Esce in questi giorni per le Edizioni La Vela di Lucca un libro che sarà destinato a far parlare di sé, perché a firmarlo non sono due pericolosi sovversivi, né due individui improvvisatisi in quattro e quattr’otto scrittori e opinionisti, bensì due stimati professori universitari, tra i pochissimi – non viene in verità in mente nessun altro nome… – che si sono esposti pubblicamente in questo anno e mezzo nel generale e imbarazzante silenzio dell’Accademia (un tempo sede del libero pensiero) e che hanno rischiosamente manifestato il proprio dissenso critico nei confronti della narrazione pandemica: Luca Marini e Francesco Benozzo. Il libro ha per titolo COVID. Prove tecniche di totalitarismo (266 pagg.)
Ecco qua, succintamente, il profilo accademico dei due autori, a beneficio di chi, sulla scorta di campagne nazionali anti fake-news come quella intitolata “Io non la bevo”, si premura di verificare se le tesi esposte da qualche “complottista” provengono “da fonti attendibili” oppure da personaggi sconosciuti trasformatisi in “leoni da tastiera”.
Francesco Benozzo, già noto ai lettori di CDC per i numerosi suoi interventi pubblicati sul nostro sito, insegna Filologia all’Università di Bologna, è il coordinatore del dottorato di ricerca in “Studi letterari e culturali”, dirige tre riviste scientifiche internazionali di linguistica e antropologia, è il responsabile di alcuni centri di studio dedicati alla filologia comparata e all’origine del linguaggio (uno dei quali patrocinato UNESCO), è membro del comitato direttivo o scientifico di numerosi progetti inter-universitari, ha all’attivo oltre 700 pubblicazioni scientifiche. Per la sua attività di poeta epico-performativo, poi, è stato candidato dal Pen International al Premio Nobel per la Letteratura, a partire dal 2015.
Luca Marini è professore di Diritto internazionale e Diritti umani e bioetica all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, è stato coordinatore scientifico nazionale del “Progetto di rilevante interesse nazionale” sul principio di precauzione, componente del comitato scientifico della Società italiana per la bioetica e della Commissione di studio sulla bioetica del CNR, direttore del Master in bioetica, biodiritto e bioeconomia della Sapienza, vice presidente del Comitato per la Bioetica e delegato italiano presso il Comitato direttivo per la bioetica del Consiglio d’Europa; attualmente è presidente dell’European Centre for Science, Ethics and Law (ECSEL).
Il libro è oltretutto pubblicato con il contributo della Commissione europea, attraverso un finanziamento di una delle prestigiose Cattedra Jean Monnet di biodiritto “European Law of Bioethics” (EULaB II), di cui è stato insignito Marini, per ben tre volte, come riconoscimento per i suoi meriti scientifici.
La tesi dei due autori – di cui Benozzo si era già fatto in parte sostenitore nei suoi due libri Poesia, scienza e dissidenza (Bologna, Clueb, 2020) e Memorie di un filologo complottista (Lucca, Edizioni La Vela, 2021) – è chiara, ed è sostenuta con toni fermi e argomentazioni stringenti, attraverso una disamina giuridica e un’analisi filologica: la situazione in atto è il lampante inveramento di una forma di totalitarismo biopolitico globale. Il volume è formato da tre parti: un primo lungo e documentato saggio di Marini intitolato Il paziente zero, che riscostruisce in modo alternativo e rigoroso le vicende degli ultimi 15 mesi; una parte antologica centrale (Piccola antologia di consapevolezza critica), che riproduce, come in una cronaca dell’emergenza, interventi apparsi su un blog curato dallo stesso Marini a partire dal 2019; un saggio finale di Benozzo dal titolo Cerbero e Orfeo. Un’analisi narratologica dello stato di emergenza in atto, dove si mostra come la versione ufficiale dei fatti sfugga, per il suo carattere ambiguo e incoerente, a qualsiasi pretesa di plausibilità e verosimiglianza.
Di Francesco Benozzo, pubblicato da Giulio Bona per ComeDonChisciotte.org