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La Redazione

 

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GUERRE STELLARI: L'IMPERO COLPISCE ANCORA
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A cura di Truman
Il 1 Marzo 2005
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I veri obiettivi della guerra : la competizione per i Poli Geopolitici-Economici.

DI DIVA

La guerra contro l’Iraq ha messo in evidenza i contorni generali dell’ Imperialismo USA, ma anche le sue contraddizioni. Il Capitalismo USA si trova a fronteggiare il paradosso della sua stessa fine, per gli effetti dei soprainvestimenti che producono piu’ merci di quante possano essere vendute e che ha generato livelli senza precedenti nella storia di debiti delle famiglie e delle imprese.

Parte del problema puo’ essere risolto nelle opportunita’ all’estero, aumentando le esportazioni, importazioni, debiti esteri, investimenti all’estero.
In questa ottica il mondo degli affari, la politica e l’industria, devono identificare e dare una graduatoria a cio’ che viene percepito come “ostacolo” per le imprese USA di avvantaggiarsi pienamente di tali opportunita’. E tutte le misure, ivi comprese quelle militari, diventano “obbligatorie” per la tutela dell’imperialismo americano.Quindi la crescita di altri Paesi o Aree del mondo sono una minaccia e fonte di rischio per la posizione dominante della superpotenza del Pianeta.

Il Pentagono aveva gia’ visto che in Asia, in particolare, esiste la possibilita’ che emerga una “rivale” militare con una formidabile base di risorse. Dalle analisi sulle “tendenze globali” fino al 2015 fatte dalla Defense Planning Guidance e’ emerso che le risorse come “formidabile base” della potenza militare, oltre che in Asia, sono individuabili anche in Cina……. ma anche e soprattutto in Europa.
Infatti l’Europa ha approfittato della scomparsa dell’Unione Sovietica per accumulare potenza economica e per porre, ben prima del gigante asiatico, le premesse per una sfida egemonica globale.
Nei primi anni novanta questo aveva gia’ posto l’accento sulla necessita’ di “scoraggiare i tentativi da parte di nazioni industrializzate, di sfidare la leadership americana, o anche solo di modificare l’ordine politico ed economico costituito”. E aveva individuato nell’eventuale costituzione di un sistema di difesa europeo autonomo dalla Nato una delle piu’ serie sfide all’egemonia statunitense.
L’idea e’ molto chiara. Se la ricchezza economica e’ condizione fondamentale per conquistare e mantenere uno “status di potenza” politico-militare, le minacce piu’ gravi provengono dalle zone piu’ sviluppate del pianeta, a cominciare proprio dall’Europa.
E’ dunque verso l’Europa che gli USA devono orientare la massima “attenzione preventiva”, sia impedendole di mettere le mani su aree strategiche ricche di materie prime e di risorse energetiche, sia frustrando sul nascere le sue ambizioni di autonomia politica e militare.
In questa guerra, la posta in gioco e’ quindi il grado di autonomia del Vecchio Continente. E i quattro poli oggetto dell’attenzione USA (Europa -Russia -Giappone e Cina) sono e saranno i veri obiettivi politico-militari, a seconda del loro grado autonomo di espansione economica-politica-militare, e della possibilita’ di eventuali loro alleanze.
Come si ricordera’, i mesi che hanno preceduto l’attacco all’Iraq, hanno visto salire a livelli preoccupanti la temperatura della polemica tra Stati Uniti e paesi europei contrari alla guerra, Francia e Germania su tutti.
Perche’ Francia e Germania ?
Forse perche’ da tempo Francia e Germania stanno intessendo intensi rapporti diplomatici per dare corpo ad una struttura militare autonoma dall’Alleanza Atlantica?
Fosse così (ed e’ altamente probabile) gli Stati Uniti metteranno in pratica “ogni mossa” per impedire che il Super-Stato-Europeo si traduca in realta’.
Una guerra USA-Europa?
Sul piano economico e’ gia’ in atto, anche e non solo mediante la “guerra dei Satelliti”.
Quella che comunemente in Asia viene chiamata “guerra per l’oro nero” in Europa si puo’ definire “guerra per l’oro verde”: la tecnologia.
In Europa da vari anni e’ in studio il Sistema Satellitare “Galileo”, che, con tecnologie europee molto piu’ avanzate di quelle USA, dovrebbe sostituire il sistema GPS (sistema satellitare USA).

Le ricadute in termini di crescita tecnologica-scentifica, di indipendenza europea, di concorrenza del sistema Galileo con il GPS a livello mondiale……. sono enormi!!! Sono valutate in una quantita’ vicina ai 1000 miliardi di euro!!! E tutto cio’ nell’arco di pochissimi anni (il sistema dovrebbe diventare operativo nel 2008). Non a caso la Cina vi ha gia’ investito piu’ di 230 milioni di euro.
Si pensi che il sistema americano GPS, nato per scopi militari ed esigenze di difesa, ora e’ fruibile anche per scambi e intermediazioni finanziare e di mercato dai privati, senza nessun ostacolo: la posta in gioco e’ di portata economica enorme.
Questo chiarisce l’opposizione USA a Galileo. In sostanza Galileo rappresenta agli occhi degli americani un chiaro indizio della volonta’ europea di dare corpo ad una propria politica estera autonoma con conseguente declino dell’egemonia imperialistica statunitense.
Dopo l’Iraq, sembra vi siano azioni contro altri governi, che sono gia’ state pianificate se non addirittura gia’ messe in azione, sia apertamente che “occultamente” per esempio la Corea del Nord, la Siria, Cuba, Venezuela, Zimbawe, Libia e Iran…. sottrazioni o cambiamenti nella scala di importanza dei diversi obiettivi non ha importanza: questo lo decideranno l’industria e le multinazionali.
Ma l’obiettivo piu’ ambizioso che almeno una parte dell’establishement statunitense coltiva, e’ il futuro dell’Europa. L’idea vecchia come il mondo, che per dominare occorra dividere, ispira l’attuale amministrazione statunitense. Restaurare in Europa una specie di neo-feudalesimo, un caleidoscopio di piccole enclaves? E insieme un “grande medio-oriente” presidiato poi da pochi poteri statuari affidabili (Israele)?
Se il rigurgito di localismi, di sottoculture tribali, di “nostalgie” vernacolari, il revival neo-etnico e la proliferazione di razzismi vecchi e nuovi stanno percorrendo l’Europa orma da piu’ di quindici anni, e’ lecito pensare che la guerra non si fa solo con le bombe.

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