IL BLUFF TURCO-SAUDITA ? SIAMO AL DADAISMO !

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DI PEPE ESCOBAR

lesakerfrancophone.fr

Tenebre a mezzogiorno, un incubo di sirene, convulsioni da allerta rossa come se fossimo a 30 secondi dal nono cerchio dell’Inferno. Il migliore manca totalmente di convinzione, il peggiore è animato da intenzioni dementi.

Is this the end, my friend? (1)

Niente affatto. É un bluff. Invochiamo il dadaismo (2) – l’internet originale – per mettere questo inferno in prospettiva. Il dadaismo è nato un secolo fa al Cabaret Voltaire di Zurigo, in piena Prima Guerra Mondiale.

Il dadaismo non è stato solamente una rivoluzione artistica, bensì una rivoluzione permanente. Il dadaismo è una condizione dello spirito, l’antidoto ideale contro la fenomenologia della guerra fredda 2.0. Tutto ciò è utile per destabilizzare i discorsi pomposi, scovare e distruggere i simboli, confondere il linguaggio. Con il moltiplicarsi delle allusioni alla maledizione che condurrà obbligatoriamente alla (falsa) Terza Guerra Mondiale, la cosa migliore da fare è continuare sulla via dell’impertinenza e della fantasia. Dopo tutto, citando Voltaire, la vie n’est-elle pas qu’un grand cabaret (la vita non è che un grande cabaret)?

Allora, benvenuti al cabaret!

Innanzitutto, c’è la banda degli esuberanti wahabiti che fa il suo ingresso nel cabaret con i suoi aerei a reazione sorvolanti Incirlik [Base aerea turca, NdT]. Sono pronti a fare cosa? Alla conduzione di operazioni terrestri in Siria! É ciò che vogliono ardentemente. Purtroppo, senza avere alcun piano. Sentiamo il direttore dell’orchestra Adel al Jubeir, in tutta la sua gloria transgenica, parlare dell’intervento necessario di una componente terrestre! Ma ci vuole, come prima cosa, che “la Voce dei suoi Maestri” gli dia il permesso. Intanto, il permesso tarda ad arrivare: «la scelta del momento non dipende da noi» sostengono i wahabiti.

Per aumentare la tensione, sempre pronti ad attirare su di sé le luci della ribalta, ecco entrare adesso in scena niente poco di meno che…i turchi! «Il miglior momento per entrare in Siria, è adesso», urlano le orde pro-AKP di Ankara ad Antalya. Come possiamo permettere a quei miseri curdi di YPG di concreare uno stato cuscinetto lungo la nostra frontiera, controllato per di più dagli Yankees e dai Russi?

E poi, il partito dell’unione democratica curda (PYD)? Dei terroristi! Che gli taglino la testa – come ha detto la Regina Rossa [Allusione ad Alice nel paese delle meraviglie, NdT], l’ispiratrice di Abu Bakr Al-Baghdadi. «Il nostro destino è creare un’enclave certa per i rifugiati a 10 km all’interno della Siria, impedendo ai rifugiati – con tutti i modi possibili – di entrare in Turchia». Avanti, dunque, verso la tasca di Jerablus, al nord della linea Azaz-Munbij! Ecco venuto il momento di bombardare i curdi!

Ops! L’hanno fatto di nuovo. Gli aspiranti ottomani hanno dimenticato di capire che La Voce dei loro maestri non considera il PYD e il YPG alla stregua di terroristi. Dopo tutto, stanno lottando valorosamente contro Daesh e non sono legati ai cosiddetti ribelli moderati del Fronte Al-Nusra, cioè Al-Qaeda in Siria, contrariamente a tutte le fazioni favorite dei wahabiti e degli aspiranti ottomani, che sono in ammirazione davanti il Fronte Al-Nusra. Tutto ciò è favolosamente dadaista! Il dadaometro potrebbe esplodere in modo spettacolare nello spazio interstellare, se si aggiungesse niente di meno (è una concreta possibilità) che le Forze speciali US potrebbero donare una piccola spinta ai loro amici curdi.

Salutate la nostra no fly zone

Mentre le forze dell’inferno si scatenano (moderatamente), tutti sembrano avere dimenticato che la Russia ha (con discrezione) imposto una no fly zone su tutto il nord della Siria. Nemmeno i corvi volano più lungo la frontiera, per non parlare degli F-16 e degli elicotteri turchi. I piloti turchi sanno che, se penetrassero nello spazio aereo siriano, sarà tutto un Ashes to Ashes alla Bowie [cenere alla cenere, NdT] in salsa cirillica ciò che dovranno affrontare. Cosa farà Washington? Dare un sostegno aereo agli aspiranti ottomani e rischiare la Terza Guerra Mondiale? Evidentemente, no.
Il Cremlino ha messo in scena il dadaismo, ma gioca la sua carta del costruttivismo: è impossibile distruggere Daesh e le varie bande jihadiste salafite senza bloccare la frontiera siriano-turca che gli aspiranti ottomani ardono di liberare. Dopo tutto, è l’autostrada dalla quale entrano i jihadisti con le loro armi ed esce il petrolio di contrabbando. L’atteggiamento costruttivo della Russia emerge dalla sua disponibilità a concludere accordi con chiunque non sia un jihadista salafita.
C’è, tuttavia, un problema. La lista degli invitati della Russia non concorda con quella degli USA. Come entrare nel club? Una volta ammesso, chi sceglierà la musica? Israele, Egitto, Giordania ed Emirati (questo frutto del matrimonio di convenienza unisce Abu Dabi ed il suo petrolio con Dubai ed i suoi affari nel contrabbando) seguono da vicino il gioco dei russi in Siria. Sono favorevoli a chiudere, ma non a questo aspirano wahabiti e neo-ottomani. Anche se i nostri due desperados fossero sostenuti da Qatar e Barhein in quella loro famosa quanto illusoria operazione terrestre, la stessa idea di dovere affrontare Russia e Stati Uniti non sarebbe altro che puro dadaismo.
Non è, dunque, il caso di sorprendersi nel vedere certi aspiranti ottomani fare più giravolte che i dervisci di Konya. Li odiamo tutti! Ma non possiamo allo stesso tempo dichiarare guerra a Daesh, al PYD e a quello che rimane del regime di quell’ingrato di Bashar Al Assad!
Per alleviare il loro indicibile dispiacere, gli aspiranti ottomani persistono consapevolmente nella loro offensiva contro…altri curdi, quelli del PKK d’Anatolia. Ma se dovessero colpire più forte il PYD in Siria, aspettiamoci che il PKK orchestri una reazione letale.
Nel bel mezzo di tutto questo caos, quale giocatore ne esce come la voce della moderazione? Le forze armate turche! Proviamo ad immaginare i fieri generali turchi che fanno la parte dei resistenti nella commedia del (falso) prologo della possibile Terza Guerra Mondiale. Dadaismo allo stato puro.

Quadrato bianco su fondo bianco

Il buon senso non è andato via, almeno non ancora. Il buon senso non è affatto dadaismo!
Ciò ci riconduce all’operazione “Tuono del Nord”. Il generale wahabita Ahmed Asseri continua a sostenere che la famosa operazione terrestre sia irreversibile. Desolato, ma se il semaforo verde dei Maestri non si accende, essa sarà ineluttabilmente reversibile. Non è opportuno, però, sottostimare la capacità di un wahabita in preda al timore frenetico di amplificare l’effetto dadaismo. Quando durante la Conferenza di Monaco sulla sicurezza, Jubeir, col viso impassibile, dice che Assad è l’esca più efficace per attrarre gli estremisti e i terroristi in tutto il Medio-oriente, sta invocando un cambiamento di regime o cos’altro? Autocapitolazione a profusione? Ecco una manifestazione artistica degna del manifesto dadaista.

La Russia, nel frattempo e placidamente, si mostra come il quadro bianco su fondo bianco di Malevitch. Mosca non vuole affatto impantanarsi in Siria. La Russia, oltretutto, si è già ben installata in Siria e non fa che spingere la sua impronta geopolitica ancora più lontano. É quello che chiamiamo “proiezione mediterranea”. Tutti dovranno adattarsi.
Improvvisamente, in un attimo, vediamo spuntare la possibilità che le grandi potenze, la Russia e gli Stati Uniti, giungano ad una sorta di simbiosi in Siria, con cui si potrebbe raggiungere lo scopo di un processo di pace, secondo i desideri di Kerry e Lavrov.

Chi vuole una Terza Guerra Mondiale, dunque, se non i malati di mente? Ops, torniamo ai dadaisti. Sarà forse necessario parlare col sultano Erdogan e col principe guerriero Mohammed bin Salman.

Pepe Escobar è autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007); Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge (Nimble Books, 2007); Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009); Empire of Chaos (Nimble Books, 2014); 2030 (Nimble Books, 2015).

Fonte: http://lesakerfrancophone.fr

Link: http://lesakerfrancophone.fr/le-bluff-sultano-saoudien-totalement-dada

19.02.2016

Articolo tradotto dal francese per il sito www.comedonchisciotte.org da Nicola Palilla

1 Riferimento alla canzomne dei Doors, The End

2 Il dadaismo fu un movimento artistico comparso a Zurigo durante la Prima Guerra Mondiale in reazione negazionista alla guerra. L’arte, la poesia e le opere degli artisti dadaisti furono spesso assurde per meglio fare passare il loro messaggio.

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