IL DECLINO DELL’ ARABIA SAUDITA PORRA’ FINE AL SISTEMA BASATO SUL DOLLARO ?

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FONTE: THEDAILYBELL.COM

In Arabia Saudita sta avvenendo una rivoluzione nei social media… Dieci milioni di Sauditi sono online, 3 milioni stanno su Facebook, e i feed su Twitter sono aumentati del 400%. Recentemente molti dei post su Twitter e simili sono focalizzati sulla rivolta in Tunisia. Infatti, attivisti Sauditi stanno diffondendo video e notizie dal cuore delle proteste di piazza – e l’ interesse è sempre stato molto alto. Ora i blogger Sauditi hanno aggiunto le agitazioni del Cairo ai loro topic, ricevendo molta attenzione. Il governo Saudita reprimerà questa libertà di espressione dopo che il movimento sui social media ha aiutato a far cadere Tunisino? E’ una dei grandi problemi che l’ Arabia Saudita dovrà affrontare. Questo regime autoritario come virà la libertà e il caos che internet rappresenta? … Internet costituisce una sfida a questa società conservatrice e per lo più religiosa. – National Public Radio

Tema sociale dominante: la rivoluzione Jasmine è dilagata inaspettatamente.

Nella foto: Il Re AbdullahAnalisi di libero mercato: Le agitazioni civili in Egitto stanno crescendo in maniera incontrollata. Le comunicazioni elettroniche sono state chiuse e per oggi sono programmate proteste di massa. Un cambio della guardia in Egitto sarebbe un gran cambiamento politico, ma cosa succederebbe se le agitazioni non si fermassero quì? Cosa accadrebbe se, alla fine, di diffondessero in Arabia Saudita e ponessero fine al sistema dollaro?

Noi suggeriamo questa possibilità perchè crediamo ci siano forze maggiori in Medio Oriente. Potrebbe essere l’ elite del potere stessa ad incitare i tumulti? C’ è l’ idea, eventualmente, di far crollare il dollaro e organizzare una nuova valuta in quell’ area?

Il sistema del dollaro è sostenuto dalla volontà dell’ Arabia Saudita di limitare l’ acquisto di petrolio in dollari, un sistema in vigore da quando il presidente degli Stati Uniti Richard Nixon abrogò ciò che rimaneva del gold standard nel 1971. Ma la l’ elite è notoriamente senza sentimenti. L’ elite Saudita ha tirato su enormi ricchezze dalla sua relazione con gli Stati Uniti ed ora, forse, per il bene di un nuovo ordine mondiale, è il tempo per loro di fare.

Certo è un’ ipotesi tenue, ma noi stiamo solo cercando una estrapolazione, provando diversi scenari. Le elite non ci stupiscono più. Non da quando ci è venuto in mente che gli allunaggi della NASA potrebbero essere dei falsi; non da quando abbiamo scoperto che la CIA promuoveva operazioni che fomentavano radicalismi comunisti in Europa attraverso l’ Operazione Gladio 40 anni fa; o come l’ Operazione Mockingbird,dove la CIA ha chiesto l’ aiuto delle maggiori major americane dei media per propagare la paranoia della guerra fredda. L’ obbiettivo è sempre la dominazione del mondo da una piccola elite Anglo-Americana. In un articolo precedente abbiamo scritto:

Abbiamo creduto che in Tunisia, prima o poi, ci sarebbe stato una rivolta dei militanti musulmani, anche se è un paese per la maggior parte laico. Non appena abbiamo scritto queste parole, sono giunte notizie che il leader islamico tunisino Rachid Ghannouchi era pronto a tornare a casa, dopo aver vissuto 20 anni nel Regno Unito. Abbiamo scritto:”Formalmente si prepara a far rivivere il suo vecchio Partito Islamico, anche se ha negato qualsiasi implicazione politica personale”. Potete leggerlo qui:

www.thedailybell.com/1711

In questo articolo esamineremo il resto e di come questo possa aiutare le elite occidentali nella loro ricerca, sempre più vicina, di governance globale. Abbiamo già ipotizzato che queste rivoluzioni manipolate (se si realizzeranno) daranno origine a stati Islamici. Ora esamineremo ulteriormente l’ idea che l’ Occidente spera di installare vari regimi “democratici” – molti di loro forse saranno “governi di unità nazionale”, con toni islamici. Questo rovesciamento potrebbe realizzare molti propositi, tra cui la promozione dell’ elite globale.

L’ elite ha sempre avuto una simpatia per i governi di unità nazionale, ne abbiamo uno ora in Gran Bretagna. In America, a volte si e a volte no, ci sono più che voci di unità fra Democratici e Repubblicani. L’idea è che ragionando insieme agli avversari, si possono costruire governi migliori e più efficienti – che fanno più cose per la gente. Così, possiamo affermare che governi di unità nazionale in discussione in Medio Oriente (ed attuato in Tunisia) possono essere usati come modello per gli altri paese non appena i dittatori verranno inevitabilmente deposti.

Come blog dedicato all’ analisi dei dominant social theme dell’ elite, comprendiamo che ogni promozione è correlata ad una altra. Così la frode del riscaldamento globale avrebbe dovuto dare il via a carenza di cibo ed acqua. Infatti queste promozioni sulla carenza di cibo sono ancora in giro, ma dal momento che il meme del riscaldamento globale è tutt’ altro che crollato, nulla li sta realmente supportando. Questo è il potere di internet; la sua verità sta mettendo scompiglion nella storia raccotata dall’ elite. E’ difficile costruire un governo mondiale quando ognuna delle tue promozioni fondate sulla paura viene scrutinata attentamente e resa pubblica.

Quello che sta accadendo in Medio Oriente è un mix di promozioni dell’ elite. Quello che spicca maggiormente è WikiLeaks. C’è stato un discreto sforzo per piazzare WikiLeaks davanti alla rivolta Tunisina sostenendo che la grande esposizione della corruzione del dittatore Ben Ali ha spinto i Tunisini alla ribellione. Non solo questo è un punto di vista condiscendente, ma è stato confutato in diversi spazi su internet. La rivolta Tunisina potrebbe essere stata incoraggiata dall’ intelligence occidentale, ma i Tunisini non avevano certo bisogno delle informazioni provenienti dall’ estero per capire la corruzione del loro paese.

Il tema dominante di WikiLeaks sembra essere stato abbandonato. Ma la rivoluzione Jasmine si sta espandendo. Il sito Popdecoy riassume così: “La protesta in Tunisia che ha portato al rovesciamento del presidente Zine al-Abidine Ben Ali ha ispirato i dimostranti dal Marocco allo Yemen. Il Tunisino che ha fatto precipitare gli eventi, Bouazizi, era un laureato disoccupato che si è cosparso di benzina e si è dato fuoco nella città di Sidi Bouzid, il 17 dicembre. Lui stava protestando per le persecuizoni dei negozianti della sua strada, ma il suo atto è rapidamente diventato il simbolo degli abusi del governo e dell’ assenza di oppurtunità economiche. In seguito, manifestazioni sono sorte in Algeria [e molti in molti altri paesi].”

E’ inquietante come le potenze occidentali abbiano predetto le agitazioni; ed è sorprendente il modo in cui sembrano spalleggiarle. Il 12 gennaio, il Segretario di Stato Hillary Clinton ha finito un tour di 4 nazioni nel Medio Oriente e poi ha fatto un discorso caloroso a Doha. Il New York Post ha riportato che la Clinton ha detto ai leader arabi che “possono aspettarsi di fronteggiare una rivolta crescente, estremismo e persino una ribellione nel caso in cui affronteranno male la scarsità di petrolio ed acqua, e non attueranno una vera riforma politica ed economica.”

Al Forum for the Future Conference, a Doha, capitale del Qatar, la Clinton ha rimarcato il fatto che molti regimi del Medio Oriente stanno “affondando nella sabbia” e che questo cambiamento è assolutamente necessario. “Il nuovo e dinamico Medio Oriente ha bisogno di un terreno stabile se vuole mettere radici ed espandersi.” Il Post fa notare che la Clinton ha anche detto che l’ economia e la politica devono includere le donne del mondo Arabo, le minoranze, ed i giovani che sono sempre in aumento.

Pochi giorni dopo, la rivolta ha colpito la Tunisia e Ben Ali è volato in Inghilterra. Un governo di unità nazionale si è riunito improvvisamente e diversi passi concreti sono stati fatti per installare una “vera” democrazia in Tunisia. Come parte dell’ evoluzione di questo processo, l’ esercito Tunisino ha mantenuto l’ ordine ma non ha interferito con la politica. La polizia si è fatta sempre meno aggressiva fino al punto di prendere le parti dei manifestanti in alcune occasioni.

Questo sembrerebbe soddisfare l’ Occidente; infatti i leader occidentali hanno sempre più messo in guardia i leader mediorientali sul fatto che non avrebbero dovuto limitarsi a sopprimere la rivolta, ma dovrebbero tollerare e alcune volte accomodare i manifestanti nel raggiungere i loro obiettivi. Questo è stato il punto di Hillary Clinton, ma non è la sola a pensarla così.

Secondo le news della CBC, il primo ministro Canadese, Stephen Harper, ha discusso delle proteste in Medio Oriente con il primo ministro del Marocco, Abbas el Fassi, a Rabat, Marocco, il mercoledì, e “il giovedì ha offerto il supporto per le proteste democratiche in atto nel Medio Oriente.” Harper ha aggiunto, ” Vogliamo vedere uno sviluppo democratico pure in [Egitto]. Siamo molto favorevoli … Noi supportiamo lo sviluppo democratico che sta prendendo corpo e ovviamente vogliamo vedere che tale processo proceda positivamente.” Harper ha inoltre sottolineato che i membri del ex governo di Ben Ali non sono i benvenuti in Canada.

Anche l’ Inghilterra è intervenuta. In un articolo intitolato “Il Ministro degli Esteri Britannico richiede riforme nel Medio Oriente”, la BBC ha riportato che il Ministro degli Esteri, William Hague ha esortato il governo Egiziano “a muoversi verso riforme politiche in modo di calmare le crescenti proteste.” In una intervista di giovedì, Hague ha detto che il governo Egiziano dovrebbe ascoltare le richieste di cambiamento. “Io credo sia importante in questa situazione di rispondere positivamente alle legittime richieste di riforme, fare un passo verso l’ apertura, la trasparenza ed una maggiore libertà politica, questo è il mio consiglio ai leader Egiziani ed a tanti altri in tutto il mondo arabo.”

Ah, c’è ancora quella parola… “Trasparenza”. L’ abbiamo identificata come una parola speciale che sembra avere un significato particolare. Julian Assange di WikiLeaks è interessato ad un mondo più trasparente – specialmente per quanto riguarda il governo. Così è William Hague. E senza ombra di dubbio Hillary Clinton. Potete leggere gli articoli sulla trasparenza qui:

www.thedailybell.com/1627

www.thedailybell.com/1636

Tutte queste rivoluzioni che avvengono tutte insieme, è troppo bello per essere vero. E forse lo è. Vi è una certa violenza – sopratutto in Egitto – ma sembra che il dittatore abbia dimenticato come si fa ad essere spiatato. (O almeno ha preso un po’ di tempo per lavorarci su.) Questi regimi sono sotto pressione? E’ possibile che dopo 30 anni, l’ Occidente voglia fare pulizia di questi stati fantoccio nel Medio Oriente?

Tutte queste sono speculazioni. Noi osserviamo i meme, non leggiamo nella mente dei lettori, e l’ Egitto ed altri paesi in Medio Oriente potranno,o non, far cadere i loro vecchi regimi. Ma dobbiamo tenere a mente gli obiettivi delle elite occidentali e provare ad analizzare la loro influenza e le loro promozioni nel mondo. Non è solo un esercizio ipotetico. Il mercato azionario Egiziano è calato bruscamente e qualcuno potrebbe fare profittevoli investimenti scommettendo sia sulla caduta che sulla tenuta dell’ attuale regime.

Conclusione: se la rivoluzione arriva fino in Arabia Saudita – e se questa è l’ intenzione delle elite (gonfiare il prezzo del greggio mentre ferisce a morte il dollaro) – poi un aiuto dal cielo accomoderà i prezzi delle materie prime. Isolare i meme delle elite in un contesto di libero mercato, determinare il potenziale successo o fallimento e di conseguenza fare una scommessa giudiziosa. Come sempre raccomandiamo (alla vostra attenzione)
oro e argento.

Fonte: www.thedailybell.com
Link: http://www.thedailybell.com/1717/Fall-of-Saudi-Arabia-to-End-Dollar-Reserve-System.html
28.02.2011

Traduzione per www.comedonchiciotte.org cara di REIO

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