DI MAURIZIO BLONDET
Dicono che Antonio Fazio abbia seguito minuto per minuto in tv, con tutti i suoi dirigenti di Bankitalia, la discussione alla Camera che ha salvato la sua poltrona a vita. L’avreste fatto anche voi, se come lui guadagnaste 2 miliardi l’anno che sapete di non meritare, senza contare gli spropositati benefit. Basterà dire che i funzionari di Bankitalia che vanno a New York alle sedute periodiche del Fondo Monetario ricevono, oltre al rimborso-spese a piè di lista, un bonus di mille euro al giorno. E le cifre sono approssimate per difetto: gli stipendi dei pubblici funzionari, che dovrebbero essere pubblici (li paghiamo noi contribuenti) sono invece un segreto di Stato. La carica a vita del governatore è un’eredità fra le più discutibili del fascismo: antifascisti a parole, i poteri forti diventano fascisti quando sono in ballo i loro interessi. Niente giustifica i loro stipendi miliardari. Da quando Bankitalia non è più responsabile dell’emissione della lira, la sua importanza per lo Stato è quasi pari a zero. Potrebbe essere sostituita da un centralino telefonico in contatto con la Banca Centrale europea, per eseguirne gli ordini. Quanto alla sua responsabilità di vigilanza sulle banche e sul risparmio, i risparmiatori hanno visto come la svolge nel caso Parmalat, Cirio ed altri. Del resto il controllo sulle banche è reso impossibile dall’evidente conflitto d’interessi: le controllate sono azioniste (cioè padrone) del loro controllore. Magari pagassero loro, le banche, gli stipendi principeschi, a quei loro complici e difensori: no, quelli li paghiamo noi contribuenti.
E’ questo il problema principale oggi in Italia. I cittadini privati, che sono soggetti alla concorrenza internazionale sul lavoro e vedono i loro salari calare in termini reali (per avvicinarsi storicamente ai “competitivi” salari cinesi, che si aggirano sui 60 euro al mese), sono costretti a pagare emolumenti favolosi a burocrazie inutili e dannose, che hanno i posti garantiti e sono al riparo – un riparo d’oro – dalla competizione mondiale. La Banca d’Italia si rafforza e si conferma così il pilastro e il baluardo delle burocrazie inadempienti e strapagate. Fazio è un economista ridicolo, ragionierista. L’ex governatore ed oggi padre della patria Ciampi non è nemmeno un economista-ragioniere. Non si trova nella letteratura scientifica un solo studio, una sola analisi da loro firmata. Così, scopiazzano i diktat del Fondo Monetario (liberismo globale, concorrenza, “aprire alla Cina e all’India”) senza un minimo di giudizio. Paghiamo salata la loro incompetenza, con il declino italiano di cui loro sono insieme la causa e la conseguenza. Un paese vivo non tollererebbe questi incompetenti. Chiederebbe, esigerebbe – visto che quei posti sono pagati tanto – un concorso internazionale per aggiudicarli: e vi assicuro che verrebbero a frotte i premi Nobel, attratti dalla paga. Il governatore della Banca Centrale Usa, la Federal Reserve, che si chiama Alan Greenspan ed è un economista candidabile al Nobel (ed ha qualche responsabilità in più) guadagna tre volte meno del ragionier Fazio.
E non è solo Bankitalia. Sarà bene ricordare quanto guadagna Gaetano Gifuni, segretario del presidente Ciampi, ed ex segretario parlamentare: almeno 2 miliardi annui, in lire. Poiché con questo modesto salario non arriverebbe a fine mese, la repubblica (noi contribuenti) gratifica il Gifuni di un appartamento di 600 metri quadri al Quirinale (arredato con mobili da museo) e altri 400 metri quadri in una tenuta presidenziale, per le sue meritate vacanze. Del resto il suo principale, il Ciampi, così preoccupato dei destini della nazione, guadagna almeno 9 miliardi di lire l’anno. La Presidenza della Repubblica, con oltre 5 mila dipendenti strapagati, elicotteri presidenziali e tutto il resto, costa ai contribuenti almeno 235 miliardi annui. Quanto costa il funzionamento di una città di mezzo milione di abitanti, come Padova. Le cifre non sono aggiornate per il solito motivo, che sono segrete. Ma la Presidenza repubblicana costa a noi contribuenti più di quanto costi la monarchia britannica ai sudditi inglesi. La Regina riceve dallo stato 12 miliardi di lire l’anno, ma si paga le bollette della luce di Buckingham Palace. Il presidente Usa, anche lui, guadagna 10 volte meno del Ciampi.
Abbiamo solo cifre vecchie, purtroppo. Nel 2000, lo stipendio annuo lordo nella Magistratura – quella magistratura inadempiente che lascia impuniti il 76 per cento degli omicidi e il 98 per cento dei furti, che trascina le cause per decenni – ammontava a 165 milioni annui (ed è una cifra media, in cui sono compresi gli uscieri e i presidenti di Cassazione). I segretari comunali (94 milioni annui) sono pagati quasi il doppio dei medici e infermieri del Servizio Sanitario (56 milioni), per tacere del corpo di polizia (50 milioni). Sono le categorie che i cittadini considerano utili ad essere pagate di meno.
Ogni dipendente pubblico costa agli italiani 250 mila lire al giorno (i diplomatici il doppio). Ma anche queste sono cifre del 2000, quindi molto per difetto. Lo si vede da qualche sparso indizio, da qualche informazione colta qua e là. Nel 1998 tale signora Elisabetta Spitz, direttrice del Demanio (praticamente un’archivista-capo, senza responsabilità manageriali) guadagnava 137 milioni lordi l’anno; nel 2004, il suo emolumento superava i 300 mila euro.
Nel privato simili favolosi guadagni non esistono. O se esistono, corrispondono a un duro lavoro, all’assunzione di rischio d’impresa; anche i manager privati più ricchi sono soggetti al giudizio sui loro risultati, dagli azionisti, e possono essere licenziati. Fazio no.
Domandatevi, come contribuenti, a che vi servono i Fazio e i Gifuni: siete voi che li pagate, dopotutto. La qualità dei loro servizi giustifica le retribuzioni che date loro? I predicozzi pontificali di Ciampi meritano tanti benefici?
Naturalmente la risposta è no. Noi non abbiamo bisogno di Gifuni a 2 miliardi l’anno, né di Fazio. Sono loro che hanno bisogno di questi emolumenti; e sono pronti a tutto per difenderli, proprio perché sanno di non meritarli. Ed hanno il potere di difenderli, ecco il punto. Costoro “fanno politica” nel senso deteriore: sono mestatori potentissimi dietro le quinte, detengono un potere del tutto antidemocratico e fuori da ogni controllo. Sono in politica per fare i loro interessi. Godono di collusioni che possiamo solo immaginare.
Lo si è intravisto nel voto alla Camera su Fazio. Ricapitoliamo la vicenda: è stato Tremonti a dare battaglia, a voler togliere a Bankitalia non i privilegi, ma il godimento dei più scandalosi conflitti d’interesse. Non c’è stato un solo partito, e nemmeno un solo grande giornale, che abbia difeso Tremonti. Oggi sono gli stessi grandi giornali che criticano il governo per aver dato il potere a vita a Fazio, mentre non hanno dato una mano alla giusta battaglia del suo avversario. In Parlamento, si è assistito a un rovesciamento singolare: per i privilegi di Fazio ha votato il centro-destra, mentre il centro-sinistra (che aveva bocciato il tentativo di Tremonti) ha votato contro. Sapendo, astutamente, che il suo voto non sarebbe stato determinante. Perché? Basti ricordare che le banche pagano i partiti, fanno loro prestiti enormi di cui non chiedono il rimborso; insomma li mantengono con il denaro..di chi? Ma il vostro, ovviamente, di voi risparmiatori. E’ una losca faccenda, in cui tutti sono sporchi, o tutti hanno paura. Ma sia consentito citare qui la posizione, specialmente losca, di AN, di Kippà Fini e dell’inqualificabile La Russa: fattisi difensori di Fazio e dei suoi ingiustificati privilegi contro Tremonti. Attenzione, perché questa complicità avrà conseguenze reali. Sul vostro portafoglio, di contribuenti e di risparmiatori. Voi che siete incitati ad aprirvi alla competizione globale, a contentarvi di lavori precari e mal pagati, perché questo è il “mercato”. Il “mercato” è per voi. Per loro no. Mica potete rivolgervi a giudici tedeschi, a dipendenti pubblici francesi o americani. I loro “servizi” non sono sul mercato globale, i vostri sì.
E’ questa la vera lotta di classe da combattere, la lotta di chi i soldi allo stato li dà (voi e noi) contro quelli che i soldi allo stato li prendono (loro, e tanti). Ma le vittime della lotta di classe (noi) sono sconfitte, proprio perché la ignorano, perché non hanno coscienza di essere gli sfruttati e gli angariati.
Maurizio Blondet
Fonte:www.effedieffe.com
3.03.05