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La Redazione

 

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IL COLPO DI STATO IN GRECIA: LA LIQUIDITA’ COME ARMA DI COERCIZIONE

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A cura di Davide
Il 3 Agosto 2015
69 Views

DI ELLEN BROWN

ellenbrown.com

Nel moderno sistema bancario globale, per far parte del “sistema di pagamento” tutte le banche hanno bisogno di una linea di credito presso la Banca Centrale. Soffocarla è stata una forma di ricatto che il Governo Greco “non poteva rifiutare”.

“Il Padrino, 1972: “Mio padre gli fece un’offerta che non poteva rifiutare. Luca Brasi gli premeva una pistola sulla testa, e mio padre gli assicurò che, sul contratto, ci sarebbe stata o la sua firma o il suo cervello”.

L’ex Ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, è stato accusato di “alto tradimento” per aver esplorato la possibilità di un sistema di pagamento alternativo, nel caso la Grecia fosse uscita dall’euro. L’assurdità di questa storia è stata sottolineata da Raúl Ilargi Meijer che, il 27 Luglio, ha scritto nel suo blog:

“Il fatto che sia stato preso in considerazione un sistema di pagamento alternativo, non significa che Syriza stesse progettando un “colpo di stato” … Se siete alla ricerca di un “colpo di stato”, guardate piuttosto alla Troika e alla sua battaglia per il controllo delle finanze nazionali greche. E’ questo il vero “colpo di stato”, se mai avete ne avete visto uno. Chiediamoci come diavolo sia stato possibile che una congrega di faccendieri mai eletti possa aver ottenuto il pieno controllo su tutta la struttura finanziaria di un Governo membro dell’Eurozona che, al contrario, è stato democraticamente eletto. Per quanto si voglia girarci intorno, non ci sono argomenti giuridici a sostegno”.

Ed allora, com’è possibile che [le oligarchie finanziarie europee] abbiano potuto organizzare quel “colpo di stato”? La risposta sembrerebbe essere questa: attraverso un’estorsione. La Banca Centrale Europea ha minacciato di tagliare la liquidità di cui tutte le banche – anche quelle solventi – hanno assoluta necessità per sostenere i loro saldi contabili, giorno per giorno.

Questa minaccia si è materializzata nei giorni che hanno preceduto il referendum in Grecia, quando la BCE ha chiuso il rubinetto della liquidità e le banche greche hanno dovuto chiudere i battenti. Conseguentemente, le aziende sono rimaste senza forniture ed i pensionati senza cibo.

Com’è stato giustificato questo gesto, apparentemente criminale? Ecco il tormentato ragionamento del Presidente della BCE Mario Draghi, in occasione della conferenza stampa del 16 Luglio:

“C’è un articolo del Trattato di Maastricht in cui c’è scritto, in sintesi, che la BCE ha la responsabilità di promuovere il regolare funzionamento del sistema dei pagamenti. Ma tutto ciò ha a che fare con … la distribuzione delle banconote e delle monete. E quindi non con l’erogazione della liquidità che, in realtà, è regolata da una disposizione diversa, l’articolo 18.1 dello Statuto della BCE, in cui c’è scritto che: “… al fine di raggiungere gli obiettivi del SEBC [Sistema Europeo delle Banche Centrali], la BCE e le Banche Centrali Nazionali possono effettuare operazioni con ‘Istituti di Credito’ ed altri operatori di mercato, erogando i prestiti sulla base di adeguate garanzie”.

E’ questa la disposizione del Trattato. Le nostre operazioni, quindi, non erano delle normali “operazioni di politica monetaria”, ma di “Emergency Assistance Liquidity” [ELA], che sono regolate da un accordo separato, che fa esplicito riferimento alla necessità di disporre di garanzie sufficienti. La liquidità, quindi, non è mai stata né incondizionata né illimitata”.

In un post del 23 Luglio su “Naked Capitalism”, Nathan Tankus l’ha definita “una dichiarazione davvero scioccante”. Perché? Perché tutte le banche si affidano alle loro Banche Centrali per regolare i pagamenti con le altre banche.

“Se il buon funzionamento di un ‘sistema’ coincide con la capacità degli Istituti di Credito di effettuare i pagamenti”, spiega Tankus, “la Banca Centrale deve garantire in ogni caso che i ‘saldi delle liquidazioni’ [scolasticamente, la misura complessiva delle operazioni finanziarie ed economiche private di un paese con il resto del mondo] siano disponibili ad un certo prezzo”.

COME FUNZIONA IL SISTEMA DEI PAGAMENTI

Il ruolo di una Banca Centrale in un “sistema di pagamento” è spiegato in questo modo dalla “Banca dei Regolamenti Internazionali” [BRI o BIS]:

“Una delle principali funzioni di una Banca Centrale è quella di essere ‘custode della fiducia del pubblico’ nei riguardi del denaro, e questa fiducia dipende in modo cruciale dalla capacità degli operatori economici di trasmettere gli strumenti monetari e finanziari, senza intoppi e in modo sicuro, attraverso i ‘sistemi di pagamento e di saldo’. Le Banche Centrali provvedono in modo sicuro al saldo degli assets ed in molti casi ne consentono il trasferimento”.

A livello internazionale, prima del 1971, il mezzo per il “saldo degli assets” era l’oro. Più tardi si passò alla “liquidazione elettronica dei saldi”, bilanciando le “riserve” detenute presso la Banca Centrale. Oggi, quando il denaro viaggia dalla banca A alla banca B, la Banca Centrale liquida il trasferimento regolando semplicemente il bilancio delle loro rispettive riserve, sottraendole da una e aggiungendole all’altra.

I controlli vanno avanti e indietro per tutto il giorno. Se alla fine della giornata il “conto di riserva” di una banca diventa “scoperto”, la Banca Centrale lo tratta in modo automatico, concedendo a quella stessa banca il denaro necessario sotto forma di “liquidità” elettronica, perché possa cancellarlo.

La banca provvederà poi a sistemare il deficit o attirando nuovi depositi, o prendendo in prestito del denaro da un’altra banca, dotata di riserve in eccesso. Se l’intero sistema è a corto di riserve, la Banca Centrale ne crea delle altre perché il sistema possa restare liquido.

La funzione di “garante della liquidità” è stata molto visibile in occasione della crisi bancaria del 2008, quando il credito fu congelato e le banche smisero in gran parte di prestarsi soldi a vicenda.

La Federal Reserve statunitense intervenne anticipando oltre 16.000 miliardi di dollari agli Istituiti Finanziari attraverso il “Term Asset Facility” [TAF], il “Term Asset-Backed Securities Loan Facility”] e altre strumenti similari, con un tasso d’interesse pari quasi a zero.

In questo modo gli assets tossici non commerciabili furono convertiti in “collaterali” del tutto accettabili, per cui le banche continuarono ad essere solvibili e quindi in grado di tenere le porte aperte.

LA LIQUIDITA’ COME STRUMENTO DI COERCIZIONE

E’ questo il modo in cui la Fed concepisce il suo ruolo … ma la BCE ha evidentemente delle idee piuttosto diverse su questo strumento di liquidità. L’accesso delle banche di un determinato paese alle “operazioni di politica monetaria” non lo intende come un atto obbligatorio, ma solo discrezionale.

Condizione di accesso è che se il rating delle obbligazioni di un paese non raggiunge l’“investment grade”, questo deve essere obbligatoriamente sottoposto ad un programma elaborato dall’UE e dal FMI – ovvero a delle misure di austerità.

Secondo il Vice-Presidente della BCE, Vitor Constâncio, in occasione della stessa conferenza stampa:

“Quando un paese ha un rating inferiore all’”investment grade” – che è il requisito minimo per poter accedere ad operazioni di politica monetaria – deve sottoporre un “waiver” [scolasticamente, cessione o restituzione di un diritto o di un privilegio]. Il “waiver” viene accettato se ci sono due condizioni. La prima è che il paese si trovi nell’ambito di un programma elaborato dall’UE e dal FMI. La seconda è che il rispetto di questo programma sia credibile”.

La liquidità è fornita solo sulla base di “adeguate garanzie”, di solito dei Titoli di Stato. Ma il fatto che queste obbligazioni siano “adeguate” non è determinato dal loro prezzo di mercato. Al paese che le emette vengono richieste, piuttosto, delle concessioni politiche. Il governo deve vendere i beni pubblici, tagliare i servizi pubblici, licenziare i lavoratori pubblici … e sottoporre le sue politiche fiscali alla sorveglianza di burocrati non eletti, che possono dettare ogni singola voce del bilancio nazionale.

Nathan Tankus ha osservato che:

“L’Europa fa parte di un sistema in cui possono verificarsi problemi di liquidità e d’insolvenza. Possono entrambi essere generati deliberatamente, almeno in parte, dalla Banca Centrale. Dopodiché la Troika può costringere quel paese ad un “programma del FMI”, se vuole continuare ad avere un sistema bancario funzionante. In alternativa, la Banca Centrale può scegliere, semplicemente, di “sospendere la convertibilità” di quell’unità di conto – tagliando ad esempio le forniture di euro – e forzare la svalutazione dei depositi, haircut e bail-in, fino a quando le banche saranno di nuovo solventi”.

UN PAESE SPINTO SUGLI SCOGLI DALLA MAFIA FINANZIARIA

I problemi di liquidità e d’insolvenza della Grecia sono stati generati intenzionalmente, come suggerisce Tankus? Vediamo un po’.

Prima ci sono stati quei derivati che, nel 2001, la Goldman Sachs ha venduto alla Grecia e che già nel 2005 avevano quasi raddoppiato il debito del paese.

Poi c’è stata la “crisi del credito” indotta dal sistema bancario nel 2008, quando la BCE costrinse la Grecia a salvare le sue banche private diventate insolventi, facendo precipitare il paese nel fallimento.

Questa crisi fu poi seguita, alla fine del 2009, dall’intenzionale sopravvalutazione del debito della Grecia, effettuato da un agente dell’Eurostat – che per questa ragione fu processato a livello penale – che innescò il primo piano di bail-out [salvataggio esterno], accompagnato da misure di austerità.

Il Primo Ministro greco fu poi sostituito da un tecnocrate non eletto, ex Governatore della “Banca di Grecia” e successivamente Vice-Presidente della BCE, che rifiutò la ristrutturazione del debito, preferendo un secondo e massiccio piano di salvataggio, insieme ad ulteriori misure di austerità. Si stima che circa il 90% del denaro di quel salvataggio finì di nuovo nelle casse delle banche.

A Dicembre del 2014 la Goldman Sachs avvertì il Parlamento greco che la liquidità della Banca Centrale avrebbe potuto essere tagliata, se Syriza avesse vinto le elezioni. Quando, a Gennaio, le ha effettivamente vinte, la BCE ha attuato la sua minaccia, tagliando quasi del tutto la liquidità alle banche.

Quando, a Luglio del 2015, il Primo Ministro Tsipras ha indetto un referendum pubblico, attraverso il quale gli elettori hanno respinto la brutale austerità loro imposta, la BCE ha fatto chiudere le banche in pieno stile mafioso. Il governo greco è stato quindi messo in ginocchio, costretto ad abbandonare la sovranità nazionale e a svendere i suoi tesori pubblici, pezzo per pezzo.

Una mente sospettosa potrebbe dedurre che si trattava di un progetto concepito fin dall’inizio per poter mettere all’asta i beni della Grecia, per poter effettuare una scalata ostile, o un asset-stripping [acquisto di una società per poterla rivendere a pezzi], a beneficio di quanti fossero in grado di acquistare quei beni, comprese le stesse banche, gli hedge-funds e gli speculatori posti strumentalmente alla guida del debito della Grecia, per distruggere l’economia del paese.

NON C’E’ SOVRANITA’ SENZA IL CONTROLLO DEL DENARO E DEL CREDITO

Nella conference-call registrata, per la quale Yanis Varoufakis sta affrontando l’accusa di tradimento, l’ex Ministro delle Finanze ha parlato della trappola in cui si trovano i paesi dell’Eurozona. In pratica, sembra che non ci sia alcun modo legale per liberarsi dell’euro e del dominio della Troika. I governi non hanno accesso ai files contenenti i dati critici delle loro banche, che sono controllate dalla BCE.

Varoufakis ha sostenuto che tutto questo dovrebbe allarmare i governi dell’UE. Il Primo Ministro canadese William Lyon Mackenzie King disse, nel 1935, che:

“Una volta che hanno preso il controllo della moneta e del credito di una nazione, a quel punto non ha più importanza chi fa le leggi. L’usura, una volta che ha preso il controllo [della moneta e del credito], sarà in grado di distruggere qualsiasi nazione”.

Per riprendere il controllo della moneta e del credito un paese ha bisogno di una Banca Centrale che abbia il mandato di servirne gli interessi. Il credito dovrebbe essere, in effetti, un’utilità sociale al servizio dell’economia e del popolo.

Ellen Brown

Fonte: http://ellenbrown.com

Link: http://ellenbrown.com/2015/07/30/the-greek-coup-liquidity-as-a-weapon-of-coercion/

40.07.2015

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da FRANCO

Fra parentesi quadra [ … ] le note del Traduttore

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