DI GLEN BERRY
EcoInternet
“La terribile diseguaglianza per cui 200 persone possiedono metà delle ricchezze della terra mentre più di un miliardo vive con meno di 1,50$ al giorno è il diavolo incarnato e ci ucciderà”b – Dr. Glen Barry
I giornali sono pieni di avvertimenti disastrosi che potrebbero verificarsi nel caso in cui l’economia della Grecia non dovesse tornare a crescere, o qualora quella cinese perdesse un paio di punti in termini di crescita. Raramente, nella storia dell’essere umano, così tanti si sono sbagliati in modo così lampante sull’importanza e l’opportunità, o anche solo la possibilità, di una crescita economica perpetua.
La vera minaccia al benessere dell’essere umano non è la scarsa crescita economica, ma il fatto che c’è troppo e che abbiamo oltrepassato il limite oltre il quale la crescita va verso la distruzione del nostro ambiente condiviso.
La crescita industriale economica sta saccheggiando gli ecosistemi naturali. Grandi quantità di capitale naturale -inclusa l’acqua, la soia, le foreste antiche, il pesce selvatico, ecc- sono state saccheggiate per gonfiare artificialmente i numeri della crescita economica di breve periodo.
La miope lente del capitalismo moderno industriale che usa la crescita del PIL come parametro di una società in stato di benessere ha completamente fallito nel tener conto dei reali e rovinosi costi di liquidazione dei sistemi naturali terrestri.
Una crescita infinita in un pianeta finito è la ricetta del disastro. Niente cresce per sempre. Niente cresce per sempre e il tentarlo squarcia inevitabilmente il sistema che tenta di farlo.
Continuare a devastare gli ecosistemi naturali della terra per una crescita sul breve periodo è la più grande bolla economica mai vista. Un tale breve periodo, uno sguardo miope sulla crescita economica può solo finire in un collasso sociale ed ecologico.
Il problema
Il sistema ecologico globale sta collassando, sta morendo. La biosfera- il nostro ambiente condiviso che rende la terra abitabile- vede i suoi ecosistemi costitutivi liquidati per lo sfruttamento delle sue risorse. L’eccessivo e ineguale consumo ha raggiunto un punto in cui i confini ecologici del pianeta sono stati sorpassati, arrivando alla reale possibilità di tirar giù la biosfera quando noi collasseremo.
Ci siamo spinti oltre, al punto in cui il brusco cambiamento climatico nelle sue varie forme di perdita dell’ecosistema naturale quali zone oceaniche morte, erosione terrestre, deposito di nitrogeno e molti altri aspetti del declino ecologico si incorporano e si danneggiano gli uni con gli altri.
Questa improvvisa crescita dell’impatto umano sull’evoluzione naturale della biosfera –gli esseri umani sono passati da uno a sette miliardi in un secolo- può onestamente essere definito come un ecocidio intenzionale.
Questa implacabile crescita industriale continua ancora ad essere, in modo del tutto erroneo, accostata al progresso. Molti non saranno disposti a cogliere le avvisaglie di un tragico epilogo da parte degli scienziati fino a che questi non saranno notevolmente più a disagio e preoccupati di quanto siano ora. Sarà comunque troppo tardi.
Il processo intrapreso per evitare il collasso della biosfera globale è stato bloccato da molti altri mali che affliggono la condizione umana incluse le condizioni di disuguaglianza, le guerre permanenti, le malattie, la miserabile povertà e l’autoritarismo. Un’orrenda iniquità, dove 200 persone possiedono metà dei beni presenti sulla Terra mentre più di un miliardo vive con meno di 1,50$ al giorno, è l’incarnazione del diavolo e ci ucciderà tutti.
La visione
Una crescita economica esponenziale in una Terra finita può portare solo a un collasso. L’umanità deve accettare una situazione economica stabile –in cui l’incremento del capitale naturale raccolto viene rigenerato annualmente- o la sua stessa fine. Ampi e connessi ecosistemi naturali devono rimanere il teatro della società umana.
L’umanità eviterà il collasso della biosfera se sceglieremo di vivere in modo più semplice, condividendo di più con gli altri, tornando al valore della terra, avendo meno figli, proteggendo e ricostituendo gli ecosistemi, nutrendoci di più del nostro cibo, smettendo di usare i combustibili fossili e accogliendo la giustizia sociale e l’amore.
Coloro che sono intelligenti e che lavorano più duramente continueranno ad avere di più ma non in maniera così grottesca. I bisogni primari di tutta l’umanità, degli ecosistemi naturali e delle specie simili verranno così soddisfatti.
La sfida del nostro tempo è di abbracciare rapidamente questi bisogni cercando di rimanere liberi ed estendere i benefici di un’esistenza libera ed economicamente sicura a tutti gli abitanti della Terra. Gli insediamenti umani devono essere costretti a vivere sottostando ai limiti delle loro bioregioni, agganciando l’essere umano ai limiti ecologici locali.
Il fallimento nel tentativo di generare un minor numero di figli, di terminare l’uso dei combustibili fossili, di restaurare gli ecosistemi naturali, comporterà la diffusione e il peggioramento del caos ecologico, morti in massa e una sorta di anarchia, prima che l’umanità ricada nel nulla più completo.
La transizione
Una vita migliore delle tossiche cazzate che uccidono noi e gli altri, è possibile. Richiede un ritorno a un involucro primordiale di sistemi naturali che rivalutino l’esperienza del troppo. Si conosce già molto in termini di tecniche per vivere e lavorare in modo più sostenibile, per educare se stessi e iniziare la transizione della propria famiglia verso una vita più leggera sulla Terra.
Dobbiamo cercare di tornare alla terra. Il più della nostra sussistenza dovrà venire da quello che produciamo dalla terra, dalla soia, dal sole e dal duro lavoro. Il futuro del lavoro risiede nella permacultura, imprese rivitalizzate, e una propria espressione creativa che alimenti la conoscenza e l’evoluzione umana.
La visione Jeffersoniana di una democrazia agraria richiede uno stile di vita totalmente sano sulla terra, frutto delle nostre mani e menti, con la volontà di respingere l’autoritarismo e il suo odio deleterio, il bigottismo e i capri espiatori. Dobbiamo partecipare assieme agli altri alla nostra comunità per rilocalizzare le nostre esistenze, e abbracciare la famiglia globale.
Il capitalismo potrà avere un qualche futuro nel momento in cui ci mobilitiamo per evitare il collasso della biosfera, introduciamo una tassa sul carbone che cerchi di abolire gradualmente l’emissione di combustibili fossili e una deindustrializzazione di tutte le attività che hanno un impatto negativo sulla biosfera; tutto ciò sarà essenziale. Altrimenti il capitalismo industriale dovrà essere sostituito a tutti i costi.
Negli Stati Uniti e nel mondo stiamo già assistendo alla crescita della demagogia autoritaria. La natura ciarlatana di tale pensiero politico dev’essere espulso come segno del nostro impegno verso una libertà verde. Assieme possiamo farcela.
Glen Barry
Fonte: www.countercurrents.org
Link: http://www.countercurrents.org/barry200715.htm
20.07.2015
Traduzione per www.comedonchisciotte.org acura di GUENDALINA ANZOLIN