GRUPPI JIHADISTI PRONTI A SFERRARE L'ATTACCO FINALE A DAMASCO ?

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A CURA DI SIMONE SANTINI
clarissa.it

L’autore dell’articolo che presentiamo è un personaggio controverso. Già funzionario del Sismi (servizio segreto militare italiano), assurse ai disonori delle cronache qualche anno fa per l’inchiesta giudiziaria relativa il cosiddetto “archivio segreto di via Nazionale”, ovvero una raccolta di dossier su personaggi politici, magistrati, giornalisti, forse allo scopo di utilizzare come strumento di pressione le notizie riservate che vi erano contenute. Il caso venne alla luce in seguito alle indagini sul caso Abu Omar, l’Imam di Milano rapito dalla CIA, ed anche in relazione allo scandalo Telecom-Sismi.

Il suo nome è Pio Pompa. L’ex agente segreto è ora un articolista del quotidiano Il Foglio. Da giornalista Pio Pompa utilizza quasi sempre fonti riservate, ovvero membri dell’intelligence internazionale probabilmente conosciuti durante i suoi trascorsi operativi. Le notizie di Pompa sono quindi, oltre che difficilmente verificabili, anche di estremo interesse, offrendo risvolti che altri normali giornalisti potrebbero difficilmente ottenere.

In particolare da qualche tempo le analisi di Pompa si sono concentrate sul Medio Oriente e da lì giungono le informazioni delle sue fonti dirette. Vanno prese con le molle ma altre sue precedenti rivelazioni hanno avuto puntuali conferme, come quando, ormai diversi mesi addietro, aveva scritto della presenza massiccia di organizzazioni terroristiche jihadiste che si erano infiltrate e operavano nella guerra civile in Siria, notizia che ha poi avuto molteplici conferme fino a diventare un dato comunemente acquisito.

In questo articolo Pio Pompa sostiene alcune “verità” esplosive. Quella fondamentale è che la nuova ondata jihadista in Siria, promossa da tutti i maggiori gruppi della galassia sunnita, avrebbe avuto la tacita approvazione e complicità dei Paesi limitrofi alla Siria, i cui servizi non farebbero nulla per ostacolarla e quindi, di fatto, proteggendola. Inoltre si avrebbe definitiva conferma della scelta di campo di Hamas che dopo anni in cui ha goduto della protezione del governo siriano, ora si schiera apertamente con le forze “ribelli”.

È praticamente impossibile che questa strategia non abbia l’avallo degli Usa. Ci si può quindi ben interrogare su quale sia la reale intenzione dell’Amministrazione americana, ufficialmente ancorata alla prudenza proprio per scongiurare la possibilità che eventuali aiuti all’opposizione siriana finiscano in “mani sbagliate”. La prudenza sembra ormai essere stata abbandonata. Nelle ultime settimane, per la prima volta, alcuni aerei Mig ed elicotteri governativi sono stati abbattuti dai ribelli: è il primo probabile risultato della fornitura di missili tipo Stinger, la versione più aggiornata dell’arma che decise le sorti della guerra in Afghanistan a favore dei mujaheddin.

Secondo la fonte di Pompa, scopo di questa ulteriore ondata jihadista sarebbe “assumere sul campo la leadership nell’offensiva finale contro il regime di Damasco”. Ciò vuol dire che la presunta inerzia occidentale durante questo anno e mezzo di crisi, non ha fatto altro che preparare il campo ai “mastini della guerra”, lasciando allo sbaraglio quei gruppi autoctoni siriani che erano meno controllabili dalle centrali di intelligence internazionali.

Il finale dell’articolo merita una profonda riflessione. Si dice (è sempre la fonte di Pompa che parla): “Chi pensa di abbattere l’orrore di quel regime con l’orrore jihadista compie un calcolo cinico dalle conseguenze estremamente tragiche. Lo stesso calcolo che – voltando le spalle a Israele – sta consentendo all’Iran di fabbricarsi la bomba atomica”.

Questa logica cinica, dunque, starebbe costringendo Israele ad un attacco preventivo contro l’Iran. Viene da domandarsi: abbiamo a che fare con menti folli, con menti raffinatissime, o con entrambe?

Simone Santini
Fonte: www.clarissa.it
6.09.2012

Pio Pompa, Gruppi jihadisti pronti a sferrare l’attacco finale a Damasco, Il Foglio, 4 settembre 2012

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