FONTE: GIORNALE.IT
Mark Twain lo sapeva già: «Se raccogliete un cane affamato e gli date da mangiare, potete star sicuri che non vi morderà. Questa è la principale differenza tra l’uomo e il cane». Verranno abbattuti con un’iniezione, mentre guaiscono a terra, tremando. I cani hanno paura dei veterinari, anche quelli randagi, anche gli assassini. Quando vedono una siringa sbarrano gli occhi. I cani bisogna saperli accarezzare, altrimenti mordono e dimenticano che da millenni amano l’uomo. Il sindaco di Modica abbasserà il pollice e penserà di aver fatto il proprio dovere. Giustizia è fatta. La coscienza è pulita. La morte di un bambino può essere archiviata con un po’ di veleno nelle vene del branco ribelle. L’uomo è un animale meschino, quando trova qualcuno a cui sbattere sul groppone la colpa si sente in grazia con Dio. Basta un agnello sacrificale e tutti i peccati del mondo vengono spazzati via. Il guaio è che i randagi moriranno e non servirà a nulla. Li hanno già catturati. Le agenzie annunciano che hanno preso anche il capo branco, quasi fosse Bin Laden o il brigante Fra Diavolo. L’enfasi è la stessa.
Quello che fa paura è altro. In Sicilia i randagi vagano nelle città e nelle periferie. Si ritrovano in branchi, abbandonati dall’uomo, affamati, cattivi, perché la fame è cattiva, e con la diffidenza negli occhi. La Sicilia è come Budapest, un’altra terra dove l’uomo ha rotto il contratto con il cane. Lo ha ripudiato. E anche lì c’è lo stesso problema. Il branco è pericoloso. Ma all’origine di tutto questo c’è un essere senza morale, l’uomo.
È l’uomo che prende i cani e li abbandona, perché l’amore è fatica. È responsabilità. È impegno. Il cane non è una merce. Non si prende al supermercato. Non lo butti nella spazzatura. E per ucciderlo, comunque, ci vuole stomaco. Il randagismo non è un’invenzione dei cani. È menefreghismo, vigliaccheria, avidità. Tutti difetti umani. C’è gente che ci campa con i canili. Sapete quanto ricevono dai Comuni i canili in Sicilia? Tre euro al giorno. A Milano 80 centesimi. I canili servono, ma troppo spesso sono solo un affare. È l’uomo che abbandona. È l’uomo che fa diventare il cane selvaggio. È l’uomo che incrocia le razze per moda o brutalità. E crea macchine da guerra. È l’uomo che non fa l’unica cosa saggia da fare di fronte a queste emergenze: sterilizzare i cani randagi. È l’uomo che se ne frega e ora diffonde la paura.
Tutti noi stiamo accarezzando un gioco malsano. Ogni giorno buttiamo fuori chili di paura, li diffondiamo nella società, quasi a voler dare una forma al male che si agita dentro di noi. Stiamo creando eserciti di mostri su cui scaricare ossessioni e sensi di colpa. Oggi tocca ai cani killer, ieri e domani a qualcun altro. La psicosi dei cani assassini farà altro male. Altra gente lascerà per strada il presunto omicida. Paura, paura, paura. Questa è la ricetta per risolvere tutti i nostri problemi. Poi ogni tanto facciamo il nostro sacrificio agli dei. Basta una siringa, un guaito e per qualche giorno siamo liberi dal male.
Fonte: www.ilgiornale.it
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19.03.2009