I MILLENARISTI AMERICANI E IL SATANA EUROPEO

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Insieme alle relazioni problematiche tra l’amministrazione Bush e l’Europa, una nuova visione dell’Unione Europea si è sviluppata tra i fondamentalisti americani. Per questi millenaristi l’Unione Europea è una rinata Roma, una delle condizioni indispensabili per il secondo Avvento di Cristo.

DI JOE LOCKARD

Il millenarismo negli Stati Uniti ha una storia tanto lunga quanto disdicevole. E’ stato lo strumento di una opprimente retorica religiosa ben prima che Jonathan Edwards, indicato di solito come il precursore del millenarismo evangelico americano, lo forgiasse come incandescente mezzo di salvezza spirituale. Il millenarismo esplica una visione religiosa che si appella al testo biblico e all’interpretazione dei “segni” del presente. Gli eventi acquistano un’importanza significativa nella misura in cui si accordano con le “giuste” considerazioni sulla cultura, l’erosione dei valori sociali e cristiani, l’inammissibile separazione tra le sfere pubblica e religiosa, e la presenza pervasiva di forze maligne che sono la mondana manifestazione di Satana. Per i millenaristi il mondo è un pozzo di corruzione morale, sull’orlo del baratro. L’unica politica che valga la pena praticare è quella che consenta di passare dalla dannazione alla salvezza. Non si deve però commettere l’errore di pensare al profetismo e alla sociologia millenaristiche come segno di un isolazionismo globale, perché per i millenaristi l’intero mondo è un’irrinunciabile fonte di segni profetici.

L’amministrazione Bush non ha una caratterizzazione esplicitamente millenarista, malgrado le critiche alla sua menzognera e criminale guerra all’Iraq. Non ci sono prove a sostegno della teoria, diffusa in certi ambienti, che la decisione di Bush di invadere l’Iraq derivi da una sua personale visione apocalittica. La tendenza a pensare sempre il peggio di George W. Bush e della sua cerchia, anche se comprensibile, impedirebbe una reale comprensione dell’influenza dei millenaristi sulla sua politica per il Medioriente. La condotta militarista di questa amministrazione trae origine da politici razionali, dalla storia ben precisa, vissuta in contesti come l’economia petrolifera, una tacita alleanza con le classi dominanti del Golfo, il potere imperiale e, in definitiva, l’identificazione ideologica tra umana libertà e libero mercato. Quella della Fine dei Tempi è una religione vecchio stile, di generazioni in cui Wall Street e i mercati avevano un orario di chiusura. Con la globalizzazione i mercati non chiudono mai, non c’è nessuna Fine dei Tempi. E’ un accorto realismo, in difesa di principi politici e vantaggi economici, a guidare la politica estera dell’amministrazione Bush, non un allucinazione mistica.

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Il coinvolgimento del millenarismo è più complesso ed elusivo, e comincia con la sua influenza sulla politica della destra statunitense, attraverso gruppi di pressione, raccolte di fondi e campagne per l’iscrizione alle liste elettorali. Si è discusso spesso degli effetti del millenarismo cristiano sulla politica dell’amministrazione Bush nei riguardi del conflitto israelo-palestinese. Ministri evangelici con l’istinto del crociato come Mike Evans (1) hanno costruito intere carriere sfruttando quel conflitto a fini religiosi, facendo opera di lobbying (in nome di Cristo) a favore di Israele, e identificando i palestinesi come servi di Belzebù. Ma, anche se il Medioriente è diventato un punto focale per l’individuazione di segni profetici, la visione millenarista è molto più ampia. La ricerca di segni è globale, proprio come globale sarà l’apocalisse. Una visione religiosa così interpretativa spiega la ricerca di segni e presagi, cosicché tutta la storia contemporanea (lo tsunami del dicembre 2004 è diventato immediatamente noto come avvertimento della fine del mondo) porta acqua al mulino millenarista. Identificare un segno, comunque, resta insufficiente, dato che è la sua contestualizzazione biblica e le conseguenti argomentazioni che danno al segno un significato.

LA ROMA RINATA

Le relazioni problematiche dell’amministrazione Bush con l’Europa si sono accompagnate a una reinterpretazione dell’unione Europea da parte dei fondamentalisti statunitensi. Per questi millenaristi l’UE è una Roma rinata, cioè una delle condizioni necessarie per l’Avvento di Cristo. La maggior parte di queste interpretazioni si basa sul libro di Daniele, in particolare il capitolo 2, quello che narra del re babilonese Nabucodonosor e del suo sogno. Secondo il testo biblico, Daniele interpretò la statua d’uomo sognata dal re come allegoria di cinque regni (2). Alcuni oggi interpretano il quarto regno del sogno come il “regno del nord”, e lo identificano nell’Unione Europea (3); altri citano il quinto regno come “l’ultimo dei regni della terra”.

Il progenitore di questo stile di interpretazione delle profezie è stato Herbert Armstrong, il radio-predicatore con base a Pasadena (editore della rivista Plain Truth), giunto alla ribalta negli anni 30, rappresentante della ramificazione del millenarismo del XIX secolo che avrebbe dato origine agli Avventisti del Settimo Giorno. Armstrong, instancabile pubblicista, pronosticò (sbagliando) che la Germania nazista avrebbe vinto la II Guerra Mondiale, ma in seguito si corresse, profetizzando che degli effimeri Stati Uniti d’Europa, guidati dalla Germania, avrebbero ingaggiato e vinto un apocalittico conflitto contro gli USA e il Regno Unito. Armstrong pubblicò queste previsioni nel 1956, in un opuscolo intitolato 1975 in Prophecy [Il 1975 nelle Profezie], basato sulla sua lettura dei capitoli 2 e 7 di Daniele. Gli stessi passaggi sono stati citati all’infinito da altri profeti della Guerra Fredda per provare che il “regno del nord” era l’Unione Sovietica, e rientrano nella pratica di battibecchi interpretativi, di commutazione di segni e significati e di procrastinazione di “date fatali”, tipica della pratica millenaristica.

Terry James e Todd Strandberg (4) sostengono la tesi del quinto regno. Sostengono che “l’affermazione definitiva di un governo mondiale… è ormai stabilmente avviata nella forma dell’Unione Europea”, e che la UE è un prolungamento dell’antico Impero Romano. Nella storiografia millenaristica di James e Strandberg, le fasi dell’unificazione europea, dalla Comunità del Carbone e dell’Acciaio [CECA] al Trattato di Maastricht, rappresentano una progressione di tipo escatologico. La loro è una lettura appena un po’ più elaborata di quella di molti altri millenaristi, che magari riescono a distinguere Le Monde dal Vitello d’Oro, ma li odiano entrambi perché parlano francese (5). James e Strandberg suggeriscono che le scelte politiche della UE, in particolare il loro mancato appoggio all’invasione dell’Iraq (Tony Blair e il poco compianto Jose Maria Aznar apparentemente non vengono considerati parte della UE, dato che disturberebbero quest’interpretazione) siano caratterizzate da un’arroganza che ricorda la Roma dei Cesari. La medesima alterigia europea è il possibile indicatore della formazione del “governo della bestia di Daniele 7, Apocalisse 13 e 17-18” (6), e sarebbe un tale governo della bestia a tentare, tramite la compartecipazione al quartetto della profezia biblica, di imporre la rovinosa Road Map nel conflitto israelo-palestinese. Gli autori concludono che “Comprendere come l’Europa abbia gettato alle ortiche la sua veste cristiana per assumere il suo profetizzato ruolo, sia politico sia economico, nel contesto della fine dei tempi, è essenziale per comprendere la sua natura di bestia”. Malgrado quest’interpretazione possa permettere facete allusioni alle origini del lato oscuro di Berlusconi, è l’idea immaginifica della Bestia che è importante. L’Europa, qui vista più come antagonista globale e passiva-aggressiva degli USA che come alleata, viene integralmente decristianizzata e trasformata in un icona del satanismo.

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Malgrado non lo riconoscano, la descrizione che gli autori fanno di un’Europa ormai decaduta come sede dell’autentica cristianità, trae origine dalla retorica dei puritani americani del XVII secolo, che fustigavano l’Europa per le sue tare politiche e religiose. Nella loro ostilità nei confronti di un’Europa che non si conforma al militarismo dell’amministrazione Bush, i fondamentalisti rinnovano l’immagine di un’Europa nuovo “continente nero”, a lungo in voga nella cultura religiosa americana che attribuisce significati profetici ad avvenimenti contemporanei.

Jack Van Impe (7), uno dei più conosciuti predicatori evangelici americani, in base ad Apocalisse 17,10 sostiene che si devono succedere sette regni prima del ritorno di Cristo. I primi cinque furono l’Assiria, Babilonia, la Persia e la Grecia; il sesto fu Roma, e il settimo sarà l’Unione Europea, una sorta di Roma rinata. “Il risuscitato Impero Romano si sta attualmente organizzando sotto l’egida dell’Unione Europea,” scrive Van Impe, “un super stato federale che costituirà le basi per il governo mondiale della fine dei tempi. Una dittatura con a capo l’Anticristo, che governerà mediante poteri sovrannaturali, gli avanzati mezzi tecnologici di uno stato di polizia del XXI secolo, e l’uso del più spietato terrore.” Le prove che Van Impe adduce per sostanziare le sue profetiche affermazioni sono: l’introduzione dell’Euro; le prime riunioni per formare le versioni precedenti di UE, nel 1948 (Van Impe riscrive la storia per favorire la sua cronologia astorica, dato che la Comunità del Carbone e dell’Acciaio fu formata nel 1951), in coincidenza con la profetizzata rinascita di Israele; ancora nel 1948, la fondazione del World Council of Churches [Consiglio Mondiale delle Chiese], “che porrà le basi per un unico sistema religioso mondiale con a capo l’Anticristo, come descritto in Apocalisse 13, 11 e 17,9.” (8)

Questa è un’escatologia rivelata, in cui nessun evento è escluso dal piano divino e dall’imminenza del “Rapimento” [Rapture] (9) Percorrendo tali eventi profettizzati, Van Impe e altri millenaristi elaborano una narrazione complementare al piano divino, che si esplica attraverso lo schema auto-rivelatore della Bibbia. Le fasi di nascita e successivo sviluppo dell’Unione Europea non designano affatto la creazione di una sfera pubblica e di un sistema legale europei, ma sono piuttosto il dispiegarsi di un progetto divino in cui i cittadini europei non hanno alcun ruolo. Gli europei che, nella loro crescente distanza da Dio, nutrono una fede di tipo secolare nella UE e le sue istituzioni, sono del tutto ciechi al piano divino. Magari credono di avviarsi verso l’integrazione europea, ma di fatto sono diretti all’Inferno.

La scuola americana di interpretazione millenaristica degli eventi mondiali è una comunità che discute, approva, disapprova e attua l’interscambio di punti di vista. Le frasi di Van Impe riguardanti la UE citate più sopra, ad esempio, vengono riprodotte quasi integralmente, o fedelmente parafrasate, sul sito del “Pastor Dale Morgan and the Good News Ministry” (10). Jennifer Rast, sul sito “Contender Ministries” (11), sostenitrice dell’interpretazione dei quattro regni, fornisce un’estesa rassegna delle prove che l’Unione Europea sia il nuovo Impero Romano. Simili elementi appaiono anche in altre pagine web. Molta di questa “esegesi della UE” consiste in una tediosa esposizione, versetto per versetto, di Daniele e dell’Apocalisse, come nel sito di Wayne Bedwell e la sua “Arizona-based Church of God Most High” (12) Discussioni più interessanti e numerose riguardano questioni scottanti quali la possibilità che Javier Solana sia l’Anticristo, o se la bandiera europea, col suo cerchio di stelle dorate, sia un’immagine cattolica che rivela il controllo segreto del Papa sulla UE (13).

Ma gli zeloti statunitensi non hanno il monopolio in questo genere di speculazioni. Il reverendo britannico Ian Paisley (14) vede la beatificazione, e l’eventuale santificazione, di Robert Schumann, ministro degli esteri della Francia post-bellica e promotore dell’unificazione europea, come il segnale che Roma non ha ceduto le armi dopo che la sua Chiesa “è stata ostacolata nel suo tentativo di controllare diplomaticamente le singole scelte nazionali per la gestione dell’Unione Europea”. E dalla Germania, il reverendo Paul Kieffer, un pastore della Chiesa Unita di Dio (15), interpreta l’apertura della UE verso l’ammissione della Turchia come una prova lampante della incessante costruzione di un nuovo Impero Romano. Riferendosi a Daniele, 2 (16), Kieffer sostiene che “la profezia biblica suggerisce che [l’ammissione della Turchia] potrebbe essere il primo passo di un radicale mutamento degli odierni rapporti dell’Europa col resto del mondo” ed esaudire le promesse apocalittiche. Così come i millenaristi americani guardano all’Unione Europea attraverso il prisma delle loro fobie culturali e religiose, anche certi europei, per quanto in numero molto più limitato, utilizzano le loro specifiche e continentali fobie per applicare visione bibliche o religiose all’allargamento dell’Unione Europea.

Uno dei costanti punti di discussione, in questa comunità internazionale di esegeti, riguarda la chiave con cui interpretare Daniele 7, 24: “Le dieci corna significano che dieci re sorgeranno da quel regno e dopo di loro ne seguirà un altro, diverso dai precedenti: abbatterà tre re”. Anche se la UE, all’inizio, aveva dieci stati membri, ora si è allargata a venticinque nazioni, il che scatena controversie interpretative tra i millenaristi. Intere griglie numerologiche devono essere riarrangiate, ogni volta che un nuovo paese entra nell’Unione Europea. Per un’esegeta millenarista aggiornata come Jennifer Rast, che segue la politica europea più attentamente di quasi tutti gli americani (che hanno per lo più una visione vaghissima dell’UE e delle sue basi giuridiche), la proposta di creare una presidenza europea che sostituisca quella a rotazione attualmente in uso, è altra acqua al suo biblico mulino. La reiterata descrizione della bestia con dieci corna nel libro di Daniele accenna a “un corno più piccolo” che ne svelle altri (Daniele 7, 7-8), quindi c’è la chiara preconizzazione di un presidente dell’UE con maggiori poteri.

Il sito Midnight Call Ministries (17), che adotta un’interpretazione distorta delle teorie di Immanuel Wallerstein (17bis) sul sistema-mondo grottescamente appropriata, si domanda se un’Europa più grande sia governabile, in quanto “l’ingresso di nuovi stati potrebbe produrre ulteriore insicurezza, l’imperversare delle mafie e una smisurata corruzione, e portare a un caos che renderebbe l’Europa impossibile da governare e tenere sotto controllo”. A questo punto il commentatore ripropone la salita al potere di un presidente della UE che porterà il marchio della Bestia. Che la formazione dell’Unione Europea risulti dall’adesione volontaria degli stati, basata su un processo democratico, e che conservino la loro sovranità nazionale, tutto questo sfugge completamente ai millenaristi, più interessati alle visioni apocalittiche che ai banali fatti legislativi.

J. Thomas LaCroix (18), commentatore religioso, offre un tipico esempio di questo rigetto del costituzionalismo europeo quando scrive:

“La UE è silenziosamente diventata una potenza mondiale, che presto avrà il controllo di quasi tutto il continente europeo. L’Impero Romano cercò di unire i popoli che conquistava. La UE sta solo fingendo di essere un governo federale come gli Stati Uniti.”

Per LaCroix, la UE detiene un potere abusivo e manca della legittimità per governare, invade lo spazio europeo e non può istaurare un’organica unità politica.

Saremmo tentati di ignorare questo tipo di forsennata esegesi apocalittica, considerandola nient’altro che il vaneggiamento di gente instabile, come quella che crede che le truppe dell’ONU arriveranno per sfondare le porte degli americani e sequestrargli le armi, o come quella che spedisce assegni per i programmi di allevamento della giovenca rossa e per il Terzo Tempio (19). In ogni modo, una comunità come questa è costituita da una vasta gamma di personalità, alcune vicine altre lontane dal potere politico. Le dimensioni della comunità cristiana millenarista (indicata, se non altro, dai milioni di copie vendute dai romanzi di argomento “rapture” “Left Behind”) testimoniano l’esistenza di un gruppo religioso più che in grado di esercitare un potere politico.


E’ una comunità in cui ci può essere disaccordo sui particolari di un’interpretazione, ma le cui basi politiche e culturali restano unanimi. Per i millenaristi americani, l’Europa rappresenta una minaccia culturale per ragioni che comprendono il suo clima sociale più tollerante, la protezione dei diritti dei gay, una religiosità in declino, il socialismo, il cattolicesimo, e infine anche la classica diffidenza nativista per gli europei (20). Per i millenaristi, assediati dal modernismo del XXI secolo, l’Europa mostra quello che gli Stati Uniti potrebbero diventare se, come credono, il loro declino morale continuasse. La tesi di Gibbon sulla decadenza di Roma rappresenta per i millenaristi lo stato attuale dell’Europa, un pozzo di immoralità i cui cittadini vivono sull’orlo di una “società-precipizio”, anche se la UE si allarga, accresce la sua forza politica, incrementa la protezione dei diritti umani. Sono proprio questi diritti umani, specialmente per gli omosessuali, che sono bersaglio dell’ira evangelica negli Stati Uniti. Una fede millenaristica nell’apocalisse e nel “rapture” esprime l’esigenza della purificazione religiosa di una società peccaminosa, e il ruolo simbolico della UE come prefigurazione del “rapture” da’ la misura della fobia che l’Europa ispira in molta della società statunitense.

LA NUOVA CARTAGINE: SODOMA E SOCIALISMO

In Nord America l’antieuropeismo è stato uno strumento nella costruzione di identità distinte (americana ed europea) almeno fin dal XVII secolo, quando la letteratura puritana cercava di dare una specificità alla propria teologia della salvezza attraverso la condanna dell’empietà europea. La presenza di temi antieuropei nella letteratura dei Nativi Americani era dovuta all’opposizione a invasione e conquista, dato che erano gli europei a occupare il territorio dei nativi; nella letteratura Africana Americana, il tema divenne razziale (ad es. le accuse di David Walker, all’inizio del XIX secolo, contro i bianchi malvagi) in conseguenza del regime di schiavitù razziale che governava la prima storia americana. Tuttavia, tra i millenaristi americani (che sono quasi tutti bianchi e conservatori) l'”europeità” identifica un’origine che è stata dislocata e rimpiazzata. Per questo gruppo sociale l’antagonismo nei confronti dell’Europa ha radici molto più profonde del semplice disaccordo sulle politiche sociali. Come accade per molte fobie, l’ignoranza, unita alla consapevolezza di una diffusa disapprovazione, intensifica i sintomi fobici.

Molti cittadini statunitensi sono consapevoli del disprezzo con cui molti europei guardano agli Stati Uniti, alla loro società, alla loro politica interna ed estera. Gli Stati Uniti non sono il paese da guardare con timore reverenziale in cui poteva giungere nel 1883 il poeta cubano José Marti, che inneggiava agli US “come i diffusori dei frutti che, insieme al sacro sale e al condimento della libertà, hanno meravigliosamente accelerato la maturazione dell’America inglese.” Se alla fine del XIX secolo Marti cercava di favorire la nascita degli Stati Uniti del Sud America, all’inizio del XXI secolo la corrente valutazione delle qualità degli Stati Uniti fa sì che l’espressione “Stati Uniti d’Europa” (un tempo diffusa tra i primi promotori dell’unificazione europea) sia diventata politicamente insensata per i cittadini europei contemporanei. Era un’espressione che nel passato veniva usata per descrivere un’Europa federale in stile statunitense, un’espressione usata da Victor Hugo, Edouard Herriot, Winston Churchill e Franz Joseph Strauss. Anche se gli Stati Uniti continuano ad avere un’inflenza economica, tecnologica e culturale dominante in Europa, la prospettiva di diventarne l’immagine speculare riscuote pochissimo interesse. Nel migliore dei casi si discute su come eguagliare i successi tecnici ed economici degli US conservando nel contempo la cultura europea (e le culture nazionali).

Gli Stati Uniti ricambiano questo disprezzo europeo attraverso istanze sociali e politiche. Nel marzo del 2004, ad esempio, l’US House Committee on the Judiciary [Commissione Parlamentare Statunitense sull’Ordinamento Giudiziario] ha tenuto delle audizioni presso il suo Subcommittee on the Constitution [Sottocommissione Costituzionale] riguardo al ruolo da attribuire alle sentenze di paesi esteri nell’interpretazioni delle leggi statunitensi. Nella sua dichiarazione, il deputato del Kansas Jim Ryun ha elevato obbiezioni contro la Corte Suprema degli Stati Uniti, citando l’appoggio della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo alla cancellazione delle leggi sulla sodomia nella sentenza Lawrence contro lo Stato del Texas (21), le iniziative legali europee e internazionali contro l’esecuzione di handicappati mentali (caso Akin contro lo Stato della Virginia), e altri esempi dell’uso di leggi internazionali riguardo la pena di morte e la discriminazione razziale. Jeremy Rabkin, docente di diritto costituzionale [government] alla Cornell University, ha suggerito alla commissione che “gli europei preferiscono affidarsi alle direttive delle elite” (come se le rivoluzioni del 1789 e del 1848 non fossero mai avvenute) e che di conseguenza le leggi europee siano meno democratiche di quelle degli Stati Uniti. Riferendosi anche lui al caso Lawrence, il professor John McGinnis, della facoltà di Legge della Northwestern University, ha avanzato un’ipotesi che spiegasse l’asserita propensione degli europei ad accettare “l’imposizione dei valori morali di un’elite”. Ha dichiarato, utilizzando gli argomenti dello studioso Jed Rubenfeld, che “il concetto europeo di diritti umani nel costituzionalismo è fondamentalmente diverso dal nostro: in Europa i diritti umani sono il risultato della ricerca di eterne verità normative da imporre antidemocraticamente,” laddove il metodo legale americano sarebbe quello di far derivare tutti i diritti umani dal processo democratico (cioè legislativo). I diritti umani acquisiscono riconoscimento attraverso una serie di processi sociali, non solo con l’attività legislativa, e il processo elettorale democratico, negli Stati Uniti, ha ignorato di frequente i diritti umani, e l’esempio più lampante è stato la fine dello schiavismo.

Se una sottocommissione parlamentare ha fornito la cornice per un festino di antieuropeismo, si tratta solo di uno dei molti forum legislativi e sociali dove si possono trovare simili espressioni. Da quando il giudice Scalia [della Corte Suprema degli Stati Uniti] parlò di “mode e voghe straniere”, esprimendo il suo parere contrario nel caso Lawrence, l’editoria giuridica ha dato voce a una vera e propria guerra legale, con articoli pro, contro e “forse nel mezzo”, riguardo la legittimità dell’uso di materiale europeo nella pratica giudiziaria statunitense. D’altro canto, nella memoria presentata da un gruppo di premi Nobel per la pace alla Corte Suprema nel caso Nanon McKwn Williams contro lo Stato del Texas (riguardante una sentenza di morte per un minorenne), si fa notare come gli Stati Uniti hanno spesso affermato l’universalità dei diritti umani, rifiutando però di accettare alcun protocollo legale transnazionale (in questo caso, il bando della pena di morte per i minorenni, accettato internazionalmente). L’affermazione di un eccezionalismo degli Stati Uniti nella legislazione costituzionale, come si vede più sopra, amplifica ancora di più le diffuse proclamazioni dei conservatori populisti, che gli Stati Uniti costituiscano un’eccezione morale e politica, che si differenzia dal resto della comunità internazionale.

E’ questo che evidenzia la vera vicinanza politica e intellettuale tra l’amministrazione di George W. Bush e i millenaristi americani. Nell’ambito della politica di destra che ha dominato gli Stati Uniti per gli ultimi quattro anni, e in precedenza con Bush padre e Reagan, si è affermato con forza che sono gli Stati Uniti a fornire e definire le basi del diritto internazionale e di un giusto ordine sociale. Sono le definizioni utilizzate per giustificare aggressioni militari prive di legittimità secondo il diritto internazionale, o regimi normativi ed economici a protezione della proprietà e dei profitti di imprese multinazionali che depauperano centinaia di milioni di persone per mezzo del capitalismo del “libero mercato”. La presente amministrazione Bush agisce come un “eletto”, così come i millenaristi deifiniscono se stessi attraverso le categorie socio-religiose degli “eletti” e della loro “elezione”. Con caratteristiche da neo-convertiti, i millenaristi cercano di creare un’area di esclusività intorno agli eletti in grado di leggere e condividere i segni imminenti e immanenti della storia. Così sempre più gli ideologi della destra propongono visioni profetiche degli Stati Uniti come solitaria superpotenza morale che crea da se stessa il proprio modello di salvezza universale, che offre conforto e aiuto agli alleati fedeli e la dannazione a chi si schiera diversamente. E infine, così come accade con i millenaristi, per i quali una prova dei fatti contraria alle loro credenze porta a una rielaborazione ma non alla sconfessione di dette credenze, l’incredulità nei confronti delle affermazioni patentemente false dell’amministrazione Bush può soltanto provocare lo sdegno dei suoi fedeli.

Se la metafora di un nuovo Impero Romano ha un senso, questo sarebbe costituito dagli Stati Uniti, per cui la UE sarebbe il suo avversario, una nuova Cartagine. I millenaristi americani, alla costante ricerca di bersagli per l’ira divina, hanno identificato l’Unione Europea, asilo di sodomiti e socialisti, come la potenza nemica che verrà completamente distrutta: è il destino degli idolatri.

Joe Lockard
è assistente di Inglese all’Arizona State University
Fonte:http://bad.eserver.org/
Link:http://bad.eserver.org/issues/2005/72/lockardamericanmillenialists.html

Scelto e tradotto per www.comedonchisciote.org da DOMENICO D’AMICO

Note del traduttore:

(1) http://jerusalemprayerteam.org/ Tra l’altro, in questo sito potrete firmare una petizione contro lo svolgimento del prossimo Gay Pride a Gerusalemme (sarebbe una profanazione).

(2) Così Daniele interpreta il sogno di Nabucodonosor: “Tu (…) sei il re dei re; (…) tu sei la testa d’oro. Dopo di te sorgerà un altro regno [d’argento], inferiore al tuo; poi un terzo regno, quello di bronzo, che dominerà su tutta la terra. Ci sarà poi un quarto regno, duro come il ferro. Come il ferro spezza e frantuma tutto, così quel regno spezzerà e frantumerà tutto. (…) [Alla fine] il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto (…): stritolerà e annienterà tutti gli altri regni, mentre esso durerà per sempre.” [Dn 2, 37-45]

(3) Come si legge nel primo Libro dei Re, il Regno del Nord era costituito dalle dieci tribù di Israele che divennero adoratrici di Baal (solo le tribù di Giuda e Beniamino rimasero fedeli al Signore). La loro collocazione in Samaria dava ai samaritani, anche ai tempi di Gesù (anche se per ragioni un po’ diverse, quali la presenza di un Tempio “alternativo” a quello di Gerusalemme), una pessima fama. Questo per dire che identificare l’Unione Europea con il “Regno del Nord” significa pensarne tutto il male possibile.

(4) http://www.raptureready.com/rr-eu.html

(5) Forse (ma prendetela con beneficio d’inventario) si riferisce ad alcune teorie che circolano tra gli americani ossessionati da complotti di massoni, Illuminati eccetera, secondo cui il simbolo dell’Euro (fondamentalmente falciforme) richiama l’icona lunare tipica dell’antichità, usata per rappresentare l’ipostasi taurina di un qualche dio; indicando un bovino, collegarlo al Vitello d’Oro è presto fatto. I due tratti che tagliano la falce di luna sono solo fumo negli occhi, o addirittura rappresentano una surrettizia egemonia simbolica dei francesi, che privati del loro ECU (in pratica una moneta medievale: inquietante!) ottengono la rivincita con questa grossa E… Insomma, l’Euro è il Vitello d’Oro. E infine, bisogna ricordare il classico luogo comune sui cittadini statunitensi e la loro ignoranza riguardo il mondo esterno, secondo il quale fanno fatica a distinguere l’Europa dalla Francia.

(6) Soprattutto in Giovanni, la bestia dalle dieci corna simboleggia l’Impero Romano.

(7) http://www.jvim.com/ “Il Portale delle Profezie Bibliche”, che vi informa sui programmi tv, sui film (tra i quali “Tribulation” e “Tribulation 2″) su come imparare a citare la bibbia con successo, eccetera. Interessanti le”domande della settimana”: ci sarà la fine della storia ma non la fine del mondo? Che dice la Bibbia della Trilaterale e degli Illuminati? Nel momento del “rapture” avremo tutti tra i 28 e i 33 anni? I pacifisti sono gli utili idioti di Cina e Russia che potrebbero attaccare gli USA con armi nucleari?

(8) In realtà, da questo nobile sforzo ecumenico (di ispirazione protestante) si chiamarono fuori sia la chiesa cattolica, sia quella ortodossa, e non solo loro. Non male come preparativo di chiesa globale…

(9) Concetto diffuso in parte del fondamentalismo americano. Basato su evanescenti riscontri biblici (1 Tessalonicesi 4,17), sostiene che durante le tribolazioni che i cristiani sosterranno prima del Secondo Avvento, gli eletti verranno “prelevati” per riunirsi con Cristo. A dire il vero, alcuni dicono che questo avverrà prima delle tribolazioni, alcuni dicono dopo, e altri dicono durante.

(10) http://www3.telus.net/thegoodnews/empire.htm

(11) http://www.contenderministries.org/prophecy/romanempirePF.php

(12) http://www.studiesintheword.org/end_time_prophecies__part_2.htm

(13) La corona di dodici stelle intorno alla testa della Madonna è un’immagine familiare ai cattolici, e del resto l’omaggio alla Vergine da parte di Robert Schuman (che propose la bandiera con le stelle d’oro su fondo blu) non è un mistero. Naturalmente, per un cristiano americano (protestante fondamentalista o meno) la sovrapposizione della Madonna alla “donna vestita di sole” di Apocalisse 12,1 è praticamente un atto di paganesimo.

(14) http://www.ianpaisley.org/article.asp?ArtKey=architect

(15) http://www.ucg.org/

(16) http://www.ucg.org/commentary/tukey.htm

(17) http://www.midnightcall.com/2003/052003/mcm503_p3.htm

(17bis) Straordinariamente interessante (anche se scritto prima dell’invasione dell’Iraq) il suo saggio sul “Declino dell’Impero Americano”, in italiano:   http://www.iai.it/pdf/global/Wallersteintrad5.PDF

(18) http://www.faithwriters.com/article-details.php?id=4031

(19) http://scari.org/temple_now.html Si tratta della giovenca rossa di Numeri 19, interpretata, da alcuni ebrei, come segno messianico. L’effettiva nascita di una vacca simile ha infervorato alcuni gruppi estremisti che vorrebbero “dare una mano” all’avvento messianico: il sacrificio della giovenca è funzionale alla costruzione del Terzo Tempio (che da parte loro i cristiano-sionisti vedono come segno dell’imminente armageddon, e, ironia della sorte, della finale conversione in massa degli ebrei al cristianesmo); dovendo avvenire sulla Spianata del Tempio, si può immaginare le conseguenze di un simile “attivismo” (vi ricordate la passeggiata di Sharon?) Vedi anche http://www.antiwar.com/justin/j041502.html

(20) Si riferisce ai movimenti ideologici, nati nel XIX secolo, xenofobi e anti-cattolici, violentemente contrari all’immigrazione di “gentaglia” che avrebbe corrotto e inquinato il Nuovo Mondo.

(21) Con questa sentenza (Lawrence e Garner contro lo Stato del Texas, 26 giugno 2003), la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dichiarato incostituzionali le leggi statali contro la sodomia (cioè contro l’omosessualità). In questi giorni il parlamento del Texas sta approvando una legge che chiarisce che lo statuto matrimoniale è tale solo tra persone di sesso diverso, e in Alabama è stata avanzata la proposta di bandire dalle biblioteche scolastiche gli autori omosessuali (tipo Truman Capote, Tennessee Williams e Gore Vidal).

VEDI ANCHE: IL MILLENARISMO E LA POLITICA MONDIALE

 

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