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La Redazione

 

I BUONI AFFARI DEL PATRONATO US CON IL REICH

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A cura di Truman
Il 29 Maggio 2005
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di Vladimir Simonov

Mentre persiste la polemica tra gli ex-alleati riguardo al loro rispettivo ruolo durante la seconda guerra mondiale, Vladimir Simonov confronta la doppiezza degli Anglosassoni all’impegno senza pecche dei Sovietici. Egli evoca il doppio gioco degli Stati Uniti durato fino alla fine del conflitto: da una parte l’azione eroica dei suoi soldati contro la Wehrmacht, dall’altra i commerci segreti con il Reich della classe dirigente USA. Un punto di vista che resta comunque cortese, dato che evita di menzionare il ruolo di Prescott Bush, ma che traduce l’esasperazione dei Russi di fronte alla riscrittura della Storia da parte della nuova potenza dominante.

3 Maggio 2005

Egli aveva il profilo come quello delle teste sulle monete romane. Il naso fiero di un patrizio, le rughe armoniose su un viso pulito ed appagato. Albert Kotzebue, nel 1945 tenente del 273° reggimento della 69a divisione di fanteria della Prima armata statunitense, invecchiava in bellezza. Questo gli faceva risentire più intensamente la gioia di vivere. Quando feci la sua conoscenza a Chicago a metà degli anni ’80, il colonnello in pensione Kotzebue stava facendo degli studi di diritto e dei duri esami universitari l’attendevano la settimana seguente. Egli aveva un appuntamento con la morte due anni più tardi, ma solo Dio ne era al corrente.
Ma all’epoca Kotzebue era scaltro e generoso. Mi aveva offerto come ricordo un facsimile del numero di Star and Stripes (Stelle e Strisce) con il testo storico, pure canonico, che il corrispondente di guerra Andy Rooney aveva dettato attraverso la radio.

Noi ora lo leggiamo con gli occhi di persone affaticati dallo scintillio degli schermi dei computer. E spesso è attraverso Internet che si apprende che si avvicina il 60° anniversario della Grande Vittoria.
E’ solo un foglio di carta giallastra, un po’ più denso dell’ordinario. Con un titolo che occupa tutta la larghezza: «I yankees incontrano i rossi». «Le armate americane e russe si sono incontrate a 75 miglia a sud di Berlino, separando la Germania in due e chiudendo l’ultimo spazio rimasto aperto tra il fronte orientale e occidentale. Il congiungimento annunciato ieri simultaneamente a Washington, a Mosca ed a Londra è avvenuto mercoledì alle ore 16.40 a Torgau, sull’Elba….. La migliore descrizione dei soldati russi è questa: sembrano come due gocce d’acqua agli americani….Siamo invasi da un sentimento di gioia irresistibile, un nuovo mondo immenso si apre…. » quanto entusiasmo a quell’epoca.

Questo entusiasmo e questa allegria Kotzebue li aveva vissuti. Questo incontro l’aveva visto con i suoi occhi. Il tenente comandava un distaccamento di soldati statunitensi che aveva stretto la mano dei loro omologhi sovietici sull’Elba.

Questi uomini erano stati i primi? La storia dell’incontro sull’Elba è diventata un mito, come la storia della bandiera rossa innalzata sul Reichstag. Tuttavia si dice che il distaccamento di Alberto Kotzebue avesse comunque anticipato di 4 ore e mezza quello del tenente William Robertson, il quale anch’esso era sbucato in direzione dei Sovietici. Per Kotzebue, questo non importava. La guerra non è uno sport, mi aveva detto. E a Chicago mi aveva riassunto come era andata.

All’alba, lo stato maggiore del battaglione aveva dato l’ordine a Kotzebue d’inviare una pattuglia verso l’Elba per vedere se i Sovietici si trovavano là.

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Truppe sovietiche che avanzano verso la Germania hitleriana durante la Seconda Guerra Mondiale. Infatti è l’Armata Rossa che fece lo sforzo più grosso durante la guerra, permettendo la liberazione dell’Europa dal nazismo (Foto : RIA Novosti)

Con 28 uomini caricati a bordo di sette jeeps, egli si era creato con difficoltà un passaggio tra una folla di rifugiati e di disertori tedeschi travestiti a chi faceva la migliore comparsa. Una mascherata ! L’Elba si trovava ad una ventina di miglia, ciò nonostante raggiunsero il fiume solo verso le 11.30 del mattino.
Dall’altra parte del fiume s’ intravedevano effettivamente delle sagome kaki con i caschi caratteristici dell’Armata Rossa. Questo quadro, Kotzebue lo conserva sempre in memoria. Gli Americani lanciarono nell’aria due razzi verdi, per rassicurare gli alleati. I Sovietici si mostrarono diffidenti. Erano già stati fregati dai tedeschi che si erano fatti passare per degli yankees. Dopo parecchi scambi di segnali i Sovietici fecero loro segno di raggiungerli.

Ma come attraversare? Comunque non in jeep! Accompagnato da sei uomini, Kotzebue ispezionò la riva a valle e finì per trovare due barche. Le catene con cui erano fissate furono spaccate a colpi di calcio del fucile.
Durante tutta la notte, la luna assistette a delle bisbocce e brindisi: beviamo alla salute di Stalin, alla salute di Roosvelt, all’Armata Rossa, alla fine della guerra… Verso il primo mattino una fisarmonica e delle chitarre apparirono. I Sovietici cantavano già Swany River mentre gli statunitensi intonavano Katiuscia ….

A Chicago avevo domandato a Kotzebue se all’epoca avesse presa coscienza del carattere storico di quel momento. Aveva risposto alzando la testa:
«Per forza. La formula era semplice. Una guerra terribile, nella quale l’umanità tutta intera era stata coinvolta, stava per finire. La nostra fraternità con un altro popolo, con i Russi, si era avverata più forte del male. Sono credente, per me ci sarà sempre in questo il trionfo biblico della luce sulle tenebre…»

In quel mercoledì’ 25 aprile 1945, sull’Elba, Kotzebue e il tenente Gordeïev – il solo nome russo di cui si ricordava – crearono la storia moderna.

Lo stesso giorno, a San Francisco, si apriva una conferenza internazionale che doveva far nascere l’Organizzazione delle Nazioni Unite, la cui missione era di mettere ordine con tutta urgenza nel mondo del dopo guerra.

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Nel suo ufficio al New York Times, il giornalista e futuro storico Charles Highman cominciava l’opera della sua vita, cioè uno studio considerato eretico all’epoca e che ancora oggi lo è rimasto agli occhi di certuni. Questo studio doveva finalmente scaturire in un libro indimenticabile: Trading with the Enemy (Commercio con il nemico) [1].

Questo libro aveva un sottotitolo, il cui senso Albert Kotzebue molto probabilmente non avrebbe capito. E se l’avrebbe capito, non l’avrebbe creduto e avrebbe mandato il suo autore all’inferno.

Questo sottotitolo, eccolo qua: An Exposé of the Nazi-American Money Plot 1933-1949 (Rivelazione del complotto finanziario nazi-americano del periodo 1939-1949).

Ben molte cose in effetti sono state denunciate. I fatti scoperti da Higham nei documenti declassificati e in provenienza dagli Archivi Nazionali degli Stati Uniti e da altre sorgenti rivelano che durante la guerra, quei pilastri del business americano, che sono Standard Oil del New Jerszy, Chase Manhattan Bank, Texas Company, International Telephon and Telegraph Corporation, Ford, Sterling Products, ecc., ecc., avevano collaborato con il Reich hitleriano.

Questa collaborazione, dimostrata con prove alla mano dall’autore di Trading with Enemy, non aveva suscitato nessuna condanna da parte dell’amministrazione degli Stati Uniti durante gli anni della guerra, specialmente da parte del segretario al Commercio, Jesse Jones, da parte del segretario alle Finanze, Henry Morgenthau e da parte degli alti funzionari del Dipartimento di Stato.

Si trattava di una formula di guerra completamente differente e ben più complessa. Non aveva assolutamente niente da spartire con l’euforia del povero Albert Kozebue. La storia non è la Bibbia purtroppo. La luce non ne esce sempre trionfante dalle tenebre.

Esaminiamo qualcuna di queste transazioni segrete con il nemico, con gli occhi di un soldato della Seconda Guerra Mondiale.
Quando Albert Kotzebue e la sua Prima Armata s’avvicinavano all’Elba per incontrare i Sovietici, mentre nello stesso momento gli americani in USA e i Britannici nelle loro isole facevano la fila alle pompe di benzina, la Standard Oil of New Jersey inviava del petrolio attraverso la Svizzera neutra per riempire i serbatoi dei blindati hitleriani [2].

Quando i soldati delle armate alleate avanzavano verso l’Elba, erano frequentemente attaccati da bombardieri dalla croce uncinata nera, dotati di motori provenienti da fabbriche della Ford impiantate nell’Europa occupata [3].

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Truppe sovietiche e statunitensi che sfilano insieme sulle rovine del III° Reich (Foto : RIA Novosti)

Durante tutta la durata della guerra, le fabbriche della marca statunitense, specialmente quella di Poissy, nelle vicinanze di Parigi, hanno fabbricato dei motori d’aereo, di camion e d’auto per la Germania nazista e con il consenso dei proprietari statunitensi, ben evidentemente. «All’inizio di quest’anno noi ci siamo impegnati a fare tutto il necessario per la vittoria finale », affermava il giornale della ditta Ford in Germania [4].

Quando i soldati avanzavano verso l’Elba, Walter Scellenberg, il capo del SD, il servizio di controspionaggio della GESTAPO, era alla stessa epoca uno dei direttori del … International Telephon and Telegraph Corporation (ITT) statunitense. L’autore di Trading with the Enemy ha scoperto che durante la guerra il padrone dell’ITT, Sostenes Behn, si era recato da New York a Madrid e a Berna per prevedere i mezzi da mettere in opera al fine di perfezionare i sistemi di comunicazione dell’armata tedesca [5].

Nel mese di maggio 1944, quando i soldati avanzavano in direzione dell’Elba, il presidente della Banca dei Regolamenti Internazionali (BIR) controllata dai nazisti, Thomas McKittrick, si era recato negli uffici di Bâle, in Svizzera, per presiedere l’assemblea annuale del Consiglio d’Amministrazione [6], la quarta dall’inizio della guerra. Egli aveva parlato d’un avvenimento di massima importanza con l’emissario hitleriano Emil Puhl, e cioè l’arrivo nelle casseforti della BIR di lingotti d’oro da 20 Kg per un totale di 378 milioni di dollari.

Questo oro era stato rubato nelle banche dei paesi occupati. Charles Higham scrive che si trattava anche di oro proveniente da oggetti – montature di occhiali, vere, portasigarette, corone dentarie dei deportati – che erano stati rifusi nei sottosuoli della Reichsbank.

Nel mese di marzo 1943, un uomo del congresso [7] aveva proposto una risoluzione richiedendo una inchiesta sulle operazioni della BIR. Egli s’interrogava sulle «ragioni per le quali un cittadino americano, che assumeva la presidenza di una banca, era utilizzato per promuovere gli interessi e gli oggettivi delle potenze dell’Asse» [8]. Il Congresso degli Stati Uniti non aveva nemmeno giudicato valido esaminare la risoluzione.

Queste sono solo una parte delle numerose storie documentate e contenute nel libro-inchiesta Trading with the Enemy. Esse sono tutte eloquenti le une più delle altre. Fortunatamente l’opera di Charles Higham è uscita sulla stampa dopo la scomparsa di Albert Kotzebue.

Involontariamente si ripensa a tutto questo quando oggi si sente della gente, all’estero e anche in Russia, affermare con compassione: quanto deve essere stato difficile per gli alleati occidentali rassegnarsi ad allearsi con quel diabolico di Stalin! E per gli Stati Uniti, quanto doveva essere stato difficile disobbedire ai loro principi di democrazia prestando assistenza ad un regime despota, nell’ambito della famosa legge del Mutuo-Prestito alla Russia.

Penso che Mosca, sufficientemente informata da parte dei suoi servizi d’informazione sulle frequentazioni dei capoccioni delle banche e delle industrie degli Stati Uniti con Hitler, provasse anche lei altrettanti dubbi d’ordine morale.

Nonostante ciò, non sembra opportuno calcolare in percentuale quale alleato ha peccato di più, e questo alla vigilia dell’anniversario della Grande Vittoria comune [9]

In fin dei conti, i veri vincitori sono il sovietico Gordeey e lo statunitense Kotzebue che si incontrarono sull’Elba circa sessant’anni fa.

Vladimir Simonov
Analista politico per RIA-Novosti

Traduzione a cura di ITALOFRANC per www.comedonchisciotte.org
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[1] Trading with the Enemy. An Exposé of the Nazi-American Money Plot 1933-1949 di Charles Higham, Delacorte Press, New York

[2] «Exxon-Mobil, fornitore ufficiale del l’Impero » di Arthur Lepic, Voltaire, 26 agosto 2004.

[3] nel corso dei bombardamenti massivi, l’US Air Force ha distrutto la quasi totalità dell’apparato industriale dell’Asse, ad eccezione delle industrie appartenenti agli Stati Uniti. NdlR.

[4] «At the begining of this year we vowed to give our best and utmost for final victory, in unshakable faithfulness to our Führer », citato da Higham p. 156.

[5] Leggere ugualmente The Sovereign State. The Secret History of ITT di Anthony Sampson, Hodder and Soughton ediz., 1973.

[6] Segnaliamo all’attenzione dei nostri lettori francesi, secondo i documenti prodotti da Higham, su una ventina d’amministratori della BIR, si rilevano il Belga Alexandre Galopin e i francesi Yves Breart de Boisanger, il barone Georges Brincard e il marchese Louis de Vogüe. Per la parte francese riguardante questo affare, ci si documenterà con « Industriels et banquiers sous l’Occupation. La Collaboration économique avec le Reich et Vichy , scritto da Annie Lacroix-Riz, con il commento di Jean Ziegler, Armand Colin editore, 1999.

[7] Si tratta di Jerry Voorhris, rappresentante della California. Una proposta simile fu depositata l’anno successivo, ugualmente senza successo, da parte di John M. Coffee, rappresentante dello Stato di Washington.

[8] «The reasons why an American retains the position as president of this Bank being used to further the designs and purpose of Axis powers», citato da Higham a p. 11.

[9] L’autore qui evita di sviluppare il ruolo economico e finanziario di Prescott Bush (il nonno dell’attuale presidente George W. Bush). Vedi «Les Bush et Auschwitz» di Thom Saint-Pierre, Voltaire, 3 giugno 2003. NdlR.

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