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La Redazione

 

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I RELIGIOSI SHIITI PROCLAMANO VITTORIA

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A cura di Davide
Il 5 Febbraio 2005
37 Views

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DI JUAN COLE

Abdul Aziz al-Hakim ha proclamato la vittoria dell’ United Iraqi Alliance, composta dai partiti religiosi di cui è a capo. Ed ecco cosa pensano i vincitori, se sono loro i vincitori, a proposito degli USA:
“Nessuno è contento che ci siano truppe straniere in Irak. Siamo convinti che gli iracheni sono capaci di risolvere i loro problemi, compreso quello della sicurezza. Naturalmente quest’ultimo problema dovrà essere affrontato dal nuovo governo.”
L’idea che il partito Shiita al-Dawa, il Consiglio Supremo per l’Islam in Irak, l’organizzazione Badr (addestrata dalle guardie rivoluzionarie iraniane), tutti elementi strettamente legati all’Iran, accettassero una presenza militare permanente degli americani è sempre stata una chimera. La maggior parte degli Shiiti, che hanno votato domenica, pensavano che stessero votando per la fine della egemonia USA nel loro paese. Ecco perché è strano che la destra americana stia interpretando le elezioni di domenica come una vittoria di Bush.Il Presidente a interim Ghazi al-Yawir ha espresso la speranza che un sostanziale ritiro delle truppe della Coalizione possa essere effettuato entro la fine del 2005, e la sua speranza sembra ampiamente condivisa in Irak. Al Yawir ha anche detto che non sarebbe prudente che gli americani se ne andassero immediatamente, dato il caos regnante nel paese. Questa parte del discorso è stata ampiamente ripresa dalla stampa occidentale mentre è passata sotto silenzio la richiesta del ritiro entro l’anno. A prima vista sembrerebbe che ci sia disaccordo fra al-Hakim e al-Yawir, ma probabilmente non è vero.

Il ministro della Difesa “ad interim” Hazem Shaalan ha affermato che è troppo presto per chiedere il ritiro delle truppe USA. Ma probabilmente Shaalan non avrà nessuna influenza sul nuovo governo e ciò che dice non ha molta importanza.

Lunedì ci sono state molte lamentele da parte degli iracheni che non hanno potuto votare a causa della mancanza dei seggi. Nel Nord i Caldei Cristiani hanno accusato i Curdi di non avere deliberatamente fornito loro i seggi per votare.

I portavoce dell’UIA affermano di avere ottenuto il 90% dei voti in più province, e pensano che guadagneranno la metà dei 275 seggi del nuovo parlamento, cioè 138. Per formare un nuovo governo senza la necessità di alleanze con altri partiti avrebbero dovuto conquistare i due terzi, cioè 182 seggi.

I Curdi, a loro volta, pensano di avere ottenuto risultati migliori della lista del Primo Ministro Iyad Allawi, conquistando 65 seggi, cioè quasi un quarto. Al-Hayat ha riportato che i Curdi, secondo il ministro degli esteri, Hoshyar Zebari, egli stesso un curdo, avrebbero preso 75 seggi. “Questo è quello che volevamo”, ha aggiunto. I Curdi in passato sono stati emarginati a lungo dalla politica irachena.

C’è da notare che i Curdi hanno ottenuto risultati lusinghieri anche a causa della scarsa partecipazione al voto da parte dei Sunniti. Dal momento che la votazione era su base proporzionale, l’assenza del 20 per cento dell’elettorato ha innalzato le percentuali delle altre componenti Shiite e Curde.

Ci si interroga ancora su quali alleanze potranno formarsi nel nuovo parlamento. Una alleanza possibile è fra i Curdi e la UIA (United Iraqi Alliance).Si tratterebbe di una alleanza difficile, dal momento che i relativamente laici Curdi non sarebbero entusiasti dell’imposizione della legge religiosa, certamente voluta dall’UIA. D’altro canto se i voti Curdi dovessero essere necessari per formare un nuovo governo, si troverebbero in una buona posizione per vedere esaudito il loro desiderio di ottenere il consolidamento del Kurdistan e uno stato federale non troppo rigido.

Un’altra possibilità vedrebbe i Curdi alleati con la lista di Allawi, quella di al-Yawir e di Adnan Pachachi in modo da formare una specie di blocco laico/Sunnita. Tuttavia se l’UIA rimane unito si trova nella migliore posizione per formare il nuovo governo, attraendo gli altri piccoli partiti. Il blocco laico/Sunnita avrebbe bisogno di tutti i piccoli partiti più qualcuno degli altri 11 che formano l’UIA. Per il momento questo scenario è piuttosto improbabile, e sarebbe comunque formato da un governo piuttosto instabile. Invece un’alleanza UIA/Curdi sarebbe molto più stabile e forte, e potrebbe rappresentare una buona soluzione per moderare gli estremisti dei due gruppi. Però gli ex dominanti arabi Sunniti verrebbero ulteriormente posti ai margini, e già da ora molti di loro si oppongono con la forza al nuovo ordine politico.

Un ultimo scenario vede il partito di Allawi conquistare un terzo dei voti, con la possibilità di bloccare la formazione di un consiglio presidenziale se non a condizione di garantire ad Allawi stesso la presidenza. Comunque risultati, al momento ancora vaghi, non sembrano suggerire che la lista di Allawi sia andata troppo bene.

Juan Cole
Fonte:www.juancole.com/
2.02.05

Traduzione per Comedonchisciotte.net a cura di Vichi

DI JUAN COLE LEGGI ANCHE:Le elezioni in Irak:prime impressioni

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