IL CONTEGGIO DEI CORPI

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Il Pentagono tiene riservati i dati di molte sgradevoli statistiche rilevati in Iraq. I numeri non sono incoraggianti

DI CHRISTOPHER DICKEY

Oggi la notizia del mattino dall’Iraq porta la fresca cronaca di un massacro. Si, anche piu’ di quello abituale. Le truppe americane stanno portando avanti un’ offensiva chiamata Operazione Matador in una remota striscia di deserto vicino al confine siriano, mentre attentati suicida con bombe stanno avvenendo nelle citta’ e villaggi iracheni, compresa la capitale. Chi sta vincendo? Chi sta perdendo? Chi lo sa?
Il futuro militare e politico dell’ Iraq rimane cosi’ incerto che il Pentagono e’ ritornato indietro al tempo delle pratiche in Vietnam con la conta dei corpi per misurare il grado di successo. Ci hanno detto, per esempio, che “ altrettanti 100” ribelli sono stati uccisi dalle forze impegnate nell’operazione Matador.Ma naturalmente questa e’ solo una stima mentre la pressione sugli americani ed i loro alleati iracheni e’ decisamente concreta. Oggi gli insorti sono riusciti a uccidere piu’ di 60 reclute militari irachene e passanti civili nei sobborghi delle città dell’ Iraq. Gli americani stanno girandosi i pollici, sembrerebbe, mentre Tikrit e Baghdad sono immerse nel sangue. Nel frattempo, il numero totale di americani morti in questa guerra e salito a 1600. E i civili iracheni uccisi dalle truppe americane? Bene, ne parleremo tra poco.

Vittime di una bomba: Corpi che giaciono fuori un ospedale
di Hawija, citta’ a nord dell’ iraq dove un suicida si e’ fatto
esplodere uccidendo dozzine di aspiranti in attesa fuori dal
centro di recrutamento per l’ esercito e la polizia, Mercoledi’
scorso.

Se c’e’ una buona notizia, è che mentre il Pentagono puo’ oscurare questa sgradevole realta’ alla presenza del pubblico, non sembra essere cosi’ prudente come fece in Vietnam. Un documento accidentalmente declassificato del Pentagono di un uccisione (Calipari NdT) sulla strada per l’ aereoporto di Baghdad all’ inizio di marzo mostra quanto negativo sia il controllo della situazione rispetto a quanto l’ amministrazione Bush voglia far credere a noi e alle forze della Coalizione.
“Gli Usa considerano tutto il territorio iracheno zona di combattimento”, dice il rapporto, redatto alla fine di aprile, tre mesi dopo le elezioni che si pensava dovessero porre fine al conflitto. “Da luglio 2004 alla fine di marzo 2005”, dice il documento,” ci sono stati 15.527 attacchi contro le forze della Coalizione sul territorio iracheno”. Poi seguono una serie di paragrafi contrassegnati S/NF (segreto, da non distribuire a nazioni estere): “ Dall’1 Novembre 2004 al 12 Marzo 2005 ci sono stati 3306 attacchi nell’area di Baghdad. Di questi, 2400 sono stati diretti verso le forze della Coalizione.”. A distanza di 4 mesi e mezzo, che includono il momento delle elezioni, questo non e’ solo un inferno di molti scontri nella citta’ capitale, e’ proprio l’inferno.

Il rapporto in questione era stato preparato nella sede del comandante del Multi-National Corps in Iraq, Gen. John R. Vines, per rispondere alle domande sull’ignobile incidente della notte del 4 Marzo.

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La giornalista italiana Giuliana Sgrena era stata appena rilasciata dai rapitori che l’ avevano trattenuta come ostaggio per un mese, ed era sulla strada per l’ aereoporto di Baghdad con Nicola Calipari, generale maggiore dell’ Intelligence italiana che aveva negoziato la liberazione. Al posto di blocco nei pressi dell’ aereoporto , le truppe Usa hanno aperto il fuoco ferendo la Sgrena e uccidendo Calipari.
La sequenza degli eventi descritti nel rapporto, che raccomanda “ nessuna azione disciplinare sia presa contro alcun soldato coinvolto nell’ incidente,” e’ stato quello che ci si poteva immaginare “sulla strada alle 8.30 di sera,”come scrissi allora, “quando hai un macchina inattesa e un posto di blocco inesperto, è bello scommettere che qualcuno morirà”.

La situazione fu anche peggiore perche’ i soldati al checkpoint credevano di restare la’ circa 15 o 20 minuti. La loro missione era chiudere la strada in modo che John D. Negroponte, l’ allora ambasciatore Usa ed adesso capo dell’ Intelligence, potesse transitare in modo piu’ sicuro per un appuntamento vicino all’ aereoporto. Ma il tempo era cosi’ brutto che il suo staff era indeciso se far ritorno a Baghdad in elicottero od in auto. Mentre essi esitavano sulla decisione, la tensione cresceva sulla strada infangata dalla pioggia. Le truppe stettero in posizione per un ora quando la macchina degli italiani giro’ alla curva.

La Sgrena, e molti altri che sono sospettosi delle motivazioni e delle azioni Usa, continua a credere che ci possa essere stata qualche tipo di
, cospirazione o inbsabbiamento”.

Intanto, il governo italiano del Primo Ministro Silvio Berlusconi certamente non vuole dover ammettere che il velo di segretezza attorno alla negoziazione dell’ostaggio, forse perche’ includeva un riscatto, ha messo in serio pericolo Calipari e la Sgrena.
Secondo il rapporto americano, un capitano dell’ esercito assegnato come aiutante di campo al livello di generale italiano in Iraq era il solo ufficiale americano a rendersi conto che Calipari si trovava la’ per incontrare i rapitori e liberare la Sgrena. “ E’ meglio se nessuno lo sa ”, disse il generale italiano al capitano americano. Certamente nessuno al posto di blocco sapeva, dice il rapporto, ed il resto e’ storia.

Dopo lunghi ritardi, il rapporto americano e’ stato pubblicato sul Web alla fine di Aprile con alcune sezioni classificate e oscurate di nero. Ma queste sezioni potevano essere rispristinate, come e’ accaduto, con solo pochi click di mouse che rivelava tutto il materliale S/NF, incluso i nomi di ogni soldato al checkpoint e del secondo agente segreto italiano che guidava la macchina.
Al capitolo “disturbi atmosferici”, l’autore descrive le ragioni per le quali i soldati al checkpoint stavano diventanto molto nervosi – anche se hanno agito secondo le regole d’ ingaggio. Tutti sanno che la strada di 8 miglia dal centro di Baghdad all’ aereoporto e’ pericolosa. Ecco quanto pericolosa: “ (S//NF) Tra l’ 1 Novembre 2004 ed il 12 Marzo 2005, ci sono stati 135 attacchi o incidenti ostili lungo Route Irish,” cosi’ come l’ esercito chiama la strada per l’aeroporto. Quasi un attacco al giorno durante questi mesi, secondo i calcoli del Pentagono, o, da un altro punto di vista, quasi 17 attacchi per miglio.
Ci sono stati nove “attacchi complessi” combinazioni con l’ esplosione di una bomba sulla strada e l’ uso di armi leggere e mortai; ci sono stati 19 dispositivi di esplosione trovati, tre bombe a mano, sette “attacchi indiretti”, 19 esplosioni sulla strada, 14 razzi, 15 macchine bomba e quattro altri tipi di attacchi. Gli investigatori che indagavano sulla sparatoria del 4 marzo sono stati attaccati con il lancio di una granata quando hanno tentato di visitare il luogo dell’accaduto. (La Sgrena ha suggerito in alcune interviste che era su una strada speciale riservata a persone importanti quando e’ stata colpita. In realta’, c’e’ solo una strada che conduce all’ aereoporto, è triste a dirlo, ma così è).

Gli attacchi con auto-bombe sono la minaccia piu’ grande. “ Il nemico e’ molto abile a non dare nell’occhio nel riempire con un gran quantitativo di esplosivi l’ interno di un veicolo,” dice il rapporto. “ Quando sono in movimento, queste auto-bomba, sono impossibili da identificare fino a quando non e’ troppo tardi.” “ Il numero di attachi suicida sono di solito usati contro i convogli, pattuglie delle forze di Coalizione, o i posti di blocco dove possono ottenere il danno maggiore,” dice il rapporto. “Alcuni veicoli si posizionano dietro l’ auto bomba e tentano di entrare tra i veicoli del convoglio prima della detonazione.”

La settimana della sparatoria del 4 Marzo, 17 bombe sono esplose in Iraq, in media 23 persone morte per esplosione. La media piu’ alta fino ad ora.


Mentre scrivo questo, penso alla mia amica Marla Ruzicka, uccisa sulla strada per l’ aereoporto il 16 Aprile mentre stava cercando di passare un convoglio, presumibilmente nello stesso momento in cui un attacco suicida si faceva esplodere. Visto che la passione di Marla era di aiutare la gente che soffre per la guerra, e visto che doveva negoziare con l’ esercito frequentemente per fare questo, era sicura che alcuni ufficiali, che tenevano dettagliati numeri di ogni tipo di conflitto in Iraq, dovevano anche tenere da qualche parte un conteggio dei civili che avevano ucciso o ferito. E proprio prima che morisse, Marla scrisse un rapporto con un numero parziale che disse di aver ricevuto da fonti dell’ esercito Usa: 29 civili uccisi da armi di piccolo calibro a Baghdad durante i combattimenti tra le truppe Usa e gli insorti durante il corso delle cinque settimane prima del 5 Aprile. Le stime del numero totale di civili iracheni morti in questa guerra, calcolato dai reporters e dai gruppi per i diritti umani, varia tra 10.000 al piu’ plausibile 100.000. Il Pentagono lo sa? Se si, dovrebbe dirlo.
Intanto, senza alcun dubbio, i conteggi dei corpi continueranno.

Fonte:www.msnbc.msn.com
Link: http://www.msnbc.msn.com/id/7818807/site/newsweek/page/2/
11.04.05

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da Manrico Toschi

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