Riceviamo e volentieri pubblichiamo
DI RITA PENNAROLA
Lavocedellevoci
Napoli come Genova. Pianura come via Tolemaide. Le manifestazioni pacifiche in difesa dei diritti negati poste sotto accusa a colpi di manganellate e cariche della polizia. Letta in questa chiave, la vicenda spiega anche perché improvvisamente in quel popolo dalle mani bianche, carico di lutti per la perdita di familiari “gasati” da diossine ed altre esalazioni da rifiuti tossici, spunti il mostro violento, quello destinato a suscitare orrore e indignazione, spostando l’attenzione dell’opinione pubblica dall’oggetto della lotta alla natura dei facinorosi. Ultrà irriducibili della domenica? Frange di camorristi “naturalmente” organiche al popolo napoletano? O magari l’impronta genetica di un popolo che ha imparato da sempre a farsi giustizia da solo?
Il Paese s’interroga. Niente di tutto ciò, a nostro giudizio. Ad incendiare i bus, a intimidire e picchiare esponenti dell’informazione, a sfasciare e devastare non possono essere state – spiegano anche dalla Questura – le genti di Contrada Pisani e dintorni. Semplicemente – viene aggiunto – perché non sarebbero attrezzate per questo tipo di lotta.Qualcuno, provvidenzialmente, chiama in causa i Black Block, cercando ancora una volta di criminalizzare il dissenso e, con esso, le giuste proteste di una popolazione già decimata dalle malattie connesse a vent’anni di scandalo rifiuti. Sì, provvidenziale la citazione di quelle tute nere che provarono ad infangare l’ondata pacifista di luglio 2001. Chi erano? Dove sono quelli che li avevano mandati? Mentre manca ancora una risposta a queste domande per i fatti del G8, il quesito torna, quasi identico, anche oggi. Forse è un metodo che ha “funzionato” allora e che bisogna ripetere. Rimandare in scena l’assalto dei bastardi incendiari tutte le volte che monta l’onda dell’indignazione popolare, quando di fronte alle giuste proteste non è più possibile solo l’uso della forza.
Il processo per i fatti di Genova, conclusosi recentemente con condanne “esemplari” per i manifestanti pestati a sangue, mentre restano ancora in sospeso le posizioni dei poliziotti (molti dei quali premiati nel corso degli anni con folgoranti carriere), la dice lunga su come lo stato sia pronto ad usare ogni mezzo quando si tratta di imporre decisioni sulla pelle della gente. Genova pose fine alle speranze sorte intorno al Movimento. Vedremo se Pianura aprirà la strada alla localizzazione, per legge, di rifiuti tossici anche all’interno dei Parchi naturali.
Rita Pennarola
www.lavocedellevoci.it
9.01.07