DI LUCIA BERARDI E FRANCO BERARDI
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Una proposta
“sii il cambiamento che vuoi vedere nella società”
(Gandhi)
Il discorso sulla democrazia è concluso. Capitalismo finanziario e democrazia sono incompatibili. La democrazia è stata cancellata e qualsiasi scelta politica che si fondi sulla presupposizione dell’esistenza della democrazia va considerata da questo momento in avanti come collaborazione con la dittatura finanziaria. Viviamo ed agiamo nella sfera di una dittatura feroce, seppure impersonale, anzi tanto più feroce in quanto impersonale. L’azione deve quindi assumere il carattere dell’esodo, dell’abbandono dello spazio dominato dalla dittatura, e dell’appropriazione. Per questo l’occupazione è la forma generale dell’azione. Occupare significa al tempo stesso: compiere un gesto simbolico di denuncia, mettere in moto un processo di riattivazione della solidarietà e riappropriarsi di qualcosa che è necessario per la sopravvivenza.)
Ma l’appropriazione deve diventare il paradigma della prossima fase di espansione del movimento, manifestazione specifica dell’insolvenza. Insolvenza significa costruzione delle strutture della sopravvivenza (ristoranti popolari, case collettive, strutture di autoformazione) che ci permetteranno di sottrarci al debito materiale della miseria e al debito simbolico della solitudine, insomma ci permetteranno di cominciare a vivere.)
Insolvenza significa anche rifiuto di pagare il debito simbolico che fa del capitale l’orizzonte insuperabile dell’azione sociale: rifiuto di subire e riconoscersi nella semiotizzazione finanziaria del mondo, sperimentazione di altre semiotiche, altre forme di organizzazione del territorio, della produzione, della vita quotidiana.
In particolare dobbiamo sviluppare quelle forme di azione, che già hanno cominciato a manifestarsi, che puntano a disarticolare lo strumento monetario, anello centrale della catena dello schiavismo contemporaneo. Occorre sperimentare forme di scambio indipendente dal dominio monetario.)
Sappiamo che le ricchezze e le capacità produttive non mancano: l’Europa è un continente ricco di potenza produttiva di beni e di competenze. E la capacità produttiva è oggi utilizzata molto al di sotto delle sue possibilità, mentre i lavoratori vengono fatti lavorare un tempo esagerato, col risultato che molti sono disoccupati. Quel che manca alla società è il medium simbolico necessario per accedere alle ricchezze e ai servizi che noi stessi abbiamo prodotto e continuiamo a produrre. E questo accade perché i dogmi monetaristi e deflazionisti rendono il denaro un bene raro e producono scarsità laddove si dà invece ricchezza. Perciò ci proponiamo di creare uno strumento di comunità che consenta di ottenere merci e servizi che la comunità produce e di cui essa stessa ha bisogno.
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DOBBIAMO STAMPARE DENARO. Dobbiamo partire dal principio già formulato dalle banche del tempo: scambi di tempo utile all’interno della comunità. Ma il principio affermato dalle banche del tempo deve acquisire un carattere estensivo, e per far questo occorre produrre del circolante. Un medium simbolico che possa essere messo in circolazione come sostitutivo del denaro ufficialmente riconosciuto dall’autorità monetaria, e che permetta di avere accesso a prodotti e servizi che oggi sono sequestrati dalle politiche recessive e deflazioniste del Dogma monetarista.
Detto in soldoni: stamperemo dei BUONI (nel senso di cortesi, utili, equi, solidali, gustosi, saporiti) sui quali ci sarà scritto: vale UN EURO, oppure Vale 10 EURO, oppure: Vale 20 EURO.)
Quali prodotti e quali servizi possono essere scambiati con questi buoni? Ovviamente non tutto perché i buoni avranno valore soltanto con chi accetterà di riceverli a pagamento (parziale o totale) di un servizio offerto o di un prodotto scambiato. Si tratterà di prodotti e servizi che ruotano all’interno di una comunità composta di artigiani, insegnanti contadini a chilometro zero, yogin e psicoanalisti parrucchieri massaggiatori aggiustatori di biciclette idraulici elettricisti e così via). Un insieme di persone che probabilmente conosciamo o comunque da cui già ora acquistiamo prodotti e servizi e che sono in grado di soddisfare gran parte delle nostre necessità.)
Dato che i prodotti, oltre al lavoro, contengono una quota che deve essere acquistata con denaro ufficiale, nell’atto dello scambio interno alla comunità si dovrà scindere il prezzo in due parti:)
una parte verrà pagata con denaro Estraneo, ovvero danaro emesso dalla Banca Centrale, che andrà a pagare i costi dei beni comprati all’esterno della comunità. Una parte verrà pagata con Denaro Intraneo (i buoni) che va a compensare il venditore che a sua volta potrà usare i Buoni di denaro Intraneo per comprare altri beni e servizi interni alla comunità.)
Da domani dirò al mio parrucchiere e al mio idraulico che gli pago il 75% in Denaro Estraneo, e il 25% in Denaro Intraneo. Se non accetta cambierò parrucchiere o idraulico. E questo costituirà quella spinta alla diffusione del sistema che manca alle Banche del Tempo. Il Denaro Intraneo è dotato di una spinta intrinseca: ciascuno è interessato perché si diffonda, poiché è interessato a spendere più buoni (denaro intraneo) che denaro estraneo. Naturalmente la percentuale di Denaro intraneo varierà a seconda del tipo di prodotto o servizio, perché il costo di una mela conterrà il lavoro ma anche la benzina per trasportarla, mentre una lezione di yoga conterrà solo il costo della palestra, qualora il proprietario della palestra non rientri ancora nella comunità. Ma le percentuali di denaro intraneo ed estraneo per prodotto o servizio muteranno in funzione dell’estensione del circuito comunitario che accetterà il denaro Intraneo, fin quando l’estensione della comunità coinciderà con l’insieme delle necessità di acquisto.
Questo sistema, come abbiamo detto, si può considerare come un’estensione del principio delle banche del tempo rispetto alle quali ha però il vantaggio di indurre i partecipanti a espandere la comunità: ognuno dovrà infatti proporre a coloro da cui acquista abitualmente, di entrare a far parte del circuito. Il circuito non si limita a mantenersi ma tende a espandersi.
Per rendere possibile ed estensibile questo sistema occorrerà creare una lista dei produttori e dei fornitori di servizi che accettano di essere pagati parzialmente in buoni di denaro Intraneo. Le istituzioni (Comuni, cineteche, sindacati, scuole aziende di trasporto) andranno coinvolte attraverso vertenze e contrattazioni perché accettino buoni con i quali potranno pagare parte del loro stipendio ai loro dipendenti, in modo tale da permettere loro di accedere al mercato intraneo di comunità.
Il sistema proposto ha anche la funzione di incentivare l’uso di prodotti locali che non includano ettolitri di petrolio nel loro costo. Come dice Grillo (che non sempre ci prende ma qualche volta sì): piuttosto che trasportare per migliaia di km tonnellate di biscotti è meglio farsi mandare la ricetta. Forse l’artigianato locale tornerà ad essere competitivo, poiché l’insegnamento da apprendere dalla “CRISI” deve essere anche una sobrietà che ha a che fare più con la decrescita che con la crescita che oggi molti auspicano come unica medicina per la “CRISI”. Medicina amara assai, non solo per aver aumentato gli anni di lavoro per molti, ma anche perché ha fatto dimenticare che ancora più grave della crisi finanziaria è il surriscaldamento del pianeta, di cui si è inutilmente discusso a Durban, in questi giorni, nel silenzio totale di giornali/telegiornali di ogni tendenza.
Questo naturalmente non esclude la produzione di denaro falso che perfettamente imiti (nei limiti del possibile) il denaro che viene utilizzato dalla classe finanziaria come strumento di impoverimento della società. La produzione e l’inflazione di circolante, unito alla denuncia della funzione devastante del monetarismo può diventare il piano più efficace di azione contro la dittatura finanziaria.)
Lucia Berardi e Franco Berardi
Fonte: www.facebook.com
15.12.2011