HITLER ON ICE: I NAZISTI AVEVANO UNA FORTEZZA SEGRETA IN ANTARTIDE ?

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DI MATT SONIAK
www.mentalfloss.com

Come se ci fosse davvero bisogno di aggiungere altre prove al terrificante lavoro che ho fatto, di tanto in tanto ricevo delle e-mail dal mio editore, Jason, che dicono cose come questa: “Un lettore ha appena lasciato un commento al riguardo dei Nazisti che cercarono di formare una civiltà super–avanzata in Antartide. Possiamo aggiungere la questione alla lista delle cose su cui indagare?”.

Ci sono parecchie teorie sulla cospirazione fra nazisti e civiltà avanzate, antiche e/o aliene, ovvero sul presunto collegamento Nazisti/Alieni/Antartide – come sostenuto da un certo numero di scrittori che si occupano di paranormale o di cospirazione – ma l’intera questione può essere riassunta in questo modo:

– i Nazisti rivendicarono una zona dell’Antartide come territorio tedesco, e vi inviarono una spedizione;

– i Nazisti sperimentarono delle tecnologie innovative, come ad esempio i velivoli stealth [invisibili o quasi ai radars, ndt] ed i razzi a propellente liquido;

– i Nazisti, quindi, potrebbero aver trovato in Antartide una tecnologia aliena, o aver incontrato degli Alieni veri e propri.

Da quest’ipotesi si diramano altre storie, come ad esempio quella di Hitler che fu portato via verso un covo segreto costruito sotto una montagna dell’Antartide [come nei fumetti comici dei super–eroi], oppure come quella delle forze armate americane e britanniche che combatterono i nazisti e gli UFO in mezzo ai ghiacci, per passare infine alle forze polari naziste che furono spazzate via da una bomba nucleare.

Ci sarebbe dell’ottimo materiale per un film d’azione estivo … ma queste storie si basano davvero su un qualcosa di concreto? Come in tutte le teorie complottiste, ci sono senz’altro alcuni elementi di verità. Ma che i fatti possano essere tessuti in un racconto che abbia un minimo di coerenza, senza dover fare, in altre parole, dei grandi salti di logica, è un’altra questione.

Per Colin Summerhayes [geologo ed oceanografo dello “Scott Polar Research Institute”] e Peter Beeching [giornalista e storico, specializzato in affari internazionali] la storia non passa il test del “baloney detection kit” [un set di strumenti e tecniche, utile a segnalare falsità. Tratto da un libro di fantasia di Carl Sagan, ndt].

Nel 2006 i due pubblicarono “Hitler’s Antartic Base: The Myth and the Reality” [La base antartica di Hitler: il mito e la realtà]. Si tratta di uno studio basato su una montagna di prove documentali riguardanti la geografia ed il clima dell’Antartide [comprese le ricerche fatte personalmente da Summerhayes, e quindi di prima mano], l’esplorazione polare e la declassificazione dei documenti militari degli importanti paesi che vi furono interessati. Questo studio fu poi oggetto di una revisione paritaria [peer-reviewed].

Questo studio demitizzante, lungo 21 pagine e stampato dalla rivista scientifica “Polar Record”, inizia con un forte grido di battaglia [in favore dello scetticismo]:

“Tuttavia, come abbiamo spesso ribadito, l’assenza di prove non è una prova della loro mancanza. Potrebbero, infatti, essere state coperte … tutto ciò, forse, potrebbe davvero essere accaduto [ … ] L’onere della prova, comunque, dovrebbe senz’altro cadere sulle spalle di coloro che fanno rivendicazioni. Non è sufficiente proporre un’idea, e poi pretendere che l’ipotesi sia veritiera “perché le prove sono state coperte”. Nella scienza, come ha sottolineato Carl Sagan, dobbiamo cominciare dai risultati sperimentali, dai dati, dalle osservazioni e dalle misurazioni. Solo in un secondo momento possiamo ipotizzare delle possibili spiegazioni, e confrontarle sistematicamente con i fatti cui si riferiscono … questo, però, fino a quando? Per quanto possiamo dire, fino a quando troviamo delle spiegazioni che soddisfino a tutti gli effetti i fatti che abbiamo osservato.

Il racconto dei nazisti al gelo non supera il fuoco di fila di Summerhayes e Beeching, il cui studio smonta questa storia pezzo per pezzo:

LA BASE E LA SPEDIZIONE ANTARTICA TEDESCA

LA STORIA: Nel 1938 i nazisti inviarono un grande team di esploratori – che comprendeva scienziati, unità militari e personale esperto nella costruzione di navi da guerra e di sottomarini – nella regione antartica chiamata “Qeen Maud Land”. Mentre mappavano la zona, scoprirono una vasta rete di fiumi sotterranei di acqua calda, ed anche delle grotte. Una di queste si estendeva verso il basso per 20-30 miglia, e conteneva un grande lago geotermico.

La grotta fu esplorata e, successivamente, fu inviato del personale per la costruzione di una base dalle dimensioni di una [piccola] città, chiamata “Base 211” o “Nuova Berlino”, che avrebbe ospitato le SS, la Thule Society, i “serpent cults”, vari occultisti nazisti, gli Illuminati ed altri gruppi segreti.

Ad un certo punto i tedeschi scoprirono una tecnologia aliena che era stata lì abbandonata [oppure vennero in contatto con una base di esploratori extraterrestri descritti come i “Grigi” o i “Rettiliani”], ed impararono a replicarla [oppure fu loro insegnata], utilizzandola successivamente per sviluppare una serie di super armi, tra cui un velivolo avanzato chiamato “disco-antigravità” o “disco volante”.

Visto che molte di queste armi non erano ancora pronte all’uso [nel corso della 2a Guerra Mondiale], quella base e quel know-how potrebbero ancora esistere, e tedeschi/alieni/società segrete [dipende da quale teorico della cospirazione viene interpellato] finiranno per lanciare un Nuovo Ordine Mondiale, partendo da quelle armi e da quelle conoscenze.

L’INDAGINE: Dal Dicembre del 1938 e fino all’Aprile del 1939, i tedeschi effettuarono una spedizione esplorativa nella parte occidentale della “Queen Maud Land”. Ma non si trattava di una grande operazione scientifica e militare, consisteva di una singola nave, la Schwabenland, ed il suo obiettivo era la mera esplorazione di un nuovo territorio, per consentire l’espansione dell’industria baleniera tedesca.

Furono pianificate delle altre spedizioni, ma nei registri ufficiali non c’era alcun riferimento all’intenzione d’impiantare una base. Quelle spedizioni, inoltre [nell’ambito delle quali si sarebbe potuto eventualmente costruirla], furono rapidamente cancellate con lo scoppio della 2a Guerra Mondiale. Dopo questa prima spedizione non vi fu, in Antartide, alcuna attività ufficiale tedesca, e questo fino al 1959, quando i tedeschi si unirono ad una spedizione russa.

Anche se avesse voluto, è improbabile che l’equipaggio della Schwabenland possa aver costruito finanche una piccola base, figurarsi una dalle dimensioni di una piccola città. La spedizione, secondo i registri della nave, stazionò nei pressi della costa per un mese. Summerhayes e Beeching credono che ci sarebbero voluti dieci giorni, a piedi, per andare dalla barca al luogo presunto della base tedesca, ed altri dieci per tornare, lasciando di conseguenza meno di dieci giorni, ai tedeschi, per poterla costruire. Altre spedizioni polari di quell’epoca hanno avuto bisogno del doppio del tempo per costruire anche solo delle piccole capanne.

OPERAZIONE TABARIN: SAS Vs. NAZISTI

LA STORIA: la Gran Bretagna, che reclamava il “South Shetland”, il “South Orkney” ed alcune isole poste tra l’Antartide ed il Sud America, decise che in quelle zone [Antartide, Argentina e Cile] c’era la forte necessità di una sua presenza permanente, per monitorare l’attività nazista.

La Royal Navy, conseguentemente, lanciò un’esercitazione militare segreta – chiamata “Operazione Tabarin” – e costruì delle basi sia nella penisola antartica che nelle isole circostanti. Ad un certo punto i tedeschi scoprirono la base britannica posta sulla penisola, e nell’Estate del 1945 l’attaccarono. La base rimase sotto assedio per parecchi mesi, fino a quando arrivò la SAS a salvarla – intorno a Natale [lo Special Air Service è il principale corpo d’élite dell’esercito britannico, ndt]

L’INDAGINE: In quell’Estate del ’45, innanzitutto, Hitler era già morto ed i tedeschi si erano già arresi agli alleati. La stessa SAS, peraltro, fu sciolta nel successivo mese di Ottobre, e non fu ri-fondata che alcuni anni più tardi. Documenti britannici suggeriscono che l’”Operazione Tabarin” non fu poi così grande, e non fu nemmeno un qualcosa di assimilabile ad una battaglia, come sostenuto, invece, da queste storie.

Gli obbiettivi dichiarati non furono la deterrenza e lo spionaggio, ed in effetti la maggior parte delle attività non fu che di tipo scientifico. L’equipaggio della base era costituito principalmente da operatori radio wireless e da scienziati governativi, con pochissimi militari pronti al combattimento. Il più grande equipaggio, a “Hope Bay”, non consisteva che di 13 persone, una forza certamente non in grado di respingere i tedeschi per quasi sei mesi.

LA GRANDE FUGA DI HITLER

LA STORIA: Due mesi dopo la resa tedesca, un U-boat tedesco [U–530], entrò nella base navale argentina di Mar del Plata, dopo essere fuggito dalla Germania, con Hitler, Eva Braun ed alti funzionari [nazisti e SS] a bordo, con l’obbiettivo di portarli presso la base antartica tedesca. Una teoria alternativa afferma che quell’U-boat stava trasportando le ceneri di Hitler, che furono collocate, insieme ad altri tesori nazisti, nella base antartica.

L’INDAGINE: Nel 1945 l’Argentina aveva dichiarato guerra al Giappone ed alla Germania, dopo anni di neutralità e relazioni abbastanza amichevoli con i tedeschi. Quando l’U-boat arrivò in porto, il capitano pensava che il suo equipaggio sarebbe stato ben accolto, ma tutti furono presi come prigionieri di guerra, ed interrogati dagli argentini [insieme agli americani ed agli inglesi]. Gli interrogatori effettuati dai servizi di tutti e tre i paesi conclusero che l’apparizione del sottomarino nella zona era del tutto casuale, Hitler non era a bordo.

Summerhayes e Beeching, dopo aver preso in considerazione le date di partenza e di arrivo dello U-530, la sua velocità e le condizioni atmosferiche di quell’Estate del 1945, conclusero che mai un U-boat avrebbe potuto portare Hitler o i suoi resti in Antartide. Durante il suo viaggio, lo U-530 non avrebbe avuto il tempo per fermarsi nella base antartica, e sia lo U-530 che lo U-977 [?, ndt], per raggiungere la terra costiera dell’Antartide, avrebbero dovuto immergersi più in profondità e più a lungo [sotto il mare ghiacciato] di quanto fossero in grado di fare.

LA BATTAGLIA D’ANTARTIDE: L’OPERAZIONE HIGHJUMP, GLI UFO E LE BOMBE NUCLEARI SEGRETE

LA STORIA: Dopo il fallito tentativo britannico del 1946, gli Usa lanciarono l’”Operazione HighJump”, volta alla distruzione della base tedesca. Le forze armate terrestri ed aeree statunitensi furono respinte dai dischi volanti tedeschi, e furono in grado di distruggere quella base solo facendo deflagrare tre bombe nucleari. I dischi volanti che da allora vengono avvistati negli Stati Uniti, non sono altro che dei veicoli-spia nazisti che stanno preparandosi al lancio del Quarto Reich, sotto il controllo di quello che i neonazisti chiamano “The Last Battalion”, un governo nazista tutt’ora operante in Antartide, o in qualche altra remota parte del mondo.

L’INDAGINE: L’”Operation HighJump” ebbe effettivamente luogo, e fu la più grande spedizione mai fatta in Antartide. Non aveva niente a che fare, però, con i tedeschi – che si erano già arresi – ma con gli alleati sovietici dell’America. In quel periodo gli Stati uniti cominciavano a considerare la superpotenza sovietica come una potenziale minaccia [dopo essere stati alleati durante la 2° Guerra Mondiale, ndt] e, alla vigilia della Guerra Fredda, decisero che i militari dovevano prepararsi ad una guerra da combattere in condizioni di freddo estremo [Russia].

L’”Operazione HighJump” fu lanciata per formare il personale e per testare le attrezzature a temperature molto basse, in mezzo a strati profondi di neve. Ma anche, ovviamente, per imparare a costruire basi, accampamenti e piste d’atterraggio sulla neve e sul ghiaccio, ed infine per imporre nella regione la sovranità degli Stati Uniti prima che potessero farlo i sovietici.

Non era, in conclusione, che una delle tante esercitazioni che furono effettuate per prepararsi ad una possibile guerra con l’URSS, insieme ad altre operazioni similari che furono tenute sullo “Stretto di Davis” [fra Groenlandia ed isola di Baffin, ndt], nel Canada settentrionale e nella Groenlandia. L’Antartide fu scelta come sede di quest’esercitazione non a causa di alcuni irriducibili tedeschi, ma perché si trattava dell’”Operazione” più grande, e gli Stati Uniti volevano evitare una possibile ricaduta diplomatica conseguente ad un’esercitazione navale fatta troppo da vicino ai confini sovietici.
Se il vero obiettivo dell’”Operazione HighJump” fosse stato la distruzione della base tedesca, quanto meno chi l’aveva progettata non era in possesso delle mappe fondamentali di quel territorio. A detta di tutti, la presunta base nazista si trovava in una grotta sita dalle parti della ”Queen Maud Land”, ma la base dell’”Operazione HighJump” era sul “Ross Ice Shelf”, ovvero sul lato opposto del continente.

Le mappe militari ed i reports della Marina relativi a quell’esercitazione mostrano i percorsi di ogni aereo e di ogni nave, e nemmeno un soldato si avvicinò ai luoghi che erano stati esplorati dai tedeschi. Inoltre, nessuno degli obiettivi o delle attività dell’”Operazione HighJump” era considerato un “segreto”, contrariamente a quanto ritenuto dai teorici della cospirazione. C’erano, inoltre, ben 11 inviati di guerra su quelle navi militari, che trasmisero un totale di oltre 478.000 parole ai loro editori, lettori e spettatori. Nessun tedesco fu mai menzionato.

Per quanto riguarda gli attacchi dei dischi volanti, un riferimento a questi UFO fu fatto soltanto da un Ammiraglio [Richard E. Byrd, ndt] e fu pubblicato su un giornale in lingua spagnola [il quotidiano cileno “El Mercurio” del 5 Marzo 1947, ndt]. L’ammiraglio illustrava il pericolo rappresentato dall’eventuale presenza sovietica nelle regioni polari e come, da quei luoghi, i sovietici avrebbero potuto [potenzialmente] lanciare aerei contro gli Stati Uniti e l’Europa Occidentale.
In un qualche modo questo articolo fu tradotto male [accidentalmente o deliberatamente], e lasciava intendere che l’Ammiraglio stesse parlando di misteriosi “oggetti volanti”. Durante l’”Operazione HighJump”, tuttavia, nessun aereo fu perso a causa degli attacchi dei dischi volanti. Le forze USA subirono la perdita di un solo aereo, a causa di una tempesta di neve.

Dopo la conclusione dell’”Operazione HighJump”, ci furono tre esplosioni nucleari – che allora erano segrete – nell’atmosfera dell’emisfero meridionale. Non ebbero luogo, tuttavia, vicino alla “Queen Maud Land” – e nemmeno sopra l’Antartide – e non avevano alcun obiettivo militare.

Le esplosioni ebbero luogo, nella realtà, ad alta quota sopra l’Oceano, per studiare gli effetti delle esplosioni nucleari al di sopra ed al di fuori dell’atmosfera. I ricercatori americani erano particolarmente curiosi di sapere, all’epoca della Guerra Fredda, come un’esplosione nucleare avrebbe potuto interferire con il monitoraggio-radar, con le comunicazioni e con l’elettronica dei satelliti e degli altri missili balistici, nel caso di un attacco nucleare su larga scala.

Dopo che i tests nucleari diventarono di pubblico dominio, il loro scopo e la loro posizione furono confermate dal “Comprehensive Test Ban Treaty Organisation” di Vienna e dal British Antarctic Survey, che avevano misurato la radioattività sul continente al momento delle prove, e non videro alcun picco nei livelli di radiazioni durante o dopo la detonazione.

Matt Soniak

Fonte: http://mentalfloss.com

Link: http://mentalfloss.com/article/30249/hitler-ice-did-nazis-have-secret-antarctic-fortress

19.03.2012

Scelto e tradotto per www.comedonchsiciotte.org da FRANCO

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