IL DOLLARO USA E' IL MAGGIOR FIASCO DELLA SETTIMANA

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DI PETER SCHIFF
Safe Haven

Mentre gli statunitensi erano occupati a digerire i banchetti del Ringraziamento, il resto del mondo vomitava i dollari. Come risultato dei nostri massivi deficit commerciali, gli stranieri certamente hanno il ventre pieno di dollari. L’andamento dei mercati Forex di questa settimana (1) indica che essi forse hanno finalmente mangiato il loro ripieno.
Sfortunatamente il cattivo sapore probabilmente perdurerà, perchè la rotta del dollaro è solo appena cominciata.

Poichè i consumatori Usa affollavano i negozi questo “venerdì nero” (2), pochi avranno avuto notizia che è avvenuto il più significativo ribasso nel valore della loro valuta. Se di qualcosa può dirsi che è stato annerito questo venerdì, questo è il dollaro Usa.
Mentre i media rimangono concentrati a riferire dei dollari che gli statunitensi stanno irresponsabilmente spendendo, la notizia reale risiede nella perdita di valore di quei dollari che gli stranieri stanno insensatamente risparmiando. Le perdite sono particolarmente più pronunciate tra le banche centrali straniere, in misura più notevole la Cina, le cui riserve di valute straniere, in vasta maggioranza costituite di dollari Usa, recentemente hanno superato un ammontare pari ad 1 trilione di dollari. Quando gli stranieri finalmente decideranno che ne hanno avuto abbastanza, la loro riluttanza ad accumulare dollari aggiuntivi comporterà che la perpetua febbre di acquisti degli statunitensi arriverà finalmente ad uno stridulo alt.Questa settimana il dollaro Usa è stato tagliato come
un tacchino per il Ringraziamento. Nei confronti di
franco svizzero, euro, sterlina inglese e yen giapponese,
il dollaro ha perduto rispettivamente 3%, 2,2%, 2% e 1,8%
del suo valore. Per porre in prospettiva quei ribassi,
in termini di euro il declino di oltre 60 punti del
Dow Jones di questa settimana si traduce nello
equivalente di un arretramento di 320 punti, quando lo
misuriamo in euro. Infatti dall’inizio dell’anno il Dow
è in rialzo di solo circa un 3,5% se misurato in euro,
in confronto al suo progresso del 14,5 % quando viene
valutato in dollari Usa, che sono in corso di deprezzamento.
Dal suo massimo del 2000, il valore del Dow, misurato in
euro, è in ribasso di oltre il 27%. In termini di oro,
la sola moneta mondiale legittima, il quadro è anche
peggiore. Se misurato in oro, il Dow è in ribasso di
oltre il 50% dal suo picco del 2000, ed attualmente
in calo di oltre il 7% finora questo anno. Sicchè
non merita di disquisire oltre del fasullo rialzo di
Wall Street !

A rischio di usare il termine a sproposito, la forza
relativa nel mercato delle obbligazioni è un enigma,
data la recente debolezza del dollaro. Dal punto di vista
dei nostri creditori, la sola cosa peggiore che detenere
dollari è possedere diritti futuri ai dollari, il che è
quello che le obbligazioni in sostanza rappresentano.
Quando gli stranieri cominciano a scontare un 10 % aggiuntivo di ribasso annuale del dollaro nel valutare i rendimenti delle obbligazioni Usa in valuta, le quotazioni di queste ultime andranno rapidamente a capofitto.

Inoltre non cessa mai di stupirmi la maniera in cui
gli investitori Usa possano essere tanto concentrati
sui prezzi delle azioni, e tuttavia rimanere immemori
di quello che tali quotazioni in effetti indicano.
Le quotazioni azionarie naturalmente rappresentano
importi di dollari. Pertanto i reali valori del mercato
azionario in effetti dipendono dal potere di acquisto
del dollaro. Concentrarsi sul primo elemento, e nel
frattempo ignorare il secondo è uno dei maggiori
errori che la maggior parte degli investitori compiono.

Sfortunatamente la previsione tecnica per il dollaro,
e per estensione quella della intera economia Usa e
dei mercati finanziari che essa sostiene, si sta
rapidamente deteriorando. L’Indice del dollaro, ora
valutato attorno a 83,5 , ha rotto gli argini,
nonostante alcuni fondamentali livelli di supporto, ed
il prossimo appoggio che proverà sarà probabilmente
il suo record minimo di tutti i tempi, poco al di
sotto di 80. Se quel tentativo fallirà, come con grande
probabilità succederà, guardate a valori inferiori.
Una volta che il dollaro si avventurasse in territorio
sconosciuto, le vendite si intensificherebbero, con
l’indice del dollaro trattato al di sotto di 70 in un
battibaleno. La mia previsione finale per tale indice
è 40, che letteralmente taglierebbe il valore del
dollaro a metà. Ritengo che l’intero ribasso avverrebbe
in appena due anni. Ponendo di nuovo tale declino in
prospettiva, esso sarebbe l’equivalente di un ribasso
di oltre 6.600 punti del Dow. Naturalmente questa
valutazione presume che la Fed finalmente diventi seria
e che il Congresso ed il Presidente diano ascolto alla
sua predica. Se ciò non accadesse, e l’ iper-inflazione
ne conseguisse, l’indice del dollaro cadrebbe molto
più in basso, forse persino scenderebbe al di sotto
del valore 10, prima di fermare la caduta su terreno solido.

Non fate l’errore di ritenere che questo sia in qualche modo un problema che riguardi gli stranieri. Saranno gli statunitensi che avvertiranno le perdite nella maniera più dolorosa, perchè ciò porterà ad aumenti significativi sia dei prezzi al consumo che dei tassi di interesse, e condurrà al ribasso dei valori patrimoniali, in modo particolare per le proprietà immobiliari ad uso residenziale. In altre parole, ciò che possediamo varrà molto meno e quello che abbiamo bisogno di comprare costerà molto di più.

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Peter Schiff, amministratore delegato e responsabile delle strategie globali presso Euro Pacific Capital, Inc.

Versione originale:

Peter Schiff
Fonte: http://www.safehaven.com
Link: http://www.safehaven.com/article-6367.htm
24.11.06

Versione italiana:

Fonte: http://francescocaselli.blogspot.com/
Link: http://francescocaselli.blogspot.com/2006/11/il-dollaro-usa-e-il-maggior-fiasco.html

Traduzione di Francesco Caselli

Note del Traduttore:

1) Il Forex e’ il mercato internazionale delle valute.

2) Il giorno successivo a quello del Ringraziamento, che è il quarto giovedì di novembre, viene considerato da una teoria con una certa diffusione in Usa il primo giorno dell’anno in cui i negozi cominciano a fare utili, da scrivere pertanto con inchiostro nero (donde il nome), essendo i precedenti giorni dell’anno serviti solo ad appianare le spese, registrabili con inchiostro rosso.

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