi poveretto nemmeno un po’: noi tutti gli invidiamo quel che sapete, eh eh». Elegante allusione alle “T” di Anna Falchi, a parziale smentita di chi lo vorrebbe insensibile alle quote rosa.
E’ bello sapere che a 69 anni suonati, nonno di tre nipotini, l’arzillo statista di Milanello non ha perduto gli ardori giovanili, in fondo è lo stesso che il 31 dicembre 1983 attese invano ad Arcore, con l’amico Bettino, l’arrivo delle tettone di Drive-in perché – spiegò a Dell’Utri, intercettato – «chi non tromba a Capodanno, non tromba tutto l’anno». Lo stesso che, quando finivano presto le riunioni della Fininvest, annunciava ai top manager del gruppo: «Forse faccio ancora in tempo a farmi una ciulatina». E’ più forte di lui, quando gli scappa gli scappa.
Undici anni fa, al G8 di Napoli, sotto la luna che brillava, ammiccò ai coniugi Clinton: «Stanotte incrementiamo la prole, eh?». Due anni fa, in visita con l’amico Putin a una fabbrica fuori Mosca, mise in imbarazzo qualche centinaio di persone costringendo una nerboruta operaia a ricevere un suo bacio perché lui l’aveva eletta su due piedi “miss stabilimento”. L’indomani il quotidiano Kommerzant lo descrisse «come quei giovanotti che insidiano le ragazza negli androni bui delle case» e indugiò molto sul gelido sguardo dell’amico Vladimir. Un’altra volta, in Germania, diede di gomito a Schroeder: «Eh, tu di donne sì che te ne intendi…», senza sapere che si era appena risposato. Poi, in visita a Bucarest, dopo aver elogiato le bellezze della Bulgaria (ignaro di trovarsi in Romania), il gagà brianzolo proruppe. «A noi i capelli sono caduti per le troppe fidanzate. Anzi, no. Ho fatto una visita tricologica e mi hanno spiegato che, facendo politica, il cervello mi si è ingrossato e ha espulso i capelli». Poi giurò: «Ora in Italia trasmetteremo un documentario sulle bellezze della Bulgaria». Purtroppo si trovava in Romania. Rientrato in patria senza ulteriori complicazioni, attribuì alla “povera Veronica” un flirt con Cacciari e, in un comizio in Friuli, invitò i discepoli a insidiare le mogli dei magistrati. Più recentemente raccontò di aver dovuto «riesumare le mie vecchie armi di playboy per conquistare la presidente finlandese» e strapparle il centro alimentare europeo (finito a Parma). Poi affrontò da par suo un gruppo di giornaliste: «Come siete carine, saprei io cosa farvi se non fossi premier… ». A Cernobbio aggiunse: «Attente a Frattini, è tornato single…».
Per carità, l’uomo sarà un po’ distratto sui morti ammazzati, i tagli al culturame e i disastri dell’economia. Ma alle tre “T” è sempre attentissimo. Soprattutto su quella di mezzo. Quattro anni fa era partito nel tinello di Vespa con le tre “i” («internet, inglese e impresa»). Ora, semplicemente, ha cambiato lettera.
Marco Travaglio
www.unita.it
20.10.05
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