ROB LARSON
Counterpunch
Quando il presidente eletto Obama ha nominato Hillary Clinton Segretario di Stato, i Clintons hanno acconsentito a rendere pubblica la lista dei donatori della Fondazione Clinton, l’ente caritatevole globale creato dall’ex presidente. I Clintons hanno quindi acconsentito a lavare i panni in pubblico, a seguito di un accordo con la nuova amministrazione Obama. La lista dei donatori e’ estremamente rivelatrice e non solo per il fatto di essere, secondo la definizione data dal Wall Street Journal, “il chi e’ chi dei ricconi planetari” .
La lista altresi’ mostra che la Fondazione e’ sostenuta economicamente da persone, governi e aziende che contribuiscono a creare i problemi di cui che l’ente caritatevole si fa carico.
Ad esempio lo sviluppo. La Fondazione ha tra le priorita’, donazioni indulgenti finalizzate allo sviluppo economico ed ha recentemente intrapreso l’iniziativa nell’incoraggiare la filantropia nei paesi del Medio Oriente ed Africa. Tuttavia uno dei piu’ grossi donatori della Fondazione che ha contribuito con oltre 10 milioni di dollari, e’ il Monarca dell’Arabia Saudita. Oltre ai monarchi, anche amici e sostenitori dell’Arabia Saudita hanno dato ulteriori milioni in piu’. Insomma, la famiglia Reale Saudita sta facendo beneficenza alle masse sofferenti del Medio Oriente.Ma beneficenza con gli occhi bendati. Secondo un recente rapporto di BusinessWeek, la censura Saudita e’ tra le piu’ restrittive nel mondo, la quale oscura ampie porzioni di Internet, dai siti pornografici agli appelli rivoluzionari antigovernativi. Ed a ben guardare, la popolazione Saudita potrebbe avere numerose ragioni per liberarsi della Famiglia Reale, considerando ad esempio la decisione nel 2007 del Ministro della Giustizia che ha condannato la vittima di uno stupro di gruppo, a 200 frustate e sei mesi di prigione. La ragione di tale sentenza e’ da attribuirsi a due cause. Primo, la donna era in auto con un uomo non appartenente al circolo famigliare prima dello stupro, secondo, ella ha osato appellare la sentenza originaria di 90 frustate. Tali fatti hanno costituito quindi delle aggravanti e la corte ha deciso di inasprire la pena, aggiungendovi la prigione, adducendo ai tentativi della donna di influenzare la giuria attraverso l’uso dei media.
Comunque, la situazione in Arabia saudita non puo’ essere poi cosi’ male, del resto il Re Fahd ha finalmente approvato una commissione di vigilanza per i diritti civili, ma con i membri scelti solo dal governo e solo dopo aver ritirato l’approvazione per la realizzazione di un gruppo cittadino. I media commerciali descrivono la possibilita’ che un siffatto gruppo democratico potrebbe pubblicamente imbarazzare la Monarchia, bollandola come “non credibile”.
Conseguentemente la Famiglia reale cerca di mitigare il suo operato domestico, buttando qualche decina di milioni della sua fortuna petrolifera nella Fondazione Clinton, che accetta tali fondi per finanziare programmi di sostegno alla popolazione impoverita della monarchia stessa. Se la famiglia reale si sentisse realmente generosa, potrebbe concedere ai propri sudditi il diritto di voto.
Oppure consideriamo Lakshmi Mittal, il magnate Indiano dell’acciaio, il cui conglomerato globale Arcelor-Mittal, produce il 10% della produzione acciaifera mondiale. Mittal ha costruito il suo impero industriale comprando vecchi impianti e svendite governative, con il dichiarato obbiettivo che diventando grande e potente fosse l’unica strada per profitti da peso massimo. Il programma industriale di Lakshmi fu di diventare “grande a sufficienza per poter negoziare su basi paritarie con i fornitori di minerale grezzo e carbone, nonche’ con clienti quali costruttori di automobili…. Alla lunga, la visione di Lakshmi e’ quella di un’industria dominata da una manciata di aziende potentissime, forti a sufficienza per poter manipolare la produzione piuttosto che spingere i prezzi al ribasso.”
Questo e’ cio’ che gli economisti chiamano “oligopolio” ed esso non ha molto a che fare con i principali obbiettivi della Fondazione Clinton per espandere le opportunita’ economiche. Nel momento in cui le aziende diventano molto grandi, ottengono vantaggi considerevoli contro i concorrenti, come decanta Mittal: ” piu’ diventiamo globali, piu’ siamo in grado di ridurre i nostri costi su base globale. Ad esempio, negli acquisti, aggreghiamo la nostra domanda. Siamo in grado di mostrare i muscoli per negoziare con i nostri fornitori.”
La scalata dell’impero acciaifeo di Mittal, turba e squilibra il mercato a sfavore dei concorrenti piu’ piccoli e nel contempo mina gli obbiettivi dichiarati della Fondazione Clinton. Tuttavia, un assegno a 7 cifre per la Fondazione e’ quello che serve per appianare la situazione a sufficienza e dormire sonni tranquilli.
La Mano Aperta dona, e la Mano Invisibile porta via.
Oppure consideriamo l’AIDS, spesso identificata come lo scopo fondamentale della Fondazione. Difatti la Fondazione ha recentemente negoziato consistenti riduzioni di prezzo per certi farmaci anti AIDS venduti nei paesi in via di sviluppo ed ha parzialmente supportato gli sforzi di Brasile e Thailandia di infrangere i brevetti sui farmaci terapeutici contro l’AIDS detenuti da aziende USA. Questo cambio di politica, e’ stato spinto da attivisti AIDS e gruppi quali Dottori senza Confini, che hanno notato il miglioramento di migliaia di vite grazie all’utilizzo di farmaci generici economici, ottenuti in violazione dei brevetti in essere. Tuttavia e’ solo recentemente che la mano della Fondazione si e’ adoperata in questo senso, sulla spinta delle richieste dirette di Brasile e Thailandia, cosa che e’ vista anche da osservatori conservatori quali l’ Economist, come un successo nel combattere la malattia.
La stampa economica descrive la posizione del piu’ autorevole attivista AIDS in Sud Afica, Zachie Achmat: ” Come altri attivisti, egli crede che le aziende farmaceutiche siano state pungolate nelle loro recenti concessioni, solamente dalla terribile pubblicita’ ” e che ” contrariamente a cio’ che l’industria dice, i brevetti erano solamente un ostacolo alla produzione di farmaci a costo abbordabile.” In altri articoli il Financial Times descrive le limitate concessioni o la riduzione di prezzo per certi farmaci anti AIDS quale “parte di uno sforzo di pubbliche relazioni che aziende Occidentali utilizzano per controbattere gli attacchi verso i prezzi applicati.”
Quindi, mentre la Fondazione Clinton ha gradualmente acconsentito a supportare la produzione di farmaci altamente economici per i paesi in via di sviluppo, ci e’ voluta la pressione di gruppi di attivisti, combinata con la crescente indipendenza di paesi emergenti quali Brasile e Thailandia, per smuovere le acque ed ottenere sostegno e concretezza dalla Fondazione e dalle aziende coinvolte. Percio’ ora alcuni farmaci possono per assurdo essere acquistati con le centinaia di migliaia di dollari donati alla Fondazione da “drug patent-mongers” ( con questo termine si intendono le aziende che hanno utilizzato o utilizzano lo spauracchio dei brevetti – quindi azioni legali, risarcimenti, diffide ecc ecc – per impedire ad altre aziende di produrre gli stessi farmaci a costi irrisori. ndt ) quali Pfizer e Ranbaxy, che rendono possibile con le loro donazioni l’acquisto di farmaci generici, utilizzati poi per combattere la malattia che le stesse aziende hanno contribuito a diffondere (tenendo i prezzi alti, quindi proibitivi per paesi poveri. ndt)
Quindi, mentre il lavoro della Fondazione si dimostra di alto valore per aiutare la gente e le comunita’ disperate che serve, il punto e’ che il denaro per far questo deriva da coloro che hanno pesantemente contribuito a creare il problema che si sta cercando di risolvere, dalla brutale tirannia dei Sauditi che pagano per incoraggiare lo sviluppo umano, al magnate dell’acciaio che si fa avanti per insegnare lo spirito imprenditoriale e del libero mercato, alle aziende farmaceutiche detentrici di brevetti che parsimoniosamente contribuiscono alla produzione di farmaci generici che osteggiano.
La Fondazione probabilmente si potrebbe difendere sostenendo che il dono medio dei suoi contributori ammonta a circa 45 dollari, provenienti da donatori privati, i quali sono persone ammirabili e di buon cuore. Tuttavia queste donazioni non spiegano i 492 milioni di dollari che la Fondazione gestisce. Difatti Il resto viene da donatori facoltosi, quali Victor Pinchuk, l’oligarca dell’acciaio Ucraino che ha costruito il suo impero dalla svendita di stato dei beni del ex Unione Sovietica, oppure dalla Blackwater, l’azienda privata di mercenari che e’ attualmente sotto sanzioni per gli omicidi in Iraq. Il denaro sporco di sangue si puo’ ancora spendere evidentemente.
In un mondo di regimi tirannici, potentissime corporazioni globali, malattie che si diffondono tra i poveri, possiamo solo fare conto sull’ego ferito dei veri colpevoli che fanno andare avanti l’industria della Grande Carita’
Rob Larson sta caritatevolmente donando grucce gratuite a chiunque egli investa. E’ Professore Assistente di Economia alla Ivy Tech Community College in Bloomington, Indiana e puo’ essere raggiunto a [email protected]
Fonte: www.counterpunch.org
Link: http://www.counterpunch.org/larson01282009.html
28.02.2008
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MASSIMILIANO MANCINI