La nuova dottrina del Pentagono: le mini-atomiche sono “sicure per i civili”
DI MICHEL CHOSSUDOVSKY
“L’attuale politica statunitense riguardo alle armi nucleari è immorale, illegale, militarmente inutile, e terribilmente pericolosa. Il rischio di un lancio involontario o accidentale è insopportabilmente alto. Invece di ridurre questi rischi, l’amministrazione Bush dimostra solo il suo impegno a mantenere l’arsenale nucleare come fondamento del loro potere militare, impegno che oltretutto mina alla base quelle norme internazionali che per 50 anni hanno limitato la proliferazione di armi nucleari e di materiale fissile. Gran parte di questa politica nucleare è iniziata prima che io diventassi Segretario della Difesa, e negli anni successivi non ha fatto altro che diventare sempre più pericolosa e diplomaticamente distruttiva.”
(Robert McNamara, segretario della Difesa durante le amministrazioni Kennedy e Johnson)
La nuova dottrina nucleare dell’amministrazione Bush contiene specifiche linee guida che consentono attacchi nucleari “preventivi” verso “stati canaglia” che “possiedono” o “stanno sviluppando” armi di distruzione di massa. (rapporto 2001 della Nuclear Posture Review (NPR) e Doctrine for Joint Nuclear Operations (DJNO).La dottrina nucleare preventiva, che applicata all’Iran e alla Corea del Nord richiede “un’integrazione offensiva e difensiva”, permette esplicitamente l’uso preventivo di armi termonucleari in teatri di guerra convenzionali.
Nel braccio di ferro con Teheran riguardo al suo dichiarato programma nucleare, le direttive del Pentagono consentirebbero, dopo l’approvazione del presidente, un bombardamento punitivo, usando “mini-bombe nucleari” oppure armi termonucleari tattiche.
Mentre queste direttive non escludono la presenza di altre categorie (molto più devastanti) di bombe atomiche nell’arsenale nucleare di USA e Israele, gli scenari previsti dal Pentagono nel Medio Oriente si limitano all’uso di armi nucleari tattiche, incluse le bombe B61-11 “bunker buster” (distruggi-bunker). Questo specifico modello di bomba è un’arma termonucleare, chiamata Nuclear Earth Penetrator o NEP, che è in realtà una vera e propria Arma di Distruzione di Massa, e il suo impiego in Medio Oriente da parte degli statunitensi o degli israeliani, innescherebbe un olocausto nucleare.
(La bomba termonucleare B61-11 NEP )
Storia della Bomba Termonucleare B-61
La bomba termonucleare B-61, costruita per la prima volta nel 1966, viene descritta come un’arma nucleare a basso potenziale. La sua tecnologia è essenzialmente un’evoluzione di quella delle precedenti testate nucleari tattiche (per ulteriori dettagli, vedere il sito http://nuclearweaponarchive.org
La versione B61-11 della B-61, denominata “earth penetrating”, venne sviluppata sulla scia della Guerra Fredda, durante l’amministrazione Clinton. Inizialmente venne progettata con una “piccola” carica da 10 kilotoni, per operazioni post-Guerra Fredda:
“Nell’ottobre del 1993, Harold Smith, Assistente per le armi atomiche al Segretario della Difesa, chiese di dare il via allo sviluppo di un’alternativa alla bomba ad alto potenziale B-53, che era il principale strumento di distruzione di bunker presente nell’arsenale USA. La B-53 era anche l’arma atomica più pesante (circa quattro tonnellate), e quindi trasportabile solo dai bombardieri B-52. con il pretesto della “modernizzazione dell’arsenale”, Smith fece pressione per lo sviluppo della B-61 Mod 11.
La B61-11 venne sviluppata e immagazzinata senza compiere test su larga scala. Alcuni osservatori sostennero che la B61-11 era una nuova arma nucleare, ma gli statunitensi replicarono che si trattava non di un nuovo ordigno, bensì di un’evoluzione della vecchia B-61, con la capacità di penetrare nel terreno in modo da colpire obbiettivi sotterranei…” (www.globalsecurity.org ).
La B61-11 era stata progettata per il Medio Oriente, e infatti l’amministrazione Clinton aveva minacciato di usarla contro la Libia, indicando come le fabbriche di armi chimiche sotterranee di Tarhunah “avrebbero potuto costituire un obiettivo per le nuove B61-11”. (The Record – Bergen County, NJ – 23 febbraio 2003)
I rapporti militari fanno una distinzione fra le NEP e le “mini-atomiche”, che sono armi nucleari con una potenza inferiore ai 10 kilotoni (circa due terzi della bomba di Hiroshima), mentre le bombe NEP possono arrivare ad una potenza di 1000 kilotoni, cioè settanta volte la bomba di Hiroshima.
Questa distinzione fra mini-atomiche e NEP è essenzialmente fuorviante. In pratica non esiste una linea di confine, visto che si tratta dello stesso tipo di armamenti: la B61-11 ha parecchie “potenze disponibili”, che vanno da meno di un kilotone fino ad oltre 1000, e in tutti i casi la ricaduta radioattiva è devastante. Per di più, la serie di bombe termonucleari denominata B-61, include svariati modelli con diverse specifiche tecniche: la B61-11, la B61-3, B61- 4, B61-7 e B61-10, e ognuna di esse, a loro volta, ha una vasta gamma di “potenze disponibili”.
Quella prevista per l’attuale scenario di guerra in Medio Oriente è una bomba da 10 kilotoni, dunque a “basso potenziale”.
Mini-atomiche in Teatri di Guerra Convenzionali
Molto probabilmente l’amministrazione Bush non esclude la possibilità di usare ordigni termonucleari distruggi-bunker in Medio Oriente. Questo tipo di arma è stato sviluppato espressamente per un uso “contro nazioni del terzo mondo” in teatri di guerra convenzionali post-Guerra Fredda.
Nell’ottobre del 2001, subito dopo l’attacco alle Torri, il Segretario della Difesa Donald Rumsfeld auspicò l’utilizzo delle bombe B61-11 in Afghanistan. L’obiettivo erano i bunker sotterranei di Al Qaeda fra le montagne di Tora Bora.
Rumsfeld affermò allora che, nonostante le bombe “convenzionali”distruggi-bunker “fossero in grado di portare a termine il lavoro, …non poteva escludere l’eventualità dell’uso di armi nucleari.” (citato dallo Houston Chronicle del 20 ottobre 2001).
L’uso della B61-11 venne preso in considerazione anche durante il bombardamento e l’invasione dell’Iraq del 2003. In questo caso, queste bombe furono descritte come “una precisa arma nucleare a basso potenziale, capace di penetrare nel terreno e di colpire obiettivi sotterranei di grande importanza”, come ad esempio il bunker di Saddam Hussein:
“Essendo Saddam senza alcun dubbio l’obiettivo più importante in Iraq, sarebbe opportuno l’utilizzo delle B61-11, che assicurerebbero la sua uccisione e la conseguente decapitazione del regime.” (Bollettino della Difesa, 8 dicembre 2003)
Non esistono tuttavia prove documentate che attestino l’effettivo uso delle B61-11 in Iraq.
Un bombardiere B-2A rilascia una versione di test della nuova bomba a gravità B61-11 sopra il Tonopah Test Range, nel Nevada, il 20 Novembre 1996
“Sicure per i Civili”
La B61-11 è classificata come “bomba ad alta capacità di penetrazione”, capace di “distruggere i più profondi e protetti bunker sotterranei, che le testate convenzionali non sono in grado di raggiungere”. Le B61-11 possono essere sganciate, esattamente come le convenzionali GBU (bombe a gravità), sia dai bombardieri stealth B-2 che dai caccia F-16.
Gli alti ufficiali e i tecnici dei laboratori nucleari statunitensi fanno pressione sul governo affinché venga sviluppata una nuova generazione di armi atomiche di precisione a basso potenziale da usare in conflitti convenzionali con paesi del terzo mondo.
Gli osservatori sostengono che aggiungere all’arsenale nucleare mondiale testate a basso potenziale, renderebbe il loro eventuale utilizzo molto più probabile. Non a caso una legge del 1994 proibisce ai laboratori nucleari di intraprendere ricerche che potrebbero portare alla produzione di armi atomiche da meno di 5 kilotoni, perché “ordigni di questo tipo rendono indistinto il confine fra guerra nucleare e convenzionale”.
I senatori repubblicani John Warner e Wayne Allard hanno cancellato una piccola disposizione, presente nella Legge per l’Autorizzazione della Difesa del 2001, che avrebbe riportato alla luce queste precedenti restrizioni. …I senatori Warner e Allard credono che queste armi atomiche possano essere usate in conflitti convenzionali contro feroci dittatori, lasciando illesa gran parte della popolazione civile. Ecco quello che un anonimo ex uffciale del Pentagono ha dichiarato al Washington Post la scorsa primavera: “Ciò di cui attualmente avremmo bisogno è qualcosa in grado di colpire un bunker scavato sotto 300 metri di granito senza uccidere la popolazione civile circostante.”
Dichiarazioni come questa alimentano l’illusione che un’arma atomica possa essere usata in modo da ridurre al minimo i “danni collaterali”, rendendone accettabile l’uso come arma convenzionale.(vedi www.fas.org/)
Secondo una logica totalmente distorta, una bomba nucleare viene presentata come uno strumento di pace usato per rovesciare dittature, e per accrescere dunque la sicurezza mondiale. Verrebbe anche usata per porre un freno al proliferare di armi di distruzione nelle mani di organizzazioni terroristiche o criminali e di “stati canaglia”. La propaganda del Pentagono ha dunque accuratamente distorto la natura di queste bombe.
L’esplosione di una B61-11 viene distrattamente descritta come una detonazione sotterranea “senza alcun pericolo per la popolazione civile circostante.”
Il Pentagono ha quasi annullato la distinzione fra guerra convenzionale e guerra nucleare. Già durante l’amministrazione Clinton, il Pentagono aveva reclamato l’uso delle B61-11, affermando che poiché sono bombe “sotterranee”, non c’è il pericolo di una ricaduta radioattiva tossica per i civili.
L’amministrazione Bush si spinge ancora più avanti nel definire l’uso di armi nucleari tattiche, che sono ormai parte dell’arsenale “preventivo” statunitense. Essenzialmente vengono descritte come armi difensive. Secondo la dottrina di prevenzione nucleare, sono oramai classificate per un uso in teatri di guerra convenzionali.
Il Pentagono dichiara che l’uso delle B61-11 riduce al minimo i rischi di “danni collaterali”. Secondo gli analisti militari USA, i “potenziali nemici” nascondono le loro armi di distruzione di massa in “bunkers fortificati” protetti da oltre trenta metri di cemento. Test recenti hanno indicato che una B61-11 a basso potenziale non è mai riuscita a penetrare per più di 6 metri nel terreno. (Vedere anche The Independent del 23 ottobre del 2003):
“La capacità di penetrazione di una B61-11 è piuttosto limitata. […] I test dimostrano che, se lanciata da un’altitudine di 12.000 metri, penetra in un suolo secco per soli 6 metri o poco più. […] Qualsiasi tentativo di usarla in ambiente urbano causerebbe un numero enorme di perdite fra i civili. Perfino al livello più basso della gamma di potenziale esplosivo, la deflagrazione nucleare provocherebbe un gigantesco cratere di materiale radioattivo, creando un letale campo di radiazioni gamma su un’area molto vasta.” (Low-Yield Earth-Penetrating Nuclear Weapons, di Robert W. Nelson,,Federation of American Scientists, 2001 ).
Olocausto Nucleare
Secondo il sito GlobalSecurity.org
, l’uso delle B61-11 contro la Corea del Nord darebbe origine ad un’estesa ricaduta radioattiva sui paesi vicini, innescando dunque un olocausto nucleare.
“[…] Nei test la bomba penetra per sei metri in un suolo secco. […] Ma anche questa superficiale penetrazione provoca il trasferimento di gran parte dell’esplosione verso la superficie, rendendo così impossibile il raggiungimento di un obiettivo sepolto profondamente sotto metri di granito. Per di più, avrebbe un alto potenziale, nell’ordine delle centinaia di kilotoni, e se usata in Corea del Nord, la nube radioattiva si spingerebbe fino al Giappone.” (www.globalsecurity.org)
Se invece venisse utilizzata in Iran, si avrebbe una contaminazione radioattiva su una larga area del Medio Oriente, fino alle ragioni dell’Asia Centrale, provocando così decine di migliaia di morti, comprese le truppe statunitensi di stanza in Iraq:
“L’uso di un’arma atomica in grado di distruggere un obiettivo sotterraneo altrimenti irraggiungibile da una qualunque altra arma convenzionale, causerà necessariamente un enorme numero di vittime fra i civili. Non esiste un missile capace di scavare nel terreno abbastanza a fondo da contenere un’esplosione atomica, fosse anche soltanto l’uno per cento della potenza della bomba di Hiroshima. Semplicemente, un’esplosione di questo tipo provocherebbe una gigantesca nuvola di materiale radioattivo, che successivamente ricadrebbe sulla regione, in una pioggia intensa e mortale.” (Low-Yield Earth-Penetrating Nuclear Weapons, di Robert W. Nelson, op cit)
Attualmente, l’uso delle B61-11 è previsto nei teatri di guerra, insieme alle armi convenzionali. ( (Rapporto del Congresso “Bunker Busters”: Robust Nuclear Earth Penetrator Issues” , marzo 2005). Ulteriori versioni della B61, denominate mod 3, 4, e 7, che fanno parte del’arsenale USA, hanno un potenziale più basso rispetto alla B61-11.
(Per ulteriori dettagli, vedere http://nuclearweaponarchive.org)
Per il 2005 il Congresso ha bloccato ulteriori fondi per la ricerca e la produzione di nuove e più robuste armi nucleari tattiche, ma questa decisione non influisce sull’arsenale atomico già esistente, che include le B61-11 sviluppate durante l’amministrazione Clinton. Queste bombe sono pienamente operative. Sono state testate, risultando “perfettamente aderenti agli standard previsti per lo stoccaggio”. L’uso militare è stato taciuto.
Michel Chossudovsky
Fonte: www.globalresearch.ca
Link: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=viewArticle&code=20060217&articleId=1988
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GIUSEPPE SCHIAVONE
Questo articolo è stato elaborato su due precedenti testi dell’autore:
1) Nuclear War against Iran , January 2006 (Trad. italiana: Guerra Nucleare contro l’Iran
)
2) Planned US-Israeli Attack on Iran , May 2005