I FASCISTI STANNO CON MOSCA NON CON KIEV

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DI CLAUDIO MARTINI

il-main-stream.blogspot.it

Io non so granché di Ucraina. Certo, so che ‘Maidan’ significa, in ucraino come in turco, ‘Piazza’, e che perciò scrivere “piazza Maidan” è come scrivere “piazza Piazza” (in realtà si chiama, guardacaso, Piazza Indipendenza); il che mi consente di capire come la maggior parte degli “analisti”, i quali cominciano invariabilmente i loro pezzi citando “piazza Maidan”, non siano altro che dei simpatici cialtroncelli. So che Stepan Bandera, eroe di buona parte della rivolta anti-Janukovich, non era esattamente un nazista*. So che il programma politico di Svoboda, frazione minoritaria della rivolta, è molto simile a quello di Marine Le Pen; dacché non si comprende bene come si faccia a sostenere il FN in Francia, e a mettere in guardia dal “nazismo” in Ucraina.

So che se l’autodeterminazione dei popoli vale per tutti i popoli; quindi se vale per gli abitanti della Crimea dovrebbe valere anche per quelli della Cecenia (per dire).

Nella foto: San Pietroburgo, 1 maggio 2014: testa del corteo neo-nazista

Altro non so, di cose ucraine. Non sono come quei geni che, con una semplice ricerca Google, riescono a risalire a tutta l’organizzazione che l’occidente avrebbe messo in piedi per sostenere la rivolta, tracciando tutti i finaziamenti, le armi, i nomi degli agenti in azione, le false flags ecc. Faccio loro i miei complimenti e li esorto a fare domanda per entrare nel SISMI. Sono sprecati, da soli davanti al PC.

Da ignorante quale sono, suggerirei maggiore prudenza nel prendere posizione per una parte o per altra. In particolare, raccomenderei cautela nel descrivere la rivolta anti-Janukovich come un movimento egemonizzato dall’estrema destra, pena cadere in un piccolo paradosso. Per illustrare meglio il paradosso, farò finta di violare la mia stessa raccomandazione, e descriverò Piazza Maidan (!!) come un covo di disgustosi neonazisti: 100% estrema destra. Gli “antimperialisti” saranno contenti.

Ma è proprio qui che sorge il paradosso. Il fatto è che, in Europa, i fascisti stanno con Putin, non con Maidan.
Riepiloghiamo. Una rivolta 100% estrema destra riesce a mobilitare molte migliaia di persone, e addirittura a scalzare un governo democraticamente eletto**. Per giunta riescono a farlo a dispetto di del regime di Putin, che dovrebbe essere considerato il successore di un nemico storico della destra europea, ossia il comunismo sovietico. Una dimostrazione di forza clamorosa; un successo senza precedenti. Ci si sarebbe aspettati che le estreme destre europee esprimessero giubilo e ammirazione per i valorosi camerati ucraini.
E invece:

-Il Fronte Nazionale francese si schiera con Putin, e da Mosca Marine Le Pen accusa l’UE di voler scatenare una nuova guerra fredda.
-Jobbik, il partito neo-fascista ungherese, definisce “esemplare” il referendum che, sotto occupazione russa, ha sancito l’anschluss della Crimea a Mosca; descrive inoltre il nuovo governo di Kiev come sciovinista e illegittimo (Jobbik che accusa qualcuno di sciovinismo è un’eccezionale gesto di comicità involontaria).
-Alba Dorata grida al complotto occidentale e giudaico contro l’Ucraina ortodossa (dunque russa). I simpatici esponenti del movimento neo-nazista hanno un discreto problema di coordinamento con la tesi secondo la quale l’attuale governo di Kiev sarebbe composto da estremisti anti-semiti, ma tant’è.
-Il British National Party, formazione rispetto alla quale Nigel Farage è un moderato democristiano, si schiera apertamente con Mosca, al più ricordando ai nazionalisti ucraini che non è stata la Russia a causare disastri nel loro paese, bensì il bolscevismo.
-Anche i fascisti spagnoli si scagliano contro i nazionalisti ucraini, accusandoli di essersi resi complici di un complotto sionista (daje), e mettono in guardia contro le persecuzioni dei cittadini russi che il governo di Kiev starebbe attuando.
E potremmo andare avanti.

Interludio sui pagliacci italiani
Le principali forze neo-fasciste italiane si sono trovate, negli ultimi mesi, di fronte ad un dilemma: sostenere Putin, come facevano e fanno tutti i camerati europei, oppure mantenere ferma la collaborazione col partito di estrema destra ucraino Svoboda? Per un qualche caso della storia che non mi è chiaro, sia Forza Nuova sia Casa Pound avevano, negli anni, allacciato legami con la formazione ucraina. Purtroppo il sito di FN è inaccessibile, ma se non lo fosse potrei linkare una prima intervista al segretario di Svoboda (gennaio), la cui narrazione dei fatti era interamente sottoscritta dai neo-fascisti italiani; poi un’accorata lettera aperta di Roberto Fiore sempre al segretario di quel partito, in cui raccomandava di non farsi incantare dalle sirene di NATO e UE (febbraio) : infine un timido sostegno alle ragioni della Russia in occasione del referendum ucraino (marzo). Un simile percorso di “smarcamento” dalle originarie posizioni filo-Svoboda ha interessato anche C.P. Va detto che questa ambiguità ha contraddistinto, nell’ambito dell’estrema destra italiana, soltanto queste due formazioni; altri soggetti hanno addirittura suggerito che il nostro paese segua l’esempio della Crimea (gulp!)

Conclusione
Qui i conti non tornano. Come mai i fascisti europei non solidarizzano con quelli ucraini, nemmeno dopo che questi hanno ottenuto una vittoria che i camerati occidentali semplicemente si sognano? Perché gli estremisti di destra vanno matti per Putin?
Non basta a spiegare questo fenomeno che tra i “ribelli filo-russi” in Ucraina vi siano molti più neo-nazisti che a Maidan, o che nella Russia di oggi sia possibile assistere a scene come quella descritta dalla foto sopra. C’è in ballo qualcosa di più profondo. Ne parleremo in un prossimo post.

Claudio Martini

Fonte: http://il-main-stream.blogspot.it/

Link: http://il-main-stream.blogspot.it/2014/05/i-fascisti-stanno-con-mosca-non-con-kiev.html#more

11.05.2014

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