GUERRA NEL CAUCASO: FINE DELLA PANTOMIMA

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DI ALESSANDRO LATTANZIO
Aurora

Le conseguenze dell’aggressione della Georgia di Saakhshvili contro la Repubblica Autonoma dell’Ossezia del Sud saranno ampie, tanto da ripercuotersi a livello mondiale.
La spudorata e palesemente falsa propaganda agitata dai mass media
occidentali contro Mosca, che viene presentata come l’orso
imperialista della Guerra Fredda (e anche dei tempi precedenti),
serve principalmente a cercare di nascondere, presso il pubblico
mondiale, le responsabilità dell’inizio di questa ennesima Guerra
d’Agosto, ma serve anche a capovolgere la sconfitta sul terreno, in
vittoria mediatica sui video. Il virtuale, è oramai, l’ultimo campo
dove l’occidente `vince’ le sue battaglie.

I leader occidentali hanno riversato su Mosca, cumuli di accusa
ridicole e grottesche. Valga per tutti l’accusa di uso `eccessivo’
della forza, accusa lanciata da notori pacifisti e
mediatori `culturali’, come Condoleeza Rice e lo stesso G.W. Bush.
Prontamente, il fantasma dell”Euroimperialismo’ (vaneggiamento di certe sette `marxistordi’ ), ovvero i neocon e filo-sionisti Merkel, Sarkozy/Kouchner, Brown/Milliband, con seguito di monarchi svedesi e olandesi e salmerie massmediatiche, hanno sostenuto lo sbarramento antirusso innalzato dalla NATO. Uno sbarramento, o meglio, un paravento con cui nascondere le `vergogne’ della NATO.
1. Il sostegno acritico, e la sfacciata apologia `democraticista’ ,
indirizzati a favore del dittatorucolo, mafioso e necon, Mikheil
Saakhashvili. A fronte delle accuse, reiterate quanto fasulle, verso
i legittimi governi della Federazione Russa, Bielorussia, Iran,
Venezuela, per esempio, fatti oggetto di attacchi inverecondi da
tutta la panoplia ONGista e sedicente `dirittoumanitarista’ (dal
fazioso Reporters sans Frontières al paludato Amnesty International);
queste stesse agenzie hanno prontamente silenziato qualsiasi critica
verso il regime neocon e revanscista di Tbilissi. In ciò rendendo
chiaro, una volta di più, la funzione e il ruolo che esse svolgono
nel panorama della contesa mondiale tra asse atlantista e potenze
eurasiatiche.

2. Il contrattacco dell’esercito russo spariglia le carte alla setta
sion-con di Washington/TelAviv. Saakhasvili è stato aizzato contro
Tskhinvali, perché i suoi pupari credevano che Mosca, con un
presidente giovane appena eletto e un premier a Beijing per i Giochi
Olimpici, non sarebbe stata capace di una reazione rapida ed
efficace. Mal gliene incolse. Innanzitutto, la milizia Osseta è stata
capace di bloccare le truppe d’elite georgiane, che hanno bombardato
proditoriamente di notte, Tskhinvali, causando centinaia, se non
migliaia, di vittime tra i civili (1500/2000). Ciò ha permesso
all’esercito russo di intervenire attraverso il tunnel di Rokhi,
l’unica via che collega Ossezia del sud e Federazione Russa.
Nell’arco di 24/48 intervenivano a sostegno della resistenza osseta,
unità delle truppe aerolanciate e degli spetznaz, mentre l’aviazione
russa, subendo la perdita di soli 4 velivoli e due elicotteri,
spazzava via l’aeronautica e la marina georgiana, e liquidava le
colonne blindate georgiane. L’esercito georgiano, vanto e orgoglio,
secondo le stesse parole dei ministri di Tbilissi, dei mille
contractors israeliani e dei circa 100 consiglieri USA/NATO, veniva
sbriciolato dalla sola forza aerea russa. I soldati georgiani, dopo
aver visto centinaia di loro commilitoni morire sotto le bombe
dell’offensiva aerea russa, sono sbandati ed hanno abbandonato sul
terreno, veicoli, equipaggiamenti e armi.
L’esercito russo ha potuto, così, occuparsi di presidiare le zone e
punti strategici (il porto di Poti, da cui passa il carburante che
alimenta i resti delle forze armate georgiane), e assicurare la
salvaguardia delle minoranze Osseta ed Abkahza. La questione della
pipeline BTC, tirata fuori per giustificare la guerra caucasica (in
funzione della propaganda anti-russa), non ha molto senso, poiché
l’oleodotto, già in grave deficit di gestione, era stato bloccato a
causa di attentati compiuti in Turchia dal PKK curdo. Ma questa scusa
viene agitata per non fare vedere che l’operazione dell’8 agosto era
solo il primo passo per un ulteriore sconvolgimento e frammentazione del Caucaso.

3. Difatti, Baku, era interessata all’operazione di revanscismo
armato di Tbilissi. Ma non per la solita solfa dell’oleodotto BTC. La
questione riguardava come Mosca, e il resto del mondo, avrebbe
reagito di fronte a un atto di annessione violenta di un territorio
indipendentista. Baku è interessata a riprendersi, con tutti i mezzi,
la regione del Nagorno-Karabakh, ora amministrata da Erevan. Se
l’operazione Osseta fosse riuscita, Baku avrebbe aggredito al più
presto il Nagorno-Karabakh e, di conseguenza, l’Armenia. L’Abkhazija
sarebbe divenuta il prossimo e immediato obiettivo dell’asse
Tbilissi/Bruxelles/ TelAviv. Certamente sarebbero esplose le azioni
terroristiche in Cecenia, Inuscezia, Ossezia del nord e Daghetsan. Si
sarebbero prodotte altre pulizie etniche ed altri profughi: azioni
benedette dalle autorità del fantasma europeo e ignorate dai corifei
massmediatici propagandistici occidentali (ove si distinguono,
soprattutto, i media e i professionisti di `sinistra’).
L’intervento pronto ed efficace delle forze armate russe, ha impedito
tutto ciò. Il piano sion-con di Saakhasvili è fallito.

4. Il fallimento di tutto ciò, ha suscitato, presso i circoli
atlantisti, sbandamento, confusione e reazioni colleriche ed
isteriche. Reazioni che stanno portando l’occidente ad effettuare dei
passi arrischiati. Innanzitutto, sul terreno dei rapporti
internazionali, l’occidente atlantista ha deciso di espungere Mosca
dagli organismi di prestigio (OMC, G-8), organismi, in verità, da
parata ed ineffettuali sul piano dell’attività concreta economico-
diplomatica. È più un favore che una punizione. Inoltre, Condy Rice
ha imposto ai `partner’ europei della NATO, l’interruzione della
collaborazione con Mosca. Un vero e proprio passo suicida per
l’Europa (o i suoi fantasmi `euro-imperialista’ e `euro-vaticano’ ).
Infine, il tocco magistrale, la stipula del Trattato ABM
(erroneamente denominato `Scudo Spaziale’), tra Washington e
Varsavia; si tratta del passo più azzardato e carico di gravissime
conseguenze. Prevede l’installazione di dieci missili antimissili in
territorio polacco, in cambio della modernizzazione, da parte
statunitense, dell’equipaggiamento delle forze armate polacche
(caccia F-16 e/o F-18, missili Patriot, ecc.)
Gravissime conseguenze si avranno anche per Tel Aviv, che ha
scherzato troppo con il fuoco caucasico. Israele aveva ottimi
rapporti con Mosca. Erano in fondo amici. Si pensi alla fortissima
comunità russa e russofona, residente in Israele. Ma dopo
lo `scherzetto’ giocato l’8 agosto, contro la Federazione Russa, le
cose cambieranno, anche qui, in modo assai drastico. Tanto che gli
stessi israeliani, edotti da ciò che stavano combinando, hanno
cercato di porre riparo, sospendendo (quando ormai era troppo tardi)
l’invio di armi in Georgia e, poi, sconfessando i mercenari e le spie
inviate a Tbilissi, per addestrare la milizia di Saakhasvili e dei
suoi amici (molti ministri georgiani sono anche cittadini d’Israele).

Le risposte di Mosca

Mosca ha calcolato, ovviamente, che l’occidente non sarebbe stato
zitto ed inerte, a fronte della debacle del suo manichino caucasico.
Perciò reagisce con adeguate contromosse:

1. La Russia e la Bielorussia hanno deciso di firmare un accordo che
mira a creare una difesa antiaerea comune tra i due paesi.

2. Si prepara a sostenere la secessione di Ossezia ed Abkhazia. Mosca
deve dimostrarsi forte e decisa, per sventare velleità che minacciano
l’integrità territoriale della Federazione Russa.

3. La Russia è pronta a fornire alla Siria armi difensive, come ha
affermato il ministro degli affari esteri russo Lavrov, dopo una
riunione fra i due capi di stato a Sochi, sul Mar Nero. Inoltre la
Siria acconsente anche all’installazione dei sistemi missilistici di
teatro Iskander-M, missili con cui si può minacciare Israele.

4. Come per la Siria, anche per l’Iran Mosca prevede di inviare
sistemi di difesa aerea strategica (S-300), non foss’altro che per
difendere gli investimenti russi per la centrale elettronucleare di
Bushehr.

5. La mossa centrale, e più importante, nella prevedibile risposta di
Mosca, alle minacce atlantiste. Probabilmente verrà abbandonato
definitivamente il trattato START II. Tale trattato prevedeva lo
smantellamento di buona parte dell’arsenale strategico russo,
l’abbandono degli ICBM pesanti e l’obbligo di dotare i restanti ICBM
con testate singole. Ora, la prima mossa sarà il recupero dei missili
strategici pesanti RS-20, (gittata da 11000 a 16000 km) e la
sostituzione delle testate singole con Veicoli di Rientro Multiplo
Autonomo (MARV), sistemi che permettono ai missili di trasportare
fino a 10 testate nucleari, assieme a falsi veicoli ed altri sistemi
elettronici volti ad ingannare i sistemi antimissili.

6. Si accelereranno i programmi di ammodernamento della componente
subacquea delle forze strategiche russe. Mentre la componente aerea
ed i missili nucleari di teatro verranno dislocati nella regione di
Kaliningrad e in Belarus. Probabilmente, in futuro, potrebbe essere
riesumato il programma degli Euromissili (RSD-10), mentre i
bombardieri di teatro Tu-22M3, Su-24 e Su-34, che impiegano armi e
missili nucleari, possono minacciare tutta l’Europa.

7. Abbandono definitivo del CFE, il trattato per la limitazione degli
armamenti convenzionali in Europa. Il trattato, finora, ha operato
solo a svantaggio della Federazione Russa. Con intere zone della
Russia occidentale, in pratica, smilitarizzate, a fronte della
continua avanzata della NATO e delle guerre di aggressione da essa
condotta (Jugoslavia, Bosnia, Afghanistan, ecc.)
Nuove unità dell’esercito russo verrebbero ricostituite e spostate in
Russia occidentale. Mentre l’accordo per rifornire le truppe
dell’ISAF, in Afghanistan, passando per le vie di comunicazione
russe, salterebbe, aggravando la situazione logistica delle truppe
NATO presenti in Afghanistan, visto il peggiorare della situazione
nelle retrovie pakistane.

8. Mosca avrebbe poi un’altra carta, tutt’altra che aggressiva, ma
egualmente efficace: aspettare un paio di mesi l’arrivo dell’inverno.
Non male, come situazione, voluta e cercata dal fantasma
dell’imperialismo europeo’, al solo scopo di compiacere i padroni
atlantisti di Washington-Londra- TelAviv.

Note da ricordare (ovvero anche quest’anno degli `aerei cadono’).
Quest’agosto è stato funestato, oltre che dalla guerra revanscista
georgiana, da due incidenti aerei. Guarda caso i due incidenti
colpiscono due paesi come la Spagna e il Kirghizistan. La Spagna non
ha preso posizione riguardo alla campagna aggressiva di Saakhashvili
e dei suoi mentori, verso gli Osseti e Mosca. Invece, in
Kirghizistan, alla vigilia dei giochi olimpici di Beijing, mentre,
sempre casualmente, venivano compiuti dei sanguinosi attentati nella
confinante provincia cinese del Xinjiang, la polizia locale pescava
12 marines degli USA e due addetti dell’ambasciata statunitense a
Bishkek, con un arsenale di 53 pistole, 26 fucili d’assalto M-16,
quattro mitragliatrici pesanti, quattro fucili di precisione, due
fucili Winchestern, circa quindicimila proiettili, esplosivi, micce e
equipaggiamenti radio. Inoltre, presso Manas, la base kirghiza
utilizzata dall’USAF, è stata trovata un fossa comune con 27
cadaveri. Chi erano? E perché sono morti così vicino ad una base
della libertà e della democrazia?

Tutto ciò avviene in mezzo alla debacle totale della campagna
anticinese (sempre mediatica), imbastita per infastidire e infangare
la XXIX.ma Olimpiade di Beijing. Operazione svolta da molte, delle su
accennate, ONG atlantiste strategiche (Reporters sans Fronières,
Partito Radicale, TG3, Alleanza Nazionale, tra gli altri). Anche
l’Open Society, del miliardario statunitense, genocida e
filantropofago, Gorge Soros, ha racimolato un’altra sconfitta sul
terreno, dopo il fallito tentato golpe colorato in Mongolia, ha fatto
fare una figura barbina alla sua pedina più importante, il Dalai
Lama, che ha urlato di massacri di tibetani, ad opera dei cinesi,
senza il benché minimo straccio di prove e indizi, al solo scopo di
distogliere l’attenzione del pubblico mondiale dal successo di
Beijing 2008. Ovviamente, per salvare la residuale credibilità del
Dalai-lama, ed evitare spiacevoli conseguenze diplomatiche,
l’entourage lamaista ha dovuto smentire il proprio capo e rimangiarsi
le accuse insensate. Con gran scorno dei pagliacci mediatici che
appestano il mondo dell’`informazione’, nostrana ed occidentale tutta.

Alessandro Lattanzio
Fonte: http://sitoaurora. altervista. org
Link: http://sitoaurora. altervista. org/Eurasia/ Russia67. Htm
25.08.08

Per approfondimenti: http://sitoaurora. altervista. org/ossetia. htm

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