DI MARCO TRAVAGLIO
“Noi abbiamo messo in circolo per opere pubbliche 51 miliardi di euro. I cantieri aperti non sono piccoli cantieri, sono i più grandi cantieri del mondo. Il Mose. La più grande opera di protezione ambientale che si sta costruendo oggi nel mondo, è già arrivata al 25% dei lavori” (Silvio Berlusconi nel faccia a faccia con Romano Prodi, 14.3.2006)
Due bugie in due frasi. Naturalmente nessuno dei cantieri aperti in questi cinque anni è fra i più grandi del mondo. E quanto al Mose di Venezia, sono state avviate solo alcune operazioni preliminari di pulizia dei canali, ben lungi dalla realizzazione del 25% dell’opera. L’ammissione relativa ai 51 miliardi risponde invece a verità, ma è la confessione del terzo punto del contratto con gli italiani del 2001, che prometteva l’avvio di almeno il 40% dei lavori previsti dal Piano grandi opere. In realtà i 51 miliardi vantati dal premier non corrispondono al 40, ma al 21,4% dei lavori previsti. Praticamente la metà.
“Il nostro governo ha cancellato dopo 143 anni la leva obbligatoria e regalato a 150 mila ragazzi un anno di vita per costruire il loro futuro. La sinistra ha risposto presentando un disegno di legge che imporrebbe ai giovani, a 18 anni, il servizio civile obbligatorio per sei mesi” (Berlusconi, ibidem)
Falso: la leva obbligatoria fu abolita con una legge delega al governo dalla Camera il 14 giugno 2000 e dal Senato il 24 ottobre dello stesso anno. Al governo c’era Giuliano Amato, a capo di una maggioranza di centro-sinistra. Il governo Berlusconi si limitò ad esercitare la delega conferitagli da quello precedente.
“Dirigenti di mie aziende e miei avvocati in parlamento? Ne ricordo solo due o tre” (Berlusconi, ibidem)
In realtà, fra uomini del gruppo Fininvest e legali del premier e dei suoi coimputati sistemati in parlamento e al governo, si supera la cinquantina.
“Sul progetto dell’Unione di ridurre di cinque punti il cuneo fiscale, il professor Prodi è stato smentito dal segretario dei DS Fassino: Prodi lo vuole realizzare nei primi 100 giorni, Fassino dice ‘lo faremo in cinque anni’ “ (Berlusconi, ibidem)
Anche questo è falso: anche fassino, l’ultima volta a ‘Porta a Porta’, ha sostenuto la riduzione del cuneo fiscale in un anno.
“La sinistra è contraria al traforo del Frejus” (Berlusconi, ibidem)
Il traforo del Frejus fu inaugurato nel 1871, dunque nessuno può essere contrario ad un’opera realizzata 135 anni fa. Alcuni settori della sinistra (e gran parte delle popolazioni locali) si oppongono invece alla nuova linea di alta velocità ferroviaria per le merci che dovrebbe attraversare la Valsusa.
“La legge che abbiamo fatto noi sul conflitto d’interessi è quella approvata dalla Camera all’unanimità quando eravamo opposizione. La sinistra poi non l’ha approvata al Senato perché gli faceva comodo usarla come una clava contro il presidente del consiglio” (Berlusconi, ibidem)
Che l’Ulivo non abbia voluto approvare la legge sul conflitto d’interessi, nell’ambito del grande inciucio con Berlusconi, è ormai storia. Ma l’ingratitudine del beneficiario è davvero notevole. Ed è pari almeno alla sua capacità di mentire: al Senato la legge non passò perché, più seria di quella frettolosamente approvata alla Camera, fu impallinata del 2001, alla fine della scorsa legislatura, da centinaia di emendamenti ostruzionistici del Polo. Altro che unanimità.
“Prodi non lo sa, ma oggi la Commissione di giustizia europea ha bocciato l’Irap, l’imposta di rapina approvata durante il governo Prodi” (Berlusconi, ibidem)
Non esiste alcuna Commissione di giustizia europea. Esiste una Corte di giustia europea di Lussemburgo, che quel giorno non ha affatto bocciato l’Irap: nel corso dell’istruttoria avviata da tempo, l’avvocato generale ha chiesto al governo italiano di abolire l’Irap giudicandola non in linea con le norme fiscali comunitarie in quanto una sorta di doppione dell’Iva. Ma l’avvocato generale non è la Corte: esprime pareri non vincolanti e sta alla Corte come il pm, nei processi penali, sta al tribunale. Spetterà ai giudici decidere. In ogni caso nessuno ha parlato di rapina, salvo Berlusconi, che però nei cinque anni del suo governo s’è guardato bene dall’abolire l’Irap. Anche perché l’Irap, istituita nel 1998 in sostituzione di otto diverse imposte sulle imprese, garantisce ogni anno un gettito di 35 miliardi di euro per finanziare le regioni.
“L’85% degli scioperi che abbiamo subito erano legati a motivazioni politiche” (Berlusconi, ibidem)
Ma il sito lavoce.info replica che, secondo i dati dell’Istat, gli scioperi originati da ragioni di ‘solidarietà’ e da ‘altri motivi’ (diversi dalle rivendicazioni dei diritti dei lavoratori) non hanno mai superato il 30% nell’intero quinquennio 2001-2005.
“Abbiamo esteso la no tax area ad altri 10 milioni di contribuenti, che non devono neppure più fare la dichiarazione dei redditi. Prima erano sono 2 milioni e mezzo” (Berlusconi, ibidem)
Ma, secondo lavoce.info, sono cifre in libertà: nel 2001 gli italiani esenti erano già 8,2 milioni, cifra cresciuta nell’ultimo quinquennio di sole 4,3 milioni di unità.
“Il governo, nell’attuale legislatura, ha ridotto la pressione fiscale complessiva dal 45 al 40,6 % (Silvio Berlusconi, Porta a porta, 8.3.2006)
Altra balla: come dimostra ancora lavoce.info, la pressione fiscale non ha mai raggiunto il 45% negli ultimi dieci anni. Né tantomeno era a quel livello nel 2001. L’Ulivo la lasciò al 41,3%, e nel 2005 era calata di appena mezzo punto, attestandosi al 40,6% (dati Istat). E dire che il primo Dpef 2002-2006 del governo Berlusconi prometteva una discesa della pressione fiscale a quota 38,2% nel 2006
Marco Travaglio
(Micromega nr.5 – 30.3.2006)
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