EFRAIN CHURY IRIDARNE intervista JAMES PETRAS
Efraín Chury Iridarne: Avete capito bene, siamo in collegamento diretto con gli Stati Uniti dove si trova James Petra a cui auguriamo il buongiorno. Ciao Petras, come stai?
James Petras: Molto bene Chury. Stiamo cominciando a seminare i pomodori in cassa, sotto luce artificiale, cosi da poterli piantare all’esterno, fra un mese ,un mese e mezzo, e questa settimana semineremo anche la lattuga per avere, tra 30 o 40 giorni, il primo raccolto.
ECI: Cioè, la vostra prima insalata.
JP: Si, esatto. Un’insalata greca preparata con pomodoro, lattuga, olive nere e formaggio di capra.
ECI: Bene! Anche se è alquanto pericolosa in questo momento una simile ricetta in Uruguay. Petras, cominciamo con le domande; stavamo leggendo alcuni comunicati, provenienti dagli Stati Uniti che parlano di centinaia di migliaia di persone,di cui molti immigrati, scese a protestare nelle strade delle principali città. Qual’è la ragione della loro protesta?
JP: Le notizie che ci giungono da osservatori presenti alle manifestazioni dicono che il numero delle persone che vi partecipano supera il milione. Le stime delle autorità, così come quelle dei media, sono sempre al di sotto della reale quantità dei partecipanti . In ogni caso, in varie città sono state tra le più grandi manifestazioni di tutta la storia del paese. In alcune città, come Chicago e Los Angeles, la partecipazione supera di molto quella delle manifestazioni contro le guerre, con la mobilitazione totale, oltre che dei latini e degli asiatici, di tutti gli appartenenti alle razze che sono immigrate qui.
E’ una lotta del terzo mondo ‘dentro’ gli Stati Uniti, con molti militanti e un largo consenso.
Persino l’arcivescovo di Los Angeles ha detto pubblicamente che se questa legge – che si sta discutendo in questo momento al Congresso- verrà approvata rendendo illegale la presenza degli immigrati e di chi li appoggia, egli inciterà tutti i preti, le suore e i cattolici laici a violare tale legge e a dare sostegno agli immigrati cosiddetti illegali. E’, quindi, una chiamata alla disubbidienza civile da parte della carica ecclesiastica più alta della Chiesa cattolica di Los Angeles.
Quindi la lotta degli immigrati si sta estendendo perché ci sono dai 15 ai 20 milioni d’immigrati illegali negli U.S.A, dicono 10 o 12 milioni, ma la cifra è molto più alta anche se facilmente confutabile poiché non esistono statistiche adeguate e applicano il rimpatrio forzato. Primo punto, vogliono costruire un muro, come quello di Berlino, per impedire l’attraversamento della frontiera tra Messico e Stati Uniti, secondo punto vogliono rafforzare le truppe armate in loco e la repressione e terzo punto vogliono effettuare un grande rastrellamento per catturare e espellere gli immigrati, compresi quelli che hanno la residenza negli U.S.A da 10, 15 o 20 anni e quelli i cui figli sono nati qui.
Questo tipo di rottura del tessuto sociale è intollerabile e questo Congresso reazionario, con a capo il presidente Bush, vuole dividerli affermando che chi arriva con il permesso può restare e mettersi in regola. Ma questa tattica del “ dividi e conquista” non sta avendo successo.
In sostanza,voglio dire che il contenuto di questa protesta era profondamente proletario. Non erano tutti proletari, ma la maggioranza dei lavoratori sono immigranti, e molti di loro sono quelli con i salari peggiori, quelli che fanno i lavori difficili e pericolosi , dall’edilizia ai lavori da giornalieri nei campi, e altri compiti in cui ci sono ben pochi benefici come pensioni, ferie e tutto il resto.
Manca loro tutto.
Quindi, è stata per prima cosa una protesta contro lo Stato, questo è importante; non è semplicemente un processo sociale è una protesta politica e proletaria appoggiata da tutta la piccola borghesia latino-asiatica. Dico piccola borghesia, ma alcuni appartengono alla media borghesia, così come ad alcuni settori di bianchi progressisti, che sono comunque la minoranza in queste manifestazioni. In contrasto con le proteste contro la guerra in cui la maggioranza è formata dalla piccola borghesia bianca. In questo caso è il contrario.
Credo che ciò sia l’espressione del nuovo potere emergente dei latino-americani nelle varie città e Stati in cui ora sono quasi la maggioranza, come a Los Angeles dove i ¾ degli alunni della scuola pubblica sono asiatici e latini. Ora stanno esprimendo il potere del loro numero con coscienza e organizzazione e la cosa più importante è che stanno preparando scioperi dei lavoratori immigrati.
Pare che in queste ultime manifestazioni, a Chicago per esempio, dove erano in 300.000 , più di 50.000 persone abbiano abbandonato il loro posto di lavoro per parteciparvi. E’ chiaro, perciò, che non sono immigrati a spasso nel loro giorno di riposo, ma parte integrante della lotta di classe contro lo Stato. Il detonatore è stato: la legge, la repressione, le umiliazioni, gli insulti e le frasi degradanti, che al Congresso sono normali, contro gli immigrati.
Ora abbiamo un potente movimento politico-sociale che muove i suoi primi passi e credo che d’ora in poi avanzerà sempre più a livello politico-organizzativo contro il bipartitismo e tutti gli pseudo liberali del passato.
ECI: E’ interessante questa analisi. Leggevo nel quotidiano messicano la Jornada, che il direttore dell’Istituto Unione–America, afferma che stiamo assistendo alla nascita negli Stati Uniti del nuovo movimento per i diritti civili.
JP: Si, però, questa è una visione molto limitata, perché i diritti civili non toccano le condizioni di lavoro, che sono le peggiori, e sono la ragione di questa protesta. Le restrizioni proposte dal Congresso vanno molto oltre la condizione sociale. Dietro questo movimento ci sono molte rivendicazioni sociali disattese dalla burocrazia sindacale, gente milionaria che non cerca mai di organizzare in modo sostanziale gli immigrati .Non se ne occupa, non li difende.
Perfino l’organismo chiamato Organizzazione dei Giornalieri Agricoli, che si occupa di almeno 7000 lavoratori, è una mafia che non ha ottenuto una sola vittoria in 25 anni, anzi ha perso diversi diritti, i dirigenti di questo cosiddetto sindacato – che sono di discendenza messicana – le loro famiglie e altre persone estranee alla lotta, spacciate come portavoce dei lavoratori, quando hanno perso al nord molti anni fa, si stanno appropriando dei fondi ricevuti dalle Fondazioni. Credo che vedremo nuove organizzazioni in questo settore.
Altra cosa importante è che l’invito alla mobilitazione e l’informazione è partita da tutti i programmi in lingua spagnola che si sono coordinati e organizzati per dare il massimo risalto alla manifestazione. La rete di comunicazione di massa di lingua ispanica ha svolto un ruolo importante.
Anche i circoli sociali, luoghi d’incontro dove ogni etnia ricrea la cultura e ritrova la gente del proprio paese d’origine, dove si organizzano feste e eventi culturali, ultimamente si sono politicizzati diventando importanti punti di lancio per queste manifestazioni.
I circoli sportivi, quelli di calcio – come Nacional e Peñarol in Uruguay – che raggruppano moltissimi giovani che vanno a giocarci il sabato e la domenica, hanno mobilitato migliaia di giovani sportivi latino-americani.
Per questo dico che è stata una mobilitazione dal profondo della società civile che si sta adoperando per migliorare le condizioni sociali del lavoro, per rifiutare le leggi repressive dello Stato e riaffermare la dignità e la libertà delle popolazioni emergenti negli Stati Uniti. E’ la più grande ribellione del terzo mondo nel cuore stesso dell’imperialismo.
ECI:Parliamo dell’Uruguay, Petras. L’Assemblea Nazionale del ‘Frente Amplio’ ha deciso, questo fine settimana, di non discutere il Trattato del libero commercio e contemporaneamente, seguendo il consiglio di Danilo Astori, ha approvato il documento redatto al tavolo delle trattative, da cui erano esclusi solamente il Movimento 26 Marzo e la Corrente di Sinistra, con cui si dà il beneplacito alla negoziazione di un trattato bilaterale con gli Stati Uniti. Quali sono le differenze tra il primo e il secondo fatto?
JP: Non discutere significa non dare adito a critiche, non comunicare alle basi, e in particolare alle basi di militanti delle organizzazioni affiliate, le decisioni prese per appoggiare
il popolo Uruguaiano .
E qui arriva la parte peggiore: la mancanza di trasparenza sui fatti avvenuti alla firma dell’accordo bilaterale con gli Stati Uniti, il trattato di investimenti reciproci, che “di fatto” è il trattato di libero commercio. Così, la frase Trattato di Libero Commercio ha assunto un significato talmente negativo che preferiscono agire alle spalle del popolo per evitare una sommossa all’interno dello stesso Frente Amplio.
È questo il motivo per cui hanno smesso di discutere ciò che è già un dato di fatto per il piccolo gruppo di potere, il vertice di Frente Amplio.
Questa è un’altra dimostrazione della fortissima centralizzazione e dell’autoritarismo presenti nelle principali decisioni di Frente Amplio, che non si basano su principi e ancora meno sulla democrazia interna.
ECI: Petras, ci si domanda cosa succederà più avanti con Mercosur , considerando il fatto che l’Uruguay ha già firmato un accordo di investimenti con gli Stati Uniti e ora firmerà un trattato bilaterale . Il problema è che questi trattati finiscono per pregiudicare i lavoratori e la classe popolare. Non sono degli economisti ma devono trasformarsi in maghi per poter vivere qui, mangiare, vestirsi guadagnando100 dollari al mese.
JP: Credo che Mercosur continuerà a svolgere il suo ruolo, ma di fatto con un deciso orientamento dell’Uruguay verso gli Stati Uniti . Il fatto è che Mercosur è stato indebolito e proseguirà il suo cammino, ma ininfluente a livello decisionale; questo fatto e i nuovi accordi avranno molte conseguenze per la gente. Per esempio, gli accordi di investimento apriranno il paese alla privatizzazione di tutti i settori per agevolare l’arrivo di capitali stranieri in cerca d’investimenti redditizi.
Tutto ciò riguarda la pianificazione della sanità e dell’istruzione, le poche che restano di quello che
chiamiamo imprese statali. E cosa significa privatizzazione?
Primo, potrebbe significare licenziamenti su vasta scala, eliminazione delle pensioni e dell’assistenza sociale, ridursi ad appaltare lavori a terzi, facendo svolgere i servizi ai lavoratori precari.
Secondo, verranno aumentate le tariffe di tutti i settori privatizzati che prima erano tenute sotto controllo dal Monopolio Pubblico, con la privatizzazione non c’è modo di controllare i prezzi e le condizioni di funzionamento. Ancora meno si potrà assicurare un impiego stabile.
Credo che le piccole e medie industrie vanno verso la bancarotta, perché tutto ciò implica l’entrata di prodotti a basso costo, sovvenzionati negli Stati Uniti, il che provocherà un calo produttivo enorme specialmente per quei prodotti in concorrenza con quelli statunitensi.
C’è un piccolo numero di proprietari di grandi proprietà agricole, che si assoceranno con imprese imperialiste e così continueranno la loro attività e forse riusciranno anche a migliorare la loro situazione. La stessa cosa avviene con le banche private che saranno in grado di finanziare gli investimenti stranieri e trarne profitto.
.
Ma le stesse banche indeboliranno il potere del sindacato al loro interno e limiteranno i benefici per i lavoratori.
Quindi abbiamo il settore capitalista produttivo locale compromesso, abbiamo i dipendenti pubblici danneggiati e avremo ancora meno lavoro a giuste condizioni con tanto di pensioni e ferie.
Naturalmente ci sarà chi avrà dei vantaggi, certi politici che raccoglieranno mazzette per facilitare le privatizzazioni, il settore finanziario e quello agricolo e anche il ristretto vertice sindacale che appoggerà, direttamente o indirettamente, questa situazione, a cominciare da Frente Amplio, e otterrà qualche vantaggio sotto forma di presenza nella lista elettorale o altro, e tutti gli altri uruguaiani, il 70% o più, saranno danneggiati come lavoratori e come consumatori.
.
Gli investimenti che verranno fatti , per es. nella produzione della cellulosa, e altri, inquineranno i fiumi e l’aria avrà odore di uova marce, così la gente mentre va al lavoro potrà godersela. Immagino che qualche venditore di maschere antigas con un po’ d’immaginazione potrà mettere su un buon affare.
Ecco le mie considerazioni.
Credo che la maggior parte degli uruguaiani non sarà molto felice; probabilmente adesso non capiscono quali saranno le conseguenze perché il governo, con le sue promesse, e i mezzi di comunicazione stanno dipingendo un mondo ideale: che arriva capitale e quindi il grande commercio, che tutti avremo cioccolatini per colazione e approfitteremo dalla prosperità ecc., ma non è questo che vediamo in quei paesi dell’America Latina che hanno intrapreso questo cammino.
Il risultato in Ecuador, in Brasile, nell’America centrale, che hanno optato per questo cammino, è disastroso, e in Cile lo sfruttamento della sua materia prima è stato pesantissimo. Il prezzo del rame è oggi il più alto mai raggiunto, più di 5.600 dollari a tonnellata, ciò significa quasi 3000 dollari a libbra (una libbra = 0.454 kg NdT), mentre tradizionalmente è di 6-7 centesimi di dollaro.
Ecco perché stanno raccogliendo guadagni enormi. Credo che gli unici che potrebbero trarne vantaggio sono i grandi produttori di cotone e, forse, i produttori di soia e altri prodotti. Ma questi lavori impiegano poca mano d’opera , meno del 4%, tutti gli altri saranno danneggiati.
Quindi, le attuali trattative del governo hanno enormi ripercussioni negative su ogni uruguaiano; è la gente, che dal basso, deve pretendere che i suoi rappresentanti rifiutino questo accordo prima che ricada sulla loro testa, anche perché sarebbe molto difficile capovolgere queste misure.
ECI: stiamo concludendo l’intervista, ma vorrei promettere agli ascoltatori che lunedì parleremo del fatto che ad aprile verranno i capi militari nordamericani per insegnare,a quanto si dice, alle nostre forze armate e ai nostri governanti varie cose sulle strategie di difesa. Ne parliamo lunedì se sei d’accordo.
JP: Molto bene Chury, sono d’accordo, è veramente significativo che vogliano introdurre in Uruguay tutta la loro esperienza di tortura di Guantánamo e Irak, che vogliano portare nel paese le forme d’ interrogatorio fasciste che stanno applicando in varie parti del mondo; ma c’infileranno anche tutta l’ideologia antipatriottica del Venezuela. Questo è il regalo dentro la scatola di cioccolatini.
ECI: Allora Petras, ti ringrazio molto e a risentirci la prossima settimana, buona fortuna con l’insalata greca.
JP: Grazie Chury, approfitta di una bella giornata in autunno per venire qui in tempo per il raccolto. Un abbraccio a tutti. Ciao.
Efrain Chury Iridane intervista James Petras
Fonte: http://www.rebelion.org
Link: http://www.rebelion.org/noticia.php?id=29043
29.03.2006
Traduzione a cura di EV per comedonchisciotte.org