DI MAURIZIO BLONDET
Effedieffe
Bertinotti diventa attore: «Reciterà al teatro Valle nella parte di Calamandrei», scrive in ginocchio La Repubblica: «Da giorni, diligentemente, tra una seduta e l’altra di Montecitorio, ripassa la parte. Copione in mano…».
La recita è per il 16 ottobre: accorrete numerosi, o popolo di sinistra.
Qualcuno, spero, con pomodori marci.
E’ la sindrome Pivetti, da presidente della Camera a ballerina sotto-dotata.
Ci dev’essere qualcosa nell’aria dell’appartamento presidenziale, situato all’interno di Montecitorio, 600 metri quadri, mobili Maggiolini autentici da museo di Stato, cuochi, camerieri, guardarobiere.
La Pivetti, pensionata-baby della Casta, ha ancora un ufficio e una segretaria a spese del contribuente.
E finalmente ha deciso cosa fare nella vita: la velina di insuccesso.
Il potere è anche questo: imporre le proprie gambe storte, e la propria naturale antipatia, e le proprie paturnie psichiche, a tutti noi.
Dagospia c’informa che la Pivetti è stata imposta in TV perché la protegge Maurizio Costanzo, e perché fa parte della scuderia di Lele Mora.
Che ci piaccia o no la dobbiamo guardare mentre traballa e inciampa («balla», secondo lei), forse perché lei vuole sfogare la propria invidia per la sorella, o vuole copiarla: un caso psichiatrico con terapia pagata da noi tassati.
Un caso di travestitismo incoercibile (tradizionalista vandeana, ricordate?), ossia di disturbo di personalità multipla (chi non ha un io, se ne inventa altri), e di infantilismo arrogante.
Sarebbe un caso clinico.
Ma che dire del compagno Bertinotti?
Stessa psichiatria.
E’ tornato bambino, o la recita è la sua vera vocazione?
Che può finalmente sfogare perché ha risolto i problemi di reddito che assillano 7 milioni di italiani impoveriti?
Bertinotti, informa sempre Dagospia, è stato ospite d’onore al party con 500 invitati al Pincio per i trent’anni di matrimonio di Enrico Cisnetto con la cara sua Iole.
Cisnetto è un giornalista economico sul libro-paga di Confindustria, grazie a cui collabora, profumatamente pagato, a Il Foglio, Messaggero e Panorama; e inoltre cumula stipendi alla Luiss («insegna finanza alla scuola di giornalismo» di questa università ammanicata con la Casta) e persino alla scuola di polizia tributaria.
Festa fastosa, cena per 500 e Peppino di Capri cantante a pagamento, damazze romane tutte in rosso, amiche scosciatissime e con le poppe nude e facce inequivocabilmente puttanesche (guardate le foto su Dagospia, da non credere), e il compagno Bertinotti euforico al massimo.
E’ bello vivere da miliardario di Stato.
Compagni, rileggete Marx: un compagno, quando diventa miliardario, frequenta miliardari, si comporta di miliardario e pensa da miliardario.
Padoa Schioppa ha dato dei bamboccioni ai giovani italiani che restano a casa coi genitori: a trent’anni o non hanno lavoro, o guadagnano 800 euro mensili.
Ora si apprende che 45 mila giovani, i migliori, ricercatori, medici d’avanguardia, sono emigrati all’estero per fare carriera, visto che le università italiane sono occupate da bamboccioni ottantenni che assegnano i loro posti ai nipoti propri e dei colleghi, con concorsi truccati.
Padoa Schioppa non ha di queste preoccupazioni: lo attende già una poltrona al Fondo Monetario.
Come Bertinotti-Pivetti, la «politica» gli lascia tempo libero in abbondanza: difatti s’è innamorato, alla sua età, e ha lasciato la moglie (odiosa è vero, la spocchiosa Fiorella Kostoris) per la Barbara Spinelli, altra giornalista a libro-paga prestigioso.
E’ la conferma del detto partenopeo: «O’pesce non vole penzeri».
A chi è spensierato e nulla ha da fare, «o’ pesce» funziona magnificamente e fa fiorire profonde passioni.
Alla classe operaia, con 1.400 euro mensili netti (l’altra metà se la prende Visco), «o’pesce» fa spesso cilecca.
E’ lo stress da lavoratore-contribuente-cassintegrabile.
E Berlusconi?
E’ tornato ragazzo.
«O’pesce» l’ha nella testa, calva ma rimodernata dal trapianto.
Teste di pesce ha fatto votare contro la riduzione dei parlamentari: intuizione perfetta degli umori popolari.
E’ felice: il governo Prodi gli ha procrastinato l’entrata di Rete4 su satellite, tutto rimandato al 2012.
Un favore tra gente di Casta, che sarà ricambiato.
Anzi lo è già: testa di pesce ripete come un disco rotto che «il governo cade», che «sta per cadere», «è già finito», «cadrà a dicembre», e beninteso non fa nulla per farlo cadere («Cadrà da solo»).
Bamboccioni bamboleggianti, festaioli, ballerini e velinoni.
Coi soldi nostri.
Camera, Senato e Quirinale si sono aumentati le spese, fra il 2007 e il 2008, di 53,4 milioni di euro, centosette miliardi di vecchie lire.
La presidenza del Consiglio s’è assegnata in finanziaria quasi 32 milioni di euro in più un 64 miliardini di lirette, come nulla fosse.
Si noti che la sola presidenza del consiglio – ministeri esclusi, solo il personale che serve al «premier» – costa ormai 687 milioni di euro, 1.400 miliardi di lire.
Non ballereste anche voi?
Ballereste eccome, tripudiereste da festa a festa, vi dedichereste ai vostri hobby preferiti: potete diventare qualunque cosa, attori, veline, «giornalisti» alla Cisnetto, «docenti», sportivissimi proprietari di panfili da regata.
Anche senza averne i numeri, le qualità: come bambini viziati, la vita non vi ha negato nulla, e vi sentite onnipotenti.
E’ l’infantilismo procurato dai miliardi che danno alla testa, perché ottenuti senza merito e senza obbligo di mandato.
Tutto vi è permesso.
Ho visto in un TG di Stato il senatore a vita Emilio Colombo, la decrepita checca cocainomane, pontificare sul sistema elettorale, ascoltato in ginocchio dal «giornalista» a libro-paga.
Ho visto Mastella annunciare una conferenza-stampa per rintuzzare il «linciaggio» organizzatogli da Santoro, sul caso del procuratore di Catanzaro che lui vuole trasferire perché indaga anche su di lui.
Santoro è un killer a noleggio, lo vuol distruggere perché i suoi mandanti pensano che Mastella si prepari a passare dall’altra parte.
Ma Mastella dovrebbe capire solo una cosa, semplicissima: che il discredito che s’è procurato, la sua assenza di autorità morale, gli rende impossibile eseguire gli atti dovuti del suo ministero di Giustizia.
Non può trasferire un magistrato forse davvero discutibile, perché se lo fa è sospetto di farlo per sé.
Ci vuole così poco a capire?
Un adulto lo capirebbe.
Ma sono tutti bamboccioni.
Tornati bambini per ubriachezza da miliardi rubati e sprecati.
Infatti, i giornali di riferimento del Cav, dello psico-nano, di Testa d’o’ Pesce, hanno tutti ricevuto l’ordine di difendere Mastella.
E’ il loro nuovo amatissimo, legittimissimo ministro.
E’ tutto un gioco infantile.
Ci si scambiano i vestiti, si recita scambiandosi le parti.
Veltroni vuole chiamare nel partito democratico (nato-morto) Veronica Lario, del Cav (o del Catz): tutto quanto fa spettacolo.
Il ministro ultrasinistro della Pubblica Istruzione rimette in vigore gli esami di riparazione: provvedimento di destra.
Ma solo la sinistra può fare la destra: pensate se lo stesso provvedimento l’avesse varato la ministra Moratti, cosa avrebbero detto tutti i «giornalisti»…
Ma niente paura, un governo Berlusconi non farà mai nulla di destra.
Più precisamente, non farà mai nulla di nulla.
E’ il nullismo come ideologia.
Alla festa dei Cisnetto, col compagno Berty, c’era anche Alemanno.
Nuova speranza del nulla chiamato AN, analfabeta in carriera ministeriale.
E naturalmente, anche Bruno Vespa e Alain Elkann, il papà di tanto figlio (recentemente intervistato da «Libero» in rispettosa posizione prona, come fosse un imprenditore capace di giudicare il mondo, anziché un cocainomane bisessuale all’ultimo stadio).
E’ tutto un ceto unito dai miliardi non guadagnati.
Sono i bamboccioni tripudianti.
Quelli che ci tassano e tartassano, quelli che ci impoveriscono ogni giorno di più, quelli che lasciano l’Italia alla deriva, ma sbattono in galera chi osa sciogliere i loro yacht.
Ma gli adulti siamo noi: a quando il bastone correzionale?
Maurizio Blondet
Fonte: www.effedieffe.com
Link: http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=2297¶metro=politica
5.10.07